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Il cavallo Salernitano – Persano: una razza non in museo ma sui campi di gara dell’equitazione moderna.

Ce ne parla il Dott. Paolo Pastorino.

 

Le origini del cavallo Salernitano si riallacciano al cavallo Napoletano, poi l’Andaluso, il Normanno, l’Orientale, sporadicamente il trottatore ed infine il purosangue inglese.

In auge nel Medioevo, anche se con notevoli apporti di sangue orientale e Spagnolo. Nel periodo Borbonico Carlo III ne fu il promotore a partire dal 1763. Con l’unità d’Italia l’allevamento entrò in crisi e fu soppresso nel 1874, ma all’inizio del nuovo secolo la razza fu ripresa e attraverso una laboriosa ricostruzione si giunse a farne prima un apprezzabile carrozziere e poi un ottimo cavallo da sella, finalità raggiunta grazie all’impiego sistematico di Stalloni purosangue inglese di tipo “stayer” in sostituzione dell’Arabo in precedenza utilizzato. Il nuovo indirizzo si è concretizzato in un aumento della taglia e nella quasi scomparsa del mantello grigio una volta molto frequente.

Tra i cavalli alfieri portacolori di questa razza a livello agonistico ricordiamo Posillipo, Merano,  Fiorello, Adone delle Fiocche, Doly delle Fiocche, Enea delle Fiocche, Medea delle Fiocche .

 Poi il numero degli allevatori si fa meno consistente  e la razza  rischia l’estinzione.

Il 15 febbraio nasce l’Associazione Nazionale Cavallo Salernitano Persano Sportivo.

Abbiamo incontrato il Dottor Paolo Pastorino, promotore, presidente dell’associazione e storico allevatore di questa razza, a pochi giorni dalla presentazione ufficiale che avverrà in concomitanza con il concorso Internazionale di Piazza del Plebiscito a Napoli.

Perché e come nasce l’Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Salernitano Persano Sportivo (A.N.A.Ca.S.Pe.S.)?

Fino ad oggi gli allevatori della razza salernitano-persano si sono trovati piuttosto abbandonati a se stessi. Coloro che  hanno continuato ad allevare sino ad ora lo hanno fatto con grande sacrificio e passione in una realtà allevatoriale molto difficile sia per la crisi del settore sia per la mancanza di punti di riferimento locali quali associazioni allevatori funzionali, centri di addestramento, stazioni di monta qualificate. Diamo un colpo di spugna e ricominciamo a costruire le basi per un corretto programma allevatoriale. La svolta consiste nell’unione dei veri allevatori, cioè quelli che allevano con professionalità per trarre un reddito dalla propria attività dando risalto al risvolto sportivo dei soggetti prodotti. Unirsi nell’intento comune, con una idea ed un programma allevatoriale per riportare alla ribalta un cavallo polifunzionale che può competere con le altre razze europee come soggetto agonistico. Per salvaguardare la sopravvivenza e lo sviluppo di una razza bisogna adoperarsi affinché si selezioni un cavallo adatto alle esigenze del mercato e quindi dia un reddito a chi lo alleva. Ogni razza deve evolversi. E’ giusto e imprescindibile tener conto delle caratteristiche originarie del cavallo salernitano  e persano, ma bisogna ricordare che le influenze delle altre razze hanno permesso la sua evoluzione e la sua affermazione nella storia dell’equitazione Italiana. Alla sua nascita esso ha avuto delle influenze di soggetti esteri. Oggi è necessario guardare avanti in modo da selezionare un tipo di soggetto agonistico che trovi riscontro dal punto di vista commerciale e dunque sia qualitativo, competitivo ed altamente specializzato sia come cavallo da passeggiata, da trekking, che da salto, da completo, da dressage. Un cavallo qualitativo e polifunzionale.

Diamo qualche numero e qualche indiscrezione sui soci già iscritti?

Ma dare numeri mi sembra puramente indicativo. L’associazione si è costituita il 15 febbraio. Come primissimo allevamento associato ha aderito l’azienda agricola ”La Favorita “ della Signora Stefania Searle con due cavalli con un bisnonno di razza Salernitano, siamo in attesa di una indicazione da parte del pluridecorato cavaliere ed allevatore Roberto Arioldi che con il suo saltatore e stallone Loro Piana Benito (figlio di Gioiosa delle Fiocche a sua volta figlia di Partenope IV Salernitana), potrebbe rientrare a pieno titolo nel libro genealogico del Salernitano, ovviamente l’Allevamento delle Fiocche con 21 soggetti di razza Salernitano, l’allevamento del Ventre con un soggetto di razza Persano, l’allevatore Cilentano Saverio Gammarano, la sig.ra Bianca Maria Clarizia e tanti altri.

