LA LOCANDIERA di Carlo Goldoni

riduzione, trasfigurazione e adattamento scenico 

a cura di tito di blasi

 

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tavolini e sedie bianche di ferro lavorato,

lampadario appeso al soffitto

spettatori in abito anni '30 sono seduti ai tavolini: conversano e bevono in attesa dello spettacolo,

sulla pedana, un chitarrista (o un pianista) intrattiene i clienti con brani di bleus e country,

 

ATTO PRIMO

 

Le note di un accattivante bleus, stemperate dal brusio degli avventori, aleggiano nel fumido salone della locanda, annunciando l'approssimarsi della mezzanotte e l'ingresso in palcoscenico di Mirandolina, interprete del più suggestivo e sensuale bleus contemporaneo.

Vanitosa e corteggiatissima, Mirandolina sa ostentare fascino e malizia con deliziosa disinvoltura, consapevole sia del piacere che procura ai suoi ammiratori, sia del supplizio inferto ai suoi spasimanti.

L'aria è carica di effluvi e gli avventori si aggirano fra i tavoli, occhieggiando qua e là alla ricerca di emozioni che la calda sera di mezza estate sembra sollecitare, costringendo le donne a indossare abiti succinti e provocanti.

Quando Mirandolina appare sul palcoscenico, uno scroscio di applausi fa vibrare le pareti della locanda e gli spettatori si esibiscono in apprezzamenti che farebbero arrossire anche il più incallito bestemmiatore del Bronx.

Mirandolina sorride e sembra non raccogliere il senso dei pesanti apprezzamenti, ma un distinto signore in prima fila, scuotendo il capo in segno di dissenso, mostra di non gradire la spregiudicata intemperanza del pubblico: per un poco rimane zitto, poi si rivolge al primo che gli sta accanto e lo investe con aria dura e minacciosa:

- ehi! modera i termini, buffone...

- Avventore: ma chi credi di essere, pancione, con quel che spendo posso permettermi questo ed altro...

La voce calda e melodiosa di Mirandolina interrompe sul nascere il vivace diverbio. I due si scambiano occhiate di fuoco e si quietano: Mirandolina non può essere disturbata.

Quando finisce di cantare, si avvicina al distinto signore in prima fila, lo abbraccia, e sparisce dietro le quinte, accompagnata dagli applausi e dalle grida degli spettatori.

Poi gli avventori abbandonano poco a poco il locale: rimangono solo gli ospiti della locanda, mentre il chitarrista (o pianista) Lorenz mantiene il sottofondo musicale.

- Avvocato: siete innamorato e non lo volete dire...

- Onorevole: Mirandolina è mia amica e come tale deve essere rispettata, lo esigo...

- Avv: per me merita il rispetto e le attenzioni che una qualsiasi altra bella donna si merita...

- On: Mirandolina è speciale ed è sotto la mia protezione

- Avv: e chi siete mai?!

- On: sono l'onorevole Traballa e questo basta...

- Avv: e io sono l'avvocato Turabuchi, le grazie di Mirandolina me le conquisto a suon di mance e di regali...

- On: quel che io faccio non lo dico a nessuno...

- Avv: i camerieri parlano, onorevole, e qui si sa tutto di tutti...

- On: a proposito di camerieri, vi è quel tal Fabrizio, pare che Mirandolina lo guardi assai di buon occhio..

- Avv: dicono che se lo voglia sposare...

- On: se si marita, sarò il suo protettore...

- Avv: io le darò in dote cinquemila dollari, glieli ho promessi...

- On: io invece... quel che farò... ohibò, non devo dirlo certamente a voi... leva una mano verso il cameriere e lo chiama -  eih.., cameriere!

- Fabrizio: comandi, signore!

- On: signore a me! Chi ti ha insegnato la creanza?

- F: mi perdoni...

- Avv: ehi, cameriere, dimmi, come sta la tua padroncina?

- F: sta benissimo, signore...

- On: quando si è sistemata, dille di venire al mio tavolo...

- F: sarà fatto, signore...

- On: sei un asino, all'avvocato andrà anche bene farsi chiamare signore, ma quando ti rivolgi a me, devi dire onorevole!

