MI E' CADUTA UNA CAVALLA NEL LETTO

di Beau Nardy - 

riduzione e adattamento scenico 

a cura di tito di blasi

 

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Musica di inizio alla mezza luce in sala. Mentre la luce si abbassa piano piano, si apre il sipario e la musica sfuma.

Siamo nel 1910 in una sala da pranzo-salotto.

Aristide entra in tenuta da cavallerizzo, si guarda in giro e consulta l'orologio:

A: ad alta voce chiama: Rosina, Rosina, Rosina, Rosinaaaaaa

R: da fuori Volo! entrando Eccomi, sono qui!

A: non mi hai sentito chiamare?

R: sì, quattro volte...

A: e perché non sei venuta subito?

R: avevo da fare un lavoro...

A: il primo lavoro di una brava donna di servizio è quello di rispondere alle chiamate del padrone!

R: già, la serva deve correre quando il padrone chiama...

A: proprio così, Rosina, ma sai bene che, se tu volessi, potresti fare molto per me e potresti essere tu la padrona in questa casa...

R: gliel'ho detto, signor padrone, sono troppo giovane per lei, e poi, se lo sapesse sua sorella...

A: che c'entra mia sorella, dovrà pur sposarsi una volta o l'altra...

R: se aspetta ancora un po'... eppoi, chi se la sposa con quel carattere che si ritrova!

A: però di partiti ne ha avuti, e molti anche...

R: sì, sì, par-ti-ti, tutti quanti! Come quel Giacinto, che non si fa vedere da un mese, e Ombretta è fuori dai gangheri... Allora, signor padrone, perché mi ha chiamato, di che ha bisogno?

A: non mi ricordo più, poi, con voce dolce sai Rosina, forse volevo soltanto vederti...

R: ho capito...

A: lo sai bene, Rosina, per te, sarei perfino disposto a rompere il mio giuramento...

R: quale giuramento?

A: quello di non sposarmi più, l'ho fatto a quella terribile donna di mia moglie prima che se ne tornasse in cielo, Dio l'abbia in gloria...

R: ma chi glielo ha fatto fare di sposare un'americana, e del Texas per giunta?

A: il diavolo, Rosina, il diavolo! Era una donna tutto fuoco... E mia sorella Ombretta, a furia di frequentarla, ha preso tutto da lei... fuma, spara e va a cavallo come un uomo... A proposito, mi è venuto in mente cosa ho da dirti... dovrà venire un certo compratore per la cavalla, avvertimi subito, non voglio perdere questa occasione!

R: e la signorina lo sa?

A: lo saprà quando sarà troppo tardi!

R: non voglio essere presente in quel momento, ci tiene così tanto a quella bestia... le ha dato perfino il suo nome, Ombretta...

A: per la verità, dispiace anche a me venderla, è una bella bestia, ma ha troppi difetti ed è pericolosa: l'altra settimana, con un morso ha staccato l'orecchio allo stalliere!

suona il campanello

A: ecco il mio uomo! Vai Rosina, fallo passare subito... Speriamo di riuscire a rifilargli la cavalla!

Rosina da fuori

R: avanti, venga pure avanti signora Fosca... Ombretta non c'è, ma arriverà da un momento all'altro

Fosca vedendo il signor Robotti

F: Buongiorno signor Robotti...

A: Oh, giusto voi... è una settimana che fate le carte a mia sorella, e cosa avete saputo?

F: intanto che il signor Giacinto sta bene e che non pensa a tornare...

A: questo lo immaginavo...

F: se sua sorella mi avesse dato ascolto non ci sarebbe stato bisogno delle carte...

A: come sarebbe a dire

F: che gli avrei fatto la fattura! Il signor Giacinto sarebbe rimasto qui e avrebbe fatto tutto quello che lei voleva...

A: davvero, e come

F: ci sono le pozioni

A: e se volessi provarne una anch'io?

F: mi dia una ciocca dei suoi capelli e una della persona che vuole fatturare...oh, mi scusi, mi sta chiamando mio marito!

A: io non lo sento

F: con la trasmissione del pensiero...

A: straordinario, potrei farlo anch'io?

F: tutti, se si esercitassero...

A: allora provate a chiamare Rosina...

F: se proprio vuole! Un attimo che mi concentro.

Si concentra

R: entrando Eccomi signor padrone, cosa desidera?

A: accompagna la signora alla porta e poi torna qui...

F: dica a sua sorella che ritorno più tardi

Rosina accompagna la signota Fosca poi ritorna...

A: dimmi Rosina, perché sei venuta di qua?

R: oh bella, perché mi sono sentita chiamare!

A: straordinario! sai Rosina, ho scoperto di avere il fluido per la trasmissione del pensiero, sta a vedere, mi concentro e chiamo Ombretta... si concentra

Entra Ombretta

O: Aristide ... cosa stai facendo?

A: faccio ginnastica, non vedi? Ma di' un po', come mai sei entrata senza sbattere la porta?

R: lascia perdere, col nervoso che ho! Il Giacy è un mese che non si fa vedere!

A: ma non è a Lugano per affari? gli sarà capitato qualcosa...

O: non era mai successo in tre anni...

A: cosa ci trovi mai in quel poco di buono?

O: ma io gli voglio bene...

A: tu gli vuoi bene e lui magari se ne sta a passeggiare lungo il lago con una bella ragazza

O: ci ho pensato anch'io... peggio per lui! Se entro domani non ho notizie, piombo a Lugano e se lo trovo in compagnia... Pam Pamm!

A: come pam pam?

O: sì, pam pam, se lo trovo con un'altra donna, pam pam, un colpo di pistola per uno e tutto è sistemato! Guarda, ho già comprato la pistola, un bel revolver da duello..

