Targa Giuseppe Piazzi

per

la ricerca scientifica

a

Edoardo Boncinelli 

Edoardo Boncinelli è stato  direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare dello Sviluppo presso il Dipartimento di Ricerca Biologica e Tecnologica (DIBIT) dell'Istituto Scientifico H San Raffaele di Milano e professore di Biologia Generale e Genetica presso l'Università Vita-Salute di Milano. Fisico di formazione, si è dedicato allo studio della genetica e della biologia molecolare degli animali superiori e dell'uomo prima a Napoli, presso l'Istituto Internazionale di Genetica e Biofisica (I.I.G.B.) del CNR, dove ha percorso le tappe fondamentali della sua carriera scientifica, e poi a Milano. E' membro dell'Academia Europaea e dell'EMBO, l'Organizzazione Europea per la Biologia Molecolare, ed è stato Presidente della Società Italiana di Biofisica e Biologia Molecolare. I suoi attuali campi di studio sono tutti attinenti allo sviluppo embrionale e, sulla loro scia, anche i suoi interessi culturali si vanno spostando verso le neuroscienze e l'indagine delle funzioni mentali superiori. Ha scritto recentemente "A caccia di geni" (Di Renzo Editore) dove traccia una sua breve autobiografia scientifica e "I nostri geni" (Einaudi) dove illustra la natura, la funzione e il ruolo dei geni nella vita di tutti i giorni. Nel 1999 ha pubblicato "Il cervello, la mente e l'anima" (Mondadori). All'inizio del 2000 uscirà una sua breve esposizione dello stato attuale delle conoscenze sui meccanismi dell'evoluzione biologica: "La Storia della Vita" (Einaudi). Edoardo Boncinelli ha dato dei contributi fondamentali alla comprensione dei meccanismi biologici dello sviluppo embrionale degli animali superiori e dell'uomo. E' stato fra i primi nel 1985 a comprendere il significato delle nuove scoperte sul controllo genetico dello sviluppo della drosofila. Con il suo gruppo di lavoro ha individuato e caratterizzato una famiglia di geni, detti omeogèni, che controllano il corretto sviluppo del corpo, dalla testa al coccige. A partire dal 1991 si è poi dedicato alla studio del cervello e della corteccia cerebrale individuando altre due famiglie e mostrando anche come tutto questo possa avere delle applicazioni mediche immediate e a più lunga scadenza.

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 Targa Giuseppe Piazzi

per 

la divulgazione scientifica e dell'Astronomia   

Luigi Prestinenza

 

Luigi Prestinenza,, è di Aci Trezza, il paese dei  Malavoglia verghiani. Esordì giovanissimo nel giornalismo, dapprima come collaboratore poi da redattore e caposervizio del quotidiano catanese "La Sicilia", per cui ha "coperto" tre Olimpiadi e diversi campionati del mondo. E' stato anche chiamato dalla fiducia dei colleghi a vari incarichi sindacali e professionali: segretario della Stampa catanese, presidente regionale dei giornalisti sportivi e vicepresidente nazionale, per sei anni presidente dell'Ordine professionale di Sicilia, del quale aveva fatto parte sin dal primo Consiglio, eletto nel 1965. Parallelamente si occupa di giornalismo scientifico, in omaggio alla sua dichiarata passione per l'astronomia, che lo porterà a fondare nel 1977 il Gruppo astrofili catanesi, che ha guidato per 26 anni, prima di passare a una nuova sigla, "Stelle e Ambiente", a cavallo fra la divulgazione astronomica e l'impegno naturalistico.In questa prospettiva, si occupa largamente di scienza sul quotidiano "La Sicilia" ma anche sulle riviste specializzate "Scienza e Vita", "Coelum".,"Astronomia", "Nuovo Orione". Collabora attualmente al supplemento scientifico della "Stampa" e alla nuova rivista "Le Stelle", diretta da Margherita Hack che gli ha scritto la prefazione di un libro di prossima uscita dedicato agli enigmi del pianeta Marte: "Marte, fra storia e leggenda". stampato dalla UTET, in cui ha raccolto studi ed esperienze dirette al telescopio negli ultimi cinquant'anni. E' socio di diverse società scientifiche e cavaliere della Repubblica, ma la distinzione che più gli ha fatto piacere è sicuramente che un pianetino, catalogato col numero 20033, reca il suo nome negli spazi. Lo ha scoperto e glielo ha dedicato un giovane ricercatore, Gianluca Masi.

 

 

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