- F: mi perdoni, sign... onorevole! Ho detto bene ora?

- On: son tre mesi che lo sai, sei un impertinente...

- Avv: non te la prendere, giovanotto, ecco, ti regalo trecento dollari, tanto per mostrar la differenza... fa' che te ne regali altrettanti l'onorevole!

- F: grazie signore...

- On: il denaro non fa la differenza e io non lo spreco, vattene e chiama la padrona!

- F: vado, anzi corro onorevole...

 

- On: voi credete di soverchiarmi coi regali, la mia autorità vale molto di più del vostro denaro...

- Avv: io non apprezzo quel che vale il denaro, ma quello che col denaro si può comprare... e quando non mancano i denari, tutte le donne vi rispettano... si rivolge all'ospite seduto al tavolino accanto che ne pensate, cavalier Bellezza?

- Cav: per me, le donne valgono meno del mio cane da caccia, credo che la vostra contesa non meriti alcun commento... poi, rivolto all'onorevole Io certamente non perdo tempo a discutere per le donne... non le amo e non le ho mai amate... ho sempre pensato che la donna per l'uomo sia una infermità insopportabile...

- On: intimidito per me!

- Avv: Mirandolina ha meriti e qualità straordinarie...

- On: l'avvocato ha ragione, Mirandolina è veramente amabile...

- Cav: mi fate ridere, cosa può avere che non sia comune alle altre donne?

- On: è affascinante, ha un tratto superbo che incanta...

- Avv: è bella, parla bene, veste con pulizia, è di un ottimo gusto...

- Cav: con enfasi, rivolto all'onorevole che si ritrae tutte cose che non valgono un fico, è una donna come le altre...

- Avv: vi sbagliate cavaliere! Io conosco le donne e ci so fare, ma con lei, nonostante il mio corteggiamento e tutti i miei regali, non ho potuto toccarle neanche un dito...

- Cav: arte, arte sopraffina ci vuole, poveri gonzi! A me non la farebbe... rivolto all'onorevole Donne! Alla larga, tutte quante!

- On: ve l'ho detto... siete libero di pensare...

- Avv: e non vi siete mai innamorato?

- Cav: una volta sola e mi è bastato! Hanno fatto il diavolo a quattro per darmi moglie, ma ho sempre resistito...

- On: ma voi siete unico del vostro casato, non volete pensare alla successione, con tutte le proprietà che avete...

- Cav: ci ho pensato, non credete, ma se per aver figli devo soffrirmi una donna per tutta la vita, mi passa subito la voglia...

- Avv: e che intendete fare di tutte le vostre ricchezze?

- Cav: con gli amici, me le spendo tutte con gli amici...

- On: bravo cavaliere, ce le godremo insieme...

- Avv: e alle donne non volete dar nulla?

- Cav: niente affatto, a me non ne mangiano sicuramente!

- On: oh, ecco la nostra bella padroncina, guardatela se non è adorabile...

- Cav: bella poi! Ve l'ho detto, per me vale quattro volte di più il mio cane da caccia...

 

Mirandolina avvicinandosi:

- Mi: m'inchino a questi cavalieri. Chi mi domanda di lor signori?

- On: io vi domando, ma non qui...

- Mi: dove mi vuole, onorevole?

- On: nella mia camera...

- Mi: nella sua camera? se ha bisogno di qualcosa verrà il cameriere a servirla!

- Avv: cara Mirandolina, io invece, quel che voglio ve lo dico in pubblico...

- Mi: come comanda, signore...

- Avv: osservate questi orecchini, vi piacciono?

- Mi: belli.

- Avv: sono diamanti e ve li voglio donare...

- Mi: no signore, non li posso accettare

- Avv: se non li accettate, mi offendo

- Mi: non so che dire... mi preme tenermi buoni i clienti della mia locanda... vorrà dire che per non offendere sua signoria illustrissima li accetto, ed ora, se altro non mi comandano, me ne andrò

 

- Cav: Ehi, padrona! La biancheria che mi avete messo in camera non mi garba... se non ne avete di meglio, provvederò altrimenti

- Mi: se non le garba, gliela farò cambiare... mi pare, però, che potrebbe chiederlo con un po' di gentilezza...

