Il Dr Gino Azzola  

a cura di Marino Amonini

 

 

Il Dr Gino Azzola è nato a Ponte in Valtellina nel 1914. Ha seguito gli studi superiori al Liceo Ginnasio Piazzi per passare poi all'Università di Pavia dove si è laureato in medicina nel 1939.

Il secondo conflitto lo vide subito protagonista in grigioverde nelle file del 5° Reggimento Alpini: Tenente medico, è stato prima sul fronte greco-albanese e poi sul fronte del Don per condividere con altre migliaia di valtellinesi la tragedia di Russia. Riuscì a scampare all'inferno di Arnautowo, Scheliakino, Warwarowka e Nikolajewka e a ritornare in Italia con i piedi congelati.

Per queste valorose azioni gli vennero conferite due croci al valor militare, una sul fronte greco - 31 dicembre / 22 aprile 1941 - con la motivazione "Ufficiale medico di compagnia alpina, durante un attacco effettuato dal proprio reparto, sistemava il posto di medicazione a contatto della prima linea ed incurante del tiro avversario adempiva con serenità al suo dovere" l’altra a Nikolajewka, in Russia, il 26 gennaio 1943 con la motivazione "Ufficiale medico di compagnia alpina, si offriva di far parte dei reparti di combattimento, distinguendosi per perizia e ardimento. In un attacco che impegnava il suo battaglione, in condizioni ambientali climatiche fortemente avverse, si prodigava incessantemente, sotto l’intenso fuoco nemico, per il recupero e la cura di numerosi feriti, dando l’esempio di altissimo senso del dovere e noncuranza del pericolo".

Dopo 1'8 settembre 1943 fu inviato ad Ardenno dove si era diffusa una epidemia di tifo ad aggravare le pene della guerra. Convinto patriota e sostenuto da un forte anelito di libertà, aiutò le formazioni partigiane fornendo loro medicinali; per un pacco intercettato dai fascisti venne arrestato e fu imprigionato per 40 giorni.

Nel primo dopoguerra svolse servizio come pediatra - la sua specializzazione - al Preventorio di Sondrio; in seguito fu sempre medico di famiglia ed aprì uno studio in via Vittorio Veneto.

Appassionato sportivo fu fondatore del Panathlon Club e del Lions Club di cui rivestì anche la carica di presidente; ricoprì anche il ruolo di vicepresidente della Cri provinciale.

Ma la sua seconda famiglia era l'ANA Sezione Valtellinese, che ricostituì nel dopoguerra e della quale fu attivissimo presidente dal '52 al '65 e dal ‘76 al '90 per poi continuare nel ruolo di presidente onorario fino alla sua morte, avvenuta il 17 ottobre 2003.

Ricoprì anche la presidenza dell’Istituto del Nastro Azzurro e profuse molta energia nel raccogliere i dati e pubblicare l’Albo d’Oro dei decorati della provincia di Sondrio nel 1992.

Fondò il Coro Alpino e la Fanfara Alpina che negli anni ’50 rivitalizzarono il tessuto sociale e la rinascita economica del capoluogo e dell’intera valle. Un’irripetibile stagione di grande slancio alpino di cui ci restano numerose ed appassionate testimonianze.

Alla sua tenace opera di traino va ascritta la realizzazione del Rifugio "Tridentina" al Passo della Forcola tra il 1978 e 1980: anche lì il Gino profuse ogni energia per vederne concretizzare l’opera da dedicare ai commilitoni caduti nei conflitti, in particolare alle fulgide figure delle Medaglie d’Oro.

Volle un monumento vivo, dove i visitatori cogliessero i sentimenti, i valori, gli ideali alpini in esso contenuto; tra innumerevoli difficoltà riuscì nell’impresa con un commovente seguito di volontari a seguirne l’ammirevole esempio dato sul campo, tra i gelidi turbini che avvolgono abitualmente il Passo anche nella bella stagione.

Anche i successivi lavori di ristrutturazione al Rifugio per sistemare le ingiurie del tempo e le malformazioni congenite furono fatte con esemplare slancio da centinaia di Alpini con mani generose ed un pensiero costante nel cuore; lo facciamo anche per il Gino, per il Dutur, come era amabilmente chiamato nelle file dell’ANA, ben sapendo che, come era nel suo stile asciutto di parole, avrebbe gratificato ognuno con un "Bravo, hai fatto il tuo dovere".

 

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