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L'insostenibile leggerezza del...

Autore: Emanuele Cinelli
Data pubblicazione: 27 luglio 2009

È una giornata cupa, il cielo coperto da fitte nuvole grigie non permette di vedere il sole, fortunatamente non piove e non sembra voglia farlo, anche la temperatura dell’aria non è del tutto sgradevole e permette di starsene all’aperto anche senza coprirsi molto, basta una maglietta per non sentire la lieve brezza che spira dal mare vicino.

Il mare è agitato, per ora è impensabile di entrare in acqua, quindi mi siedo sulla spiaggia a osservare l’orizzonte e assaporare il lento scorrere del tempo. È mattina presto, gli altri ospiti del campeggio ancora dormono, sulla spiaggia sono solo, anzi no, quasi solo: poco distante da me, seduti su alcuni scogli, ci sono alcuni ragazzi, li ho conosciuti ieri sera, sono arrivati sul tardi e hanno piazzato le loro tendine vicino alla mia, sono tre coppie giovani che hanno programmato la loro estate insieme e stanno girando l’Italia alla ricerca dei paesaggi e dei sapori più antichi e naturali.

Che bello, mi fanno tornare in mente le mie avventure di ragazzo: quando, in campeggio montano con l’oratorio, a otto anni ero l’unico ragazzino che fosse accettato alle gite più impegnative; quando a dieci anni giravo per i boschi in piena notte senza torcia; quando a quattordici anni insieme con un amico partimmo e ci facemmo una settimana in giro da soli e in autostop; quando a diciassette anni mi feci il corso sub e alla gita finale mi gettai in acqua senza muta ed erano i primi di maggio; quando … quando … quando.

I ragazzi vicino a me stanno parlando tra di loro a voce non propriamente bassa e, con la complicità del vento, riesco a udire bene quello che dicono, parlano di sesso e lo fanno senza pudore, non voglio ascoltare ma non voglio nemmeno spostarmi e così cerco di concentrarmi sui miei pensieri e sull’osservazione delle onde per non percepire, rubare i loro discorsi.

Per un poco il gioco mi riesce ma quando una delle ragazze pronuncia la parola “nudismo”, beh, a quel punto faccio fatica a mantenermi distaccato e, incuriosito, ascolto il proseguio dei loro discorsi.

Lei, Luisa, è una ragazza mora, non molto alta, un fisico non da modella ma nemmeno trasandato, abbronzata e con due occhi neri che colpiscono subito per l’espressività e l’intensità dello sguardo. Fino ad ora era stata in disparte, silenziosa, sembrava che l’argomento in discussione, ricordiamo era il sesso, la mettesse in imbarazzo, che non ne fosse molto contenta di parlarne. Ora è proprio lei che sta proponendo ai compagni, giacché non molto lontano c’è una spiaggia frequentata da nudisti, di andare a vedere e, magari, fermarcisi per passare una giornata in piena libertà.

La prima reazione dei compagni è di stupore, “Ma sei matta!” esclama Raffaella, “Io nudaaaa, mai!” Gli fanno coro Luigi e Michela “No, no, ma che proposte fai! Siamo mica dei pervertiti, noi non facciamo queste cose”. Vedo che a Francesco, il ragazzo di Luisa, compare un sorrisino beffardo sulla bocca, mentre Sergio, il compagno di Raffaella, sembra non mostrare reazione.

“Ma ragazzi” riprende Luisa “mettersi nudi sulla spiaggia non vuol necessariamente dire voler fare cose strane e particolari, non vuol dire esibirsi o cercare incontri di natura sessuale. Mettersi nudi è la cosa più naturale al mondo, mettersi nudi è una cultura, la più antica cultura al mondo!” Vedo che il sorrisino sulla bocca di Francesco si rinforza, comincio a pensare che questa Luisa sia un bel peperino e non sarà facile per i suoi amici resistere alla sua proposta. La cosa, per me che del nudismo ne ho fatto una ragione di vita e mi batto affinché la società possa non solo comprenderne e accettarne le ragioni, ma farsene una ragione profonda e abbracciarne in modo esteso l’idea e l’ideale, ecco per me la cosa a questo punto si fa alquanto interessante. Potrei unirmi al gruppo, ma non voglio influire e voglio vedere come le cose evolvono, quali saranno le obiezioni e quali le risposte.

