Martino il disgraziato

Commedia in tre atti di Riccardo Nigri

 

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Sul commediografo Riccardo Nigri – deceduto a Sanremo nel 1920 - non sono riuscito ad avere notizie.

 

La moglie Luisa Gancia ( 26/12/66) di Canelli (AL) – pare legata alla famiglia Gancia produttrice del famoso Astigancia – è deceduta a Sondrio il 6/6/’44. Ho scritto alla famiglia Gancia, ma non ho avuto risposta.

 

Il figlio Edoardo Nigri – celibe – nato il 21/7/1894 è stato iscritto all’anagrafe di Sondrio nel ’27 proveniente insieme alla madre da Ospedaletti (l’archivio anagrafico di Ospedaletti è stato distrutto da un incendio negli anni ’50) di professione fotografo, dipingeva quadri ad olio ( di discreta qualità) che cedeva in cambio di cibo e assistenza. E’ deceduto in povertà a Sondrio nel 1954.

 

Personaggi

 

Martino Pilastrello

Camilla: sua moglie

Placido Rosolio: suo padre

Matilde: sua moglie

Lucia Villa

Fracassa

Andrea Masson

Busca

Albani: contabile

Barbara: cameriera

 

Azione: Torino

 

I tre atti hanno per unico scenario una camera in casa di Martino.

La porta di mezzo forma l’entrato comune conducente al corridoio.

Al muro di mezzo a lato di sinistra un pendolo con di sotto una sedia. A lato di destra le fotografie incorniciate di Camilla e di Lucia.

Alla parete di destra, telefono con sedia.

Alla parete di sinistra sul davanti, la porta che conduce alla stanza da letto. Nell’angolo, stufa.

In fondo, seconda porta che conduce ad altri vani.

Fra le due porte, un piccolo sofà con davanti tavolo con tre sedie. Davanti presso la porta che va nella stanza da letto, sedia.

Alla parete di destra, in fondo, porta che va nella stanza dei forestieri.

Davanti, un balcone a cui si accede mediante tre gradini. Nel balcone, un tavolino da scrivere con sedia. Alla finestra del balcone, tenda praticabile a rotolarsi. Più altre due sedie e tavolo con gabbia da canarino.

Presso le finestre di destra e sinistra, due vasi di palme poggiati su due colonne.

 

 

Atto 1

 

All’alzarsi del sipario, la scena è scura.

La tenda al balcone è abbassata.

La gabbia è appesa.

La pendola segna le sei.

 

 

Scena 1

Camilla poi Barbara

 

Camilla (dopo breve pausa, entra da sinistra prima porta, in scura veste da camera. S’avvia al pendolo, accende un fiammifero che avvicina al quadrante) Le sei! E lui non è ancora tornato… è incredibile (inviperita spegne il fiammifero e s’avvicina alla prima finestra alzando un poco la tenda) Sulla via si fa già chiaro. Se le ragazze se n’accorgono! Le sono cose da arrossire di vergogna. (siede al balcone) Ma io l’aspetterò!

 

Barbara (dal mezzo con cestino di legno sotto il braccio e piccolo recipiente di petrolio. S’avanza sbadigliando verso la stufa a sinistra, dove vi pone la legna bagnandola col petrolio)

 

Camilla Ma Barbara!

 

Barbara (spaventata) Cielo, chi è?

 

Camilla Vi ho ben detto tante volte di non versare del petrolio sulla legna.

 

Barbara Ma la signora già alzata… a quest’ora?

 

Camilla (imbarazzata) Già… voleva… mi pareva che ieri non avessi coperta la gabbia del canarino.

 

Barbara Ma signora, con me non ha bisogno di prendersi soggezione.

 

Camilla Che cosa intendete a dire?

 

Barbara Lo so anch’io che il padrone non è rincasato stanotte. Di fuori c’è ancora il lume che aveva messo per lui.

 

Camilla (fra sé) Che figura! Anche le persone di servizio.

 

Barbara (ascoltando al corridoio) Credo che giunga adesso.

 

(si sente aprire la porta del corridoio)

 

Camilla (piano) Bene… bene… fate pure il vostro lavoro.

 

Barbara (esce dal fondo di sinistra col cestino della legna. Con analogo gesto di mano) Ah… se quello fosse il mio marito… (via)

 

 

Scena 2

Camilla.Martino

 

Martino (apre piano la porta di mezzo e con precauzione sulla punta dei piedi, s’avvia a porta sinistra. Cammin facendo s’imbatte in una sedia e s’appoggia spaventato allo schienale, bisbigliando:) Maledette sedie… ingombrano sempre il passaggio (s’appressa alla porta della stanza da letto, ascoltando) Tutto è silenzio… grazie al cielo… essa dorme… adesso prudenza… (si toglie le scarpe pigliandole in mano) Che ora abbiamo? (pone sugli occhi la mano libera) Di già le sei… oimè, oimè, oimè! Allora per tutti i casi… (va al pendolo, sale sulla sedia ed indietreggia le sfere; poi con soddisfazione) Le due! (sta per scendere, ma si ferma e sale di nuovo) Cioè… sarà quasi meglio… (ritocca la sfera con piacere crescente) Un ora e mezza.

 

Camilla (che durante l’azione lo stava ironicamente guardando) Hai terminato?

 

Martino (perplesso) Tu… Camilla?

 

Camilla Già… io.

 

Martino Oh Dio… (siede intimidito sullo schienale della sedia) …sono sorpreso…

 

Camilla Rimetti pure le sfere a posto… tanto so benissimo che sono le sei…

 

Martino Davvero? Oh, come passa il tempo.

 

Camilla (alza la tenda e la stanza rimane rischiarata) E’ giorno fatto.

 

Martino Il sole delle volte spunta così presto…

 

Camilla Intanto non ho chiuso l’occhio in tutta la notte…

 

Martino (scherzando) E neanch’io.

 

Camilla Poiché non hai nessun riguardo per me… dovresti almeno aver soggezione dalle persone di servizio. (toglie il panno dalla gabbia)

 

Martino Ma cara mia, costoro sanno forse quando giungo in casa?

 

 

Scena 3

Detti.Barbara

 

Barbara (da sinistra con le pantofole che tiene davanti a Martino) Buon giorno, signor padrone…

 

Martino (infastidito) Che cosa volete?

 

Barbara Solo pregarla per le scarpe.

 

Martino Andate a cercarle.

 

Barbara Ma, se le tiene in mano.

 

Martino Tò… volevo appunto metterle fuori.

 

Barbara Oh signor Pilastrello, non permetto, tanto meno quando si alza così presto. (esce dal mezzo sghignazzando)

 

Martino (imbarazzato) Vedi, non s’è accorta di nulla.

 

Camilla Ma ora sono curiosa, ciò che sai dirmi per tua scusa.

 

Martino (fra sé, mentre calza le pantofole) Sono curioso anch’io…

 

Camilla Dove sei stato fino a quest’ora?

 

Martino Dove vuoi che sia stato? Cogli amici dal Drelier in piazza Carignano.

 

Camilla Fino adesso?

 

Martino Gli altri ci sono ancora. Non vollero neppure che me n’andassi, ma io risposi: No, adesso poi voglio rincasare è mio dovere verso la moglie.

 

Camilla Te ne sei ricordato un poco in ritardo.

 

Martino Sta buona, Camilla… ridiventi la mia saggia mogliera, e non incollerirti maggiormente. Hai ragione, non sono rincasato all’orario militare, ma se tu sapessi… (troncando) via, la miglior cosa si è di coricarci per un paio d’orette… e poi a colazione non se ne parlerà neanche più.

 

Camilla Anzi… voglio parlarne… e subito.

 

Martino (accarezzandola le siede vicino) Dunque, bimba mia, devo sapere…

 

Camilla (alzandosi) Scusa… (siede in un’altra sedia)

 

Martino …che ieri si festeggiava la partenza dell’amico Andrea Masson di Torre Pellice.

 

Camilla Ah si? Allora non mi meraviglio. Costui ti istiga sempre a pazziare… e se mi riesce di conoscere un giorno quel signorino…

 

Martino Calmati… stanotte lo abbiamo spedito con dei bicchieri colmi in mano… e tu devi ben comprendere che ad una simile festa di amistà, non è possibile a disertare. In tali casi occorre star fermi al fuoco.

 

Camilla Sia pure, ma solo fino alle 11… alle 11 e mezza.

 

Martino Veramente a tal ora volevo rincasare… ma poi pensavo: debbo proprio adesso svegliare mia moglie? Proprio nell’ora in cui il sonno di mezzanotte è il più salutare? Il mio cuore me lo impediva.

 

Camilla Tanta tenerezza è davvero commovente.

 

Martino Nevvero, tesor mio? (siede sullo schienale della sua sedia)

 

Camilla (alzandosi) Scusa… (siede su altra sedia) E quando poi venne più tardi?

 

Martino Allora nessuno m’avrebbe più potuto trattenere, se Andrea Masson non m’avesse detto: "Già, tu hai paura della moglie e delle sue prediche!" Doveva lasciare sul tuo conto un simile sospetto? No. Ed allora ho scommesso con lui 20 lire, che non avevo alcuna paura, e che in prova, non sarei rincasato un minuto prima delle sei. La scommessa l’ho vinta, è qui… eccoti le 20 lire per la tua cassetta privata.

 

Camilla Vorresti corrompermi… ma non abbocco.

 

Martino No?… (f.s.) che non abbia scommesso somma più elevata?

 

Camilla (piange) Mi sono tanto addolorata.

 

Martino Per carità Camilla… delle lagrime? Ma te ne prego, per una simile fanciullaggine. Mi puniresti proprio più duramente che non lo meriti. E vedi… quando ho sulla coscienza una cosa simile, allora ne hai pure il tuo piccolo vantaggio… perché mi vedo obbligato ad una doppia tenerezza. Qua, eccoti 40 lire.

 

Camilla (rifiutando) Risparmiati la fatica.

 

Martino Via, calmati e lasciami dormire un’oretta. Sono abbattuto perché la è stata una seduta proprio faticosa.

 

Camilla Già, non dovrei neppure lagnarmi! Neppur parlare (inviperita) Ma invece voglio parlare.

 

Martino Parlerai… ma solo più tardi. Allora potrò ascoltarti con più attenzione.

 

Camilla Nossignore, voglio parlarti subito.

 

Martino Avanti dunque.

 

Camilla Non voglio più subire un simile oltraggio una seconda volta. E se ancora accadesse sai quale ne sarà la conseguenza?

 

Martino (lamentevole) Una nuova predica.

 

Camilla No… domanderò semplicemente il divorzio.

 

Martino Ma, Camilla.

 

Camilla Divorzieremo! (suono di campanello) Cosa c’è?

 

Martino Così di mattino?

 

 

 

Scena 4

Detti.Barbara.Rosolio.Matilde

 

Barbara (dal mezzo) Signora, signora, venga di fuori…

 

Camilla Che cosa c’è?

 

Barbara Sono giunti i suoi genitori.

 

Camilla (via di corsa) Babbo… mamma… possibile?

 

Martino I suoceri… ci mancava ancora questa… ed io che non sto diritto per la stanchezza.

 

Camilla (tirandosi dietro Rosolio e Matilde) Che bella improvvisata.

 

Rosolio (in costume da viaggio) Genero caro, nevvero che l’abbiamo fatta bella?

 

Martino Sicuro… ne ho grande piacere.

 

Matilde Prima noi si voleva andare all’albergo per giungere da voi altri solo all’ora di colazione.

 

Rosolio Ma per fortunata combinazione, vi troviamo già alzati.

 

Camilla Si… proprio per combinazione.

 

Rosolio (a Martino) Vi alzate sempre così presto?

 

Martino Sempre… sicuramente.

 

Rosolio Questo mi piace. E che cosa andate facendo così di buon mattino?

 

Martino Il lavoro… gli affari in ufficio…

 

Camilla (ironica) Mio marito ci tiene alla massima: presto a letto e presto fuori è salutare.

 

Rosolio Ben detto… ma ora pigliamo subito il caffè.

 

Camilla Dunque Barbara…

 

Barbara Ma il panettiere non è ancora venuto.

 

Martino Come, non è venuto? Se ho trovato poco fa il garzone per la via.

 

Rosolio (stupito) Come… eravate già uscito?

 

Martino (imbarazzato) Già… una passeggiata mattutina.

 

Rosolio Avrete forse bisogno di qualche cura… Salsomaggiore, Montecatini e simili stabilimenti, vero? Noi in campagna siamo assuefatti di alzarsi presto… e così faremo insieme le nostre passeggiate mattutine. Domani dunque alle 5.

 

Martino Che piacere.

 

Matilde E del resto, come ve la passate, cari ragazzi? Sempre allegri e felici? Ma una nuvoletta?

 

Martino Mai… da noi esiste sempre ciel sereno.

 

Camilla (ironica) Martino non ne dà mai il più piccolo motivo.

 

Rosolio Veramente mi meraviglia. Avrei creduto che vi sarebbe stato facile di ricadere nelle vostre abitudini da scapolo… l’osteria, il club…

 

Camilla Simili ritrovi, mio marito non li conosce più.

 

Martino Già, solo gli affari.

 

Rosolio Via, ne sono contento. Oggi mi condurrete con voi per darmi i vostri consigli. Devo fare un mucchio di provviste.

 

Martino Va bene, piglieremo un fiacre all’ora.

 

Rosolio Ma che fiacre… andremo a piedi. Questo è più salutare… di sera si va poi a letto e vi si resta come inchiodati, facendo un sonno solo.

 

Martino (con desiderio) Ah… a chi lo dite?

 

Rosolio Del resto, caro genero, sono anche incaricato dall’avvocato Zamperoni a farvi i saluti.

 

Martino Davvero! Ma costui non lo conosco.

 

Rosolio Ma vi conosce lui. Vi ha visto l’anno scorso a Rimini.

 

Martino (spaventato) A Rimini?

 

Rosolio Non ci siete stato l’estate scorsa, quando ritornaste dal vostro viaggio da Napoli?

 

Martino (sollecito) Cioè, solo casualmente… ché non aveva neanche intenzione di fermarmici… senonché divenni improvvisamente malato e dovetti restare per due giorni coricato all’albergo.

 

Camilla Io voleva perfino raggiungerlo per curarlo. Ma in seguito alla telegrafica proposta, mi giunse felicemente la risposta: "non occorre tua presenza, perfettamente guarito".

 

Matilde Sentite… forse non volevate la presenza della moglie?

 

Martino (sollecito) Ma suocera come mai potete pensare…?

 

Rosolio Via potete andarci insieme quest’anno.

 

Martino (inconsiderato) A Rimini? Giammai!

 

Matilde Ma perché?

 

Martino Voglio dire… dove si è stato da malato, non è piacevole il ritornarci.

 

Matilde Via, circa i vostri progetti escursionisti, potrete parlarne un’altra volta. Conducimi intanto nella mia camera.

 

Camilla Vieni, mammina, voglio procurarti tutte le possibili comodità (via con Matilde dal fondo a destra)

 

Rosolio Veramente genero mio, è peccato che siate diventati un uomo tanto costumato e sornione.

 

Martino (lottando col sonno) In che modo, babbo?

 

Rosolio In campagna lo sono anch’io, ma quando mi trovo a Torino, allora vado volentieri in cerca d’avventure. Sì è per questo che contavo su di voi.

 

Martino Me ne dispiace tanto, ma nei prossimi giorni non potrò neanche uscire. Ma soprattutto, posso sapere perché siete venuto così d’improvviso?

 

Rosolio Eh… son in mezzo alle liti… e se vi raccontassi…

 

Martino (sollecito) Bene… sediamoci qui… e raccontate (siede sdraiandosi sul sofà)

 

Rosolio (pure sedendo) Ma dovrò andare per le lunghe.

 

Martino Tanto meglio… non prendetevi soggezione, che vi ascolto.

 

Rosolio Dunque figuratevi… il vicino della mia fattoria… (interrompendo) ma, perché chiudete gli occhi?

 

Martino (imbarazzato) Io?… Ah, tanto per ascoltare con più attenzione. Non datevene pensiero (durante il monologo va dormendo)

 

Rosolio Dunque, su di un prato del mio terreno scorre un ruscello che prendo da una sorgente stata da me affittata in perpetuità; e dal momento che ho affittato una simile sorgente, è evidente che debba essermi pure concesso la via dello scolatoio… cioè pur cosa che s’intende, non è vero?

