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Ipotesi di scenario alla Rocca di Manerba (e non solo) - Parte 2

Autore: Emanuele Cinelli
Data pubblicazione: 20 settembre 2009

 

L'analisi

Negli anni tra il 1970 e il 1978 frequentavo moltissimo questa località, vi andavo quasi tutte le domeniche da maggio a ottobre, talvolta vi soggiornavo anche per due o tre giorni, dormendo in loco e in occasione del diploma, con alcuni compagni di scuola, ci passai un’intera settimana. Posso  quindi affermare con assoluta certezza che ai tempi la zona era frequentata pochissimo, infatti il 90% delle volte ero solo o quasi solo e nell’altro 10% le persone presenti in zona erano assai poche, una decina o due.

Ai tempi per arrivarci si doveva percorrere una stretta e sconquassata stradina sterrata, al termine della quale si trovavano pochi piccoli spazi per parcheggiare.

Non ricordo esattamente in che anno, di sicuro non prima del ’76, l’uliveto al termine della stradina venne adibito a parcheggio e questo, anche se la strada di accesso non è che fosse migliorata tanto, fece si che la frequentazione del posto aumentasse lievemente, ma i più si fermavano nei prati attorno al parcheggio, pochi si spingevano giù al lago: i 10 minuti di sentiero, in parte molto ripido, facevano pur sempre da filtro e limitavano l’accesso alla zona.

Dal 1980 al 2000 sono mancato totalmente dalla zona, ma, sulla base di voci sulla “Spiaggia dei nudisti” prima, che poi divennero voci sulla “Spiaggia dei Culi”,che circolavano anche in quel di Brescia negli anni 90 (a testimonianza di come fosse impossibile non sapere), di discorsi fatti recentemente con amici (sia tessili che nudisti) e di una piccola recente indagine, posso affermare con assoluta certezza che in quel periodo si è sviluppata ed evoluta la frequentazione della zona, principalmente, per non dire quasi esclusivamente, da parte dei nudisti, gli unici che, per loro natura (e, purtroppo, per esigenza materiale), apprezzino posti di difficile o comunque non banale accesso.

Non so dire quanto sia avvenuto e non ho trovato informazioni al riguardo, ma ad un certo punto la stradina d’accesso venne chiusa al traffico e il parcheggio spostato in zona perimetrale, raggiungibile per strada asfaltata e servito da un bar. Questo in teoria avrebbe dovuto aiutare lo sviluppo della frequentazione generale e generica del sito. Resta il fatto che se prima alla spiaggia ci si arrivava in 10 minuti, ora i minuti sono diventati 20, pochi i tessili che si cimenteranno in tale “sgobbata” (c’è da considerare che in loco non esiste nessun servizio, bisogna portarsi appresso tutto, dalle stuoie agli ombrelloni, dai viveri alle bevande).

Quando, sul finire degli anni ’90, ritorno a frequentare la Rocca ho la diretta conferma che si è trasformata in spiaggia nudista: di persone in costume ce ne sono veramente poche, e queste condividono gli stessi spazi senza problemi di nessun genere.

Negli anni successivi la mia frequentazione del posto torna a farsi più intensa (anche se non ai vecchi livelli) e, sebbene non subito, mi adeguo alla situazione liberandomi totalmente e definitivamente dalle vesti che da anni mi tormentano il corpo e lo spirito.

Inizialmente coppie e famiglie ci sono, anche se non tantissime, ma pian piano tendono stranamente a svanire e la stragrande maggioranza dei presenti sono singoli e quasi tutti uomini.  In seguito mi accorgo che si vedono facce strane girare in continuazione avanti e indietro per la spiaggia o per i sentieri che la costeggiano. Una volta ok, due pure, ma tre, quattro, cinque, cento, la faccenda diventa assai strana. In particolare si nota che ogni tanto arriva una persona che fa un gesto e immediatamente si forma un gruppetto di uomini che se ne vanno via con lui.

Altro particolare che mi colpisce; mentre la maggior parte delle coppie e delle famiglie arriva la mattina e se ne va nel primo pomeriggio, quando il sole scompare dietro l’altopiano, ci sono un non elevato ma comunque discreto numero di coppie che arrivano in zona nel tardo pomeriggio, le incontri che scendono verso la spiaggia mentre tu da quella risali per andartene a casa.

Al momento notavo queste cose ma, innocentemente, non le riuscivo ad abbinare a qualcosa di particolare, erano solo stranezze. Oggi, con le informazioni raccolte in seguito (sebbene non tutte verificate) e con il senno di poi, posso supporre che fossero squadre di guardoni e smanetta tori che si erano organizzate con coppie compiacenti (ma stando ai giornali anche mercificatrici: si farebbero pagare per essere guardate mentre fanno sesso), vedette e segnalatori (costoro sanno dell’arrivo delle Forze dell’Ordina, molto prima che le stesse arrivino effettivamente in zona).

