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Visita al Museo
del MART a Rovereto ( TN )
Le
Stanze dell'Arte
Oggi 25
Aprile 2003, Donatella e io, decidiamo di recarci a Rovereto ( 25 Km da
Trento ) per
visitare il Museo d'arte contemporanea più grande d'Europa. Arrivati
davanti al museo le aspettative sono più rosee delle più ottimistiche
previsioni. Il parcheggio macchina è al coperto e gratuito, con ascensore per il
ritorno al pian terreno. Si entra, dopo aver percorso un corridoio di mura
altissime nella parte antistante il museo, l'occhio spazia intorno
sull'enorme cupola in tubi e plexiglas lassù in alto, che sembra di essere
entrati in una grande astronave. All'ingresso, all'acquisto del biglietto (
prezzo 8 Euro) viene fornito un apparecchio con tastiera, collegato con delle
cuffie ( c'è la possibilità di ascoltare in 2 ) e ad ogni quadro,
componendo l'opportuno codice, ne illustra l'autore e il periodo storico a
cui fa riferimento l'opera con dovizia, forse eccessiva, di
particolari. La
mostra si apre con Giovanni Segantini, il genius loci del
Trentino. un “ fuori-programma ” che presenta un’opera capitale proveniente
per l' occasione ( da oltreoceano come Primvera delle Alpi che, con le
preziose sculture di Medardo Rosso entrate recentemente a far parte della
collezione del Mart —
Bookrnaker
e Carne altrui — annuncia quello spirito di rinnovamento
che nel nuovo secolo sarà proprio dell'avventura futurista, ( il Boccioni
in particolare, ma anche dei protagonisti della cosiddetta seconda
generazione. E proprio al roveretano Fortunato Depero, al suo spirito
geniale e anticonformista, è affidato il compito di introdurre il pubblico
al secondo futurismo, a quella via per così dire “esistenziale”, che
proclamò l’integrazione dell’opera d’arte nella vita e che, con l’utopia
della ricostruzione futurista dell’universo, aprì insieme a Balla
un inaspettato futuro alla stagione post-boccioniana. Parte infatti dalle
teorie del Manifesto della Ricostruzione Futurista dell'universo del 1915 il
cammino dentro la storia della collezione del Mart, affidate ad una
rilettura critica che nasce dal confronto tra il lavoro degli artisti
italiani e la sperimentazione di alcuni maestri del XX secolo, da Picasso a
Leger, da Schlemmer ai russi Malevich, Goncharova, Larionov, Fxter, Puni e
altri ancora. che nella loro ricerca rivelano significative affinità
culturali con artisti come Balla, Depero e Prampolini, di cui la collezione
del Mart annovera veri capolavori. La mostra — il cui catalogo è edito da
Skira — prosegue percorrendo tre grandi tappe del primo ‘900, con
aperture su Arcaismo, Metafisica, Primitivismo, Realismo Magico e la Neue
Sachliehkeìt. A ricordare il candore arcaico sono presenti opere di Picasso
come Ragazzo nudo del 1906 o le Cariatidi
di Modigliani o ancora Figure study di Max Weher, fino ad arrivare a Carlo Carrà,
con il primitivismo “searnificato ed innocente” delle Figlie
di Loth del 1915, vera icona della modernità. Il cammino
prosegue dando grande spazio ad opere emblematiche di Carrà. de Chirico, Savinio.
Casorati, Severini, ma anche del trentino Garbari, morto a Parigi nei 1931,
che già nel 1916, grazie alla lezione di Rousseau, recupera la misura’ arcaica
della classicità rivelando, a distanza di molti anni, l'identica ansia di
ricerca dell'origine che fu anche di alcuni artisti latino-americani, come
Diego Rivera e Frida Kahlo.
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