 

Martino (dormendo lascia pendere la testa sul petto)

 

Rosolio (non comprendendo il cenno di testa) Bene, se avete capito. Ma invece il nuovo proprietario la pensa diversamente. Lui dice: "tu hai la mia sorgente, sta bene; ma il suo accesso giace qui sul mio prato e tu non puoi metterci piede". Domando io… non posso mica volare alla sorgente coll’aereoplano. Avete già sentito una simile assurdità?… Ma, non mi dite nulla?… Ehi, genero… (più forte) Martino…

 

Martino (lascia pendere la testa sul tavolo)

 

Rosolio Che vedo… si è addormentato… ecco l’effetto dello svegliarsi troppo presto… oppure che…?

 

 

Scena 5

Detti.Barbara

 

Barbara (entra dal mezzo all’ultima frase, con vassoio, vede Martino e sghignazza)

 

Rosolio (osserva Barbara sghignazzante e comprendendo) Ah, capisco. (in confidenza) Ehi, Barbara, a che ora è rincasato ieri mio genero?

 

Barbara (imbarazzata) veramente… non lo saprei.

 

 

Rosolio (dandole una moneta) Parlate pure… risposta pagata. A che ora mio genero è tornato ieri a casa?

 

Barbara Ieri, affatto… ma solo stamane. (esce col vassoio da destra)

 

Rosolio Ho capito… (scuotendo Martino bruscamente) Genero… svegliatevi… ehi, Martino!

 

Martino (spaventato) Sicuro… dunque com’è questa storia della sorgente?

 

Rosolio Ma che sorgente… non avete sentito nulla.

 

Martino Ma babbo.

 

Rosolio Badate, che se avete l’intenzione di condurmi in giro, allora dovete prima svegliarvi più presto.

 

Martino Ancora più presto?… E’ chiedere un po’ troppo.

 

Rosolio Avete cioncato durante tutta la notte… so tutto.

 

Martino (alzandosi in fretta) Meno male. Allora comprenderete anche che mi occorre almeno un’ora di riposo. (per uscire in fretta dalla sinistra, 1° porta)

 

Rosolio (minacciando) Vuol dire, che se durante il mio soggiorno avete di nuovo intenzione di bevazzare di notte… (cambiando intonazione) allora conducetemi con voi.

 

Martino Oh Dio… per un tempo indeterminato non mi verrà più concesso nessun permesso.

 

Rosolio Comprendo… stamane avrete avuto con mia figlia una piccola scena?

 

Martino Voleva divorziare.

 

Rosolio E’ un’espressione imparata dalla madre. Le donne quante volte si valgono di tale parola! Ma non temete: non ci pensano affatto.

 

Martino E poi che predica mi toccò di udire…

 

Rosolio Altro esempio della madre.

 

 

Martino Caro suocero, sono un uomo malaugurato. Altri mariti ne fanno di tutti i colori, e a loro tutto riesce. Io invece facendo un minimo scarto, resto subito impegolato. Sapete come sono chiamato dagli amici? "Martino il disgraziato".

 

Rosolio Si è che ci vuole una massima precauzionale e occorre provvedersi di una buona scusa. Sapete come feci io? (in confidenza). Per tali casi mi sono provvisto di un amico il "cavaliere Garofano di Castelrosso" ed ogni qualvolta mi trovavo a Torino con mia moglie e che volevo uscire di sera allegavo per pretesto il cav. Garofano, che assolutamente aveva un importante affare commerciale a confidarmi.

 

Martino Davvero? E se poi un bel giorno si fosse trovato con vostra moglie?

 

Rosolio Impossibile, perché il cav. Garofano di Castelrosso non esiste affatto. Me lo sono semplicemente inventato.

 

Martino Comprendo… (ride)

 

Rosolio Veramente è cosa illecita da parte di uno suocero a farvi di tali lezioni, ma in fin dei conti ci aggiustiamo tutti alla meglio.

 

Martino Ebbene, il mio cav. Garofano si chiama Andrea Masson di Torre Pellice. Egli è l’unico mio salvatore in caso di necessità, a cui faccio cadere sulle spalle tutti i miei piccoli peccati. Quando rimango troppo a lungo alla birraria, è lui che mi trattiene – quando ritardo a pranzo – n’ha colpa lui. Lui e sempre lui. E Masson pure non può mai trovarsi con mia moglie, perché ci vediamo sempre fuori di casa, e del resto già da tre mesi si trova in Egitto. Quindi resta escluso ogni incontro.

 

 

Scena 6

Rosolio.Martino.Barbara. poi Masson

 

Barbara (alla porta parlando di fuori) Non so, se il padrone potrà ricevere.

 

Masson Ma scusate, ragazza mia, per Andrea Masson l’amico Martino può sempre ricevere. (incontrando Martino) Non dico bene, caro mio?

 

Martino (spaventato) Masson… tu a Torino?

 

Masson Dimmi la verità, non mi aspettavi di certo qui da te?

 

Martino No, davvero.

 

Masson Puoi comprendere, che solo una comunicazione che non ammette ritardo, poteva indurmi a parlarti. Cosicché appena giunsi stamane dal mio viaggio, ricevetti una lettera… (vede Rosolio) Oh scusa… non sei solo?

 

Martino Mio suocero.

 

Masson Tanto piacere, signor suocero. (di nuovo a Martino) Debbo proprio parlarti per un affare di premura.

 

Martino (spingendo Masson alla porta di mezzo) Sta bene, allora vengo subito da te, ma qui non ti ho proprio bisogno. Quindi fammi l’unico favore… ed aspettami a casa tua.

 

Rosolio (anche spingendolo alla porta, dandogli la mano) Sì, è preferibile che aspettiate mio genero a casa vostra. Arrivederci, signor Masson.

 

Masson Allora a rivederci. (giunto alla porta si volta) Che razza d’accoglienza! (via dal mezzo)

 

Martino Meno male.

 

Rosolio Il pericolo è scongiurato.

 

Martino Poteva capitarmi brutta.

 

 

Scena 7

Martino. Rosolio.Masson. Camilla

 

Camilla (con Masson dal mezzo. Essa non è più in veste da camera) Ma la prego, rimanga dunque.

 

Masson (alla porta) Se la signora permette…

 

Martino (disperato) Eccolo di nuovo.

 

Camilla Ma, Martino, perché non vuoi ricevere il signore, dal momento che gli occorre di parlarti?

 

Masson Per affare di premura.

 

Camilla Prego, s’accomodi.

 

Masson La signora è proprio amabile. (a Martino) Questa la chiamo un’accoglienza!

 

Rosolio (cerca di venire in aiuto a Martino) Allora, figlia mia, andiamo dalla mamma, tanto per lasciar soli questi signori.

 

Martino Sicuro… sicuro.

 

Masson Ma non vuoi prima presentarmi alla signora?

 

Camilla Si, te ne prego Martino.

 

Martino (suo malgrado) Certo… me n’ero scordato (piano a Rosolio) Se sentirà il nome!… (a Camilla) Dunque costui è il mio più caro amico, il signor (masticando indistintamente) Ma… massone.

 

Camilla (non comprende) Tanto piacere… come è il nome?

 

Rosolio (pure masticando) Signor Fra… massone.

 

Masson (a Martino) Ma da quando in qua mastichi le parole? Chi può comprenderti? (a Camilla) Il mio nome è (molto chiaramente) An-dre-a Mas-son.

 

Camilla (eccitata) Che? Lei il signor Masson?

 

Masson Precisamente.

 

Camilla Ho molto piacere di poterla finalmente conoscere… l’avevo già desiderato da molto tempo.

 

Masson Anch’io… dal momento che sono l’amico di suo marito.

 

Camilla A quanto pare ella è proprio l’intimo del suo cuore.

 

Masson E’ vero, ma purtroppo ci vediamo così di rado.

 

Camilla Pare di no. Chi a par suo è assuefatto a fare del giorno la notte, e la notte del giorno…

 

Masson Io La notte del giorno? Ma al contrario, signora, tutte le sere alle undici mi trovo sotto le lenzuola.

 

Camilla Via, questa notte per esempio, avrà ben fatto un’eccezione?

 

Masson Invece no. Ho dormito come una marmotta da Bari a Torino.

 

Maritino Dio mio!

 

Camilla Come, non era a Torino stanotte?

 

Masson Niente affatto… da tre mesi sono in viaggio!

 

Camilla (a Martino) E mi dicevi che eri sempre insieme con lui?

 

Masson (spaventato) Le disse così? Ah, sicuro… allora è un’altra cosa… posso essermi sbagliato.

 

Camilla Sta bene… grazie, signor Masson delle sue informazioni (a Martino) e quanto riguarda noi due, ne riparleremo (esce da sinistra, seconda porta)

 

Martino Se lo dico: Martino il disgraziato!

 

Masson Dica lei, suocero… ho proprio commesso una sciocchezza.

 

Rosolio Veramente sono della stessa opinione (via da sinistra in fondo)

 

Masson (a Martino) Ma perché non avvisarmi poco fa?

 

Martino E come avvisarti, se mi piombi in casa dopo tre mesi, quando ci eravamo già congedati se mesi fa? E’ una mancanza di riguardo. Ma infine, che cosa vuoi in quest’ora mattutina?

 

Masson Te lo dissi…. un affare di premura… si tratta di un serio pericolo.

 

Martino Per te?

 

Masson No – per te.

 

Martino (pauroso) Ma… perché?

 

Masson Dunque… ti ricordi bene della tua piccola avventura… sai, a Rimini?

 

Martino (spaventato) Dio, sta zitto! Risuscita di nuovo quello spettro dinanzi a me?

 

Masson Come, di nuovo?

 

Martino Già, stamane per la seconda volta. Ti assicuro che appena sento nominar Rimini, mi vien il sudor freddo.

 

Masson Effetto della cattiva coscienza. Ma perché vai facendo di tali scherzi?

 

Martino Caro mio… io non sono di quel genere, ma infine dei conti, ciascuno di noi infila delle volte la via obliqua. Questo lo devi pur comprendere?

 

Masson Altro che… io per esempio piglio sempre la via obliqua… ma io non sono ammogliato.

 

Martino Si, ma l’occasione era troppo seducente. Tu stesso hai pur visto che bella ragazza la era – ed io non so spiegarmi perchè le piacevo tanto, subito al primo sguardo. Questa è una cosa che ci adula troppo… non si è mica di acciaio… se tu l’avessi udita come mi pregava di venire al convegno e di non mancare all’ora fissata. Erano le 6, ove la spiaggia era deserta, perché i bagnanti erano a pranzo. E come si appoggiava su di me sulla panca solitaria… e come mi stringeva le mani; posando la testolina sulla mia spalla… come si fa a rimanere freddi?

 

Masson Mi vien caldo al solo udirti.

 

Martino Ciò che mi ha meravigliato si è che non ho potuto ottenere un secondo convegno. Al giorno seguente era come trasformata.

 

Masson (ammiccando) Sai perché? Allora la ebbe un altro convegno… ma con me.

 

Martino Anche con te?

 

Masson Sicuro, e di nuovo alle 6, davanti una cabina. Ma caso strano… al giorno dopo anche per me era trasformata… precisamente come con te. Dunque non occorre essere geloso.

 

Martino Geloso!… che pensiero. Per me questa storiella era bell’è terminata alla mia partenza – e mi fece l’effetto dei romanzi che si comprano nelle edicole delle stazioni – si leggono durante il viaggio ed all’arrivo si ha poi tutto scordato. Fino al giorno d’oggi non avevo più pensato a quella signorina e chi sa dove sarà adesso.

 

Masson Te lo posso dir subito io… la è a Torino.

 

Martino (colpito) Qui?

 

Masson E figurati il mio stupore quando stamane ricevetti da lei questa letterina (consegna a Martino la lettera) Ecco… si tratta di te.

 

Martino Di me? (pauroso) In che modo? (legge) "Signore, ella comprenderà come soltanto la necessità mi obbliga a pregarla di un immediato convegno. Si tratta di un grave pericolo per me e per il signor Martino Pilastrello. La prego rispondermi fermo in posta all’indirizzo. La signorina di Rimini". (disperato) Ma risuscitano forse i morti? Ne comprendi qualche cosa?

 

Masson Affatto.

 

Martino Da tale storiella, come mai può nascerne un pericolo?

 

Masson Calma, amico… quale malanno ti può mai accadere?

 

Martino Non mi conosci abbastanza… a me accade sempre qualche cosa. Non avrò un minuto di calma se prima non mi darai spiegazione su questa faccenda.

 

Masson Sta bene… scriverò oggi stesso alla signorina di Rimini… calmati pure.

 

 

Scena 8

Martino.Masson.Rosolio

 

Rosolio (da sinistra, seconda porta) Ecco, caro genero… ho riuscito di rabbonire Camilla, e adesso le signore hanno intenzione di fare una passeggiata in vettura. La miglior cosa sarebbe che voi facciate a loro compagnia.

 

Martino Ma suocero caro… ora che sono così stanco e che ho la testa piena.

 

Rosolio Non serve. Voi dovete distrarre vostra moglie per sviare i suoi pensieri… fate l’amabile… fate loro vedere le novità di Torino… ed allora la storiella verrà posta nel dimenticatoio.

 

Martino (rassegnato) Sia dunque… purché non rimango addormentato in vettura. (esce da sinistra davanti)

 

Masson Uscirò anch’io… permetta solo che tolga la sigaretta… (estrae l’astuccio)

 

Rosolio Faccia pure.

 

Masson Posso offrirne una?

 

Rosolio Non ne ha che 3 sole.

 

Masson Favorisca…

 

Rosolio E che stupendo astuccio.

 

Masson Le piace? La prego di accettarlo.

 

Rosolio (rifiutando) Le pare?

 

Masson Costumanza dei valdesi. Quando ad un amico piace qualche cosa, è suo. Se mi dice: "che bell’anello avete al dito" – prego, pigliatelo. E se dice: "che amabile suocera la vostra" – prego pigliatela. (dopo pausa) Ma nessuno se la piglia. Ed ora mi saluti la sua figlia… (vede la fotografia alla parete) tò… ecco il suo ritratto… gran bella donna… non le somiglia affatto. (indica l’altra fotografia) Oh… questa poi è ancora più graziosa… un’altra sua figliola?

 

Rosolio No, è la mia nipote.

 

Masson Mi piace assai… che bocchino… che occhi… peccato che lei non sia valdese.

 

Rosolio (confuso) Perché?

 

Masson Ella forse direbbe pure: "Prego, pigliatevela".

 

Rosolio Scusi… ma…

 

Masson Voglio dire… solo la fotografia. (sale sulla sedia per esaminare meglio il ritratto) Ecco, quando vedo una sì bella testolina, mi viene subito la febbre a 30 gradi… m’innamoro a prima vista.

 

Rosolio Cospetto… questi valdesi…

 

Masson Ma non creda mica che poi mi lasci attirare. Appena si tratta di sposarla, mi ritiro regolarmente.

 

Rosolio Sistema molto prudente.

 

Masson Ho fatto parecchie osservazioni contemplando molte coppie di sposi… e che cosa mi è risultato? Di una coppia, non era contento il marito: di un’altra, non era contenta la moglie.

 

Rosolio Sono eccezioni…

 

Masson Giustissimo… perché in maggioranza non sono contenti né l’uno né l’altra. E si è per questo che mi proposi di esaminare la questione. Non domando molto dalla mia sposa futura, ma però deve avere tre qualità: dev’essere giovane, dev’essere bella e dev’essere ricca.

 

Rosolio Desiderio molto modesto.

 

Masson E circa al suo carattere, non dev’essere dominatrice… questo non lo sopporto… ma soprattutto voglio che non sia più saggia di me.

 

Rosolio Allora non ne troverà alcune.

 

Masson Come intende dire?

 

Rosolio Intendo, che possedere tutte le qualità che ella richiede, è assai difficile trovarsi.

 

Masson Debbo cercare finché trovi… forse la sua nipote avrà questa fortuna. Ne sarei felicissimo, perché mi piace assai. E se fosse come desidero, allora le direi: "Signorina, io sono Andrea Masson, proprietario a Torre Pellice di un castello con parco di 3 ettari, di una fattoria con 150 vacche… e s’io le fossi gradito… la prego… la mi pigli".