Tutto questo avveniva senza nessun segnale di disturbo da parte delle Autorità locali. Ad un certo punto qualcosa s’è svegliato e quello che fino a quel momento non dava fastidio, all’improvviso diventa un problema talmente grosso da indurre, nel luglio 2005, il Sindaco (diverso da quello attuale, ma alla fine le cose non sono cambiate) ad emanare una sua specifica Ordinanza (preciso che tale tipo di Ordinanza, l’Ordinanza del Sindaco, può essere emessa solo per situazioni particolarmente gravi e urgenti che non avendo preciso riscontro nelle correnti leggi non possono essere altrimenti gestite, cosa che appare dubbia per la questione in ballo alla Rocca). Purtroppo l’Ordinanza, forse (perché nella stessa assolutamente non si parla di esibizionisti e simili, ma solo ed esclusivamente di nudisti) mossa da considerazioni giuste (gli atti osceni), passa ad affermazioni totalmente errate accomunando, come troppo spesso accade, l’esibizionismo e l’autoerotismo alla semplice esibizione del corpo nudo, finendo con la proibizione del nudismo, e solo di quello, nessun divieto alle attività sessuali, solo il divieto di “esibire forme di nudismo” e l’obbligo di “indossare indumenti atti a coprire i genitali maschili e femminili”.

Nell’Ordinanza vi sono, per altro, anche altri errori formali che stranamente non sono mai stati contestati:

1)      “Premesso che la zona rocciosa collocata sotto il Sasso, comprensiva della spiaggia adiacente, nonostante la recente frequentazione da parte di nudisti e naturisti…”. Recente? Almeno vent’anni di frequentazione non mi sembra possano definirsi come “recente frequentazione”, specie in considerazione del fatto che la frequentazione massiva del sito è cosa di questi ultimi anni, mentre in precedenza i pochi che lo frequentavano erano quasi esclusivamente nudisti.

2)      “…deve restare fruibile da parte di ogni tipologia di soggetto…”. Embhè, perché forse non lo è? Perché forse i nudisti non sono soggetti e non rientrano “in ogni tipologia di soggetto”? Come detto in non meno di vent’anni di presenza nudista nessuno che non fosse nudista s’è mai visto proibire l’accesso alla spiaggia, nessuno s’è mai lamentato apertamente della presenza dei nudisti.

3)      “Viste altresì le lagnanze di diversi cittadini e famiglie che sono involontariamente incappati in manifestazioni che offendono il comune senso del pudore..” A parte che i “diversi” cittadini deve essere ridimensionata alquanto vista le relativa frequentazione della zona, c’è comunque qui da rilevare che tutte le recenti sentenze sulla questione nudismo, compresa quella della Corte di Cassazione, hanno stabilito che la semplice esibizione del corpo nudo non è offesa al comune senso del pudore.

Quantomeno curiose, poi, le coincidenze dell’emissione di detta Ordinanza con alcuni eventi:

-          Si parla d’una proposta di legge per regolamentare il nudismo e in tale proposta sarebbe previsto che tutte le aree da tempo frequentate in modo abitudinario dai nudisti, debbano essere dai Comuni riconosciute come aree nudiste.

-          A seguito dell’istituzione nel novembre 2002 del Parco Naturale della Rocca e del Sasso, il Comune di Manerba ha ottenuto un sostanzioso finanziamento dalla Regione Lombardia in merito al progetto di sviluppo del Parco della Rocca

-          Manerba e il Parco della Rocca saranno, da li a pochi mesi, oggetto di un servizio televisivo a cura della trasmissione Linea Verde.

Non è che uno o tutti tali eventi abbiano in qualche modo forzato la mano per l’Ordinanza del Sindaco?

Per finire l’analisi, qual è stato l’effetto dell’Ordinanza? Ha ottenuto di “ripristinare lo stato di legalità”? Ha incrementato la presenza di tessili e in particolare di famiglie tessili?

Riferendomi agli ultimi nove anni, devo dire che l’attuale frequentazione non è poi fatta da molti volti nuovi, a parte coloro che sono spariti, ovvero i nudisti, per la maggior parte vedo sempre le stesse persone che c’erano prima dell’Ordinanza, solo che sono in costume anziché nudi. Di più, continuo a vedere e incontrare guardoni e ancora girano esibizionisti (che palesemente trovano più terreno d’azione tra i tessili che tra i nudisti) e smanetta tori (che non hanno bisogno di mettersi nudi per agire), i quali, tra l’altro, si sono fatti ancora più insistenti e presuntuosi: ora infatti non è più possibile nemmeno guardarli di traverso perché ti inveiscono contro e ti minacciano di rappresaglie e violenze fisiche.

Questa estate sono andato spesso in zona e ho attentamente osservato chi girava per il parco, beh, in una ventina di visite ho contato, in totale, una cinquantina di persone. Si certo non sono andato tutti i giorni, ma sono andato nelle giornate e nel periodo di maggior presenza di turisti e visitatori; per giunta, guarda caso, ero in zona proprio il giorno della retata dei Carabinieri, indotta, sembrerebbe, dalla telefonata di una famiglia: boh, non metto in dubbio che la telefonata sia arrivata (sempre che non sia stata una forzatura giornalistica), però quella mattina sull’altopiano c’eravamo solo io, mia moglie e altre tre o quattro persone, ah, si, più una famiglia tedesca che però stava passeggiando sul sentiero più interno, dal quale la spiaggia non è assolutamente visibile, nemmeno con il telescopio.

 

...Continua...

 

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