- Cav: dove spendo il mio denaro, non ho bisogno di far complimenti

- Avv: compatitelo, è nemico capitale delle donne...

- Mi: povere donne, che le hanno fatto, perché è così crudele con noi, cavaliere?

- Cav: basta così, con me non vi prendete altre confidenze... Amici, vi saluto, arrivederci...Esce

 

- Mi: che uomo selvatico, mi ha disgustato... quasi quasi lo caccio via dalla locanda...

- On: se non se ne vuole andare, ditelo a me, avete la mia protezione...

- Avv: e per i denari che aveste a perdere, provvedo io... anzi, mandate via anche l'onorevole, pagherò tutto io... ed ora, col vostro permesso, mi ritiro, sono stanco, buonanotte Mirandolina, buonanotte signori...

- On: a Mirandolina maledetto avvocato, con questi suoi denari mi ammazza, ma si illude se pensa che le donne della vostra sorta si vincono coi regali

- Mi: i regali non fanno male allo stomaco e so io cosa vendere o non vendere nella mia locanda

- On: certe volte mi auguro di essere nello stato dell'avvocato

- Mi: per via dei suoi denari?

- On: non proprio, è così ridicolo, ma potrei sposarvi! Buona notte Mirandolina...

Mirandolina rimane sola

- Mi: tutti quelli che arrivano alla locanda s'innamorano di me, vengono ad alloggiare qui e dopo due giorni fanno i cascamorti... l'onorevole addirittura vorrebbe sposarmi... il cavaliere invece mi tratta così bruscamente! E' il primo forestiero che non ha piacere di trattare con me...

Non dico che tutti debbano innamorarsi, ma disprezzarmi così!

E' nemico delle donne? Non le può vedere? Non avrà trovato quella che ci sappia fare... Poverino, lo sistemo io!

Quelli che mi corrono dietro, presto presto mi annoiano... tutto il mio piacere consiste nel vedermi vagheggiata, adorata e servita... questa è la mia debolezza!

A maritarmi non ci penso nemmeno, non ho bisogno di nessuno e voglio divertirmi...

Voglio burlarmi di amanti e spasimanti, e sconquassare quei cuori duri che son nemici di noi donne che, dopo tutto, siamo la miglior cosa che madre natura abbia saputo produrre...

 

- F: ehi, padrona, quel forestiero della camera di mezzo si lamenta che la biancheria è ordinaria e urla che la si debba cambiare...

- Mi: sì, lo so, vai pure, che gliela porto io

- F: voi? si vede che vi preme molto questo forestiero

- Mi: tutti mi premono, bada a quel che dici, tu coi forestieri sei un po' troppo ruvido

- F: allora procuratevi un altro cameriere

- Mi: seria, risentita ma che credi che io sia? una frasca? una civetta? mi meraviglio di te! Se i forestieri li tratto bene è per il buon nome della locanda! Di regali non ne ho bisogno... e per fare all'amore, uno mi basta e non mi manca... so chi merita e chi non merita, e quando vorrò maritarmi, mi ricorderò dei consigli di mio padre, Dio l'abbia in gloria!... E chi mi avrà ben servita non potrà lagnarsi di me... Fabrizio, intendiamoci, forse non mi conosci abbastanza! esce

- F: chi la capisce è bravo, bravo davvero! un giorno pare che mi vuole e un altro no... dice che non è una frasca e vuol fare i comodi suoi... mi piace e le voglio bene, bisognerà chiudere un occhio... i forestieri vengono e vanno, il meglio resta sempre per me... con lei potrò sistemare i miei interessi per tutta la vita... Esce

Il cavaliere ritorna in scena, è impaziente, e chiama ad alta voce la padrona.

- Cav: Ehi, padrona, me la volete cambiare o no la biancheria!?

- Mi: ( entra fingendo soggezione) permette, illustrissimo cavaliere?

- Cav: finalmente!

- Mi: non doveva incomodarsi, eccellenza, gliel'avrei portata io stessa... ecco qui della biancheria nuova, è di rensa, la migliore che ci sia sul mercato, l'ho cucita io stessa e la dò soltanto a personaggi di merito...