 

 

Scena 9

Rosolio.Masson.Lucia

 

Lucia (vivace dal mezzo) Eccomi, caro zio.

 

Rosolio (abbraccia Lucia) Lucia.

 

Masson (stupito) E’ lei…

 

Rosolio (lasciandola) Sei molto gentile a venirmi trovare.

 

Masson Bella cosa essere zio…

 

Lucia (a Rosolio) Che gioia al ricevere il tuo biglietto. Lasciai ogni cosa per accorrere a te, sebbene abbia un lavoro formidabile. Figurati, fra 4 settimane avrò l’esame da maestra e si tratta di sgobbare. (vede Masson) Ma scusa, vedo che…

 

Rosolio Il signor Andrea Masson – la mia nipote.

 

Masson Signorina, poco fa già ebbi la fortuna di ammirarla.

 

Lucia (stupita) Davvero… e dove?

 

Masson Qui, dal ritratto… ma in realtà, ella mi piace assai di più.

 

Lucia (un poco imbarazzata) Oh… prego…

 

Rosolio (come scusandolo) Il signore è valdese.

 

Lucia Ah?

 

Masson Proprietario di un castello con parco di 3 ettari, e di una fattoria con 150 vacche, il tutto laggiù fra Torre e Luserna.

 

Lucia In riva al torrente Pellice.

 

Masson Precisamente.

 

Lucia La pittoresca vallata, dalla popolazione istruita, laboriosa, gentile, a piedi delle superbe alpi Cozie. Ella le avrà senza dubbio già attraversate pel sentiero che conduce in Francia?

 

Masson Già… (imbarazzato) cioè, veramente traversate, no… ma ne sentii raccontare.

 

Lucia Come?… non ha traversato il passo che conduce in 3 ore a Embrun? Ma possibile trascurare un’escursione così sublime?

 

Masson (piano a Rosolio) Questa nipotina è istruita in modo imbarazzante. (di nuovo a Lucia) Deve sapere, signorina, che vivo generalmente all’estero. Viaggio molto.

 

Lucia Ah… che bellezza.

 

Masson Tale quale mi vede, otto giorni fa stavo ancora seduto in piazza del Kedivè a prendere il gelato.

 

Lucia Ah… al Cairo… quell’Egitto… quali ricordi storici… che aria vi si va colà respirando…

 

Masson (non comprendendo) Già, un’aria piuttosto soffocante.

 

Lucia E poi le piramidi, il tempio di Sestos, le tombe dei Faraoni… avrà pur visto le mummie?

 

Masson In Egitto no… un vecchio arabo voleva condurmi a farmene vedere una, una mummia femminile di 4 mila anni; ma le confesso che le donne di tale età non m’interessano affatto.

 

Rosolio (ridendo) Davvero?

 

Lucia Avrà pure visitato il Marocco?

 

Masson Senza dubbio.

 

Lucia Sa… per quel paese m’interesso in modo speciale. I pescatori di perle, i tessitori di tappeti, i narratori di fiabe che improvvisano in versi… ma se avranno ancora occasione di rivederci, allora sul Marocco, ella dovrà raccontarmi di molto.

 

Masson Volentieri. (a Rosolio) Prima mi occorrerà fare un corso preparatorio. Istruita in modo inquietante, questa nipotina.

 

Lucia Ella, signor Masson, si meraviglierà forse delle mie domande ma questo è sempre stato il mio difetto. Sai, zio, quanto un giorno avrò un marito col quale potrò viaggiare, egli dovrà condurmi in ogni luogo, mostrarmi quanto vi è d’interessante… i musei, i palazzi, i monumenti… e raccontarmi in modo preciso la storia di ogni quadro e di ogni statua.

 

Masson a, signorina, allora dovrebbe sposarsi un qualche cicerone.

 

Lucia (ride) Signor Masson… (va in fondo a deporre cappellino ecc.)

 

Masson (a Rosolio) Caro signore, me ne spiace assai, ma debbo rinunciare al mio progetto. La sua nipotina è un’incantevole fanciulla, ma non adempie alla condizione essenziale… temo sia molto più giudiziosa di me. (congedandosi) Signor zio… signorina… (fra sé, uscendo) E’ strano… più giudiziosa di me… non l’avrei creduto cosa possibile. (via dal mezzo)

 

 

Lucia Senti, questo signore (imitando Masson) col suo castello di 3 ettari, colla sua fattoria di 150 vacche… è molto originale.

 

Rosolio Non ridere, perché ha delle intenzioni serie. Si era di già innamorato del tuo ritratto.

 

Lucia (ridendo) Davvero!… e dopo che mi vide in realtà, lo era ancora?

 

Rosolio No, perché gli sei troppo sapiente.

 

Lucia Già adesso? Venga allora da qui a due mesi, quando avrò in tasca la patente di maestra.

 

Rosolio Ma che bisogno d’imagazinare in testa tanta saccenteria?

 

Lucia Caro zio, una povera ragazza n’è bene obbligata.

 

Rosolio Via, mi permetterai bene a sempre provvedere alla mia nipotina… oppure non vuoi forse che ti mandi più nulla in avvenire?

 

Lucia Manda sempre, zio mio… più manderai e meglio sarà. Ma con tutto questo voglio anche guadagnarmi da me stessa qualche cosa.

 

Rosolio Sciocchezze… tanto io come la zia, avremo sempre cura di te.

 

Lucia Ma dov’è la zia?

 

Rosolio E’ uscita in vettura con Camilla e Martino… per una passeggiatina.

 

 

Scena 10

Rosolio.Lucia.Camilla.Matilde.Martino

 

Camilla (eccitata dal mezzo) Questo è troppo! Passa ogni misura!

 

Rosolio Che cos’hai?

 

Camilla Da mio marito ne ho già passate di ogni colore, ma adesso la pazienza è esaurita.

 

Lucia Sei fuori di te…

 

Rosolio Che cosa ha di nuovo fatto quel disgraziato?

 

Matilde (sbuffando, dal mezzo) Placido… se tu sapessi…

 

Camilla E vederlo cogli occhi stessi…

 

Matilde E pubblicamente…

 

Rosolio Ma che cosa… dove?

 

Matilde In corso Vittorio.

 

Camilla Che uomo… che uomo…

 

Matilde E’ incredibile…

 

Martino (dal mezzo, affranto, col fazzoletto in mano)

 

Rosolio Eccolo… ne saprò finalmente qualche cosa.

 

Martino (avanza vacillante)

 

Rosolio (a Martino) Cos’è successo… parlate dunque.

 

Martino (fa un cenno disperato, come volendo dire che tutto è finito)

 

Matilde (avvicinandosi a Martino, severa) Sicuro, parlate.

 

Camilla (dall’altra, pure avvicinandoglisi) Tenta almeno una qualche scusa.

 

Matilde Oppure una spiegazione.

 

Camilla Parla dunque

 

Martino (con disperazione cade sulla sedia) E’ finita!

 

Rosolio Per Dio, voglio infine sapere…

 

Lucia Che mai può essere stato?

 

Camilla Dunque, noi si percorreva il corso Vittorio…

 

Matilde Io m’informava da Martino, che cosa ci fosse di nuovo ed egli mi domandava se avevamo già veduto i nuovi quadri cinematografici. Gli risposi di no…

 

Camilla E lui ci condusse al cinema, trattandosi appunto di quadri nuovi.

 

Matilde Prendiamo posto… si fa scuro…

 

Camilla E la rappresentazione incomincia.

 

Matilde Circa i primi numeri del programma, non c’era niente a ridire…

 

Camilla (estrae di tasca il programma e legge) "Arrivo del treno" – "Ragazzi giocolieri" – "Rovina di un muro" – "Esercizi di ginnastica" – "Ricevimento dello Zar a Parigi".

 

Matilde Tutti quadri interessantissimi.

 

Camilla Ma poi… poi… il numero sei!

 

Matilde Placido, poi abbiamo assistito ad una scena, una scena… no, questa non ho il coraggio di raccontarla… se ci penso, divento rossa di vergogna… è semplicemente indegno. (esce dal fondo da sinistra)

 

Lucia (segue Matilde calmandola) Ma zia… (la segue)

 

Rosolio (fra sé, con cupidigia) Una scena di cui mia moglie diviene rossa di vergogna… andrò anch’io a vederla. (a Camilla) Insomma si può sapere?

 

Camilla Ecco… (gli dà il programma) Numero sei.

 

Rosolio (ridendo) "Sulla spiaggia di Rimini"?

 

Martino (lamentevole) Già… di Rimini.

 

Rosolio M’immagino una qualche piccante scenetta?

 

Camilla Più di quanto puoi immaginare. Ebbe principio con un quadro innocente a cui ne provai grande piacere… il mare al raggio di sole… le onde spumanti… un paio di gabbiani svolazzanti… una panca deserta sulla spiaggia… un vero idillio. D’un tratto giunge una signorina… che si guarda attorno, come aspettasse qualcuno… e siede sulla panca.

 

Rosolio Oh!

 

Camilla Appare un signore…

 

Rosolio Già mi pareva, era l’atteso.

 

Camilla Vestito con civetteria, abito bianco… berrettino… Prima volta la schiena agli spettatori… adesso s’accorge della signorina e con le braccia allargate accorre verso di essa, e noi lo si vede finalmente in viso… e chi è costui?…. mio marito!

 

Rosolio (inorridito) Voi… Martino?

 

Martino (come sopra) E’ finita.

 

Rosolio Sentite, genero…

 

Camilla Già… se con questo la fosse terminata…

 

Rosolio C’è dell’altro? Si vede ancora d’altro sul quadro?

 

Camilla Sicuro. Si vide poi la coppia seduta sulla panca… essa teneramente appoggiandosi a lui, afferrandogli le mani e piegando la testa sulla sua spalla…

 

Rosolio (a Martino) E glie lo avete permesso?

 

Camilla … e facendole una faccia da gatto innamorato. Poi le avvicinò la testa, appuntando le labbra…

 

Rosolio E… e poi?

 

Camilla E poi l’apparato si chiuse.

 

Martino Meno male.

 

Rosolio Pare che si chiudesse a tempo.

 

Camilla Dunque a mezzo del cinema vengo a sapere che razza d’affari mio marito andava facendo a Rimini.

 

Martino Iettatura simile è unica al mondo.

 

Camilla A me scrisse di essere malato e di non potersi muovere. Adesso invece ho visto che purtroppo ti movesti.

 

Martino Ma Camilla…

 

Camilla (inviperita) Taci.

 

Rosolio (a Martino) Credo anch’io, che il meglio sia di tacere.

 

Camilla E quando allora, io voleva accorrere a Rimini, lui me ne dissuase subito per telegrafo. E’ naturale… io non doveva disturbargli l’incantevole romanzo.

 

Martino Ma se ti assicuro che non è il caso di parlare di un romanzo. E’ stato l’unico convegno in vita mia.

 

Camilla Già… gli altri non furono cinematografati.

 

Martino Ti do la mia parola, che fra me e la signorina, non accadde la menoma infrazione.

 

Camilla Te lo debbo credere, mentre vidi che hai puntate le labbra al bacio?

 

Martino Ma al bacio non sono affatto arrivato.

 

Camilla Ora puoi dirlo, poiché l’apparato non ha abboccato.

 

Martino Ma Camilla, non ho abboccato neppur io. Mi tolsi il berretto e mi congedai… essa si diresse a destra ed io a sinistra… e con questo, è stata finita.

 

Rosolio Sentite… ciò mi pare un pochino inverosimile. Per fare questo, non si va a convegno su di una panca solitaria.

 

Camilla Santo Dio, non è che pretenda di avere un marito migliore degli altri, ché non valgono un bottone, nessuno eccettuato…

 

Rosolio (a Martino) Dice bene.

 

Camilla … e delle menzogne, dei vizi, ne hanno tutti quanti…

 

Rosolio (di nuovo a Martino) Dice bene… (a Camilla) Cioè, vi sono delle eccezioni.

 

Camilla Ma almeno gli altri uomini hanno dei riguardi verso le mogli, e non portano le loro follie in piazza. Il mio invece fa manovellare le sue avventure sulle pellicole… si espone pubblicamente in corso Vittorio, facendosi vedere da quadro vivente per 50 centesimi d’ingresso.

 

Rosolio (leggendo il programma) Ragazzi e militari perfino a metà prezzo.

 

Camilla Questo non lo sopporto più. (via)

 

Martino (supplicando) Camilla…

 

Rosolio Ma, disgraziato, come mai vi venne in capo a condurre colà vostra moglie?

 

Martino Avevo le migliori intenzioni… ero così stanco e poiché le sale sono sempre scure, pensavo che forse potevo fare un sonnellino.

 

Rosolio Non capisco come mai, con simile rimorso, possiate ancora pensare a dormire.

 

Martino Ma suocero mio, siate umano. Eravate giovane anche voi. Non avete mai avuto in vita una qualche segreta avventura?

 

Rosolio Su ciò ricuso a deporre… ma ad ogni modo non mi sono mai lasciato cinematografare.

 

Martino Ma l’operatore non l’ho mica ordinato io.

 

Rosolio Dovevate essere più prudente.

 

Martino Che cosa doveva farci? Ad un simile convegno non si può applicare l’avviso. Riproduzione vietata…

 

Rosolio Non sarebbe stato in soprabondanza.

 

 

Scena 11

Rosolio.Martino.Masson

 

Masson (presto dal mezzo) Martino… ippopotamo… sai la novità? Tu sei esposto al cinema.

 

Martino (inviperito) So.

 

Masson Ho riso tanto… tanto.

 

Martino Hai riso… non ti comprendo…

 

Masson Ma sicuro… e se vengo qui da te, è solo per avvisarti di non lasciar vedere a nessun costo lo schermo a tua moglie.

 

Rosolio Lo ha già visto.

 

Masson Possibile!… chi è stato l’imbecille che l’introdusse al cinema?

 

Rosolio (indica Martino) Lui!

 

Masson Come… tu stesso?

 

Martino Già… Martino il disgraziato! Ma non bastava… condussi insieme la suocera… è il colmo!

 

(sipario)

 

Atto 2

 

(Stesso scenario)

 

 

Scena 1

Martino poi Barbara

 

Martino (dal mezzo sulla punta dei piedi s’appressa a prima porta di sinistra, restando in ascolto) Silenzio assoluto… essa non è ancora alzata… ma quando poi si alzerà… che mai sarà? E come non bastasse, sono tutto curvo e rattrappito… è la seconda notte insonne… tante grazie.

 

Barbara (dal mezzo con vassoio e tazze. Durante il dialogo apparecchia a sinistra) Buon giorno, signor Pilastrello.

 

Martino Dite, barbara… ieri sera che fece mia moglie?

 

Barbara Scrisse una lettera che ancora alle undici dovetti impostare.

 

Martino A chi era diretta? Ne avrete ben letto l’indirizzo?

 

Barbara Credo all’avvocato Picello. (finisce di apparecchiare, e via).

 

Martino (f.s.) All’avvocato? Eterni Dei… che pensi sul serio al divorzio?

 

 

Scena 2

Martino,Rosolio (da destra)

 

Rosolio I miei complimenti, caro genero… il letto nella camera dei forestieri era proprio eccellente.

 

Martino Già, voi ci stavate a meraviglia… mentre io l’esiliato ho dovuto coricarmi in soffitta su di un sofà come questo… (mostrandone uno piccolo) rotolato come un riccio. E intanto il mio comodo letto era vuoto.

 

Rosolio Come vuoto? C’era dentro mia moglie.

 

Martino La cara suocera nel mio letto… che bellezza.

 

 

Rosolio L’avevo mandata io a Camilla, acciocché la consolasse. Essa era fuori di sé… ma c’è da meravigliarsi? Quando un marito cerca il mezzo per rendersi pubblicamente notorio?

 

Martino Ricominciate anche voi?

 

Rosolio E poi… che contegno pauroso voi adottaste davanti la moglie! E’ stata la rovina. In tali casi, si trova invece un qualche pretesto… una scusa per giustificarsi.

 

Martino Quando la prova mi condanna…

 

Rosolio Ché, ché… l’uomo inventivo sa sbrogliarsene. Ma occorre essere audace.

 

 

Scena 3

Martino.Rosolio.Matilde

 

Matilde (sordamente) Buon giorno.

 

Rosolio Già alzata, Matilde?

 

Martino (con affezione esagerata, le stende la mano) Ah, mammina, siete qui?

