Brano tratto da un’intervista del 1985 dalla quale vengono
fuori le prime timide parole di un calciatore che avrebbe vinto lo scudetto
e sarebbe diventato protagoniste di tante battaglie sul campo della
Nazionale Italiana…..
"Chiusano S. Domenico, un paesino di circa 3.000 abitanti
a quindici chilometri da Avellino, fino a qualche tempo fa era conosciuto
soprattutto per la produzione di castagne, ciliegie e di ottimo vino. L'esplosione
di Fernando De Napoli, giovane promettentissimo mediano dell'Avellino, nato
proprio a Chiusano S. Domenico il 15 marzo 1964, ha fatto conoscere ancora
di più la località irpina. Il giovane centrocampista, che
si era, già messo in bella evidenza nello scorso campionato, sta
confermando in questa stagione le sue notevoli doti tecniche che lo hanno
imposto tra i migliori giovani venuti alla ribalta in Serie A, conquistandosi
anche il posto di titolare nell'Under 21.
La sua carriera calcistica è iniziata nella
Mirgia di Mercogliano, un altro paesino irpino e, dopo aver disputato due
stagioni nel Rimini, è passato all'Avellino nel campionato 1983-84.
Elemento molto dinamico e dotato di un ottimo controllo di palla, il calciatore
irpino è abile sia nell'interdizione, sia nelle conclusioni a rete,
soprattutto dalla lunga distanza, mentre una innata e chiara visione di
gioco gli consente di trasformare ogni contrasto vinto in un pericolo per
gli avversari.
- Dopo l'esordio in Serie A, avvenuto nello scorso
campionato nella gara all'Olimpico contro la Roma, all'inizio di questo
torneo si era parlato di un tuo dissidio con Angelillo ma, poi, la maglia
di titolare è stata tua. Tutta colpa, allora, dei soliti giornalisti?
«Certamente, e non riesco
proprio a comprendere come possa essere venuta fuori tutta questa storia.
Il mister, anzi, mi ha incoraggiato e stimolato a fare sempre meglio, ed
è proprio la fiducia che lui ha in me che mi consente di scendere
in campo con la massima concentrazione e tranquillità».
- Pur essendo la tua carriera appena agli inizi, c'è
qualche episodio che tu ricordi con particolare piacere?
«Ricordo con grande piacere
la mia prima rete realizzata in Serie A. Giocavamo al “Partenio" contro
l'Ascoli e l'allenatore Bianchi mi disse soltanto mezz'ora prima della
partita che sarei sceso in campo fin dall'inizio. Naturalmente la notizia
mi entusiasmò e scesi in campo con tanta voglia di ben figurare
e all'1l', su calcio d'angolo, realizzai di testa la mia prima rete in
Serie A. Fu, per me, una doppia soddisfazione, per aver disputato la mia
prima gara per intero e aver siglato la prima rete nel massimo campionato».
- C'è qualche calciatore che, per quanto riguarda
il tuo ruolo, hai preso come modello?
«Penso che ogni calciatore abbia un proprio stile e una propria tecnica. Ad ogni modo il calciatore che più ammiro nel mio ruolo è senz'altro Bagni, ma non tanto per il suo accentuato agonismo, quanto per la sua generosità in campo. E’ un atleta che non si tira mai indietro e che lotta sempre con molto impegno e agonismo anche se, qualche volta, può dare l'impressione di essere falloso. Salvatore, comunque, è un ragazzo d'oro, come ha testimoniato con il suo interessamento al dramma di Massimo Cacciatori».Naturalmente a te, giocare nella squadra della tua città, fa è un effetto tutto particolare... “Certamente. E’ una grande soddisfazione, per me, soprattutto perché non mi è stato facile decidere di fare il calciatore. Mio padre, infatti, avrebbe preferito che continuassi gli studi ma io, anziché andare a scuola, me ne la andavo a giocare sui campetti di periferia. Giocare per l'Avellino, comunque, costituisce per me uno stimolo in più……”"