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foto di Barbara Zonzin

FEIRA LUSA
 

Claudia Bidoli 
voce

Claudio Moro
chitarra classica e portoghese

Thomas Sinigaglia 
fisarmonica

Enrico Terragnoli 
basso acustico percussivo


Feira Lusa, fiera portoghese
ovvero la confusione di colori e sapori lusitani di una selezione di canzoni portoghesi che vanno dal popular al fado novo, passando per il fado tradizionale di Lisbona.

Molti gli artisti, del passato e del presente, che hanno ispirato il repertorio dell'ensemble: Amalia Rodrigues, Carlos Paredes, Argentina Santos, Mariza, Mafalda Arnauth, Madredeus, Dulce Pontes e altri.

Unico il filo rosso che li percorre e collega tutti: la saudade, da cui la struggente malìa del fado.

Da un'iniziale fase accuratamente filologica, che è stata essenziale per avvicinare una tradizione musicale di tale portata e spessore, ora il repertorio di Feira Lusa si arricchisce in continuazione e gli arrangiamenti risultano sempre più personali.

Al canto, è stata spesso affiancata una voce narrante e le parole di Pessoa, alla musica dei passi di danza.
Una confusione a più tinte, una "feira" appunto, che ha portato anche a collaborazioni importanti, tra cui quella con Marco Poeta, il più noto suonatore di guitarra portuguesa italiano.

Diverse le rassegne cui i Feira Lusa hanno partecipato: Festival Etnico di Corigliano Calabro, Rassegna Etnoculturale 'Sconfinart' di Suzzara, 'Culture del mondo' di Cuneo, 'Saltarua' di Fano dove in cartellone spiccava la presenza di Argentina Santos, una delle più celebrate fadiste di Lisbona, e di Jeorge Fernando, l'ultimo chitarrista di Amalia Rodriguez.



Per contatti:

cabidoli@libero.it Claudia Bidoli

enriterr@tin.it Enrico Terragnoli (Tel. 338 6527530)

info@thomassinigaglia.it Thomas Sinigaglia

losclaudios@alice.it Claudio Moro

 

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IL FADO
Quando cantare fa male

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Bisogna abbandonarsi completamente al suo fascino malinconico, lasciarsi cullare dalla sue note struggenti per scoprire l'anima più segreta di Lisbona, che soltanto il fado sa rivelare, poiché esso costituisce una componente essenziale dell'animo lusitano, tanto da essere stato definito "il sesto senso che distingue il portoghese". 
La parola fado viene dal latino "fatum" e significa destino, fato. Come ha poeticamente sottolineato lo scrittore tedesco Reinold Schneider, "qui , dove tutto è sentimento, il canto si fa destino e il destino, a sua volta canto", aggiungendo che questa musica esprime "lo struggimento, l'anelito proteso verso mete che sono al di là, nell'azzurro delle nuvole, fuori dalla nostra portata, è il lamento per l'uomo che è perduto per la trama di inganni che regge il mondo, per i nostri desideri che sono tutti irrealizzabili".

LA SAUDADE

Il fado infatti non è soltanto una forma musicale, è anche un modo di stare al mondo e concepire la vita, strettamente legato alla "saudade", un vocabolo e un sentimento così profondamente portoghesi da renderne praticamente impossibile la traduzione in altra lingua: si tratta stranamente di una nostalgia del futuro che non va esorcizzata ma vissuta sino in fondo. Il fatalismo che lo impregna affonda certamente le radici nella storia del Portogallo, che è fortemente segnata dalla esperienza delle scoperte e dalla colonizzazione in Africa, America meridionale ed Asia. Questa proiezione oceanica ebbe come protagonisti i navigatori lusitani che svilupparono, a causa della precarietà e insicurezza in cui vivevano durante le traversate, un acuto senso della nostalgia della patria lasciata, unita alla coraggiosa accettazione del proprio destino. 