A: ma tu sei matta, non vorrai mica sfidare a duello il Giacinto...

O: che duello e duello, piombo in albergo e...

mira al fratello

A: metti via quella pistola!

O: è scarica, non temere

tira il grilletto e parte un colpo

A: disgraziata, dammi quella pistola!

O: neppure per sogno, vado a preparare la valigia! prima di uscire si gira non avrai mica avuto paura?!

A: scimmiottandola non avrai mica avuto paura! Se non mi libero di quella sciagurata muoio dieci anni prima! per me il Giacinto è scappato appena in tempo e ha fatto benissimo... se va a monte questo matrimonio, è un disastro... esco, vado a fare due passi sennò qui mi scoppia la bile... Rosina, se viene il signore della cavalla, non fartelo scappare, non farlo andar via, mi raccomando!

Campanello, Rosina esce e rientra con Peppino ( questo personaggio deve parlare con accento dialettale

R: si accomodi, signore, prego...venga a sedersi qui sul divano, la prego, il padrone l'aspettava... ha detto di attenderlo...

P: dovevo venire prima, lo sapevo, ma adesso che son qui per un altro affare... a proposito, è in casa la signorina?

R: sì, ma non posso disturbarla... Conosce la signorina?

P: oeu, da più di dieci anni, a un concorso ippico, sa, io amo i cavalli...

R: lo so...

P: lo sa!?

R: certo che lo so, ama i cavalli...

P: ma no, volevo dire che a me piacciono quelle donne lì, piene di temperamento, nervose, proprio come la signorina... l'ho vista a quel concorso ippico e mi sono innamorato, come un ragazzino!

R: e perchè non si è fatto vivo prima?

P: sono sempre stato timido, non ne ho avuto il coraggio, eppoi, la signorina era sempre impegnata con tutti quei fidanzati, via uno, qua l'altro, non sono mai arrivato in tempo... E' vero che il suo ultimo fidanzato non si fa vedere da tanto tempo?

R: e mi sa tanto che non si farà più vedere... vado a chiamare la signorina Ombretta...

P: no, lasci stare, non ho ancora preparato il discorsino, voglio prima parlare col signor Robotti! Lui sa tutto, e già che venivo per un altro affare...

R: già, due piccioni con una fava... ah, ecco sta arrivando il signor Robotti, vi lascio soli... Appena sento che avete finito, avverto la signorina di venire di qua... coraggio, affronti subito l'argomento, gli dichiari il suo amore per Ombretta, di quell'altro affare parlerete dopo...

Entra Aristide

P: il signor Robotti?

A: sono io, lei è il signor...

P: Giuseppe Casati, mi ha mandato un amico

A: l'aspettavo, si accomodi... lo fa sedere sul divano Le confesso che la cosa mi sta molto a cuore

P: anche a me

A: allora vedrà che fra galantuomini ci si intende subito...

P: mi dica, piuttosto se è d'accordo...

A: se sono d'accordo, ma di tutto cuore, si figuri! ... eppoi non è pi— tanto giovane, ma è vivace sa, vivacissima! ... ad un altro gliel'avrei data senza tanti discorsi, ma con lei è un'altra cosa... la manda un amico e io ho rispetto per l'amicizia... bisogna che le dica come stanno le cose, se poi le piacerà ancora, fissiamo la data per il contratto e buonanotte al secchio... venga, si accomodi... mi dica: quando l'ha vista per la prima volta?

P: tanto tempo fa, a un concorso ippico, e subito me ne innamorai...

A: eh, non è il primo

P: lo so, ma non me ne importa..

A: belle come lei se ne vedono poche... anche sua madre era bellissima, è morta di parto, Ombretta l'ho allevata io col biberon, ma è venuta su benissimo ugualmente, ha una testa superba, non è vero?

P: divina

A: e un petto, che petto! E certi fianchi...

P: già

A: e i posteriori, li ha visti i posteriori? Che ne dice?

P: beh, che devo dire...

A: e le gambe, ha visto che gambe!

P: non ci ho fatto molto caso

A: ma come, è la prima cosa che salta agli occhi! Lunghe, snelle, con certe cosce sode, polpose! Ma dove raggiunge la perfezione è all'attaccatura...

P: l'attaccatura...

A: sì, l'attaccatura delle cosce è perfetta... E il pelame? Il pelo nero, lucido... è uno spettacolo vederla sotto la doccia...

P: ah sì?

A: sì, ma ogni tanto recalcitra, allora con un buon colpo di frustino si mette subito al passo...

P: non mi permetterei mai!

A: quando ci vuole ci vuole: perché è ombrosa. Ha bisogno di fare amicizia con l'uomo, prima di farsi montare

P: come? si alza

A: prima di montarla bisogna accarezzarla, lisciarla... e al momento giusto, hop... saltarle addosso con decisione...

P: hop?

A: sì, hop... si alza ma poi ti dà certe soddisfazioni con quel suo temperamento focoso! Però, una volta che ci ha preso l'abitudine non si può trascurarla: ha bisogno di essere montata tutti i giorni, sennò soffre!

P: soffre?

A: sì, soffre se non si monta tutte le mattine, hop hop gesto con la pioggia, col vento. con la neve hop hop gesto

P: anche con la neve, che lavoraccio, chiss… che freddo!

A: se per• non ce la fa...

P: no, no, per quello penso di farcela...

A: sennò è meglio farsi aiutare da qualche amico...

P: da qualche amico!

A: sarebbe meglio non cambiare, ma per non farla soffrire... si trova sempre qualche amico disponibile...

P: ehm, per queste cose, gli amici sono sempre disponibili!

