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CHIETI 18 aprile 2003 

La Processione del Venerdi Santo 

 

     


Chieti 16 - 03 - 2003

Celebra 400 anni l’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti di Chieti che ancora una volta ieri sera ha fatto rivivere le suggestioni e il fascino coinvolgente della Processione del Cristo Morto. Quattrocento anni di storia (stando alla ipotesi dello studioso di storia locale Mario Zuccarini contro le ipotesi di Luigi Vicoli).  Nei secoli, questa partecipazione collettiva della città (penitente e anonima degli incappucciati, in silenzioso raccoglimento e partecipante lungo tutto il lungo percorso nel centro storico, illuminato dai tripodi in Corso Marrucino ) si è andata via via arricchendo e ampliando nei dettagli scenografici, mantenendo, però, intatta il suo profondo senso spirituale di rievocazione della Passione di Cristo che le note del "Miserere" di Saverio Selecchy e del mottetto inedito " O bone Jesu " di Giuseppe Pezzulo ( l’ultima novità di accompagnamento mistico - musicale della processione), riescono ogni volta riempire di pathos capace di far per un momento rabbrividire di emozione.  Tutto nella tradizione con qualche novità: il nero gonfalone dell’Arciconfraternita che apre il corteo, i sette "simboli" o "trofei" di Raffaele Del Ponte, le Congreghe da 12 salite a 13 con l’ingresso, quest’anno, dei fratelli (e "sorelle") della chiesa di San Donato (tunica bianca e mozzetta rossa con due strisce dorate). Puntuale, dalla cattedrale di San Giustino, il corteo ha sfilato tra il religioso silenzio almeno 40.000 persone. Il cielo quasi sereno ha invogliato molti ad uscire di casa: e un po’ per tradizione, un po’ per fede, gli spettatori, venuti da ogni parte d’Italia e dall’estero (Germania in particolare) hanno anche visitato il Teatro Marrucino, aperto per l’occasione.  Ai fedeli che assiepavano la Cattedrale, l’Arcivescovo Menichelli, ha rilanciato il messaggio quaresimale di invito alla comunità cristiana ad assumere particolari stili di vita, di ogni giorno. Ma la processione del Venerdì Santo, a Chieti, non passa ogni giorno: è un evento speciale; e, per una volta, la città si è fermata a contemplare una devozione che racconta la storia intrecciata alla fede.