 

Matilde (truce, senza toccargli la mano) Buon giorno.

 

Martino (guardandosi la mano respinta) Tò…

 

Rosolio Riposasti bene?

 

Matilde Il letto era buonissimo cosicché dormii meravigliosamente.

 

Martino Sfido io.

 

Matilde (e Martino, con severità) E voi?

 

Martino Oimè… non ho dormito affatto.

 

Matilde Ne siete abituato.

 

Martino Avete almeno consigliato mia moglie in mio favore?

 

 

Matilde No… m’intrometto mai fra moglie e marito. Del resto le ho semplicemente detto: "Cara figlia, ciò che ti rimane a farsi, lo devi sapere tu stessa. Ma se fosse successo a me, scriverei subito all’avvocato rimettendo ogni cosa nelle sue mani.

 

Martino Grazie, mammina.

 

Rosolio Ma Matilde, non dobbiamo poi usargli tanta severità… lo sappiamo che è birbone spensierato, ma in fin dei conti, ci sono anche delle discolpe.

 

Martino (zelante) Giustissimo. (dopo avere riflettuto) Quali sarebbero?

 

Matilde (severa) Vorrei conoscerle anch’io.

 

Rosolio Noi sapevamo benissimo che egli da scapolo faceva vita spensierata…

 

Matilde Ma dal giorno che l’uomo prende moglie, dove trasformarsi.

 

Rosolio Se così potesse succedere! Ma a data precisa il carattere non può immediatamente mutare. E’ la stessa cosa come… come… via, come in primavera. Sai, quando al 21 marzo la birraria Basio mette fuori dei leandri con la cartella: "Apertura del giardino" – con questo, l’inverno non si trasforma ancora in estate. E quando il sindaco unisce in matrimonio due persone… con questo, lo scapolo non si trasforma ancora nel marito.

 

Martino (stringendo la mano a Rosolio) Suocero, voi parlate come un libro… adesso già mi sento di essere innocente.

 

Rosolio Penso che a ciascun bisogna dar tempo a trasformarsi.

 

Matilde Via, se vostro genero va trasformandosi in tal modo, ne vedremo ancora delle carine.

 

 

Scena 4

Martino.Rosolio.Matilde.Camilla

 

Camilla (con tristezza) Buon giorno, babbo.

 

Rosolio Tesor mio… così pallida?

 

Camilla Lascia pure… (s’appressa al tavolo da caffè)

 

Martino (cercando invano di farsi osservare) Buon dì, Camilla… buon dì… non mi guarda neanche.

 

Camilla Cari genitori, vogliamo far colazione?

 

Rosolio (andando al tavolo) Sicuro, ho già un appetito da lupo. (siede)

 

Camilla (a Matilde) Quanti pezzetti di zucchero?

 

Matilde (siede al tavolo) Lasciami fare… (versa nelle tazze)

 

Martino (ritto in disparte) Neppure io presi ancora il caffè.

 

Camilla Eccoti babbo, del miele fresco di Pragelato.

 

Rosolio Quanta attenzione… perfino del miele…

 

Martino (f.s.) Ne mangerei anch’io volentieri.

 

Rosolio Mangiamo dunque lietamente.

 

Martino (avanzando timidamente) Posso anch’io pregarvi di una tazza? (siede al tavolo)

 

Camilla (alzandosi) Cari genitori, non fatemi il broncio, ma vado a far colazione in camera.

 

Martino Via… se ti scaccio, posso anche prendere il caffè in qualche altro posticino. (piglia la tazza con le due mani e si alza) Dunque anche divisione di tavola. (con la tazza va sedersi sul gradino del balcone).

 

Matilde E che burro buono… nella nostra fattoria, non ne abbiamo del migliore.

 

Rosolio (compassionando Martino) Povero diavolo! (prende un panino butterato e s’avvicina a Martino) Sst, Martino… (gli offre segretamente il panino) Tò…

 

Martino (prendendolo) Che Dio ve lo rimuneri. Ecco almeno un’anima pietosa.

 

Matilde (con severità) Placido, non vorresti rimanere con noi?

 

 

Rosolio Care mie, questo assolutamente non può durare. Guardatelo là sul giardino come un poverello… non ci troverà neppur gusto a mangiare.

 

Martino (che aveva messo il pane nella tazza, sta ora abboccando)

 

Matilde Vorresti forse ancora difenderlo, il nostro signor genero?

 

Rosolio Non dico questo… ma in fin dei conti bisogna pure concludere col perdono.

 

Camilla Sicuro, dal momento che è colpevole.

 

Matilde (a Rosolio) Figurati se cosa simile, ti fosse capitata con me?

 

Rosolio Come con te?

 

Matilde Mettiamo il caso che noi due fossimo ieri andati al cinema, e che al numero sei, fossi stata seduta sulla panca ed avessi dato un convegno ad un qualche adoratore…

 

Rosolio Questo… non poteva darsi!

 

Matilde Placido!

 

Rosolio Intendo dire… coi tuoi principi, non si sarebbe giunti a tale situazione.

 

Camilla Cari miei, non impensieritevi per me, poiché ho già deciso sul da farsi… e adesso mi occorre solo parlare (indica Martino) col signore.

 

Martino Con me? Ma volentieri, cara Camilla. (avanza con la tazza, deponendola)

 

Rosolio Ma mi raccomando, non tanta severità.

 

Matilde Placido, tu non immischiartene… non mi immischio neppur io. (piano a Camilla) Sai, se costui fosse mio marito, approfitterei di quest’ora per farmi raddoppiare l’importo della spesa mensile. (via)

 

Rosolio (a Martino, dall’altra) Ed ora arditezza ed audacia.

 

Martino Sicuro, l’audacia sarà la miglior difesa.

 

Rosolio Ma è pronta la scusa?

 

Martino Lo spero… vedrete che me la cavo.

 

Rosolio Sarebbe una bella cosa… mi direte poi quale scusa avete trovato… forse potrà un giorno anche servire a me, quando non riuscissi più con quella del cav. Garofano… non si sa mai… (esce da sinistra prima porta)

 

 

Scena 5

Martino.Camilla

 

Camilla A noi due.

 

Martino (f.s.) Il cielo me la mandi buona.

 

Camilla Hai avuto tempo di raccogliere i tuoi pensieri. Ora sono curiosa, ciò che puoi dirmi in tua difesa.

 

Martino (con slancio) Cara Camilla, ti sbagli… non occorre affatto a difendermi. Al contrario, debbo accusarti.

 

Camilla (perplessa) Come?

 

Martino Già, perché hai ingiustamente offeso il tuo buon marito.

 

Camilla E ardisci ancora sostenerlo, in presenza di quel quadro?

 

Martino Ma che cosa prova il quadro?

 

Camilla Niente altro che mi hai vergognosamente aggirata e che davanti a tutti mi trovo compromessa, quale moglie ingannata.

 

Martino Non sei affatto compromessa.

 

Camilla Senti, le tue parole mi ammutoliscono. A momenti neghi di essere tu su quello schermo?

 

Martino Non lo nego.

 

Camilla Ebbene… il convegno c’è stato, si o no?

 

Martino Sì… ma chi ti dice che sia stato durante il nostro connubio?

 

Camilla (perplesso) Che vuoi dire?

 

Martino I miei viaggi a Napoli li ho ben fatti annualmente per rappresentare la ditta Orlandi. E già fino d’allora ritornai per la linea di Rimini.

 

Camilla (pensierosa) E’ giusto…

 

Martino (trionfante) Sono quindi stato a Rimini prima del nostro matrimonio… e chi dunque può affermare che quel convegno abbia avuto luogo dopo?

 

Camilla (diffidente) Già… intendo…

 

Martino La data non venne mica cinematografata.

 

Camilla La trovata è graziosa.

 

Martino Nevvero? (correggendosi) Cioè, come sarebbe a dire la trovata?

 

Camilla Peccato che tu abbia sorvolato un inezia. Ti ricordi ancora il giorno del nostro matrimonio?

 

Martino Naturalmente… era il più bel giorno della mia vita, il 24 Marzo 1894.

 

Camilla Esattissimo… e vedi un po’… allora il cinematografo non era ancora inventato.

 

Martino (spaventato) No?

 

Camilla Lo è stato solo da due anni.

 

Martino (f.s.) Capita solo a me… non ci avevo pensato.

 

Camilla Ti sei sposato troppo presto… dovevi aspettare che l’invenzione fosse adottata. Con tale scusa sei definitivamente disgraziato.

 

Martino (f.s.) Pare anche a me.

 

Camilla E ciò che mi eccita maggiormente è la tua sfrontatezza.

 

Martino (f.s.) Consiglio dello suocero.

 

Camilla Almeno se tu mi avessi dimostrato un sincero pentimento.

 

Martino Ma Camilla, questo te lo posso ancora dimostrare.

 

Camilla Non affaticarti… oramai è cosa esaurita.

 

Martino Vedi… ci sono pure delle discolpe. L’anno 1894…

 

Camilla Via, lascia andare…

 

Martino …era per me troppo presto per ammogliarmi… lo scapolo spensierato mi folleggiava ancora in corpo. Chi mai può trasformarsi così d’un colpo? E’ la stessa cosa come la primavera. Se il sindaco mette fuori i leandri nel giardino… non è una ragione che il sindaco divenga un marito, cioè, voglio dire… Dio mio… com’è quella storia?

 

Camilla Non ti capisco.

 

Martino Neppur io… ma è così… domandalo al babbo… in poche parole, vi sono delle circostanze.

 

Camilla Dal momento che ti sei reso pubblicamente spergiuro e ridicolo, non ce ne sono. Hai visto tu stesso ieri, come con la tua tenera attitudine, tutti hanno riso… e quando hai puntato le labbra per il bacio, si sono messi a gridare. E questo ridicolo ci perseguiterà ovunque noi si andasse. Sei diventato una personalità popolare, una figura allegra… e puoi andarne fiero.

 

Martino Ma che la pellicola debba subito sparire, è cosa intesa. Le trattative coll’impresario le ho di già avviate. E dal momento che tu credi che il mondo trova il quadro tanto comico… perché vuoi tu prendere la cosa in modo tragico? Ridi tu pure.

 

Camilla Non augurarlo… perché se riderò sul tuo conto… (s’avvia al balcone, sedendo) allora…

 

Martino Vedi, Camilla, in una grande città tutto si scorda presto. Il meglio sarà di fare un bel viaggetto… (le siede accanto)… per esempio a Parigi… te lo sei desiderato da lungo tempo… colà più nulla ti ricorda di quella stupidaggine… (avvicinandosi sempre più) …e quando poi saremo sempre insieme tutti due soli… allora dimenticherai e perdonerai. (le s’inginocchia davanti allargando le braccia) Camilla…

 

Camilla (che gli volse le spalle, ora lo guarda) Martino… (prorompe in riso).

 

Martino (lasciando pendere le braccia) Cos’hai?

 

Camilla (tiene ferme le braccia nella posizione allargata) Lascia, lascia… è la precisa posizione di ieri sulla tela. (alzandosi e ridendo) Non avertela a male… ma ti seri reso impossibile. (esce ridendo, da sinistra prima porta)

 

Martino (ancora in ginocchioni, la guarda confusamente, poi inviperito) Doveva proprio scegliermi quella posizione… (si alza impensierito) …adesso mi ha deriso… ora la è finita. Dinanzi a lei, non sono più suo marito, ma il comico Pilastrello. Se un giorno m’incontrassi con quel briccone dell’Edison.

 

 

Scena 6

Martino.Barbara poi Busca

 

Barbara (dal mezzo) Di fuori c’è l’Edison.

 

Martino Chi?… Siete pazza?

 

Barbara (dandogli il biglietto di visita) Ma… qui sta scritto così.

 

Martino (legge) "Cinema Edison, rappresentato a Torino da G. Busca" (va a porta di mezzo) Avanti.

 

Busca (dal mezzo) Servo.

 

Barbara (via)

 

Busca Ieri ella è stato in ufficio, e sono spiacente che sia stato assente.

 

Martino S’accomodi.

 

Busca Grazie… (guardando Martino) Ma, scusi, non ebbi già prima d’ora l’onore di vederla?

 

Martino Per quanto sappia…

 

Busca Giurerei di averla già veduto. (fissandolo) Mi pare una fisionomia così nota… dove mai?… Ah, ci sono… ella è il mio numero sei… adesso la riconosco.

 

Martino Ecco… debbo appunto parlarle di questo.

 

Busca Non sapeva affatto che il mio numero sei abitasse a Torino. Pare che ella sia qui molto conosciuto.

 

Martino Purtroppo.

 

Busca Finalmente mi spiego il grande interesse di questo numero… è un successo enorme.

 

Martino E lei crede che io permetta una cosa simile?

 

Busca E’ una fatalità… ma intanto…

 

Martino Intanto domando che da oggi stesso, il mio quadro sparisca.

 

Busca Ma, scusi, signor Pilastrello…

 

Martino E qualora lei si rifiutasse, provvederò in via legale.

 

Busca Ma senta… dal momento che quella scena a Rimini venne pubblicamente eseguita, così abbiamo anche il diritto…

 

Martino Non lo ha… la scena è di mia proprietà… quindi mi rivolgerò immediatamente al mio avvocato.

 

Busca Dubito che ci riesca.

 

Martino E’ ciò che vedremo… ricorrerò in tribunale.

 

Busca Se lo vuole… ma con tale atto renderà la sua situazione ancora peggiore. La storiella verrà riferita sui giornali… tutta Torino verrà a saperlo… tutti accorreranno per vederla e le rappresentazioni avranno numerose repliche.

 

Martino Ma pensi alla mia situazione…

 

Busca Ne sono dolentissimo, ma rifletta che sono un uomo d’affari… e che la mia perdita non sarebbe certamente insignificante.

 

Martino Bene… allora le rimborserò la perdita. Dunque, quanto pretende d’indennizzo?

 

Busca E’ naturale che non il caso di parlare di una cifra modesta, essendone grande il successo.

 

Martino Ma fissi il compenso.

 

Busca Veramente non occorre che spariscano le scene della spiaggia, poiché possediamo delle altre pellicole di Rimini.

 

Martino Bene; allora formuli la sua tassa e me ne mandi la notizia nel mio ufficio. E sarò poi sicuro che non venga un altro impresario ad esporre la stessa tela?

 

Busca Può esserne sicuro… le nostre pellicole non possono essere utilizzate da altri, essendo ella legalmente protetto. Per Torino glielo garantisco.

 

Martino E fuori?

 

Busca (stringendo le spalle) Fuori… è un’altra cosa. Noi formiamo una società che tiene ovunque i suoi agenti… e ben inteso lavoriamo tutti con lo stesso materiale. Noi visitiamo le città principali… e…

 

Martino E’ stupenda… sono dunque diventato un oggetto espositivo?

 

Busca Via, non è poi un gran malanno. E poi nelle altre città non sarà mica tanto popolare come a Torino. Dunque a rivederla… (esce dal mezzo)

 

Martino (disperato) Questa faccenda verrà a costarmi un mucchio di quattrini… ma almeno non sentirò più a parlare del maledetto cinematografo. La sola parola mi rende nervoso.

 

 

Scena 7

Martino.Lucia

 

Lucia (dal mezzo) Che piacere, caro Martino, di trovarti solo… vorrei farti una domanda.

 

Martino Che cosa piccina mia?

 

Lucia Che significa la storia di ieri del cinematografo?

 

Martino Ne cominci anche tu?

 

Lucia Camilla non voleva dirmi ciò che vide sulla tela… forse me lo dirai tu stesso.

 

Martino Non ci penso affatto… lasciami in pace.

 

Lucia Come sei di cattivo umore… (via da sinistra seconda porta)

 

Martino (arrabbiato) Pare che tutti non parlino d’altro.

 

 

Scena 8

Martino.Barbara.Albani

 

Barbara (dal mezzo) Signor padrone c’è il suo contabile. (sparecchia la tavola)

 

Martino Venga. (incontrando Albani) Che cosa c’è di nuovo?

 

Albani La corrispondenza di stamane.

 

Martino Già… stamane sono in ritardo. Ringrazio il cielo di passare ad altri pensieri.

 

Albani C’è pure una lettera di casa Ribonet, che per svista abbiamo aperta.

 

Martino Sarà l’avviso della spedizione. (apre e legge) "Caro signor Pilastrello, dovete subito recarvi a Parigi… (a Albani) Tò… e perché?