A: ma, appunto... ci sono anche dei ma... si accomodi si siedono la devo avvertire che di fronte a tanta bellezza, a tanti pregi, ci sono anche dei difetti e molto grossi per giunta...

P: oh signore!

A: e siccome una volta fatto l'affare, non voglio avere noie o lamentele, questi difetti glieli dico uno a uno... che poi, con un po' d'amore e di costanza si vincono sicuramente

P: per questo, d'amore e di costanza io ne ho da vendere

A: dunque, prima di tutto è bizzarra... quando si imbizzarrisce non risponde più alle chiamate, ma io ho trovato il modo per rimediare... basta accarezzarle la testa, o meglio ancora, la pancia... lisciandola però, sempre per il verso del pelo...

P: bene, se non è che questo?

A: calma, c'è dell'altro... soffre di capogiri

P: oh povera!

A: certe volte, quando li piglia forte, cade giù di schianto, come uno straccio, ma anche a questo c'è rimedio, basta comprimerle la testa fra le mani, si riprende subito...

P: bene, se è tutto qui...

A: questi sono i difetti piccoli...

P: ne ha degli altri?

A: tira calci, anche di notte, quando dorme... ieri l'altro mi ha tirato un calcio al basso ventre che se non lo schivavo...

P: mira anche alle parti basse?

A: e con tale forza da far spavento... cosa vuole, non ha giudizio, ma basta avvicinarsi piano piano e farle il solletico dietro le orecchie... si cheta e diventa come un agnellino, e per farsi perdonare mette la testa fra le gambe...

P: fra le gambe! mi sembra impossibile!

A: vuole che le racconti delle storie?

P: no, basta così, spero che non ne abbia altri...

A: magari fosse così

P: come, ne ha ancora degli altri?

A: uno solo, ma è il peggiore, il più terribile!

P: mio Dio, cosa c'è di peggio, cosa fa, cosa fa?

A: cosa fa? Morde!

P: morde...! si alza

A: e che denti!

P: quelli li ho visti

A: sono belli, vero?

P: bellissimi, ma se poi morde...

A: c'è rimedio anche a questo... basta infilarle in bocca uno zuccherino... io ne porto sempre in tasca... si calma subito...

P: si calma subito... si siede

A: eppoi c'e un altro difetto, ma piccolo...

P: ancora?

A: appena vede un maschio gli corre subito dietro...

P: gli corre dietro? si alza

A: ma non è niente, niente si accomodi si siedono

P: ma io non voglio mica trovarmi così... gesto di corna

A: ah, l'ha saputo? però oltre a questi, non ha altri difetti... e adesso se le piace ancora se la prenda, se no lasci stare e amici come prima...

P: non pensavo che avesse tanti difetti... non è bello passare la vita a morsi e pedate...

A: sarebbe il male solo dei primi tempi, poi guarisce... beh, se vuole pensarci sopra...

P: sa cosa le dico signor Robotti, son troppo innamorato per non prenderla, mi assicura però che guarisce?

A: altro che, è questione di tempo...

P: allora me la prendo...

A: e per i soldi?

P: non voglio sapere, quel che fa lei è ben fatto

A: bravo! siamo perfettamente d'accordo... si alza vado dal notajo a fissare la data del contratto, intanto, da questo momento può vederla, può venire quando vuole, così potrà starle un po' vicino ed esaminarla.. sta per uscire poi ritorna indietro.. Se vuole, in questi giorni.... può anche provarla.

P: posso provarla ?!

A: sì, ha il mio permesso... mia sorella, per il momento, non deve sapere niente... chiaro?!

P: va bene... Che sagoma... provarla! ah ah ah potrebbe essere un'idea! se non fosse così ombrosa!

Aristide esce ed entra Ombretta

O: voleva parlarmi, signore?

P: oooh!... sì... io, io... no, no... o meglio,...sì sì...

O: lei è...

P: Giuseppe Casati...

O: allora, signor Casati, cosa ha da dirmi...

P: una cosa importante, ma non è facile... io vengo da Lugano... ero insieme a Giacinto...

O: lei è un suo amico?

P: amico intimo

O: è lui che la manda?

P: proprio lui

O: e perché non è venuto lui?

P: ecco, è rimasto a Lugano... non ha potuto...

O: come?

P: si calmi, ora le spiego... Giacinto le aveva detto che andava a Lugano per affari, vero? e invece è andato a Lugano...

O: con una donna!

P: per un duello...

O: Dio mio, un duello, si è battuto in duello, è ferito?

P: no, no... un po'

O: dove, dove?..

P: qua e là

O: è grave?

P: nooooooo!

O: meno male

P: è morto!

O: AaaaaaH mi sento svenireeee sviene

P: su su, si faccia coraggio, son cose che capitano, signorina, si faccia forza... come è bella anche svenuta!... e Giacinto mi manda a fare questa scenata perché non ne vuole più sapere... come si fa a lasciar perdere questo ben di Dio.. ma ora tocca a me... son qua io e ci penso io... si muove, meno male...

O: dove sono? ... lei chi è?

P: Peppino

O: aaaaah! sviene oh Giacy Giacy! morde il fazzoletto

P: morde il fazzoletto, ci siamo, e io non ho nemmeno uno zuccherino! signorina, si calmi, non è il caso di prendersela così, tanto il Giacy non torna più indietro...

O aaaaaahh sviene ancora

P: speriamo che non cominci anche a tirar calci... su Ombretta, Ombrettina... che bel nome, e come è bella... quasi quasi le dico la verità ah, no Peppino, non fare lo stupido... lui ha voluto morire e che resti morto, ora sono qua io! Su, Ombretta, si calmi...

O: ha ragione, devo calmarmi... mi dica, chi lo ha ucciso, voglio vendicarlo, mi dica il suo nome...

P: Peppino, Peppino...