- Cav: (solito complimento) non pretendevo tanto!

- Mi: la serberò solo per lei, eccellenza...

- Cav: fate come vi pare, date qua!... ( i gonzi sentono queste parole e ci cascano, ma io...)

- Mi: come comanda... e domani, cosa desidera per pranzo?

- Cav: quel che vi sarà!

- Mi: ma se desidera qualche intingoletto, qualche sughetto, favorisca dirmelo che avr• il piacere e l'onore di servirla...

- Cav: (certo che ci sa fare) vi ringrazio, ma con me non riuscirete a fare quello che avete fatto con l'onorevole e l'avvocato!

- Mi: quei due? Vengono alla locanda per alloggiare e poi pretendono di far l'amore con la locandiera... abbiamo altro in testa noi... se ci rivolgiamo a loro con buone maniere, è solo per tenerli a bottega... domandi ai due signori se ho mai dato loro qualche segno di affetto... non li strapazzo perché non ne ho l'interesse, ma poco ci manca... questi uomini effemminati non li posso vedere... io non son bella, ho i miei annetti... ho avuto le mie belle occasioni, ma non ho mai voluto maritarmi... amo troppo la mia libertà.

- Cav: viva la sincerità...

- Mi: debbo andarmene? non vorrei esserle importuna...

- On: no,no, restate, mi divertite

- Mi: vede, signore, io son piuttosto allegra, mi trattengo coi clienti, dico qualche barzelletta per divertirli, e loro subito credono...

- Cav: e s'innamorano! questo non l'ho mai potuto capire... debolezze, miserie umane!

- Mi: che forza, cavaliere, che virilità! Venga qui, per favore, mi porga la sua mano...

- Cav: e perché mai?

- Mi: la prego... gli prende la mano questa è la prima volta che tengo per mano uno che la pensa veramente da uomo...

- Cav: Oh, via, smettiamola ritira la mano

- Mi: vede cavaliere, se avessi preso la mano a uno di quei signori, subito avrebbe creduto che io spasimassi per lui... con lei non ho nulla da temere, posso agire in libertà senza temere di essere fraintesa... per questo sono onorata di servirla... ora la prego di perdonarmi, purtroppo ho ancora da stirare... se avrà bisogno di qualcosa, le manderò il cameriere...

- Cav: se qualche volta vorrete venire anche voi, sarò lieto di vedervi...

- Mi: non è mia abitudine andare nella camera dei clienti, ma da lei ci verrò...

- Cav: perché tante attenzioni?

- Mi: perch‚ lei mi piace... assaissimo...

- Cav: vi piaccio!?

- Mi: sì, illustrissimo signore, lei non è effemminato come gli altri e non è di quelli che si innamorano... ( mi caschi il naso se entro domani non è innamorato)... le auguro buon sonno, eccellenza...

Mirandolina esce e il cavaliere rimane solo

- Cav: lo so io quel che debbo fare... donne? alla larga! costei sarebbe una di quelle che potrebbero farmi cascare... ha un non so che di straordinario... ma non per questo mi lascerò innamorare.

Per un po' di divertimento mi intratterrei con questa piuttosto che con altre... ma per far l'amore? non voglio perdere la mia libertà... pazzi, pazzi quelli che si innamorano delle donne...

 

SIPARIO: FINE DEL PRIMO ATTO

 

ATTO SECONDO

 

La mattina seguente, verso mezzodì: alla locanda entrano due donne elegantemente vestite, Ortensia e Dejanira.

Il cameriere le riceve con cerimonia:

- F: benvenute, illustrissime dame, in che posso servirle?

- O: vorremmo alloggiare qui

- F: attendano che presto verrà la padrona a riceverle, intanto porto i bagagli nelle vostre stanze... si allontana coi bagagli

- D: ci ha preso per due dame e ci dà delle illustrissime...

- O: bene, così ci tratterà meglio...

- D: ma ci farà pagare di più...

- O: calma, per i conti avrà a che fare con me, sono anni che giro il mondo...

- D: non vorrei che per questo equivoco ci trovassimo in qualche difficoltà...

- O: mia cara, vuoi che due commedianti avvezze a interpretar contesse, duchesse e principesse si trovino in difficoltà a sostener la parte della dama in una locanda?