 

Albani (alza le spalle sorridendo)

 

Martino (seguitando la lettura) …nel cinema di Boulevard stanno rappresentando il vostro quadro". Dunque anche a Parigi? A momenti divento una celebrità mondiale. (a Albani) E dovevate proprio aprire questa lettera…

 

Albani Tanto noi dell’ufficio lo sapevamo di già. Ci siamo recati tutti al cinema. (esce di mezzo)

 

Martino (inviperito) E’ inaudito.

 

Barbara Signor padrone… avrei un favore a chiederle. Non potrebbe regalarmi un biglietto?

 

Martino Che biglietto?

 

Barbara Al cinema in corso Vittorio, dove lei vi prende parte.

 

Martino Da dove lo sapete?

Barbara Me lo disse il macellaio che ci è andato ieri. Dice che lei è molto rassomigliante e che lo riconobbe al primo sguardo. (esce con le tazze)

 

Martino Ne ho davvero abbastanza. Se mi viene ancora un altro fra i piedi con quel… non oso neanche più proferire quella parola

 

 

Scena 9

Martino.Rosolio

 

Rosolio (di mezzo) Ebbene, caro Martino, come stiamo col cinematografo?

 

Martino (disperato) Ci – ne – ma – to – venite anche voi con quella maledetta parola?

 

Rosolio La cameriera mi disse che avete parlato coll’impresario.

 

Martino Si… ma adesso non voglio sentirne a parlare… vado in ufficio a sotterrarmi nel lavoro. (esce)

 

Rosolio Un simile disgraziato non l’ho mai visto.

 

 

Scena 10

Rosolio.Masson

 

Masson (eccitato dal mezzo, con in mano alcuni fiori) Martino… caro Martino… ma dov’è? Forse già uscito?

 

Rosolio E’ di là in ufficio.

 

Masson Allora, per favore, gli dica che debbo parlargli, circa il cinema.

 

Rosolio Glielo dica piuttosto lei… può essere certo di una benevole accoglienza.

 

Masson Ho a dirgli una grande novità… ma ce n’è una anche per lei. (porgendogli la mano). Prendete.

 

Rosolio (osservando la mano vuota) Che cosa ho da prendere?

 

Masson La mia mano.

 

Rosolio (glie la stringe) Grazie… e poi?

 

Masson Vede… le avevo fatto la attristante partecipazione, che non poteva sposare la piccola nipotina… ma mi sono sbagliato. La è troppo graziosa… perciò me la sposo.

 

Rosolio Malgrado le sue deficienze?

 

Masson Ebbene sì… mia moglie doveva essere giovane, bella e ricca… e sua nipote è soltanto giovane e bella. Ma, non importa… io ho un castello con parco di 3 ettari… una…

 

Rosolio (seguitando) Una fattoria con 120 vacche…

 

Masson (correggendo) 150… 150 sono le mie vacche… ed ho denaro sufficiente per mantenere tre donne in una sola volta. Se poi essa è più saccente di me, posso sempre imparare del nuovo… e già cominciai fin da oggi. Ieri avrei dovuto raccontare alla nipote circa il Marocco… e adesso sono pienamente istruito. (come recitando) "Il Marocco è uno stato di 8 milioni di abitanti, in parte cristiani e in parte maomettani… Nell’anno 712 venne sottomesso al dominio degli arabi, ma dopo un secolo riacquistò la libertà sotto il valoroso sultano Abrakan". Che ne dice?

 

Rosolio Sono di stucco.

 

Masson Già… circa l’erudizione, ora sono senza inquietudine. Purché acconsenta alle altre condizioni.

 

Rosolio Ah… me ne ricordo… non deve essere dominatrice?

 

Masson A nessun patto. Nel connubio domando piena libertà… soltanto in allora è piacevole il connubio, nevvero?

 

Rosolio E’ comodissimo, lo credo anch’io… purché la donna voglia acconsentire.

 

Masson Lo deve, altrimenti non posso sposarla.

 

 

Scena 11

Rosolio.Masson.Lucia

 

Lucia (a Rosolio) Ma zio… che cosa significa? Camilla sta facendo le valigie e intende partire per la fattoria col primo treno.

 

Rosolio E’ un’assurdità… vado tosto a dissuaderla. Scusi, signor Masson che debba lasciarlo solo con la nipote.

 

Masson Anzi, questo glie lo perdono volentieri.

 

Rosolio (esce da sinistra prima porta)

 

Masson (consegnando i fiori a Lucia) Signorina, posso offrirle?

 

Lucia Per me?… ma, non so proprio…

 

Masson Prego…

 

Lucia Lei è molto amabile… ma credevo che mi avesse già dimenticato. (mette i fiori in un vaso, voltando le spalle a Masson)

 

Masson Al contrario… deploro soltanto di non poterle offrire dei fiori più belli. Se invece abitassimo per esempio al Marocco… (vedendo che Lucia non gli fa attenzione, legge affrettatamente sul polsino). Le piante del Marocco sono lussurianti… colà fioriscono le palme, i fichi, i banani, gli aranci e…

 

Lucia (si volgestupita) E?

 

Masson (abbassando subito il braccio) E… altre piante ancora.

 

Lucia Come dev’esser bello nel sud. E’ anche stato in Sicilia?

 

Masson (confuso) In Sicilia… senza dubbio.

 

Lucia Ah… della Sicilia, lei dovrà raccontarmi dettagliatamente.

 

Masson Bene… ma soltanto per domani… restiamo oggi al Marocco… poiché ella s’interessa di tal paese.

 

Lucia Allora avrà rinfrescato i suoi ricordi?

 

Masson Già… rinfrescamento fondamentale.

 

Lucia Ma perché lambiccarsi tanto il cervello?

 

Masson Glie lo dirò subito. Ecco… se m’imbatto in una signorina allora mi pare sempre come dalle sue labbra le uscisse la domanda: "Questo signor Andrea Masson è un uomo ricco, indipendente, bello… (dopo pausa) Come dice?

 

Lucia (sorridendo) Non la ho contraddetto.

 

Masson Grazie. (seguita) …"perché non si è ancora recato a Torre Pellice per dire al ministro: reverendo, voglio ammogliarmi, quindi favorisca di sposarci. Che cosa aspetta ancora questo Masson?" Nevvero, è precisamente quanto, ella ha pensato?

 

Lucia Finora no… ma trovo cosa naturale che lei sia ancora scapolo… ella ha bisogno di godere per qualche anno della sua vita indipendente e non privarsi della libertà.

 

Masson Ella mi ha compresa… grazie. Ma si è appunto ciò che desidero da lei sapere: è poi necessario di rinunciare alla propria libertà, quando si è ammogliato? Non si può unire la libertà col connubio?

 

Lucia Non comprendo… quando l’uomo s’ammoglia, allora non appartiene più a sé… ma bensì alla sua compagna.

 

Masson Sta bene… ma solo di quando in quando. E poi se la moglie è ragionevole e non dominatrice…

 

Lucia Eppure, se il marito le vuol bene, s’adatterà di lasciarsi anche dominare.

 

Masson Certo che le vorrà bene… e se torna in casa, sarà certamente pieno di tenerezze… ma solo "quando" egli torna.

 

Lucia E la moglie dovrebbe contentarsi nel solo caso che torni in casa? Ella ha delle massime singolari.

 

Masson Via, ammogliandosi, lo si fa per solo diletto, ma non per essere prigioniero. E pur essendo vincolati, le catene che ci legano, devono essere catene di rose.

 

Lucia Già… per strapparle più facilmente. Ma io, se un giorno prendessi marito, vorrei che lui non debba conoscere altro diletto, che con me. Solo a motivo dei suoi affari potrebbe assentarsi, ma in tal caso dovrebbe al più presto ritornare al focolare.

 

Masson Ma signorina, allora il marito diventa un topolino domestico… e lei crede che si lascierebbe indurre a ciò?

 

Lucia Se mi ama, farà volentieri la mia volontà.

 

Masson Lei parla della "sua" volontà… ma pure è noto il detto: egli sia il tuo signore.

 

Lucia Già, si dice: "egli sia" – ma che un marito lo sia già stato… questo ne dubito.

 

Masson Meglio… così sarò il primo.

 

Lucia E’ quanto vedremo. (s’avvia a sinistra)

 

Masson Sicuro, è quanto vedremo. (s’avvia a destra)

 

Lucia (con altra intonazione, volgendosi a lui) Ma… signor Masson, perché mai stiamo a leticare? Non siamo mica fidanzati.

 

Masson Giustissimo… e intanto noi si sta a leticare come già fossimo da tempo in felice connubio.

 

 

Scena 12

Masson.Lucia.Rosolio

 

Rosolio (dal mezzo, con cappello e bastone che depone sulla sedia di sinistra, presso la porta di mezzo)

 

Lucia (incontrando Rosolio) Caro zio, tuo amico Masson è una gentilissima persona, ma se un giorno mi succedesse di prender marito… con lui, a nessun patto. Le sue massime sono troppo… valdesi. (via da sinistra, seconda porta)

 

Rosolio Che mai disse a mia nipote?

 

Masson Signor Rosolio… me ne duole… ma la signorina è troppo dominatrice… ed a questo difetto non ci acconsento… quindi non se ne parli più… non la sposo.

 

Rosolio (f.s.) Un tale accordo mi sembra sospetto.

 

 

Scena 13

Masson.Rosolio.Martino

 

Martino (dal mezzo) Finalmente… del mio malumore mi sono sfogato col mio personale… adesso mi sento più alleggerito.

 

Masson Sei qui finalmente? Ho tanto bisogno di parlarti circa al…

 

Martino (interrompendo) Si… Si… so già.

 

Masson Tu devi far sparire immediatamente il quadro.

 

Martino (con umore) Volevo ben farlo… ma ci ho riflettuto. Perché poi?

 

Rosolio Ma non siete già andati d’accordo coll’impresario?

 

Martino Egli ha mandato or ora da me per chiedermi una somma enorme. Ebbene, un’ora fa glie l’avrei pagata, ma adesso che mia moglie fa le valigie coll’aiuto della cara suocera, perché dovrei ancora buttar via i denari?

 

Masson E trattandosi anche di un patrimonio, buttalo via. Lo "devi".

 

Martino Dopo che tutta Torino già mi vide?

 

Masson Tu pensi solo a te… ma sul quadro c’è pure un'altra persona.

 

Rosolio Ah, la signorina?

 

Masson Quella di Rimini… le ho parlato adesso… è fuori di sé.

 

Martino Avrebbe anch’essa udito a parlarne?

 

Masson Sicuro… e si è appunto per questo che mi scrisse.

 

Martino Ben le sta… ne abbia anch’essa il suo godimento.

 

Masson Martino… tu non t’immagini quello che ti minaccia. Quando una moglie vede suo marito su di un simile quadro… questo è assai disgustoso.

 

Rosolio In ispecie pel marito.

 

Masson Ma ora figurati… se un marito vede la moglie in sì tenero convegno.

 

Martino (cominciando a inquietarsi) Ma che marito?

 

Masson Essa nel frattempo si è sposata.

 

Martino Possibile…

 

Masson Me lo disse appunto poco fa.

 

Martino Ci mancava ancora questa.

 

Masson Essa ti chiede scusa a non averti mandato la circolare dell’avviso matrimoniale.

 

Martino (lamentevole) Non occorreva.

 

Masson Ed ora figurati… se il marito apprende…

 

Martino Apprenderà, stanne certo. Con me tutto va come olio.

 

Masson E di più, quel marito è geloso come Otello, collerico come una suocera.

 

Rosolio Oh genero mio, se costui ti trova…

 

Martino Mi troverà… si è come mi avesse già afferrato. Ma non importa… oramai tutto mi è indifferente. Ho affrontato mia moglie e la suocera… affronterò pure quel signore.

 

Masson Non l’affronterai… sai tu chi è quel marito?

 

Martino Chi mai?

 

Masson Un atleta.

 

Martino (inorridito) Atleta?

 

Masson Un lottatore.

 

Martino Anche? Ma perché ancora meravigliarmi? La jettatura non dovrebbe più forse perseguitarmi?

 

Masson Forse avrai già udito a parlarne… del celebre Fracassa, soprannominato "l’uomo dei 5 pollici". Sai uno di quelli che abbiamo veduto al circo equestre (con movimento analogo) col braccio teso… 300 chili.

 

Martino Ed io non ne peso che 72.

 

Rosolio Genero mio, con costui la finirà male.

 

Martino Ma anche tu Masson, hai allora avuto un convegno con sua moglie. Perché debbo essere appunto io la vittima?

 

 

Masson Si, ma di me, non ne sa nulla… ed io sono troppo discreto a farglielo sapere.

 

Martino E credi che abbia di me un qualche sospetto?

 

Masson Sua moglie lo teme. Quando ieri è ritornato a casa, non disse parola, e per tutta la notte girò per le stanze facendo scricchiolare il pavimento… poi si mise a rigirare le pistole.

 

Martino Cielo…

 

Masson Se andasse al cinema e vedesse quella tela…

 

Martino E mi scoprisse… una tela simile è una compunsoriale.

 

Rosolio Alle tre comincia la rappresentazione.

 

Masson (guarda l’ora) Fra mezz’ora.

 

Rosolio La tela deve sparire. (accorre al telefono)

 

Masson A qualunque costo.

 

Rosolio (parlando al telefono) Ufficio uno. (a Martino) Che numero ha l’impresario Busca?

 

Martino Il 220.

 

Rosolio (chiamando al telefono) Dunque, 220. Speriamo non voglia elevare delle difficoltà.

 

Martino Ma se condiscendo alle sue domande.

 

Rosolio Il signor Busca - Martino Pilastrello.

 

Martino (s’avvicina al telefono) Senta, signor Busca… sono d’accordo di pagare le 2 mila lire… cosa dice? Adesso ne pretende 3 mila? (inviperito) Ma questo si chiama… (f.s.) Assassino.

 

Masson Zitto, Martino.

 

Rosolio Pensate…

 

 

Martino Questo si chiama… (con altra intonazione) essere gentile. Dunque 3 mila. (di nuovo inviperito) Sta bene… riscuoterà subito la pecunia prima della rappresentazione. Come dice?… Ancora un'unica volta? Nossignore… immediatamente va tolta la pellicola. Come?… (a Masson e Rosolio) E’ incredibile… si è annunciato un signore che domanda di vedere quel quadro… (di nuovo al telefono) Dica a quel tale, che non sono più visibile… con le mie 3 mila lire lo posso pur pretendere. Servo. (f.s.) Crepa. (sospirando) Dunque… sulla tela non ci sono più.

 

Masson Finalmente.

 

(campanello del telefono)

 

Martino (riprende il tubo all’orecchio) Che c’è ancora?… Sta bene… il titolo del numero sei, può restare… questo non mi riguarda, purché non ci sia io. (appende di nuovo il tubo) Ed ora, Masson, ti prego di farti dare dal cassiere il denaro e portarlo subito al Busca, acciocché mi tolga prima della rappresentazione, altrimenti quella canaglia sarebbe capace…

 

Rosolio Corra più che potrà.

 

Martino Prendi il fiacre.

 

Masson Sarò subito da lui… ho di sotto la bicicletta. (via destra)

 

Rosolio Finalmente saremo tranquilli.

 

Martino 3 mila per un convegno di 5 minuti. Che cosa avrei potuto avere con tale somma.

 

Rosolio Caro genero, non la rimpiangete… almeno con ciò à fine la dolorosa istoria.

 

 

Scena 14

Martino.Rosolio.Barbara

 

Barbara (dal mezzo) C’è di là un certo signore Fracassa.

 

Martino (spaventato) Come dite?

 

Rosolio Come si chiama?

 

Barbara Fracassa.

 

Martino (disperato) Eccolo già qui… lo sapevo.

 

Rosolio (a Barbara) Non gli avrete detto che siamo in casa?

 

Barbara Ma sicuro che glie l’ho detto.

 

Martino Allora ditegli che sono malato… che sono morto… ditegli quello che volete, ma oggi non ricevo nessuno.

 

Rosolio Martino… e se provassimo a prenderlo con le buone?

 

Martino Io no… da costui non mi lascio neppure vedere (per uscire da sinistra)

 

 

Scena 15

Rosolio.Martino.Barbara.Fracassa

 

Fracassa Vorrei soltanto un breve colloquio.