O: ma no, il nome dell'assassino...

P: ah! non ricordo... non lo so, lo giuro sui nostri figli...

O: i nostri figli, come si permette!

P: dopo sposati, naturalmente, sì, perché io voglio sposarla, sono innamorato di lei da quando l'ho vista dieci anni fa a un concorso ippico... sa, io amo i cavalli, come lei, abbiamo gli stessi gusti, anche per questo voglio sposarla, l'ho promesso al Giacy... anche suo fratello è d'accordo... basta fissare la data...

O: l'Aristide è d'accordo eh! mi farebbe sposare il primo cretino che capita pur di rimanere solo con la Rosy...

P: ah sì, brutto sporcaccione! ora capisco, per• non sono mica tanto cretino, l'ha detto anche il Giacy che sono intelligente e bello, ricco no, ma vivo di rendita e ho tanti zii molto ricchi...

O: l'ha detto il Giacy eh, bene, allora faccio le valigie e andiamo...

P: andiamo dove?

O: a Lugano, prendo anche la pistola...

P: ma come! la pistola, è pericoloso!

O: già, e con cosa mi vendico!... due colpi di pistola pam pam... mi aspetti qui...

Ombretta si alza ed esce

P: pam pam.... però, quando si arrabbia è ancora più bella... se mi piace, che temperamento! morde, tira calci e spara... ci sarà un gran daffare per addomesticarla...

Entra Robotti

A: mi dispiace ma ci sarà da aspettare qualche giorno per la firma...

P: meglio così, dobbiamo partire subito per Lugano..

A: partire per Lugano!?

P: sì, io e lOmbretta... è furiosa...

A: ha parlato con lei... mica le avrà detto dei nostri accordi...

P: le ho detto tutto, anche del Giacinto che è morto e non tornerà mai più...

A: morto il Giacinto... che fortuna!

P: come che fortuna

A: voleva sposare mia sorella e a me non andava giù... lo conosceva?

P: altro che, sono stato con lui fino all'ultimo, è morto in duello e l'ho raccontato all'Ombretta che adesso vuole sparare a quello che lo ha ammazzato, ma non lo troverà mai...

A: e perché?

P: perché il Giacinto è vivo e vegeto e se la spassa con una bionda

A: o senti che storia...

P: ecco, a lei posso anche dirlo, il Giacinto voleva liberarsi dell'Ombretta e sapendo che a me piaceva, mi ha proposto di venire qui a portarle la notizia perché potessi avvicinarla e convincerla a sposarmi... sono dieci anni che pensavo di sposarla e mettere ai suoi piedi, come si dice, il mio cuore e le mie ricchezze...

entra di nascosto Ombretta e si mette ad ascoltare

A: ah, perch‚ lei è anche ricco?

P: abbastanza

A: non guasta, non guasta... meno male che siamo d'accordo noi due... ma non si potrebbe fare a meno di questo viaggio a Lugano?

P: basterebbe dirle che il Giacinto l'ho ammazzato io, ma chi trova il coraggio, quella là mi accoppa... e poi non voglio perderla, sono troppo innamorato...

A: andiamo a preparare la valigia, qualcosa inventeremo... vanno

O: tra sé roba da matti, mio fratello è contento che il Giacy è morto e quell'altro mi ammazza il fidanzato e poi vuole sposarmi. prende la pistola ora lo sistemo io e metto il cuore in pace...

campanello, Ombretta va ad aprire la porta e torna con Fosca

O: oh Fosca, che fa da queste parti?

F: sono tornata per le carte, signorina Ombretta

O: non ce n'è più bisogno

F: è tornato il signor Giacinto?

O: è morto!

F: impossibile, le carte non lo hanno detto

O: impossibile? Il suo assassino è di là con mio fratello, dice di essere innamorato di me e che vuole sposarmi...

F: bello

O: no, ma è simpatico

F: chi?

O: l'assassino

F: ma no, dicevo bello il fatto...

O: il Giacy sarà vendicato, con un solo colpo dritto al cuore Pam! che non se ne accorge nemmeno

F: invece deve farlo soffrire... se lo sposi e poi ci penso io

O: sposare l'assassino del mio Giacy?

F: così non scappa

O: già, è vero, non potrà sfuggire alla mia vendetta, sarà una morte lenta, come quella del conte Ugolino

F: era un suo fidanzato?

O: ma no, quello della commedia... ecco stanno tornando... vada via Fosca carica la pistola.. la manderò a chiamare io quando l'avrò sposato... perdonami Giacy!

Entrano Peppino e Robotti con le valogie

A: è mai possibile che tu vada sempre in giro con una pistola in mano? Mettila via per favore

O: ma è scarica

Parte un colpo che fa volare il cappello di Peppino che sviene

P: aiuto! aaaaaaaah!

A: disgraziata, l'hai accoppato!

O: l'ho caricata senza accorgermene

Peppino rinviene

A: ecco, rinviene...

P: dove siamo, a Lugano?

A: siamo qui, a casa mia, a casa nostra, caro cognato...

O: cosa fate con quelle valigie?

A: veniamo con te a Lugano

O: allora hai saputo del povero Giacy?

A: sì, ho saputo, ma cosa vuoi, è stato il destino, bisogna rassegnarsi

O: appunto, mi sono rassegnata

A: oh

O: è inutile andare a cercare...

O: oh

P: oh

O: del resto se il Giacy è morto è stato il destino

A: già

P: già

O: se il signo Peppino è venuto qui in casa è stato il destino. E se dopo tutto ci sarà un matrimonio...

A: sarà stato il destino

P: sarà stato il destino!