La prima a prendere parola è Raffaella “Sarà anche la cosa più naturale al mondo, ma a me non interessa vedere altre persone nude, mi fanno sorridere tutti quei cosi che ciondolano a destra e a manca”. “E poi” aggiunge Luigi “io la mia ragazza nuda proprio non la faccio vedere a nessun altro”. “Già” commenta Michela “anch’io non voglio che altri vedano il mio Luigi che se ne gira tutto nudo per la spiaggia, e se poi qualcuna gli fa delle proposte? Né Luigi, poi mica che ti tiri indietro? No, no, mostrarsi nudi è un po’ tradire, io non voglio tradire e non voglio essere tradita!”.

“Scusa Raffaella, ma quei cosi che ciondolano invece ti piacciono e assai quando sono bei ritti, o no?”, interviene Sergio, il ragazzo di Raffaella, con un sorrisone soddisfatto. Raffaella per nulla imbarazzata ribatte “Zitto tu, con quella pancia di certo non potresti metterti nudo!” “Ehm, invero l’ho già fatto in alcune occasioni” “Come l’hai già fatto? Sporcaccione, non mi hai mai detto nulla!” “Guarda, è successo alcuni anni addietro, ancora non ci conoscevamo nemmeno; non te l’ho mai detto perché non ce n’è mai stata l’occasione, d’altra parte è una cosa di cui non parlo apertamente in giro” “Ma a me, che sono la tua compagna, non dovevi tenerlo nascosto!” “Ma mica te l’ho nascosto, ripeto, non c’è mai stata occasione di parlarne e non ritenevo opportuno farlo a priori, le cose si dicono quando ne capita l’occasione, quando ne sorge una motivazione, non è un obbligo né una cosa scontata” “Si va beh, hai ragione.”

“Ecco vedete” Luisa riprende il controllo della situazione “Non so se ci avete badato, ma quando voi parlavate a ruota libera di sesso, raccontandovi quello che fate, quello che desiderate, quello che avete fatto ieri sera, beh, io me ne stavo in silenzio, mi tenevo in disparte. Non è che abbia paura a parlare di sesso, tutt’altro, solo che per me il sesso, quello che faccio con il mio uomo, quello che desidero, son cose un poco riservate, cose che preferisco tenere per me, al massimo parlarne con il mio uomo, non sento l’esigenza di pubblicizzarle. Voi, invece, parlate di sesso a ruota libera, senza pudore, senza malignità, giusto, non dico di no, ma come vi si parla di nudismo vi mettete subito sulle difensive, andate subito a pensare al sesso maligno, all’esibizione, allo scambismo, eccetera; subito immaginate che il nudista sia un sessuomane alla ricerca di nuovi stimoli ed esperienze sessuali. No, non è così, anzi spesso è proprio il contrario.  Perché voi pensate quello che avete pesato?” “Beh, ma perché i genitali servono per fare sesso, no!” afferma Michela. “Si certo, ma il sesso si fa solo con i genitali?” domanda Luisa. “Ehm, no, in effetti: mani, bocca, occhi e anche l’olfatto fa la sua parte” risponde Luigi. “Si, si, si fa con tutto il corpo” rincalza Raffaella. “Ecco, e allora perché non coprite anche le mani, la bocca, gli occhi, il naso? Lo sapete che in certe culture i genitali non creano imbarazzo all’esposizione ma sussiste l’obbligo, quantomeno per le donne, di non esporre il viso? Perché?” “Ma, non saprei e in effetti mi sembra molto strano!” “Ragazze, provate a pensare, cosa fate quando volete sedurre un uomo? Cosa fate per rendervi interessanti? Per colpire l’attenzione?” “Mi vesto in modo attillato ed evidenzio gli occhi con un trucco adeguato” “Si, si, anch’io, e se questo non basta mi avvicino a lui e lo guardo in modo provocante, magari lascio scivolare una spallina o mi allargo un poco lo spacco del vestito sul seno” “Ecco, vedete, agite sul coprire, più che sullo scoprire, utilizzate lo scoprire parziale e malizioso, e poi condite il tutto con lo sguardo, perché senza di quello non esiste corpo che regga, il corpo potrà stimolare, ma se non date un segnale difficilmente poi andate a segno. E il segnale non è nello spogliarsi, ma nel guardare”.