 

Rosolio Non ci resta scampo. (a Fracassa) Favorisca

 

Barbara (via dal mezzo)

 

Fracassa (entra con cappello e bastone che depone sulla sedia di destra da porta in mezzo) Ho l’onore di parlare col signor Pilastrello?

 

Martino (calmandosi) Non mi conosce.

 

Rosolio No, sono Rosolio, lo suocero.

 

Fracassa Ah, lo suocerino.

 

Martino E’ amabile.

 

Fracassa (a Rosolio) Piacere di fare la sua conoscenza. (gli stringe la mano)

 

Rosolio (con grido di dolore, ritira la mano) Caspita… si merita per davvero il suo sopranome.

 

Fracassa (andando a Martino) Allora è lei il signor Pilastrello?

 

Martino (ancora pauroso) Già… sono io.

 

Fracassa Piacere. (gli stringe la mano)

 

Martino (ritirando la mano) Misericordia… (allargando le dita) Adesso non sarò più atto a lottare.

 

Fracassa Vengo a pregarla per un piccolo favore.

 

Martino (sollecito) Si figuri.

 

Rosolio (idem) In che cosa la possiamo servire?

 

Fracassa Veramente è un atto indelicato quello di venirli a trovare senza un preavviso… ma pensavo che forse loro avranno già sentito a parlare di me… del Fracassa…

 

Rosolio (con ammirazione esagerata) Come… il celebre lottatore?

 

Martino (idem) L’uomo dai muscoli d’acciaio?

 

Fracassa (fiero) Sicuro… lottatore, tiratore, atleta… sono io.

 

Martino E chi non conosce un così famoso artista?

 

Rosolio E’ un grand’onore di vederla qui da noi.

 

Martino (accorre a prendere una sedia) Vuole accomodarsi?

 

Fracassa (l’osserva) Qui sopra?… Non avrebbe una sedia più resistente? (indicandone un’altra) Prenderò questa. (siede)

 

Rosolio (siede) Ella è bene il primo artista del genere?

 

Martino L’uomo più forte del secolo?

 

Fracassa Mi avranno pur visto a lavorare…

 

Rosolio Ma certamente… cose fenomenali… (piano a Martino) Non l’ho mai visto.

 

Martino Specialmente a quel certo numero…

 

 

Fracassa Ah… capisco… (si alza facendo la mimica alle parole) Quando pian pianino mi lascio avvicinare l’avversario e lo guardo dal basso in alto, come se dovessi essere il soccombente… e mi lascio da lui tranquillamente afferrare… allora in un baleno lo sollevo, lo tengo colla testa girata per 30 secondi, quindi lo lascio cadere da fratturargli la colonna vertebrale ed ingommandolo per terra come un francobollo. Questa mossa nessuno può imitarmela.

 

Martino Io no di certo.

 

Fracassa (di nuovo sedendo) Poteva anche guadagnarmi un sacco di quattrini, ma da sei mesi ho rinunciato al campionato del mondo di lotta.

 

Rosolio Che peccato.

 

Martino Comprendo… con gli anni le forze diminuiscono.

 

Fracassa Al contrario… sono forte più che mai.

 

Martino (piano a Rosolio) E’ consolante.

 

Fracassa Tocchino che braccia… che ne dicono? Li assicuro che se qualcuno ci passa frammezzo… ne ha abbastanza. Ma per mia disgrazia, più nessuno voleva misurarsi con me.

 

Rosolio Certo che ognuno dà un certo valore alle sue ossa.

 

Fracassa E poi con gli impresari non me la intendevo più… e la fine era sempre un qualche noioso processo.

 

Martino Già… per rottura di contratto?

 

Fracassa Chè… chè… per rottura di costole. Ho le mani tanto disgraziate… (facendo vedere la mano) Esamini….

 

Rosolio (esaminandola) Cospetto… veramente non è più una mano… e un bene stabile.

 

Fracassa Sicuro, può metterci sopra un ipoteca. E quando stringo lontanamente qualcuno fra questa tenaglia. (a Martino) vuole esperimentare il mio metodo?

 

Martino (balzando in piedi) Per carità… lo credo, senza dubbio.

 

 

Rosolio Lo descrive tanto bene, che a solo udirlo mi vengono le macchie azzurre.

 

Fracassa Ma io parlo sempre di me… mentre volevo parlare di tutt’altro.

 

Rosolio Non c’è premura.

 

Martino Con suo comodo.

 

Fracassa Chè… chè… si tratta di cosa seria. Dunque, si figurino… quando ieri sera entrai nella mia solita osteria, osservai che gli amici d’un tratto ammutoliscono. Che cosa significa? Allora a bel bello mi dissero: sapete, al cinema di corso Vittorio si fanno vedere dei stupendi quadri…

 

Martino Questione di gusto.

 

Fracassa Dunque ho capito di ciò che parlavano… e l’amico Caraciottoli. (a Martino) Lo conosce Caraciottoli?

 

Martino Non ho l’onore.

 

Fracassa Un imbecille che se può tormentarmi, non lo tralascia mai… però sempre di sotterfugio… capisce? E punzecchiandomi mi disse: "Se qualcuno andasse a vedere colà un certo quadro, potrebbe scaldarsi per benino il fegato". Sa… mi prese tosto un formicolio nelle dita… capisce?… e quando mi incomincia il formicolio nelle dita… è sempre un brutto segno… per gli altri. "Dunque, o parli chiaro" gli dico "oppure la chiarezza te la spiego io… chè già conosci la mia calligrafia". Allora mi spiegò che venne presentato al pubblico un quadro… una specie di convegno fra una signorina ed un signore.

 

Rosolio (pauroso) E… e l’amico Caraciottoli riconobbe quel signore?

 

Fracassa Chè… chè… non lo riconobbe.

 

Martino (f.s.) Sia lodato il cielo.

 

Fracassa Disse solo che era uno di quei sguaiatelli… capisce… come in estate se ne vedono ovunque con le scarpette gialle e la larga cintura alla pancia… (a Rosolio) se li può bene figurare?

 

Rosolio Lo stesso come lo avessi davanti.

 

 

Fracassa Ma Caraciottoli pretende di conoscere la signora, e sapete chi dovrebbe essere? Mia moglie! Per 100 mila bombe… (afferra la sedia e inviperito la sventola per aria)

 

Martino (indietreggia spaventato)

 

Rosolio Ma signor Fracassa…

 

Fracassa (calmandosi) Scusino… pensavo soltanto a Caraciottoli. (siede di nuovo) …a cui risposi: "Senti, tu ti sbagli di certo… ne avrai visto un’altra". Ecco… (estrae di tasca una fotografia) …ecco il ritratto di mia moglie… Lella Silvia… apri dunque gli occhi… chè questa non l’avrai di certo veduta". "Perfettamente" mi rispose… "è proprio essa". (nell’eccitazione depone il ritratto sul tavolo, ove lo lascia) Ella capirà… non appena aveva proferite tali parole… vidi oscurarmi attorno gli occhi. (dopo pausa) …e quanto rinvenni dal barlume… l’amico Caraciottoli giaceva di fuori nel cortile in mezzo le stoviglia di terra cotta. Ma poi pensavo: "Se alla fine gli avessi fatto del torto". Lo cercai dunque fra le stoviglie, lo rimisi a sedere e gli dichiarai davanti a tutti: "Senti, giovanotto, ti dico solo questo: poco fa ti gettai fuori, e se forse ti ho stretto un pochino, ritiro la mia stretta… ma domani andrò al cinema e mi persuaderò. Se hai mentito, allora farai bene di sparire… se invece mia mogli è proprio sulla tela con un simile balordo, allora lo cercherò finché lo abbia trovato, e l’afferro, come afferrare questo candeliere".

 

Martino (forzatamente) Bella prospettiva.

 

Rosolio Ma non comprendo ancora, perché lei ci racconti tutto questo?

 

Fracassa Perché stamane sono già stato dal signor Busca… e che cosa mi rispose? Che non poteva più mostrarmi il quadro, perché ella solo ne aveva la privativa… e che era lei che doveva darne il permesso.

 

Martino (alleggerito) Ah così…

 

Fracassa Quindi voleva pregarla… nevvero… ella me lo farà questo piacere?

 

Martino Lei mi mette in grande imbarazzo… eppure me ne duole… ma non posso aderire alla sua domanda.

 

Fracassa (eccitato) Come, dice di no?

 

Martino (spiegando) Ma niente affatto… veramente non dico di no.

 

Rosolio Soltanto non dice di sì.

 

Fracassa Ma che interesse può mai averne?

 

Martino (balbettando) Cosa vuole… la è una storiella comica… e glie la raccontassi… ecco… (a Rosolio) Sarà meglio che glie la raccontiate voi.

 

 

Rosolio (imbarazzato) Noi abbiamo… acquistate quelle pellicole per… per conto di un amico.

 

Martino Appunto… di un amico… e quello non vuole che vengano esposte al pubblico.

 

Rosolio La capisce adesso?

 

Fracassa (diffidando) Già, già… ma perché quel quadro viene proprio nascosto così paurosamente per me, mentre lo hanno già veduto migliaia di persone? Ciò mi pare molto strano… (eccitato) e non so il perché ma già comincia il formicolio.

 

Rosolio (pauroso) Oimè…

 

Fracassa (con eccitazione crescente) Che ci sia di sotto un qualche mistero?

 

Martino Ma come può mai dubitare.

 

Fracassa Su via… (indica il telefono) inviti il signor Busca a farmi vedere quella scena della spiaggia di Rimini.

 

Martino (con subitanea idea) La scena della spiaggia? (piano a Rosolio) Ciò mi salva. (a Fracassa) Allora lei parla di quel quadro?

 

Fracassa Ma sicuro.

 

Martino E perché non dirmelo subito. La scena della spiaggia di Rimini, il Busca glie la può benissimo far vedere… sta annunciata per oggi stesso sul manifesto… al numero sei.

 

Fracassa (lieto) Davvero?

 

Martino Ed affrettandosi, arriverà ancora in tempo per la seconda rappresentazione.

 

Fracassa Allora ci vado subito. Signori, tante grazie… (loro stende le mani)

 

Martino e

Rosolio (nascondendo le mani) Prego… prego… non c’è motivo.

 

Fracassa Lo sapevo bene che avrebbe esaudito il mio desiderio. (presso la porta) Tante scuse… ma capiranno, benché abbia un indole pacifica da agnellino… pure trattandosi di mia moglie…a rivederli, signori… (via)

 

Rosolio (sollecito) Ma spiegatemi… come mai lo mandate al cinema?

 

Martino (trionfante) Non avete udito poco fa al telefono? "Scena sulla spiaggia di Rimini". Perché non ha da vederla, dal momento che non si cono più io.

 

Rosolio Non è ancora detto.

 

Martino (inquieto) Come?

 

Rosolio Se il signor Masson non si accordasse coll’impresario?

 

Martino Se il Busca ha già aderito.

 

Rosolio Oppure, se per la strada fosse caduto dalla bicicletta e non fosse giunto in tempo?

 

Martino (eccitato) Suocero mio… non spaventatemi.

 

 

Scena 16

Rosolio.Martino.Masson

 

Masson (dal mezzo disperato) Martino… cosa simile non è mai successa.

 

Martino (eccitato) Che cosa?… Se la mia figura non c’è più?

 

Masson E’ sparita.

 

Martino Dio ti ringrazio.

 

Rosolio Allora, quel Fracassa può andarvi tranquillamente.

 

Masson (spaventato) Come? Fracassa, l’uomo dei 5 pollici, è andato al cinema?

 

Rosolio Proprio adesso.

 

Masson Povero me.

 

Martino Perché ti spaventi, se sulla tela non ci sono più?

 

Masson Già, ma adesso ci sono io.

 

Martino Tu?

 

Masson E ancora in costume da bagno. La finirà male.

 

(sipario)

 

Atto 3

 

(stesso scenario)

 

 

Scena 1

Martino.Albani.Barbara

 

Martino (di lieto umore) Avanti, Barbara… salite in soffitta e portate la valigia… poi imballate il necessario pel viaggio.

 

Barbara Sta bene, padrone. (esce dal mezzo)

 

Albani Sta per partire?

 

Martino Si, caro Albani.

 

Albani Con che treno?

 

Martino Non so.

 

Albani Per molto tempo?

 

Martino Non so.

 

Albani E per dove?

 

Martino Non so.

 

Albani E la corrispondenza?

 

Martino Sia lasciata sullo scrittoio… le darò poi gli ordini.

 

Albani (esce di mezzo)

 

 

 

Scena 2

Martino.Rosolio

 

Rosolio (da sinistra seconda porta) Caro genero, volete viaggiare?

 

Martino Sicuro… non lascerò mica viaggiare la moglie da sola.

 

Rosolio (contento) Come… siete dunque nuovamente d’accordo?

 

Martino Almeno in parte… io con essa perfettamente… essa con me… non ancora… ma ciò non conta. Ci accorderemo durante il viaggio.

 

Rosolio Ma scusate… se Camilla non vi vuole, non potete obbligarla di fare il viaggio insieme.

 

Martino Come no? Quando giungerà in stazione, ci sarò anch’io così… per caso. E quando salirà in vettura, ci salgo anch’io… chi può impedirlo? Poi mi siederò proprio di fronte a lei, la guarderò, le sorriderò, le tasterò i piedini… e non cederò fino a quando mi darà la mano dicendomi: "Martino, sei uno spensierato… eppure ti amo sempre".

 

Rosolio Ma disgraziato, come mai vi passa il pensiero di tanta fiducia?

 

Martino Perché il vento da stamane ha cambiato direzione. Ora sono già stato da troppo tempo "Martino il disgraziato". Oggi finalmente il destino mi fa buon viso. Anzitutto, il mio quadro, a quest’ora è sparito… e questo ne fu il principio… poi quel Fracassa andato al cinema su falsa pesta, vedendo un altro al mio posto… ecco la seconda fortuna. E fate attenzione… ora ci riuscirò anche con la moglie. Lasciateci soltanto soli nel treno.

 

Rosolio E intanto mi lasciate solo qui.

 

Martino Come? Al vostro fianco non vi resta quella perla della suocera?

 

Rosolio (gli stringe la mano) Tante grazie… e così di sera potrò con essa giocare a dama.

 

Martino Non è forse un giuoco interessante?

 

Rosolio Si è che quel divertimento me lo godo già tutto l’anno in nostra fattoria. Non è per questo che venni a Torino. …no, signor genero, non è questa la nostra intesa. Anch’io voglio passare una sera in lieta compagnia, con qualche camerata.

 

Martino Ah.. col cavalier Garofano, per esempio?

 

Rosolio Costui dovrebbe di nuovo risuscitare. Se voi partite, egli mi sarà l’unica salvezza… e faccio conto del vostro aiuto.

 

Martino Volentieri.

 

Rosolio Ne preparerò mia moglie, e voi trovandomi insieme con essa, mi direte che vi siete incontrato col cavalier Garofano.

 

Martino Di Casetlrocco?

 

Rosolio Ma no… è da Castelrosso che feci sempre giungere il mio uomo. E che stasera egli mi attende al Dreher per un convegno d’affari.

 

Martino Sta bene, suocero. Vado a firmare alcune lettere e ritorno subito. (esce dal mezzo)

 

Rosolio Dunque, faccio conto su di voi.

 

 

Scena 3

Rosolio.Matilde

 

Matilde Placido, vogliamo compagnare Camilla alla stazione?

 

Rosolio Non è più necessario… essa lo troverà colà per fare il viaggio insieme.

 

Matilde Come… s’azzarda a tanto?

 

Rosolio Sì, Matilde… e veramente mi pare che sia la cosa migliore. Lascia che i giovani se l’intendano fra di loro.

 

Matilde Ma, che cosa facciamo noi qui soli? Allora andiamoci insieme anche noi.

 

Rosolio Impossibile… fino adesso non sono neanche arrivato a definire i miei affari… e poi può anche darsi che trovi il cavalier Garofano.

 

Matilde Ah… quello di Castelrosso?

 

Rosolio Appunto… non sono ancora certo se verrà… ma lo spero.

 

Matilde (diffidente) Già… già… allora prima ti darò qualche cosa. (dal portamonete estrae un bigliettino)

 

Rosolio Per me?

 

Matilde (consegnandolelo) Prendi, caro.

 

Rosolio Cos’è?

