Sto andando al lavoro e, come mio solito,
ascolto l’autoradio; è accesa sul mio canale preferito e stanno
parlando di un argomento serio, che nulla ha a che fare con il
sesso, ma proprio nulla, eppure ad un certo punto scatta la
battutina, lo scambio ironico (ma sarà poi proprio così
ironico?) tra i due presentatori, un uomo e una donna, e non è
che sia stato l’uomo ad iniziare, no, proprio no, è stata lei,
la donna. Mi fermo all’edicola per acquistare una
rivista di finanza, come spesso accade oggi, insieme alla
rivista c’è un gadget per forzare un aumento delle vendite e che
gadget: un bellissimo calendario con … no, no, non con i top
della finanza mondiale, bensì con le top della malizia e
dell’ammiccamento, ovviamente seminude (se va beh, seminude, non
è che venga lasciato molto alla fantasia, gisuto giusto i
capezzoli, e non sempre, e la vagina) e in atteggiamenti
provocatori. Arrivo a scuola e davanti alla stessa un
bel cartellone pubblicitario per una festa nel paese vicino, di
contorno, anzi no, altro che contorno, sulla metà del cartellone
campeggiano due belle veline con minicostume e sguardo
malizioso. Nel pomeriggio devo fare un giro per la
città, davanti a me cammina una ragazza, ad un certo punto le
cade il cellulare in terra, si piega per raccoglierlo e … la,
tutto il sedere in bella mostra; eh, si, questi pantaloni a vita
bassa sono proprio una favola. Poco oltre un ragazzo seduto
sulla panchina mostra indifferente ai passanti, altrettanto
indifferenti, metà dei suoi glutei. Ferma all’incrocio, una
signora di mezza età aspetta di attraversare la strada, mi da il
fianco ma posso vederla piuttosto bene, veste in modo elegante,
si vede che è una donna in carriera e probabilmente, vista la
ventiquattrore in mano e il palmare, sta andando a qualche
appuntamento di lavoro; una gonna nera a mezza coscia, scarpe
pure nere con tacco medio e sottile, camicetta bianca con
decorazioni in oro appena visibili, al di sotto si nota senza
problemi un reggiseno bianco con imbottitura. Tac, tac, tac, il
segnalatore per non vedenti anticipa lo scatto del verde per il
passaggio pedonale, la donna si gira mostrandosi di fronte e …
zacchete, la camicetta è sbottonata per metà e lascia bene in
mostra l’ampio decolté contornato da un reggiseno che copre solo
la metà inferiore delle mammelle (già perché così si chiamano,
strano che nolti non lo sappiano o se lo siano dimenticati, le
tette si chiamano mammelle, il seno è l’incavo tra le due
mammelle) e, giusti, giusti, i capezzoli. Arriva la sera, mi stendo sul divano per
osservarmi il telegiornale; apertura con un gossip e,
ovviamente, bel primo piano dei due che si limonano, seguito da
un campo lievemente più lungo dei due che scopano sul lettino
della psicina. Secondo servizio, intervista ad una donna di
successo, oviamente l’intervistatrice non può esimersi dal
chiedere “secondo lei cosa manca alle donne di oggi?” La
risposta, scontata, “La sensualità! Le donne oggi sono molto
libere e intraprendenti ma hanno perso il concetto di
sensualità, la capacità d’essere sensuali”. Va beh, andiamo su Facebook a vedere se ci
sono novità interessanti. Si carica la bacheca e … “Adotta anche
tu una ragazza in mutandine”, “Quelli che la mattina ce l’hanno
duro”, “W le tettone”, “Se non la lecchi, godi a metà”, e via
dicendo sullo stesso tono e anche peggio. Cambiamo strada, andiamo sui forum, forum
che nulla hanno a che vedere con il nudismo, il sesso, la
pornografia. Apro una discussione e … rizacchete, un bellissimo
avatar con l’immagine di una bella ragazza, alta, slanciata,
rigorosamente con le sole mutandine e in posa maliziosa.