“Si, hai ragione, mi hai quasi convinta, ma se poi qualcuno mi guarda?” “Scusa, ma non ti capita mai, nella vita quotidiana, d’essere guardata, e non intendo dire vista, ma proprio guardata, scrutata, osservata?” “Si certo che mi capita, mi capita spesso, sono una bella ragazza!” “E cosa pensi? Cosa provi?” “Beh dipende, a volte m’infastidisce, ma in genere mi sento lusingata” “E cosa credi che passi per la testa del tizio che ti sta guardando? “Beh di sicuro starà apprezzando il mio seno, il mio sedere e magari starà immaginandosi anche come sono sotto i vestiti” “Ecco e allora perché mai se ti guardano vestita facendosi illazioni su come sei nuda la cosa ti lusinga e se ti dovessero guardare nuda la cosa ti da fastidio? Non è forse la stessa identica cosa? Anzi, non è forse peggio che chi ti guarda faccia lavorare l’immaginazione? Non è più stimolante, più provocante?” “Ma forse c’è la paura di eccitarsi e dare involontariamente dei messaggi di disponibilità, anche quando non è vero” “Ecco, vedi che allora il problema non è negli altri ma in se stessi?”

 “Eh già, il problema è in me” interviene Luigi “a vedere tutte quelle donne nude come faccio a non eccitarmi? Ciò gli ormoni io!” “Scusa Luigi, ma quando vedi Michela nuda ti ecciti subito?” “Beh, no, non sempre” “Ragioniamo su quel non sempre, quando ti ecciti e quando no?” “Mi eccito se stiamo per fare sesso, oppure se stavo pensando a fare sesso. Non mi eccito se lei sta facendo la doccia, se stiamo guardando la televisione, se sto pensando ad altro” “Ecco, vedi, quindi secondo te cos’è che ti eccita, la visione di lei nuda o il pensiero di fare sesso, la circostanza?” “Beh, si certo, non è tanto il vedere lei nuda, ma quanto e soprattutto la situazione e il pensare all’azione sessuale, è questo che mi eccita.” “Ecco, quindi abbiamo stabilito che il nudo di per se stesso non provoca eccitazione, se tu guardi al nudo in modo distaccato, senza pensare subito al sesso, non ti ecciti. Se è così con la tua ragazza, perché dovrebbe essere diverso vedendo altre donne nude?” “Beh, un conto la mia ragazza sola, un altro decine di donne che se ne girano attorno a me in compelta nudità. Come faccio a non osservarle? Come faccio a non vedere e iniziare a pensare?” “Semplice, devi imparare a guardare gli altri come persone e non come oggetti,  vedrai che il vedere non diventerà uno scutare, vedrai che i tuoi pensieri non finiranno sull’azione sessuale. Comincia con il convincerti che quelle persone nude non lo sono perché vogliono esibire della mercanzia, ma lo sono perché hanno compreso l’assurdità e l’inutilità di certi precetti, perché si sono resi conto di quanto sia ipocrita l’accettare la liberazione sessuale, con tutti i suoi contorni più o meno edificanti,  rifiutando al nudo la sua condizione di naturalità ed essenzialità: si accetta la vera provocazione sessuale e si rifiuta ciò che di suo non è per nulla provocante! Una vera ipocrisia, no?”