Fabrizio, rientrando:

- F: la padrona sarà presto da voi... intanto, illustrissime dame, favoriscano darmi le loro generalità...

- D: ( ora viene il bello)

- O: perché mai ho da dare il mio nome?

- F: per il registro... noi camerieri siamo obbligati a prendere il nome di quelli che alloggiano qui, se non lo facciamo, poveri noi...

- O: allora scrivete: baronessa Ortensia del Poggio da Palermo...

- F: (siciliana, sangue caldo) scrive ed Ella, illustrissima?

- D: io... io... non so che dire...

- O suvvia, contessa Dejanira, dategli il vostro nome...

- F: la supplico...

- D: non avete sentito? Contessa Dejanira del Sol da Firenze...

- F: grazie, non occorre altro... perdonino l'incomodo... ora verrà la padrona... (l'ho detto che erano due dame, ci saranno mance anche per me) si allontana

 

- O: cara contessa, che fortuna avervi con me...

- D: serva umilissima della signora baronessa... vedendo Mirandolina zitta, sta arrivando la padrona!

- Mi: mi inchino al vostro cospetto, signore

- O: buon giorno, bella giovane

- D: signora padrona, vi riverisco

- Mi: (per me non sono dame, altrimenti non sarebbero sole)

- O: per il trattamento, si potrebbe discutere?

- Mi: ma non hanno i loro signori mariti?

- O: il barone mio marito mi raggiungerà fra tre giorni

- D: ride

- O: oh via, contessina, contenetevi...

- Mi: perché mai ride così di gusto, contessa?

- O: le ho raccontato una barzelletta e ancora la fa ridere...

- D: si sforza di non ridere

- Mi: brava signora baronessa, io amo le persone di spirito e lodo la sua franchezza...

- O: che cosa vorreste dire?

- Mi: suvvia, contessina... baronessa... che serve fingere se siamo soltanto delle pedine?

- O: per caso ci conoscete?

- D: fuori di scena io non so fingere...

- Mi: non fa nulla... servitevi pure della mia locanda, ma se arrivassero persone di rango, vi prego, cedetemi l'appartamento e io vi darò dei camerini ugualmente confortevoli...

- O: dove spendo il mio denaro voglio essere servita come una dama... in questo appartamento ci sono e ci rimango!

- Mi: via, signora carissima, venitemi incontro e non vi pentirete... oh, ecco un cavaliere alloggiato in questa locanda, quando vede donne si fa sempre avanti...

- O: è ricco?

- Mi: io non so i fatti suoi...

L'onorevole Traballa si avvicina

- On: è permesso? posso riverire queste bellissime dame? rivolto a Mirandolina sono forestiere?

- Mi: eccellenza, sì, sono venute ad alloggiare alla mia locanda...

- O: (capperi, è un'eccellenza!)

- Mi: questa è la baronessa Ortensia del Poggio e questa la contessa Dejanira del Sol...

- D: (la padrona vuol continuare a far la commedia!)

- On: e io sono l'onorevole Traballa, in questa locanda troverete una padrona di garbo ed io sarò lieto di potervi servire...

- Mi: questo gentile cavaliere è pieno di bontà e mi onora della sua protezione...

L'onorevole Traballa si toglie un fazzoletto di tasca, lo spiega per farlo notare e finge di asciugarsi la fronte

 

- Mi: che bel fazzoletto, onorevole...

- D: è superbo, non ne ho mai veduti di così belli!

- On: modestamente sono di buon gusto io, viene da Londra...

- O: è veramente pregevole...

- Mi: oh sì, mi piace assai... (chissà come se l'è procurato)

- On: mia cara padrona, ciò che piace a voi v'appartiene, concedetemi di farvene dono...

- Mi: ma io non posso...

- On: suvvia, non fatemi andare in collera...

- D: che uomo galante!

- O: e raffinato...

- Mi: va bene, eccellenza, io non voglio mandarla in collera, vuol dire che lo accetterò...

- O: (che furbacchiona...)

- D: (e poi dicono delle commedianti!)

- O: che uomo generoso!