Entra Rosina

R: il pranzo è pronto

O: bene, aggiungi un coperto a tavola, Rosina rivolta a Peppino spero signor Peppino che vorrà accettare

P: con tutto il mio piacere

O: mi dia il braccio

P: il braccio? pronti escono

R: ho sentito un botto...

A: non c'è tempo per spiegartelo, Rosina, ti racconterò stasera... lascia aperta la porta della tua stanza

R: Uffa! esce

A: che giornata fortunata, in un colpo, mi sono liberato dell'Ombretta e dell'Ombretta... della sorella e della cavalla

Peppino rientra di corsa e si rivolge al pubblico

P: uehi, mi pare che le cose comincino ad andar bene... se durante il pranzo riesco a fare amicizia con l'Ombretta, vedo anche di provarla...

MUSICA DI STACCO E SIPARIO

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SECONDO TEMPO

Musica.

La scena è quasi buia, si sentono battere tre colpi alla pendola e subito dopo tre colpi di pistola. Peppino attraversa la scena spaventato: è in camicia da notte e ha il candeliere acceso in mano. Quasi contemporaneamente entrano con candeliere acceso in mano e in camicia da notte anche Rosina e Aristide da parti opposte.

R: signor padrone, ho sentito dei colpi di pistola!

A: sì, anch'io. Dov'è mio cognato Peppino?

R: stanotte era andato a dormire nella stanza degli ospiti... son tre mesi che si ostina a dormire sul divano in attesa che lo chiami l'Ombretta ... poverino, ancora non gli ha lasciato consumare il matrimonio!

A: a me l'Ombretta pare matta... ti sei spaventata Rosina? vuoi che venga in camera tua a tenerti compagnia? Ti sentiresti più tranquilla...

R: davvero?

A: non ti fidi... perché? a che pensi?

R: a quello che pensa lei, signor padrone...

Escono

Musica,

La scena si illumina poco a poco e battono dieci colpi di pendola: a luce piena entra Robotti e cerca di chiamare Rosina con la trasmissione del pensiero, ma dopo un po' desiste.

A: Voglio chiamare Rosina col sistema della zingara... mi concentro e... Pausa, scatto d'impazienza e alla fine rinuncia e chiama: Rosina, Rosina, Rosinaaaaa!

R: eccomi, signor padrone

A: non hai sentito che ti chiamavo col pensiero? Dov'è mio cognato?

R: nella stalla, credo... è sempre nella stalla

A: gli piace proprio quella bestia, ma non si decide a comprarla

R: e perché dovrebbe, tanto ce l'ha a disposizione quando vuole

A: però le cose non sono andate come previsto... son tre mesi che s'è sposata mia sorella e non accenna a metter su casa...

R: e il povero Peppino è costretto a dormire sul divano... cosa desidera signor padrone, perché ha chiamato?

A: non me lo ricordo, però intanto aggiustami questo strappo ai calzoni...

Campanello

A: al diavolo! va' ad aprire Rosina...

Rosina va ad aprire la porta e ritorna con Fosca

R: si accomodi Fosca, io vado ad avvertire la signora...

F: signor Robotti, allora?

A: in tre mesi non sono riuscito a procurarmi la ciocca di capelli

F: non fa nulla, le ho portato la pozione... basta fargliela bere e sar… lei a cercarla, la seguirà ovunque, anche in camera...

A: benissimo, tenete questi intanto, è un piccolo acconto...

entra Ombretta, mentre Aristide dà dei soldi a Fosca e se ne va

O: cara Fosca le cose non vanno, il mio Giacy deve essere vendicato, il suo assassino deve soffrire!

F: perché? non soffre?

O: per nulla, il fatto che io non lo lascio entrare in camera con la scusa che sono ammalata, lo manda in bestia e lui cerca di sorprendermi con la forza... devo sparargli addosso con la pistola per farlo desistere... sai, lui vorrebbe...

F: dopo tre mesi, lo credo bene...

O: non vorrei che cominciasse a guardare la Rosina...

F: la pozione che doveva farlo diventare muto, l'ha presa?

O: sì, ma parla più di prima...

F: e la doccia scozzese?

P: è incredibile... quando do segni di nervosismo mi accarezza la testa e mi liscia i capelli, e se mi infurio mi fa il solletico dietro le orecchie.... non faccio in tempo a gridare che mi mette in bocca uno zuccherino...

F: è un tipo gentile... beh, vado a prendere una pozione paralizzante, a effetto rapido...

passi ed entra Peppino

P: Toh, guarda la mia mogliettina... stai meglio finalmente...

O: un bel niente, sono debolissima

P: allora perché non chiamiamo un medico?

F: perché? Qui non si ha più fiducia in me?

P: sì, sì... completa fiducia

F: bravo, così mi piace. Signora, io me ne vo... a presto!

O: arrivederci Fosca, a presto... anch'io me ne vo, non ci voglio stare con questo...

Ombretta fa per andarsene

P: aspetta cara, devo parlarti

O: ah sì? Ti ascolto...

P: ti prego, siediti, ho da dirti una cosa importante...

O: ah sì? Parla!

P: è la prima volta che restiamo soli, devo dirti quanto ti desidero... non faccio altro che sognarti, faccio sogni fantastici, con te che sei bellissima e mi inviti a portarti via con me... questo quando sogno, ma il più delle volte non chiudo occhio...

O: saranno i rimorsi

P: io ne ho uno solo di rimorso, quello di non aver consumato il matrimonio...

O: anch'io ne ho uno, quello di non aver mirato più in basso questa notte... io me ne vo', arrivederci...

esce Ombretta ed entra Aristide

A: caro Peppino, cognato mio, come va?

P: malissimo, cognato Aristide, dopo tre mesi che non si consuma quello a cui si ha diritto...