 

Matilde Un bigliettino che voleva questa sera metterti sotto il tovagliuolo… leggilo.

 

Rosolio (legge) "Circa il cavalier Garofano, non ci credo più" (confuso) Tò… che cosa significa? Che cosa hai contro di lui?

 

Matilde Nulla… perché ho scoperto che non esiste neppure.

 

Rosolio (con finta sorpresa) Come, come? Il mio vecchio amico col quale sono stato le tante volte insieme? Come fai a saperlo?

 

Matilde Ecco… ogni volta noi si venne a Torino, avevi sempre degli importanti affari, che ti trattennero fino a tarda notte, fuori di casa… e sempre col cavalier Garofano.

 

Rosolio Precisamente.

 

Matilde Questo mi era una faccenda noiosa. Ma… affari sono affari… che cosa doveva farci? Ma una sera quando ritornasti dal consueto convegno… scopersi nel tuo soprabito un conticino di un sarto "per fitto di un domino di seta, in lire dieci".

 

Rosolio Cielo!

 

Matilde Un domino non è mica il costume per un convegno d’affari…

 

Rosolio Non so proprio spiegarmi, come mai quel conticino siasi introdotto ne5r4lla mia tasca.

 

Matilde Posso spiegartelo io stessa. Dal giornale appresi di poi che in quella sera ebbe luogo allo Scribe un ballo in maschera…

 

Rosolio E tu supponi che il cavalier Garofano mi ci abbia condotto?

 

Matilde Difatti tale era la mia supposizione… ma, strano… quando mi recai all’albergo Prussia per chiedere di lui… egli era colà perfettamente sconosciuto.

 

Rosolio La è strana davvero… ma delle volte scese anche all’Hotel Centrale.

 

Matilde No… perché anche là era sconosciuto. (con severità) E’ perfino sconosciuto a Castelrosso.

 

Rosolio Che mi dici? Questo poi l’avrei ritenuto impossibile.

 

Matilde Una mia lettera a lui diretta, mi venne ritornata.

 

Rosolio Sarà stata una svista dell’ufficio postale.

 

Matilde No… perché sulla busta c’era scritto "sconosciuto dal portalettere".

 

Rosolio Che abbia cambiato domicilio?

 

Matilde Ma Placido… non la smetti ancora?

 

Rosolio (sottovoce) Veramente temo che saranno inutili nuove ricerche.

 

Matilde (trionfante) Ed ora sei abbattuto?

 

Rosolio Dio mio… quando se ne sa più nulla di un caro amico che d’un tratto ci viene così tolto…

 

Matilde Ebbene, lo surrogherò io stessa.

 

Rosolio Tu?

 

Matilde Quando vorrai uscire, verrò con te. E quando allo Scribe vi sarà di nuovo un ballo mascherato, io t’accompagnerò.

 

Rosolio Lascia pure… non ci sarebbe sugo. (prendendo audacia) Per altro ti dirò che tali investigazioni erano indegne da parte tua.

 

Matilde Osi ancora di rimproverarmi?

 

Rosolio Intendo dire: che tu abbia mantenuto il segreto per tanto tempo… senza che ne avessi il presentimento…

 

 

 

Scena 4

Rosolio.Matilde.Martino

 

Martino (dal mezzo) Ah suocero mio… vi cercavo per l’appuntamento… perché ho da farvi una commissione…

 

Rosolio (f.s.) Che sarà?

 

Martino Sapete chi ho incontrato per istrada? Il cavalier Garofano.

 

Rosolio Ci siamo.

 

Matilde Chi?

 

Martino Il cavalier Garofano di Castelrosso.

 

Matilde (f.s.) Che sfacciataggine.

 

Martino (a Rosolio) Vuole parlarvi per un affare di premura e vi aspetta stasera alla birraria Dreher.

 

Matilde Oh bella… allora lo conoscete anche voi il cavalier Garofano?

 

Martino Per bacco, se lo conosco.

 

Matilde Che cosa mi dite…

 

Martino E’ un gran uomo d’affari… delle volte lavora fino a tardissima notte.

 

Matilde Già… lo so.

 

Martino Lui mi è sempre stato d’esempio.

 

Matilde Siete proprio il suo modello. (via da sinistra)

 

Martino Ebbene, che ne dite? La trovata non è stata bella?

 

Rosolio Disgraziato… essa sa che il cavalier Garofano non ha mai esistito.

 

Martino Lo sapeva? Oh Dio…

 

Rosolio Ma questo è niente… essa sa perfino che sono stato al ballo dello Scribe.

 

Martino Eh ma… se fate di quelle follie!

 

Rosolio Scusate… una cosa perfettamente innocente, benché piacevolissima. L’allegra orchestrina, i bugigattoli dei palchi, le belle mascherine, lo champagne… Per fortuna che essa non abbia trovato il conto… noi per caso ci siamo trovati fra tre amici ed alcune canzonettiste che si sono subito addossate a noi…

 

Martino Ah… già…

 

Rosolio Ma erano signorine molto per bene…

 

Martino L’immagino.

 

Rosolio Ma avevano sempre sete e divennero poi sempre più allegre. Figuratevi ce n’era una che assolutamente mi fece salire su di una sedia per fare un brindisi. E tutto questo lo devo all’indimenticabile cavalier Garofano… temo che di costui ne troverò una grande mancanza.

 

 

Scena 5

Rosolio.Martino.Masson

 

Masson (bussa a porta di mezzo)

 

Martino Avanti… (dopo pausa) Av-vanti.

 

Masson (apre un poco la porta, senza farsi vedere) Sono io, Andrea Masson.

 

Martino Ma entra dunque… perché tante cerimonie?

 

Masson Volevo solo persuadermi, se per caso non ci fosse il signor Fracassa.

 

Martino (ridendo) No, no.

 

Masson (da porta di mezzo, impellicciato, cappello sprofondato e occhiali azzurri) Signori, buon giorno.

 

Martino (stupito) Tò… in che stato?

 

Rosolio Camuffarsi in tal modo?

 

Masson Nevvero che sono irriconoscibile? E’ appunto quel che voglio. Dopo che Fracassa mi vide là sulla tela, non mi azzardo più farmi vedere per la via. Con la pelliccia ovattata sembro un lappone. (depone la pelliccia sulla sedia in fondo)

 

Rosolio E’ poi tanto pauroso?

 

Masson Quando si ha da fare con un atleta… anch’io sono forte, ma temo che egli abbia più forza di me… e questo non è tanto piacevole.

 

Martino (bravando) Senti… essere poi così pauroso, questo non riesco a comprenderlo… siamo uomini, per bacco!

 

Masson Già, adesso ché del tuo convegno non ne sa nulla, diventi d’un tratto audace… perché ti è riuscito d’ingannarlo.

 

Rosolio Nevvero che glie l’abbiamo fatta bella?

 

Masson (stringendo la mano a Rosolio) Le sono molto obbligato. (a Martino) E a te pure!

 

Martino Ma io non sapevo che tu vi fossi sulla tela.

 

Rosolio Pare che quell’impresario abbia fatto passare sull’apparato mezza Rimini.

 

Masson Ho poi seguito il tuo esempio, comperando dal Busca la mia pellicola, con le altre vedute di Rimini.

 

Rosolio Chissà che somma avrà dovuto snocciolare?

 

Masson Non me lo domandi… mi costa il valore di 20 vacche. Ma doveva farlo, non fosse che pel costume… veramente in mutande da bagno non avvantaggio troppo.

 

Martino Ebbene, consolati… adesso la tua personalità è scomparsa.

 

Masson E scomparirò io pure… ché non ho davvero la voglia di aspettare fino a quando l’amabile Fracassa mi trovi. Ritorno a Torre Pellice ai piedi delle alpi Cozie, là mi venga a cercare, quel cane arrabbiato.

 

Rosolio Ed anche io spero di mai più vederlo.

 

Martino Ne faccio a meno io pure… (vede il ritratto sul tavolo di destra, rimasto all’atto 2°) Cielo… il ritratto di sua moglie.

 

Masson (spaventato) Dove?

 

Rosolio (id) Sua moglie?

 

Martino (estrae il portafoglio e vi depone il ritratto) Glie lo rimanderò, affinché non abbia occasione di venir qui.

 

Masson Dunque, caro Martino, ti saluto… i miei complimenti alla moglie ed anche alla suocera. Mi preme assai di lasciarle di me una buona impressione.

 

Martino Della suocera? (ironico) Oh… è semplicissimo. Non hai che a dirle che sei amico del cavalier Garofano… e potrei subito accaparrarti la sua benevolenza. (esce da sinistra)

 

Masson Ed a lei, signor Rosolio, ancora una domanda. Quella signorina… (indica la fotografia) è ancora qui?

 

Rosolio E’ ancora con noi.

 

Masson Prima di congedarmi da essa, amerei dirle alcune parole.

 

Rosolio Puoi anche dirmele a me.

 

Masson Scusi… non è precisamente la stessa cosa.

 

Rosolio (andando a sinistra) Via, le parli pure.

 

Masson (seguendolo) E nevvero… quando sarò partito, lei la consolerà?

 

Rosolio Non ne dubiti. (esce da sinistra seconda porta)

 

Masson (piantandosi dinanzi alla fotografia) Veramente, signorina, sono dolentissimo, ma non posso assolutamente sposarla. Se lei difetta di una qualità… passi, di due, passi ancora… di tre, non importa. Ma poi di tutte quante, no… questo non va. E ne sono spiacente, perché siete bella… molto bella…

 

 

Scena 6

Masson.Lucia

 

Lucia (da sinistra, seconda porta) Signor Masson, con chi parla?

 

Masson Dichiarai al suo ritratto il mio compianto per doverci abbandonare.

 

Lucia E che cosa rispose il ritratto?

 

Masson Veramente non compresi, ma mi pareva che il suo bocchino mi rispondesse: "Anche a me mi duole assai perché in questo breve frattempo ho cominciato ad amarlo".

 

Lucia Scusi… ma ella dove aver udito male.

 

Masson Impossibile… perché mi pareva che il bocchino soggiungesse ancora: "Ebbene caro Masson, partite e scrivetemi sovente".

 

Lucia (ridendo) Se lo dice il ritratto, questo leo lo potrà fare. Del resto avrei anch’io veduto volentieri il suo ritratto.

 

Masson Quale?

 

Lucia Quello del cinematografo.

 

Masson Misericordia… ma come ha fatto di saperlo?

 

Lucia Dalla zia

 

Masson (pauroso) E dica… soggiunse dell’altro?

 

Lucia Dell’altro?

 

Masson Intendo… come apparivo.

 

Lucia No.

 

Masson Meno male

 

Lucia Mi disse solo: "A quel Don Giovanni, ben gli sta…"

 

Masson Ella avrà compreso male, perché certo non mi crederà tale.

 

Lucia Ma perché parte… così d’un tratto?

 

Masson Che cosa vuole che rimanga ancora a far qui? Dopo l’esperienza dolorosa scoperta in questi giorni…

 

Lucia Lei, signor Masson?

 

 

Masson In quest’ora di separazione glie lo posso anche partecipare. Qui, mi sono incontrato in una signorina che mi piacque immensamente fin dal primo sguardo. E allora me la esaminai per sapere se possedeva le qualità che debbo pretendere dalla mia futura per rendermi felice.

 

Lucia E queste qualità le mancavano?

 

Masson Pur troppo.

 

Lucia Ma ciò non mi pare un motivo per rinunciarvi.

 

Masson Come no? A me pare di sì.

 

Lucia Avere delle qualità che lei pretende?… In tal modo si va in cerca di un alloggio, ma non di una sposa. Doveva invece esaminarsi lei stesso, osservando se al pensiero della signorina, il cuore non battesse più forte…

 

Masson Appunto… batteva…

 

Lucia … se al suo sguardo, si sentiva ardere le guancie…

 

Masson Appunto… un calore insopportabile.

 

Lucia Ebbene, allora non doveva esaminare più oltre, ma dire invece alla ragazza: "Io ti amo… e che tu sia come me lo sognava, oppure tutt’altra, con te voglio passare la vita insieme… e il resto verrà di poi". Dopo lei doveva prenderla per mano, per non più lasciarla. Ecco ciò che doveva fare.

 

Masson Ma signorina Lucia, questo posso ancora farlo. (per prenderle la mano)

 

Lucia Ben inteso, nel caso la ragazza le corrispondesse in amore.

 

Masson In questo non v’ha dubbio.

 

Lucia E chi le dice, se essa non abbia pure fatte le sue osservazioni circa il suo futuro marito… che forse non le convenivano?

 

Masson Ma che cosa poteva mai ridire sul conto mio?

 

Lucia Forse, vorrà anch’essa scrutare ed esaminare…

 

 

Masson Ma questo non lo deve fare… né deve riflettere lungamente, bensì dirgli senz’altro: "Io ti amo, mi sento addosso un calore insopportabile… e il resto verrà di poi!"

 

Lucia Ehi… chi… signor Masson

 

Masson E poi doveva prenderlo per mano, guardarlo negli occhi e sussurrargli: "Tu veramente sei diverso di quello che mi sognava; non sei così buono come la sono io, ma con tutto questo, ti prendo ugualmente, caro scioccherello". La prego, dica così.

 

Lucia Io?

 

Masson Via, perché vuole ancora simulare? Ella a quest’ora avrà indovinato di chi intendo parlare… quindi signorina Lucia, io intendo di appartenere a lei… deporre ai suoi piedini tutto il mio avere, il castello di 3 ettari e la fattoria con le 150 vacche… mi accetta?

 

Lucia (timidamente) Non so proprio che cosa rispondere.

 

Masson Semplicissimo… non ha che a dirmi di "sì"… oppure che debba proprio partire?

 

Lucia Ma no.

 

Masson Ho da rimanere?

 

Lucia Ma sì.

 

Masson E mi ama proprio un pochino?

 

Lucia Cielo… oh sì… un pochino.

 

Masson (allegramente) Ebbene, il resto verrà di poi. (le s’appressa allargando le braccia)

 

Lucia (schivandolo) Ma… signor Masson…

 

Masson (solenne) Nella vallata valdese esiste un costume antichissimo. Quando due persone stanno insieme nella nostra situazione, e che per la prima volta si sono dichiarati l’amore, allora il fidanzato depone tre baci alla sposa.

 

Lucia (vergognata) Tre addirittura?

 

Masson Un bacio sulla guancia destra, l’altro su quella sinistra, il terzo sulla bocca.

 

Lucia Ma questo è troppo.

 

Masson In tal caso possiamo sopprimere i due baci sulle guancie, ma quello sulla bocca è indispensabile… non potete rifiutarlo.

 

Lucia Via… se è indispensabile… (eseguisce) …prendetevelo.

 

Masson Cara Lucia (la bacia) Ma però mi sono sbagliato… è usanza di fare un bacio solo sulla guancia e invece due sulla bocca. (la bacia di nuovo)

 

 

Scena 7

Masson.Lucia.Matilde.Camilla

 

Matilde (da sinistra, vede l’abbraccio) Signore, che cosa fa?

 

Masson Sto baciando la mia sposa, quindi la prego di non disturbarmi.

 

Camilla (con Matilde, da sinistra) Ma Lucia…

 

Lucia (abbracciando Camilla) Camilla, sono tanto felice! (esce da sinistra)

 

Matilde Avrei pensato, che prima ci voleva pure il mio consenso.

 

Masson Ebbene, se crede… ce lo conceda.

 

Matilde Ma… signore, io non la conosco neppure.

 

Masson (indicando Camilla) Ma mi conosce la signora, nonché suo marito… e poi sono anche grande amico del cavalier Garofano.

 

Matilde Di chi?

 

Masson Martino mi disse che ella ha gran stima di quel signore.

 

Matilde Questa raccomandazione se la poteva risparmiare. E poi quella faccenda del suo quadro, tuttora esposto al cinema?

 

Masson E’ sparito dal programma… era solo per una breve tournè.

 

Matilde Me ne informerò.

 

Masson S’informi pure… e quando ella mi conoscerà più a fondo vedrà che sono una persona di distinzione, a cui può benissimo affidare la sua nipote. Al mio fianco sarà felice… e qualora le minacciasse un giorno qualche pericolo, saprò difenderla, non avendo mai conosciuto che cosa sia la paura.

 

 

Scena 8

Masson.Matilde.Camilla.Barbara.poi Rosolio.Martino

 

Barbara (annunziando) Il signor Fracassa.

