MONDOLFO

Pesaro e Urbino (Italy)

CENNI DI STORIA

LE ORIGINI

La fondazione della cittadina di Mondolfo è di data incerta, ma è sicuro che qui vi stanziarono i Galli prima, e i Romani poi. Quest’ultimi, si dice, sconfissero i barbari Senoni nel 356 a.c., nella pianura marottese. Sempre nel circondario del comune, vennero ritrovati numerosi utensili e armi dell’età della pietra (Amigdale), che fanno presumere una  abitazione del  luogo in tempi assai più remoti.

 

LA BATTAGLIA SUL METAURO

Numerosi ritrovamenti di  tombe romane ed il modo in cui  i corpi sono seppelliti fanno pensare  che la battaglia decisiva  tra i Cartaginesi ed i Romani avvenne in questi luoghi, con Asdrubale accampato sul fiume Cesano e  i 7.000 tra gli uomini  migliori di Claudio Nerone a dare manforte ai legionari di Livio Salinatore. La battaglia fu cruenta e si svolse nel territorio tra il Cesano ed il Metauro, con la sconfitta dei Cartaginesi e la morte di Asdrubale. A confermare l’ipotesi alcuni  ritrovamenti archeologici di armi e, pare, di un dente di elefante.

 

I MALATESTA

Dopo un breve periodo in cui  il territorio di Mondolfo  appartenne agli Ubaldini  di Città di Castello (1196), intorno al  1300 abbiamo l’espansione del territorio malatestiano che in questo secolo si estende da  Rimini fino a Senigallia;  proprio a questa prestigiosa casata si deve la costruzione della fortezza e della cinta muraria. Mondolfo però, subito dopo, si diede al Governo Pontificio e solo con la forza i Malatesta riuscirono a  riprenderne possesso. Dopo  la drammatica battaglia con fra  Morreale (che costò ai Malatesta ben 65.000  fiorini  per conservare il territorio), fu  con il  Cardinale Albornotz  che la cittadina  tornò sotto la Santa Sede e corse il rischio di essere rasa al suolo dalla rabbia del Cardinale, che voleva farne un esempio per tutti. I Malatesta riottennero la cittadina da Bonifacio VIII e la conservarono fino al 1462 circa, tra varie insurrezioni e  tumulti, fino a che Federico da Montefeltro, che sembrava gradire in particolare le terre  di Mondolfo, sconfisse  i Malatesta sulla pianura di Marotta.

 

I DUCHI DI URBINO

Dopo che nel 1477 Giovanni della Rovere sposò Giovanna Montefeltro, Mondolfo visse un periodo di pace e vide  anche rifortificare le sue mura ad opera del Duca che l’aveva eletta come residenza estiva per il bel clima che vi circolava. Con la morte di Giovanni il territorio passò a Guidobaldo da Montefeltro, che ne venne subito privato dal famoso  Cesare Borgia, detto il Valentino, per poi riappropriarsene, acclamato dalla popolazione, nel 1503. Con la salita al papato di Leone X dei Medici, Mondolfo visse la sua pagina più triste: dopo un assedio di 18 giorni la fortezza capitolò  e venne messa  a ferro e fuoco, con le case saccheggiate e gli uomini torturati, persino gli ulivi e le  viti furono tagliati sino a terra;  ma la cittadina fu “gratia  de Dio,  restaurata più  bella  che prima”.  Morto papa  Leone X, Federico   Maria I  della  Rovere  (adottato da Guidobaldo, che era suo zio) riottenne il suo stato e Mondolfo rimase dei duchi per molti anni, fino al 1631, quando alla morte di Francesco Maria II il ducato passò alla Santa Sede.

 

IL DOMINIO DIRETTO DELLA CHIESA

I cittadini di Mondolfo accettarono di buon grado il Governo Pontificio, che non si scostò molto da quello dei Duchi, ma in più gli  conferì una  relativa  pace fino all’avvento di  Napoleone facendo fiorire  le arti e il  teatro, che era  sito nell’antico  palazzo comunale.

 

NAPOLEONE

Quando nel 1797 Napoleone si impossessò dello Stato Pontificio, Mondolfo e Marotta insorsero facendo numerosi prigionieri fra i  soldati del  generale Monnier,  in fuga dopo la  sconfitta subita  a Pesaro. Dopo  numerosi  colpi di mano  capitolò anche Ancona, quartier generale, sotto i colpi degli insorti e dei loro alleati russo-turchi. Nel 1808 Mondolfo venne  incluso al Regno d’Italia, ma Napoleone era ormai al tramonto: nel 1815, infatti, fu ristabilito nel paese il Governo Pontificio.

 

IL RISORGIMENTO

Nel febbraio del 1848 Mondolfo aderì alla Repubblica Romana, ma non oppose resistenza agli austriaci venuti a ristabilire l’ordine. Già nel 1859, però,  sulla scia degli  entusiasmi garibaldini Mondolfo,  sollevò un pronunciamento contro lo Stato Pontificio dando il pretesto alle truppe piemontesi per giungere in zona, cosa che avvenne nel settembre del 1860.

 

LE GUERRE MONDIALI

Mondolfo ed anche Marotta passarono quasi indenni nella prima Guerra Mondiale, salvo per i giovani chiamati alle armi e per qualche sporadico bombardamento delle navi austriache al largo del mare Adriatico. Nel secondo conflitto mondiale, invece, trovandosi alle soglie della Linea Gotica, le azioni di guerra  non risparmiarono la popolazione civile e si ebbero numerose vittime. I tedeschi in ritirata fecero saltare ponti, strade, ferrovia e i duelli delle artiglierie nemiche costrinsero la popolazione a nascondersi nei rifugi. Nemmeno il cimitero venne risparmiato.

 

DA VISITARE

- Chiesa di Sant’Agostino, del XIII secolo con ampliamento del secolo XVI, la quale conserva pale di Giuliano Presciutti,    Claudio Ridolfi,  Giovan Francesco Guerrieri  e di altri;  inoltre  vi sono: una Pietà   in terracotta,  numerosi altari  in legno magistralmente scolpiti e l’annesso chiostro con affreschi rappresentanti la vita di Sant’Agostino;

- Chiesa di San Gervasio, che sorge su fondazioni romane ma deriva strutturalmente dalle grandi basiliche ravennati. Contiene un sarcofago del  VI secolo  e un  fonte battesimale  del periodo longobardo.  Purtroppo dei muri dividono le navate, spartite originariamente da colonne con capitelli romani;

- Palazzo Giraldi del 1542 (Via F.lli Rosselli,39);

- Chiesa di San Sebastiano del 1479 con annesso convento dei francescani (V.le dell’Industria);

-  Santuario Madonna delle Grotte del 1682 dove è custodita la statuetta della Madonna delle Grotte in terracotta benedetta dal Papa (Via Le Grotte);

 

Bibliografia: Scopricittà (Edizioni dell’Est s.a.s. 1997)

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Copyright Ermes Giuliani (Mondolfo - Italy) 24 Gennaio 2004