A: forse non ci sai fare abbastanza con le donne, vieni, sediamoci si siede sul divano e chiama Rosina Rosinaaaa

Entra Rosina

A: quando va male bisogna bere bene, Rosina porta due bicchieri e la bottiglia del mio vino speciale

 

Rosina esce

A: forza Peppino, fai conto che io sia una donna, fammi vedere come ti comporti... siediti qui accanto a me...

Peppino si siede sul divano, lontano da Aristide

P: oh mia Ombretta, Ombretta, Ombretta cara, Ombretta...

A: lo sapevo, non sai dire altro che Ombretta...

entra Rosina con la bottiglia e i bicchieri

A: Rosina, vieni qui, siediti vicino a me, così, guarda Peppino, ti faccio vedere prima io, impara... ah Rosina, Rosina...

la stringe

R: ehi signor Aristide!

A: scusa, mi ero distratto... dunque: Rosina, quando ti sono vicino, amore mio, il mondo si colora di rosa ed io non so dire che due parole, ti amo, ti amo... e qui ti stringi a lei... di rosa, e un dolce effluvio...

P: un dolce che?

A: effluvio, poi te lo spiego. un dolce effluvio ci circonda e ...

Peppino ripete ogni volta le parole di Aristide

A: il mio cuore palpita e ripete ti amo ti amo... a questo punto ci vorrebbe una poesia, Ombretta ama le poesie e si commuove... la sai una poesia?

P: sì, ti amo... t'amo o pio bove e mite un sentimento...

A: ma no, una poesia d'amore, aspetta, ce l'ho in biblioteca, vado a prenderla... Rosina, mettiti vicino a Peppino e continua a provare...

Uscendo, passa davanti ai bicchieri, si ricorda della pozione e la versa in un bicchiere con del vino, poi esce... ( fra sé ah, la pozione, ora la metto nel bicchiere)

R: però ci sa fare il padrone, che belle parole... che cosa sarà l'effluvio?

P: mah, certo deve essere una bella roba... un dolce effluvio ci circonda e il mio cuore ripete all'infinito ti amo, ti amo...

a quel punto entra Ombretta e rimane perplessa

O: Aaah, benissimo, bravo, bravissimo! Anche di queste cose si devono vedere in casa mia!

Rosina esce di corsa

P: era una prova, l'Aristide sa tutto...

O: e con questo? Ma finirà, deve finire Esce.

Peppino vede il bicchiere col vino e lo beve

P: che babilonia! meglio berne un goccetto... ma dove s'è cacciato l'Aristide, lui e la sua benedetta poesia Esce

Entra Aristide seguito da Rosina

A: vieni Rosina, non ti preoccupare, sistemerò tutto io, beviamoci sopra

Riempie due bicchieri, ne porge uno a Rosina e bevono

A: Vai ora, sistemerò io le cose, oggi mi sento in forma.

Rosina esce e subito dopo entra Ombretta con una pistola in mano

O: Ecco, la pistola è carica, ora lo sistemo... Sciagurato, dove sei! ah, eccoti qua...

Peppino compare sulla porta e lei gli spara due colpi. Peppino scappa e Aristide si getta su Ombretta

A: disgraziata cosa fai?! Vuoi finire in galera?! Che ti sei messa in testa, metti via quella pistola..

O: va bene

A: quello che hai visto l'ho organizzato io, stavo insegnando a quel poveretto

O: quale poveretto!

A: a quel poveretto di Peppino come ci si comporta con le donne, con te che lo fai impazzire... e Rosina si è prestata...

O: che gentile la Rosina chiama Rosina!

Rosina appare titubante sulla porta

R: la comandi, signora Ombretta...

O: spero che ti presti gentilmente Rosina anche ad andare a chiamare Fosca, vero?

R: corro signora...

A: ma che ti sei messa in mente?

O: di vendicare il mio Giacy

A: sapessi, se non lo sai del tuo Giacy te lo dico io, ne so di belle su di lui...

O: e io non lo voglio sapere

Esce di corsa e poco dopo entra Peppino con atteggiamento da gay

P: Aristide, cognatino mio, mi hai salvato la vita...

A:(fra sé com'è effemminato, cosa gli è successo?) ma no, non ho fatto niente, e poi la pistola era scarica

P: se non c'eri tu, quella mi ammazzava, come farò a ricambiare il tuo nobile gesto

A: non ce n'è bisogno

P: sono a tua disposizione, Ary, se prima ti volevo bene, ora ti adoro...

A: grazie

P: cosa posso fare per te, subito?

A: ma niente, ti dico... (è proprio una femminucca!)

P: più tardi, allora, e adesso cosa facciamo?

A: cosa facciamo?! tu non lo so, io me ne vado in giardino, con le mie rose...

P: vengo anch'io

Escono mentre entra Rosina. Dopo di lei entra anche Ombretta

R: Signora Ombretta

O: hai trovato Fosca?

R: sì, viene subito

O: Bene... ora Rosina, siediti qua e raccontami come è andata prima...

R: la signora non penserà mica che... il signor Aristide voleva mostrare a Peppino come ci si comporta con le donne... prima gliel'ha mostrato lui e mi ha abbracciata...

O: volevo ben dire

R: poi lo ha fatto ripetere a Peppino... quando è arrivata lei, signora, il signor Aristide era di là a cercare un libro di poesie perché dice che a lei piacciono tanto e si commuove...

Passa Aristide seguito da Peppino

A: Ombretta, se esci a cavallo prendi l'Ombretta, è un paio di giorni che è tanto nervosa. Io vado in camera mia... ( ma guarda questo Peppino come mi sta appresso!) Smettila di seguirmi Peppino, vattene via, uffa!

Qui si può anche immaginare qualcosa

O: va bene... con mio fratello ci vuole pazienza...