 

Masson (spaventato) Misericordia. (via in fretta da destra)

 

Matilde (guardando Masson stupefatta) Che cosa signfica?

 

Camilla Perché corre via d’un tratto?

 

Rosolio (da sinistra, allegramente) Che cosa mi ha raccontato Lucia… il signor Masson l’ha chiesta in isposa!

 

Matilde Un momento… prima vado ad informarmi se il suo quadro è proprio scomparso… e tu mi accompagnerai.

 

Rosolio Ma volentieri, tesoro. Non andrò mai più lontano dal tuo fianco.

 

Barbara (sempre alla porta) Posso lasciarlo entrare quel signore?

 

Rosolio Chi c’è?

 

Barbara Il signor Fracassa. (esce dal mezzo)

 

Rosolio Misericordia… (via in fretta da sinistra, seconda porta)

 

Matilde (stupita a Camilla) Che cosa è successo?

 

Camilla Quel nome li fa scappar tutti.

 

Martino (da sinistra, prima porta, con cappello e bastone)

 

Matilde (a Martino) Forse mi saprete spiegare…

 

 

Martino Che cosa, cara suocera? (depone sul tavolo del sofà cappello e bastone)

 

Matilde Perché il signor Masson e mio marito scappano appena viene annunziata una visita?

 

Martino Che visita?

 

Matilde Quella del signor Fracassa.

 

Martino Lui? Misericordia. (spaventato cade sulla sedia)

 

Matilde Anche voi? Qui gatta ci cova.

 

Martino Ma affatto… è una visita di un mio cliente.

 

Camilla Vieni… (uscendo con Matilde) … scoprirò bene quello che potrà essere. (via con Matilde da sinistra prima porta)

 

Martino (solo pauroso) Che cosa vuole di nuovo? (si sente bussare forte, dal mezzo) Eccolo…

 

 

Scena 9

Martino.Fracassa

 

Fracassa (a porta di mezzo) Signor Pilastrello, aspetto che mi dica di entrare.

 

Martino Non c’è più scampo. (si sente di nuovo a bussare) Avanti.

 

Fracassa (entra dal mezzo, eccitato) Mi ha fatto fare una ben lunga anticamera… ma oggi non sono in vena di aspettare… sono un pochino nervoso. (con violento movimento delle dita)

 

Martino So… so… le formicolano di nuovo le dita.

 

Fracassa E ne ho i miei motivi. Crede forse che sarei ritornato così presto?

 

Martino (con trasporto esagerato) Caro mio signor Fracassa, una sua visita mi torna sempre gradita.

 

Fracassa (passeggiando inquieto) Capitarmi cosa simile! Per cento mila bombe!… Dunque, sono stato al cinema… ne vidi il quadro… ed è proprio la mia moglie!

 

Martino Davvero?

 

Fracassa Incredibile… mia moglie ha dunque avuto un convegno… ed a me tocca ancora pagare l’ingresso… io… suo marito!

 

Martino Via, se lei si fosse legittimato in qualità di suo marito, allora forse avrebbe ottenuto un biglietto di favore.

 

Fracassa Ch’io non abbia fracassata tutta quella bottega, si è soltanto in grazia della mia congenita placidezza. Ma ben inteso, sono poi tornato a casa per chiedere soddisfazione, ma si figuri… mia moglie era assente. Che ne dice? Assente… senza lasciarmi detto dove era andata… per cento mila bombe.

 

Martino Già… ma di tutto questo, che cosa c’entro io?

 

Fracassa Lei deve aiutarmi di trovare quel tale, che sta sul quadro.

 

Martino Impossibile.

 

Fracassa Perché?

 

Martino Perché… perché non lo conosco.

 

Fracassa Non cerchi dei pretesti… ella di quel quadro ne sa qualche cosa… me n’ero subito accorto dal suo imbarazzo, la prima volta che venni a farle visita.

 

Martino Ma, signor Fracassa… lei si eccita troppo. Supponendo che sua moglie avesse avuto quel tale convegno, questo avrà avuto luogo tempo fa.

 

Fracassa Per me non conta.

 

Martino Ma ad ogni modo, per sua quiete, posso assicurarla che quel quadro, pel quale lei tanto s’affanna, sarà tolto oggi stesso.

 

Fracassa Se non sa dirmi altro… per questo ho già provveduto pagando al Busca una somma enorme.

 

Martino (f.s.) Anche lui!

 

Fracassa Ma quel signore in mutande da bagno che vidi là sulla tela… quello lo voglio davanti la mia pistola.

 

Martino Ma caro mio, con che diritto? La signorina allora non era mica sua moglie.

 

Fracassa Ma mi conobbe poi dopo… e chi mi dice che dopo il nostro matrimonio, non abbia seguitata la relazione con quel signorino?

 

Martino Ma le assicuro che quel signore non pensa affatto a sua moglie.

 

Fracassa Come fa a saperlo?

 

Martino (senza pensarci) Si è fidanzato oggi stesso.

 

Fracassa (sollecito) Dunque, lo conosce?

 

Martino (spaventato, f.s.) Oh… che asino!

 

Fracassa Adesso, lei si è tradito… ed ora mi dirà il suo nome… oppure che divento inquieto.

 

Martino Ma è impossibile che io…

 

Fracassa (gridando) Se indugia… allora me la prendo con lei.

 

Martino Ma carissimo signor Fracassa.

 

Fracassa (forte) Ripeto… me la prendo con lei e finirò a sbudellarla.

 

 

Scena 10

Martino.Fracassa.Camilla

 

Camilla (da sinistra) Mio Dio… che cosa succede?

 

Martino (spaventato) Cielo… mia moglie… se adesso mi tradisse dicendo che io…

 

Fracassa (senza vedere Camilla) …quindi le domando per l’ultima volta… vuole finalmente dirmi…

 

Martino Stia zitto… c’è mia moglie.

 

Fracassa (volgendosi a Camilla) Mi scusi se sono un poco alterato… ma forse ella vorrà suggerire a suo marito, acciocché mi abbia a confessare.

 

Martino (cerca di calmare Fracassa) Ne parleremo dopo. (si pone in mezzo ai due)

 

Camilla (a Fracassa) Che cosa vuole che le abbia a confessare?

 

Fracassa In me ella vede il marito di quella signora.

 

Camilla Di quale signora?

 

Fracassa Quella di Rimini.

 

Camilla Come… quella signora del quadro… sarebbe…

 

Fracassa Mia moglie… che ne dice?

 

Camilla (offrendogli la mano) Povero marito!

 

Martino (per intromettersi) Ma Camilla…

 

Camilla Tu… lasciami.

 

Fracassa (urlando a Martino) Tu… lasciala.

 

Martino (sempre fra i due) Ma signor Fracassa…

 

Fracassa Domando io… quando si è ammogliati e si vede un simile quadro… non è cosa da far restar oca?

 

Camilla Oh si… è pure capitato anche a me.

 

Fracassa (non comprende) Come, aveva anche lei un convegno a Rimini?

 

Camilla Nello stesso modo che lei ha visto sua moglie sul quadro, così io vidi colà mio marito.

 

Fracassa (eccitato) Suo marito?

 

Martino Camilla… pietà…

 

Fracassa (a Martino) Ci lasci stare. (eccitato a Camilla) Ha detto "suo marito"?

 

Camilla Ma si… al convegno.

 

Fracassa Con mia moglie?

 

Camilla A Rimini… se è appunto di questo che parliamo.

 

Fracassa Dunque suo marito ebbe "anche" un convegno con mia moglie? Ma questo non lo sapevo affatto.

 

Martino Adesso, la è finita.

 

Camilla E lei non lo sapeva?

 

Martino No… bisognava essere tradito dalla moglie.

 

Fracassa Ah… ora tutto si spiega… quest’è l’altro quadro che il Busca non poteva farmi vedere… su quello c’era lei. Dunque, doppiamente ingannato. Bene, questi signori, li sfiderò tutti due… ci batteremo alla pistola.

 

Camilla (spaventata) Per l’amor del cielo.

 

Martino Come… vuole battersi con me, lei che è maestro tiratore, premiato più volte?

 

Fracassa Appunto… vuole scommettere che la colpisco?

 

Martino Ma rifletti, che io non so affatto maneggiare la pistola.

 

Fracassa Non le occorre. Quale offeso ho il diritto di sparare pel primo… e pel secondo, lei non ci arriverà più affatto.

 

Camilla Ma, signor Fracassa… la scongiuro… a tal punto non ci andiamo.

 

Fracassa Me ne duole… ma sono troppo gravemente offeso.

 

Camilla (disperata) Non c’è nessuno che m’aiuti? (chiama a porta seconda, di sinistra) Babbo, mamma, accorrete… al soccorso.

 

 

Scena 11

Martino.Fracassa.Camilla.Masson

 

Masson (da sinistra, seconda porta) Signora… che c’è?

 

Fracassa (vede Masson, con grido comico) Ah… chi è costui?

 

Masson Misericordia… il Fracassa… (si rifugia al balcone)

 

Fracassa Costui è l’altro… l’uomo della cabina.

 

Martino Meno male, siamo al completo.

 

Fracassa Tanto meglio… così potranno tirare a sorte su chi dovrò sparare pel primo.

 

Masson Scusi, non c’è premura… posso anche aspettare.

 

Fracassa Di me ne avranno le notizie… intanto li riverisco.

 

Martino (per trattenerlo) Carissimo Fracassone.

 

Fracassa Ho detto.

 

Martino (diventando arrabbiato) Per tutti i diavoli adesso ne ho abbastanza… le parlerò con altra intonazione… poiché non vuole neppure ascoltarci.

 

Masson (a Fracassa) Ma lo ascolti dunque Fracassino del mio cor.

 

Martino Dunque sentite: è vero che in allora mi sono incontrato a Rimini con sua moglie… ma era l’incontro il più innocente del mondo.

 

Masson Il più innocentissimo.

 

Martino E le assicuro che d’allora in poi non l’ho più riveduta, non avendo alcuna relazione con essa.

 

Fracassa (dubitando) E lo devo credere?

 

Martino Se le do la mia parola, dovrebbe bastare.

 

Masson Sicuro. Fracassino mio carino, ciò deve bastare.

 

 

Scena 12

Martino.Fracassa.Camilla.Masson.Albani

 

Albani (dal mezzo) Signor Pilastrello, c’è una signora nell’ufficio particolare che desidera parlarle.

 

Martino Adesso non ho tempo.

 

Albani Dice cha ha molta premura e che ieri era già stata qui.

 

Martino Ma chi è?

 

Albani La signora Silvia Fracassa. (via)

 

Camilla Ah… questa poi è madornale.

 

Fracassa (arrabbiato) Mia moglie le fa delle visite?… nel suo ufficio particolare?

 

Camilla E ieri ci è già stata?

 

Fracassa E poi mi dice di non avere più relazione con essa?

 

Martino (disperato) Ma che tutti si siano congiurati contro di me?

 

Masson Andrò a vedere.

 

Fracassa Scusi tanto… ci andrò io… con quella signora non c’è che uno che abbia il diritto di parlarle… e questo lo sono io. Aspettino, che sarò subito di ritorno. (via dal mezzo)

 

Masson Ma Fracassino… (lo segue dal mezzo)

 

Camilla Dunque siamo già al punto che ti fa delle visite sotto il nostro tetto?

 

Martino Ma se ti giuro che sono innocente.

 

Camilla Innocente… quando le apparenze ti sono così in tuo sfavore?

 

Martino Le apparenze mi hanno preso di mira… e ciò malgrado ti assicuro…

 

Camilla E chi lo sa, quante visite femminine hai ricevute nel tuo ufficio particolare?… non posso mica controllarle.

 

Martino Ma Camilla, se ci vengono soltanto degli industriali… e di costoro non sarai mica gelosa?

 

Camilla Queste scuse già le conosco… ma oramai non ci credo più.

 

Martino Ma Camilla…

 

 

Camilla Come neppure ci credo ai tuoi viaggi commerciali dell’anno scorso a Napoli. Probabilmente in tutto quel frattempo sei sempre stato a Rimini con quella signorina… e tutte le compere a Napoli, a Bari, non erano che pretesti.

 

Martino Ma Camilla, te lo posso provare subito adesso… (estrae il portafoglio) …con queste fatture. Ecco qui… all’Agosto a Napoli… al 26 a Bari…(dal portafoglio scivola sul tavolo del sofà il ritratto che prima vi aveva deposto)

 

Camilla (prendendo il ritratto) Che fotografia è questa? (emettendo un grido) La signorina di Rimini! Martino… dunque il suo ritratto sul tuo cuore?

 

Martino (fuori di sé) Uff… uff… qui c’entra satanasso.

 

Camilla Ora non potrai più negare che la signorina sia la tua amante?

 

Martino (appresso) Pare sia così! A momenti lo credo anch’io. E’ di nuovo l’effetto dell’apparenza. Camilla… adesso fanne di me ciò che vorrai… io non parlo più… non mi difendo più… tanto a nulla vale.

 

 

Scena 13

Martino.Camilla.Masson.Fracassa

 

Masson (dal mezzo) Martino, siamo salvi!

 

Fracassa (dal mezzo, ridendo rumorosamente) Ah, ah, ah, ah!

 

Martino (stupito) Ride?

 

Fracassa Sicuro… e sul conto suo.

 

Martino Scusi…

 

Fracassa Signor Pilastrello… lei ci è cascato dentro in modo ineffabile.

 

Martino (inviperito) Lo so… mi è successo di spesso… ma se non ha altro a dirmi…

 

Fracassa Un momento. (a Camilla) Signora, ella può essermi grato.

 

Camilla Ha parlato con la moglie?

 

Fracassa Ma sicuro, e mi ha spiegato tutto. Essa è completamente innocente e le ho già pregato di volermi perdonare.

 

Martino (f.s.) Vorrei sapere che cosa gli avrà detto…

 

Camilla E mio marito?

 

Fracassa Innocentissimo.

 

Masson E anch’io.

 

Camilla Ma come va? Mio marito non si è trovato a Rimini insieme con sua moglie?

 

Fracassa Si è trovato.

 

Camilla Non ha avuto con essa un convegno convenuto?

 

Fracassa Non convenuto.

 

Camilla Non era con essa alla spiaggia, sulla panca solitaria?

 

Fracassa Lo era.

 

Camilla E questo non lo chiama un tenero convegno?

 

Fracassa Affatto… non ci pensi neppure.

 

Camilla Ma perché si è recata colà sua moglie?

 

Fracassa Perché era scritturata presso una fabbrica di pellicola.

 

Martino Come?

 

Fracassa …col fine di prodursi nell’apparato per una serie di gruppi comici.

 

Martino Gruppi… comici?

 

Fracassa E su questi… lei ci è cascato… ah, ah, ah!

 

Martino Questa è madornale.

 

Masson Dunque sua moglie soltanto finse di aderire alle nostre proposte?

 

Fracassa Naturale. Nessuno aderisce volontariamente per simili quadri.

 

Masson Certo.

 

Fracassa E si è per questo che gli impresari scritturano i loro artisti, che scaltramente allettano i merli, ai bagni, alle feste, ai balli ed ovunque.

 

Martino Ma perché sua moglie si è appunto decisa di pescarmi?

 

Fracassa perché di lei aveva la persuasione di pigliare il merlo alla pania… le parve il più adatto.

 

Martino Via… non si è sbagliata.

 

Fracassa Essa poi si è divertita un mondo sul suo conto.

 

Martino (dandogli la mano) Grazie… pare incredibile. Per l’unica volta in vita mia che ebbi un convegno, questo non lo è stato affatto. La è dura.

 

Camilla Già… ti credevi di fare una conquista, e non hai fatto altro che un gruppo comico. Questo mi disarma. (gli dà la mano)

 

 

Scena 14

Martino.Camilla.Masson.Fracassa.

Barbara.Matilde.Rosolio

 

Barbara (presto dal mezzo) Gli zii vengono appunto di ritorno dal cinematografo.

 

Matilde (dal mezzo, sbuffando) Che abbia ancora da veder questa?

 

Martino Cos’è stato?

 

Rosolio (dal mezzo con Matilde) Sapete in che consiste adesso il numero sei? Un ballo in maschera allo Scribe… ed io ritto sulla sedia in mezzo a delle cocottes.

 

 

(sipario)

 

Fine

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