“Ragazzi” prende la parola Francesco, che fino ad ora era stato in disparte “vi assicuro che Luisa ha perfettamente ragione. Anch’io all’inizio avevo gli stessi vostri dubbi e perplessità, ma poi mi sono lasciato convincere a provare e devo dire che mi sono bastati pochi minuti per comprendere quanto fossero giuste le parole di Luisa, di più, ci si accorge di quanto sia bello potersene stare nudi senza problemi, è una vera liberazione: la liberazione dei timori d’essere visti mentre ci si cambia il costume, la liberazione dalle lotte con l’asciugamano per cambiarsi senza farsi vedere, la liberazione dall’ossessione del corpo perfetto, la liberazione dalla paura dei commenti altrui, la liberazione dalla costrizione del corpo in qualcosa che per quanto traspirante e leggero possa essere è sempre e comunque una barriera, è sempre e comunque un qualcosa che impedisce la normale traspirazione del corpo, è sempre un qualcosa che altera le naturali funzioni del corpo. Io mi associo a Luisa e domani voglio proprio andare in quella spiaggia per ritrovare la mia naturalezza e la mia spontaneità, per risentirmi libero e tranquillo”. “Anch’io mi associo” ribatte Sergio “come già detto ho provato una volta e mi era piaciuto, voglio riprovare!” “Beh, si, voglio proprio provare anch’io, ok ci stò” appoggia Raffaella.

Mancano solo Luigi e Michela, i più titubanti. Li osservo guardarsi a lungo negli occhi, il loro viso esprime un senso di timore ma nel contempo anche di curiosità, vedo gli occhi di Michela muoversi continuamente, segno palese del mulinare dei suoi pensieri, improvvisamente si fermano, osservano quelli del suo ragazzo, ha deciso: “Si, si, ragazzi, andiamo, vero Luigi che andiamo anche noi?” Luigi resta un attimo in silenzio, non è ancora del tutto convinto, vedo che guarda la sua ragazza, poi scruta il mare per alcuni secondi, infine abbassa gli occhi e … “Si, ok, allora domani tutti alla spiaggia nudista!”.

“Bene” dice Luisa “vedrete che le vostre preoccupazioni domani svaniranno in un battibaleno. Quella spiaggia è un posto bellissimo, c’è un mare d’incanto e una freschissima pineta, Vi assicuro, domani vedrete solo la bellezza della natura e imparerete cosa voglia dire vivere veramente in natura e alla fine anche voi riconoscerete l’insostenibile leggerezza del tessilismo”.

Si è fatta l’ora di andare a colazione, i ragazzi si alzano e si avviano verso il campeggio, io mi soffermo ancora un poco a guardare il mare che pare allentare la sua furia. Forte questa Luisa, ha saputo condurre il dialogo in modo esemplare, non ha mai ribattuto alle obiezioni ma ha solo fatto domande, inducendo gli amici a rispondere di per se stessi alle loro obiezioni. Il risultato non poteva che essere quello che è stato e sono assolutamente convinto che domani i suoi amici diventeranno a loro volta nudisti.

Mi alzo anch’io e m’incammino lungo la spiaggia, vedo il gruppo di raggazzi quasi all’ingresso del campeggio, li vedo allegri, si fermano un attimo e si girano, Luisa alza il braccio e indica un punto alle mie spalle, mi giro a osservare, si sta indicando la posizione della spiaggia nudista, a quanto pare ogni esitazione, ogni titubanza sono svaniti e al loro posto solo il desiderio che venga domani.

Già, è proprio così, è l’insostenibile leggerezza del tessilismo!

 

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