R: per fortuna è un uomo simpatico, molto educato...

O: in che senso

R: nel senso che le mani le allunga, ma prima chiede sempre il permesso...

O: meno male... mi sembra però che ti fa anche qualche proposta più sostanziosa, come quella di sposarlo...

R: lo lascio dire, c'è troppa differenza di età...

suona il campanello

O: se è Fosca, dille di aspettarmi un momento

Rosina esce, poi introduce Fosca e contemporaneamente entrano Aristide seguito da Peppino

A: ah, pensavo proprio a voi, Fosca, quella pozione! L'ho fatta bere alla Rosina, ma è questo qui che mi segue ovunque e non mi molla... gli ho perfino pestato un piede e lui ride... guardate: gli pesta ancora un piede

P: l'Ary ha sempre voglia di giocare ride

F: sembrerebbe che ha bevuto lui la pozione di Rosina... ci penso io... a me gli occhi

Fosca fissa Peppino negli occhi e questi ritorna come prima

P: cosa facciamo?

A: tu non so, ma io vado in camera mia...

P: io no, vado alla stalla... ( mi nasconderò dietro l'angolo ad ascoltare) esce e va a nascondersi dietro l'angolo

F: guarigione perfetta, un'altra volta stia più attento

A: grazie, che rabbia, una pozione sciupata...

Aristide esce. Entra Ombretta. Dall'altro lato, Peppino, di nascosto ascolta tutto.

O: non voglio perdere più tempo, Fosca, hai portato la pozione paralizzante?

F: Eccola qua, prepariamo addirittura i bicchieri... attenta a non confonderli: in questo più grande deve bere suo marito... ecco fatto, ed ora a noi signor Peppino... prima gli verrà un forte prurito, poi un fremito, e poi il freddo che sale dai piedi fino al cuore... a questo punto il gioco è fatto

O: ora va via, Fosca, se riesce, saprò ricompensarti

F: sempre a disposizione..

Esce Fosca ed entra Peppino che avanza titubante

O: vieni avanti, caro maritino, vieni a sederti

P: maritino?

O: certo, maritino, hai capito benissimo, ti dispiace?

P: no, ma dopo tre mesi di guerra

O: dopo la guerra c'è la pace, ma per noi è solo un armistizio e sai cosa facciamo?

P: cosa facciamo?

O: un bel brindisi, caro, al nostro armistizio

Ombretta riempie i bicchieri e mette la pozione: Peppino vede.

 

P: ah no, niente brindisi, voglio sapere cos'è questa commedia

O: e me lo domandi? Hai ammazzato in duello il mio Giacy e distrutto la mia vita, ecco cos'hai fatto!

P: cosa? non è vero niente... e per questo ti sei inventata la malattia, mi hai lasciato mesi a dormire sul divano... non mi sembra vero!

O: non hai neppure il coraggio delle tue azioni. Ho sentito quando l'hai confessato a mio fratello!

P: confessato? Ma è tutto il contrario

O: sei un vile

P: ma no! chiama Aristide Aristideeee!

Entra Aristide

A: vedo con piacere che state tranquillamente conversando

P: tranquillamente un corno, tua sorella dice che ho confessato di aver ucciso Giacinto in un duello...

A: ma non c'è stato nessun duello, il Giacinto è vivo e vegeto e se la spassa con una bionda... ha incontrato questo scemo innamorato di te e a messo in piedi questa pantomina...

O: ma perché la storia della morte

A: per essere sicuro che l'avresti lasciato in pace, ma tu...

O: non è possibile, non è possibile...

Entra Rosina di corsa

R: sapete chi ho incontrato? ha cercato di non farsi vedere, ma io l'ho riconosciuto!

P e A: il Giacinto!

A: tutto è bene ciò che finisce bene... vieni Rosina, lasciamoli soli

Escono

O: miserabile... !

P: cosa c'è adesso?

O: ce l'ho col Giacy, ma perché... piantare una donna come me

P: ha fatto benissimo

O: come?

P: nel senso che poi sono arrivato io... erano dieci anni che aspettavo un'occasione per conoscerti

O: farabutto

P: io... perché

O: ma no, il Giacy, ma per fortuna ci sei tu, il mio maritino, sei stato disonorato ed ora laverai l'onta subita dalla tua mogliettina...

P: io non laverò proprio nulla e poi non sono un marito come si deve, non ho ancora consumato...

O: allora tra noi tutto è finito

P: ma se non è neanche cominciato!

O: partirò per un lungo viaggio

P: e io sarò l'uomo più infelice della terra

O: e se non partissi?

P: sarei l'uomo più felice

O: in fondo, se il destino ha voluto così, si potrebbe provare

P: benissino, io ci sto... ah Ombretta, passeremo insieme una vita piena d'amore... sapevo che nessuna donna all'infuori di te avrebbe saputo rendermi felice... ti darò tutto il mio amore...

O: oh caro...

P: e col mio amore saprò guarirti...

O: guarirmi? non mi sembra di essere ammalata...

P: volevo dire, renderti diversa

O: perché, non vado bene così? Credevo di piacerti...

P: urca se mi piaci, ma bisogna anche andare d'accordo e se si cercasse di vincere i difetti reciproci per fare cosa gradita a colui.. a colei... a coloro... insomma...

O: si può sapere cosa intendi dire?

P: ecco vedi, ci sono certe cose... ma non intendo offenderti... faccio per dire... cosa dire, prima di dire sì... vedi, io sono un tipo tranquillo e tu...

O: lo riconosco, sono un po' bizzarra, un po' nervosa...

P: ma questi non sono nemmeno vizi, fossero solo questi... capisco che per te è difficile confessare, anche perch‚ più che vizi sono difetti...