Controllo i nuovi arrivi, c’è un post di presentazione di una
ragazza, una delle poche che capitano qui, sono poco più di 50
minuti che l’ha scritto e già ci sono diverse decine di risposte
(chissà mai perché alle presentazioni dei maschietti dopo giorni
le risposte si contano sulle dita di una mano): “ben arrivata,
se vuoi ti ci accompagno io a…”; “ehi ma sei carina?”; “si, si,
contala giusta, lo so io qual è la banana che cerchi”; e via
dicendo. Lungi da me voler fare il puritano, tutte
le cose elencate sopra mi stanno anche bene, ritengo che sulle
questioni morali nessuno, e ripeto nessuno, abbia il diritto
d’interferire con l’opinione degli altri, che ognuno abbia il
diritto di farsi la propria morale e di agire secondo la stessa,
l’importante è che nessuno imponga agli altri di agire secondo
la sua morale (beh, si il discorso è decisamente più complesso,
ma non è questa la sede per affrontarlo e ai fini del presente
articolo basta quanto detto). Se una cosa mi da fastidio posso
girarmi e non guardare, ma se guardo poi non ho nessun diritto
di lamentarmi di quello che ho visto, soprattutto non ho diritto
di criticare coloro che ho osservato, magari anche di gusto. Ecco, premesso che non è un articolo sulla
morale, veniamo al nocciolo della questione: perché nonostante
tutto quello che avviene nella società odierna (che ho
brevemente riepilogato con gli esempi), nonostante l’apertura
mentale e morale della società odierna, nonostante si parli
liberamente di sesso, nonostante si mostri il corpo nella sua
quasi interezza, ecco nonostante tutto questo, come mai se si
parla di nudismo, di spiagge nudiste, di strutture nudiste,
scatta subito una reazione di ostilità e chiusura? Ma dov’è il
nesso? C’è qualcosa che non mi quadra in questo. Quale sarà la
differenza tra l’immaginare senza neanche troppa difficoltà e il
vedere schietto? Perché l’ipocrisia di chi non si lesina in
turpiloquio, in frasi evidentemente provocatorie sul piano
sessuale, in ironie che male nascondono il desiderio di un
incontro sessuale con l’altra/o, in distribuzione senza sosta
d’immagini sessualmente provocatorie, ma nel contempo rifiuta a
priori il nudismo? Perché? Qui mi sorge prepotente e invadente un
dubbio: non è che chi è contrario al nudismo lo sia solo per
esorcizzare inconsciamente
la paura di non potersi più divertire con tali cose, la paura di
dover rinunciare alla malizia, la paura di doverla smettere col
gioco sessuale fuori dal contesto sessuale? Beh, se fosse così, e credo che per molti,
anche tra coloro che pur accettando la presenza del nudismo sono
restii a praticarlo, lo sia effettivamente, voglio rassicurarvi:
nonostante ci sia una corrente di pensiero che vorrebbe,
irrazionalmente e ingiustamente (in quanto fuori da ogni
contatto con la realtà sociale odierna), presentare e imporre il
nudismo come una cosa totalmente ascetica e asessuata, in realtà
il nudismo non è un distacco totale dalla sfera sessuale, non è
una rinuncia alla libido e i nudisti fanno sesso come tutte le
persone normali del mondo, i nudisti
SONO persone
normali. Si, certo, praticando il nudismo si
superano i condizionamenti e gli stereotipi sociali, gli altri
smettono d’essere oggetti da giudicare e criticare od oggetti
per il piacere sessuale e diventano persone, si guarda
all’essenza delle persone e non alla loro apparenza, l’aspetto
fisico perde la posizione predominante (perché il nudista non è
trasandato e sporco, anzi, solo non condiziona atteggiamento e
idea sulla base del bello o del brutto, del giovane o del
vecchio, del magro o del grasso), però non si perde e non si
rinuncia al gioco, all’ironia, allo scherzo anche su base
sessuale, sono solo meno invadenti, meno penetranti, più
rispettosi dell’altro, alla fine più divertenti, anche per chi
ne è provvisoriamente il bersaglio. Non credete nemmeno che la visione continua
e prolungata di altre persone nude possa, come sostenuto nel
recente passato, e con un buon seguito, da un eminente
psicologo, far svanire la libido; non è vero, era solo
un’interpretazione fortemente condizionata e, forse,
malignamente elaborata al fine di contrastare la naturale e
inarrestabile tendenza a spogliarsi. Anche le tesi Freudiane (tutto è legato al
sesso e tutto dipende da esso) sono state nel tempo quasi
totalmente sconfessate: l’amicizia tra uomo e donna esiste, uomo
e donna possono convivere senza necessariamente praticare il
sesso (magari ci pensano, ma tra dire e fare c’è di mezzo il
mare), possono condividere un luogo in totale nudità senza per
questo essere intenzionati a fare sesso; nel contempo, però,
possono poi saper interagire sessualmente in modo completo e
normale quando le circostanze cambiano, quando sussiste una
situazione di intimità, quando ambedue sono interessati alla
cosa, esattamente come avviene nella società tessile e, forse,
lo fanno in modo ancora più intenso e coinvolgente dato che la
pratica del nudismo apporta un rapporto con il proprio corpo
decisamente migliore, quindi la capacità di usufruirne al meglio
e di sapersi donare più intensamente e più profondamente
all’altro/a. Se, però, così non fosse, se il vostro vero perché
dell’ostracismo al nudismo fosse un altro, beh, allora
probabilmente non avrete trovato qui le risposte giuste, ma …
continuate a leggermi, è certo che prima o poi uno o più di uno
dei miei articoli vi darà motivo d’affermare “Sto sbagliando!”
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