- Mi: è sempre così! (ammiccando)

- O: l'onorevole vorrà favorirci della sua compagnia?

- D: vorrà restare a pranzo con noi? sarà nostro ospite...

- On: oh sì, volentieri... (finalmente si mangia! ho giusto un grande appetito) poi, sottovoce a Mirandolina (non siate gelosa, io son già vostro, lo sapete)

- Mi: sottovoce, sorridendo (s'accomodi pure, ho piacere che si diverta)

- On: di nuovo rivolto alle signore care le mie damine, vi servirò di cuore...

In quel mentre appare l'avvocato Turabuchi

- Avv: Mirandolina, vi stavo cercando...

- Mi: son qui con queste dame

- Avv: oh, due dame, m'inchino umilmente...

- O: onoratissima...

- D: ride nascondendosi dietro Ortensia (ma io non son buona!)

- On: sottovoce a Mirandolina ( mostrate il fazzoletto all'avvocato)

- Mi: Osservi, avvocato, il bel regalo dell'onorevole...

- Avv: oh, me ne rallegro, bravo onorevole! sottovoce all'onorevole (per questo avete voluto in prestito duecento dollari)

- On: (Ve li restituirò, non temete!)

- Avv: (per me, li avevo già scontati in perdita) poi, rivolto a Mirandolina col permesso di queste dame, vorrei dirvi una parola: osservate questo piccolo gioiello di diamanti...

- Mi: è molto bello!

- Avv: è compagno degli orecchini...

Ortensia e Dejanira mormorano fra loro

- On: (maledetto avvocato, coi suoi denari mi ammazza!)

- Mi: è compagno, ma ancor più bello...

- On: ed io ve ne faccio dono

- Mi: non lo prendo assolutamente!

- On: non vorrete farmi questo grandissimo sgarbo!

- Mi: oh, di sgarbi non ne faccio mai... per non disgustarla, prendo anche questo...

Ortensia e Dejanira mormorano ancora fra loro

- Avv: ed ora, mie care dame, l'avvocato Turabuchi è tutto per voi!

- O: ma lei è di famiglia illustre, io la conosco...

- Avv: al vostro servizio... e visto che siete senza uomini, vi invito a pranzare con me?

- On: ci son già io, signore, non hanno bisogno di voi...

- Avv: Mirandolina!

- Mi: eccomi, signore

- Avv: fate preparare un tavolo per tre, le signore sono mie ospiti...

- O: riceveremo volentieri le vostre finezze.

- On: ma io sono ospite di queste due dame...

- Avv: esse sono padrone di servirsi come comandano, ma alla mia piccola tavola, in più di tre non ci stiamo...

- On: (qui si salta il pranzo!) Vorrei vedere anche questa!

- O: venga avvocato, andiamo... l'onorevole ci servirà un'altra volta...

- On: (addio pranzo!) Avvocato, me la pagherete!

- Avv: mia cara Mirandolina, vi dispiace che io serva queste due dame?

- Mi: niente affatto, signore

- Avv: del resto lo faccio per voi, per accrescere utili e avventori alla vostra locanda... per altro io son vostro e vostro è il mio cuore come pure le mie ricchezze...

Mirandolina rimane sola

- Mi: con tutte le sue ricchezze non riuscirà a farmi innamorare di lui e tanto meno vi riuscirà l'onorevole con la sua ridicola protezione. Se dovessi attaccarmi a uno dei due, certamente lo farei con chi spende di più, ma non mi interessa né l'uno né l'altro... per ora voglio divertirmi a far innamorare il cavalier Bellezza... non so se avrò l'abilità di quelle due brave comiche, ma ci proverò... possibile che non debba cedere? Mi è sembrato affabile e compiacente ieri sera...

Presto o tardi lo farò cadere...

 

 

 

 

FINE DEL SECONDO ATTO

 

 

 

 

 

 

 

ATTO TERZO

 

la scena si presenta con i tavoli apparecchiati per il pranzo di mezzogiorno.

- Fabrizio al Cav. Bellezza: illustrissimo, se comanda, il pranzo è in tavola...

- Cav: mi pare che si pranzi prima del solito...

- F: la padrona ha voluto che la servissi per primo... e se non le piace il pollo le manderà un piccione...