O: basta, bastaaaaa! Fuori da casa mia! Disgraziato! Lui è tranquillo e io sono piena di difetti! Prima mi intenerisce e poi mi insulta... Vattene, quando mi giro devi essere sparito...

P: Ombretta, Ombretta!... ecco, non risponde... proviamo col rimedio, le accarezzo la testa...

O: questo si chiama abusare della mia pazienza... Fuoriiii!

battendo i piedi ne pesta uno a Peppino

P: ecco, comincia a scalciare, Aristide aveva ragione, il rimedio... le faccio il solletico...

O: questo è troppo, sai che sono capace di graffiarti e morderti!

P: ci siamo, ci vuole lo zuccherino...

O: non ne posso più... Rosina, Rosinaaaaa, mi gira la testa!

P: Nooo, il capogiro!

O: ooooh! mi sento svenireeee... svengo! sviene

P: oh mia Ombretta!... ora le comprimo la testa fra le mani, vediamo...

Peppino le comprime la testa fra le mani mentre entrano Aristide e Rosina

A: che sta succedendo?

P: ha il capogiro, le comprimo la testa con le mani... me lo hai detto tu... il rimedio...

R: diamole da bere, si riprenderà...

Rosina prende il bicchiere con la pozione, ma Peppino la ferma e le porge l'altro bicchiere

P: no, ferma, prendi quest'altro... ( versa quello con la pozione paralizzante nel vaso di fiori e questi si afflosciano.)

Ombretta beve un goccio di vino.

A: meno male, si sta riprendendo...

P: sì, però avevo ragione io, non è possibile!

A: che cosa?

P: non ha messo il capo tra le gambe...

A: chi?

P: L'Ombretta, quando le viene il capogiro, le comprimo la testa fra le mani e lei si riprende e mette la testa fra le gambe, me lo hai detto tu...

A: io? ma io parlavo dell'altra Ombretta, la cavalla! quando sei venuto a comprarla!...

P: io sono venuto a chiedere la mano di tua sorella, che c'entra la cavalla... non sapevo neppure che avevi una cavalla!

A: come?

P: e allora, tutti quei vizi...

A: sono vizi della cavalla...

P: ah Ombretta perdonami, che equivoco... ma ora spero che tu abbia capito...

Ombretta si accorge che il bicchiere con la pozione è vuoto

O: là, là... . il bicchiere, il bicchiere della pozione è vuoto!

R: le ho dato da bere per farla rinvenire...

O: aiutoooo aaaah!

P: divertendosi (adesso mi diverto) Ma no, Ombretta, Rosina ti ha fatto bere dall'altro bicchiere, da quello lì ci ho bevuto io...

O: noooo... non dovevi farlo!

P: perché no, avevo sete...

O: o povero Peppino, come ti senti?

P: benone, ho solo un po' di prurito

O: ah, Dio mio, ma tu tremi!

P: non è nulla, forse perché ho freddo ai piedi... e un po' ai ginocchi...

O: ah, Dio mio, che disgrazia!

A: chiamiamo un dottore...

O: chiamiamo la Fosca!

A: no il dottore...

O: qui comando io, ho detto la Fosca! Rosina, va' a chiamarla subito!

Rosina esce a chiamare la Fosca

A: come va caro Peppino

P: Benissimo, solo che sento sempre più freddo

O: dove, dove?!

P: dappertutto

O: aaaah

La scena si ripete finché Peppino non si finge stecchito

A: povero, è proprio stecchito!

O: Oh Peppino, perdonami!

Entra Rosina insieme a Fosca

F: perché mi avete chiamata, mi pare che la pozione abbia funzionato...

O: ma non doveva... ora ti prego, trova il modo di rimediare

A: chiamiamo il dottore

O: stai zitto, Aristide!

F: lo vuole proprio guarito?

O: certo, poverino, e subito...

F: allora ci vuole la respirazione bocca a bocca...

O: no, Fosca ... no

R: devo farlo io, signora?

O: la moglie sono io, spetta a me...

Ombretta esegue

P: ohhhh, grazie Ombretta cara...

O: oh Peppino caro, come stai? ... Va' via ora, Fosca,... Aristide, pagala tu...

Suona il campanello e tutti si bloccano

A: potrebbe essere il compratore per la cavalla

P: o il postino con la mia lettera

R: c'è... c'è... c'è il signor.... Giacinto...

Silenzio. Sulla porta compare sorridente Giacinto, col cappello in mano e un mazzo di fiori. Tutti restano immobili. Ombretta afferra la pistola e comincia a sparare contro Giacinto che scappa perdendo i fiori inseguito da Ombretta che continua a sparare.

G: buongiorno signori!

O: dammi la pistola, Rosina!

R: eccola signora...

O: a te, disgraziato, prendi questo..PAM.. e poi questo. PAM ... e questo ancora... PAM PAM PAM

A: Rosina, tutto bene ciò che finisce bene. Lasciamoli soli, dammi la mano, così, andiamo nella mia camera. Escono tenendosi per mano

O: signor Giuseppe Casati, anzi Peppino, vuole darmi il braccio?

P: con tantissimo piacere, Ombretta mia...

O: ti amo, Peppino...

P: ti amo tantissimo, Ombretta...

Cominciano ad uscire, poi Peppino torna indietro... musica

P: ohi, ragazzi, ho aspettato tre mesi per consumare, ma col mio appetito e il suo temperamento focoso... sai che consumazione!

O: vieni dentro, Peppino, non perdiamo tempo!

P: Ooooooooh!

Esce, quando è vicino alle quinte il braccio di Ombretta lo afferra e lo tira dentro di colpo.

 

MUSICA

 

FINE DELLA COMMEDIA

 

SIPARIO

 

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