La teoria secondo cui il fado sarebbe nato al tempo delle spedizioni oceaniche, tra il Quattrocento e il Cinquecento, se pur priva di fondamento storico, è quella che ha maggiormente colpito l'immaginazione dei poeti e dei fadisti. Infatti il testo del famoso "Fado portugues", scritto dal poeta portoghese José Régio ed interpretato da tutti i più importanti cantanti del genere, così descrive la sua nascita: 

"il fado è nato un giorno
in cui il vento alitava appena
e il cielo si prolungava nel mare
sulla murata di un veliero
nel petto di un marinaio
che così triste cantava
ahi che grande bellezza
la mia terra, la mia montagna, la mia valle
di foglie, fiori e frutta d'oro
guarda se vedi terra di Spagna, spiagge di Portogallo..." 
 
 

LE ORIGINI DEL FADO

Le sue origini sono piuttosto controverse ed esistono varie versioni, tra le quali quella molto diffusa che lo vorrebbe proveniente dal Brasile. E' indubbio che esso è il prodotto della commistione di molte influenze musicali tra cui il lundum, una danza brasiliana di origine africana, le melodie della musica araba e i canti dei gitani che si fusero con il ricco patrimonio della musica popolare autoctona. In realtà costituisce un fenomeno relativamente recente, avendo fatto la sua apparizione nella prima metà dell'Ottocento nei quartieri popolari di Lisbona come Alfama e Mouraria; si sviluppò nelle taverne e nelle case di malaffare, luoghi frequentati dagli strati più bassi della popolazione e da personaggi chiamati "faia", guappi abbigliati in maniera ricercata e sempre forniti di coltello. A questo primo periodo risale la figura mitica della cantante Maria Severa, la cui storia d'amore con un nobile e la sua morte prematura contribuirono a far conoscere il fado e ne resero indimenticabile la figura. 

All'inizio del XX secolo iniziò a essere cantato in ambienti più rispettabili come i caffè e i ristoranti, divenendo poi una forma di spettacolo per un pubblico più ampio. Con l'avvento della dittatura nel 1926, fu prima avversato dalle autorità per il suo carattere equivoco e la tendenza a politicizzarsi in senso libertario e socialista, poi accettato e persino incoraggiato quando tornò ad assumere un atteggiamento di fatalismo e rassegnazione. A partire dagli anni 40, e per circa vent'anni, il fado visse una fase di grande creatività, raggiungendo l'apice della sua espressività, grazie all'apporto di testi scritti da poeti come David Mourao-Ferreira, Alexandre O'Neill e José Régio ed al virtuosismo di cantanti e musicisti, senza che per questo venissero tradite le sue radici popolari. 

Dopo la cosiddetta "rivoluzione dei garofani" del 1974 che pose fine al lungo regime autoritario e corporativista, fu accusato di connivenza con la dittatura dagli ambienti politici e culturali della sinistra, per non aver saputo rappresentare le istanze di cambiamento presenti nella società portoghese. Soppiantato nel gusto dei giovani soprattutto dal rock, a partire dagli anni 80 il fado ha avviato una fase di rinnovamento, aprendosi all'influenza di diversi generi musicali. 
 
 

GLI STRUMENTI

Gli strumenti che solitamente accompagnano il canto sono la chitarra classica, chiamata in Portogallo viola, e la chitarra portoghese, strumento con sei corde metalliche doppie, la cassa a forma di pera ed il fondo piatto, dal vibrato metallico, simile al suono del clavicembalo. Introdotta dagli inglesi a metà del Settecento a Porto, si diffuse in seguito a Lisbona e Coimbra. Queste due città hanno sviluppato due forme differenti di fado: più aspro e dolente quello della capitale, più lirico e romantico quello nato negli ambienti studenteschi dell'antica città universitaria. Ma la grande protagonista di questa musica è la voce, perché è nella voce che si compie "l'alchimia di sangue e poesia che a poco a poco si trasforma in fado", per usare le parole del poeta Manuel Alegre. Voci come quella potente e ricca di sfumature di Amalia Rodriguez o quella di Alfredo Marceneiro, sensuale e ruvida come carta vetrata, ed anche dei tanti altri cantanti che si potrebbero citare, tutti accomunati dalla capacità di trasmettere nell'ascoltatore la "saudade", di fare del canto "qualcosa che pulsa nel cuore batte nel polso" e "che fa male quando si canta".
 

Piero Martiradonna

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