Il cavallo salernitano nella storia dell’equitazione. Un riscontro tra passato e presente.

 Parlare  di passato mi sembra abbastanza scontato visto che siamo sempre immersi nel passato di questa razza.  Si  sono scritti molti testi, molti articoli e sembra che si viva troppo contemplando fotografie sia pure gloriose e storiche ma troppo sbiadite nel tempo. Nel presente è soprattutto l’allevamento “delle Fiocche”, della Sig.ra Letizia Braggio, a portare avanti il testimone e produrre soggetti. Il decreto ministeriale n° 24347 del 2003  sancisce il riconoscimento della razza Salernitano come razza autonoma e non più inglobata nel sella italiano.  Tale decreto  regolamenta l’iscrizione dei soggetti con almeno un bisnonno di accertata origine Salernitano e Persano in un registro anagrafico per poi dopo costituire il libro genealogico. L’allevamento delle Fiocche continua a selezionare ed a riprodurre quelle linee di sangue Salernitano che hanno dato risultati soprattutto nel settore del salto ad ostacoli.  

Ricordiamo alcuni successi agonistici riportati proprio dai cavalli  dell’Allevamento delle Fiocche visto che con 21 soggetti vanta il numero più rappresentativo di esponenti sportivi della razza.

Ricordiamo alcuni cavalli quali, Adone delle Fiocche, candidato a disputare le Olimpiadi di salto ostacoli sotto la sella del Col. Raimondo D’Inzeo ma che per problemi di accordi fra la Federazione ed il proprietario – il cavallo infatti era stato venduto dall’allevamento Braggio al Sig. Filippo Rizzi - la partecipazione al prestigioso avvenimento agonistico non è mai avvenuta; Enea delle Fiocche 1° al P.N.A.; Everest delle Fiocche; Doly delle Fiocche più volte vincitrice dei campionati Italiani con Stefano Carli e di numerosi concorsi ippici Internazionali; Medea delle Fiocche 1° al P.N.A.; Niope delle Fiocche; Nicole delle Fiocche; Orfeo delle Fiocche 1° al P.N.A.; Divina delle Fiocche finalista ai campionati del mondo giovani cavalli di Lanaken nel 2002 ecc.., per arrivare ai soggetti che ancora oggi gareggiano sui campi di salto ostacoli nazionali ed Internazionali.

Ricordiamo inoltre la buona saltatrice ed ottima fattrice Morgana delle Fiocche, figlia di Mirella II Salernitana. e di Firebird p.s.i., sorella piena di Adone delle Fiocche, che attualmente è presso  l’Università di Pisa come donatrice per l’embriotransfert. L’intento dell’associazione, infatti, è quello di favorire quegli allevatori che hanno a disposizione delle fattrici particolarmente meritevoli attraverso l’embriotransfert per cercare di accelerare il recupero della razza, con il risultato tangibile di avere più puledri dalla stessa fattrice nell’arco di una stagione di monta. A tale scopo è nata una stretta collaborazione fra la nostra associazione ed il Prof. Francesco Camillo direttore del dipartimento di Clinica Veterinaria dell’università di Pisa.

Cosa significa oggi continuare  a parlare del derivato salernitano-persano come di un soggetto da competizione. Parliamone da un punto di vista squisitamente tecnico.

La razza nasce come cavallo da carretta. Il soggetto da competizione è un derivato. La struttura, la dimensione, la morfologia viene garantita dalla fattrice che va ad incrociarsi con altre razze. Nella selezione genetica bisogna conservare il genotipo positivo del salernitano ed incrociarlo con criterio nell’obiettivo di modernizzare la razza.  Ne deve nascere un cavallo migliorato adatto allo sport. Io personalmente come veterinario ed allevatore da tre generazioni posso dire che uno stallone non può andare bene per tutte le fattrici. Molto dipende dall’intuito personale dell’allevatore. Bisogna cercare di compensare le carenze di una fattrice tenendo conto non solo della morfologia ma anche dell’attitudine, dell’indole, delle linee di sangue. Per esempio nel cavallo salernitano c’è molto  anche dell’Anglo Arabo. La cavalla Divina delle Fiocche è figlia di un Anglo-Arabo Francese Quidam de la Cérè e di una Salernitano Morgana delle Fiocche che nella sua linea di sangue ha sicuramente una traccia simile e dunque si confermano e si consolidano delle linee di sangue comuni.

Giulia Iannone

 

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