- Cav: è molto gentile la tua padrona...

- F: le assicuro che non c'è locandiera migliore di questa

- Cav: ti piace, eh?

- F: ho intenzioni serie...

- Cav: bravo, bravo... e questo cos'è?

- F: è una salsa che la mia padrona ha fatto con le sue mani

- Cav: assaggiandola è squisita, non ne ho assaggiate di meglio... se farà così, non le mancheranno i clienti... buona tavola, buona biancheria, ed è anche gentile... ma quel che più stimo in lei è la sincerità... Sai perché non posso vedere le donne? Perché sono finte,bugiarde e lusinghiere... ma questa locandiera è davvero sincera...

- F: ora sta facendo con le sue mani un altro piatto, ma non so dire che piatto sia...

- Cav: dammi da bere! tra sé ( costei è troppo compita, bisognerà pagarla il doppio... devo trattarla con generosità, ma sarà bene che me ne vada al più presto se non voglio cadere in trappola) dimmi cameriere, dove sono l'onorevole e l'avvocato?

- F: l'avvocato e nella saletta con due dame e l'onorevole è uscito a far due passi

- Cav: con due dame... con le loro smorfie mi farebbero passare l'appetito!

appare Mirandolina

- Mi: è permesso?

- Cav: venite avanti, che volete?

- Mi: le ho portato un intingoletto fatto con le mie mani

- Cav: se l'avete fatto voi, sarà buono di sicuro

- Mi: troppa bontà, signore, ma vorrei sapere se le piace

- Cav: assaggia buono! prezioso! che sapore straordinario!

- Mi: ho dei segreti sa, e queste mani sanno fare delle cose...!

- Cav: al cameriere dammi da bere!

- Mi: dietro questo piatto bisogna bere di quel buono...

- Cav: sempre al cameriere allora dammi del Borgogna!

- Mi: il cavaliere è di buon gusto in tutto, e poche volte m'inganno...

- Cav: eppure questa volta v'ingannate

- Mi: in che, signore?

- Cav: nel credere che io meriti certe attenzioni

- Mi: sospirando le dirò, attenzioni ne uso a tutti, è mio dovere, ma mi rattristo quando penso che non vi sono che ingrati...

- Cav: so benissimo che intendete dire... ma di me non avrete nulla di che dolervi... alla vostra salute beve

- MI: mi onora troppo

- Cav: questo vino è prezioso

- Mi: il Borgogna è la mia passione

- Cav: ne volete un bicchierino?

- Mi: non so che dire... non merito le vostre grazie

- Cav: cameriere, porta un bicchiere!

- Mi: oh no, se mi permette berrò dal vostro... gli prende il bicchiere e beve.

- Cav: oibò, me ne son servito io!

- Mi: ridendo berrò le sue bellezze... se però mi favorisse un bocconcino di pane... non vorrei che mi andasse alla testa...

- Cav: volentieri, le porge un pezzetto di pane ma siete a disagio, sedetevi accanto a me...

- Mi: non son degna di tanto...

- Cav: via, via, siamo soli... cameriere, una sedia per la padrona!

- Mi: allora mi accuccerò sui suoi ginocchi... si siede sui ginocchi del cavaliere se lo sapessero l'avvocato e l'onorevole povera me...

il cameriere porta la sedia, vede la scena e ritorna indietro.

- Cav: riempiendo l'altro bicchiere su, brindiamo insieme

- Mi: alla salute di tutto quello che dà piacere al signor cavaliere...

- Cav: vi ringrazio padroncina garbata

- Mi: credevo che le donne non le potesse vedere

- Cav: è vero, e voglio dirvi una cosa che tornerà a vostro merito

- Mi: ascolto signore...

- Cav: voi siete la prima donna al mondo con cui ho avuto la sofferenza di intrattenermi con piacere

- Mi: le dirò, signor cavaliere, anch'io provo per lei quello che non ho mai sentito per nessun altro...

- Cav: ho paura che mi vogliate far perdere la mia quiete...

- Mi: il signor cavaliere non cadrà nelle debolezze degli altri... se me ne accorgessi, non mi avvicinerei mai più... anch'io mi sento un non so che di dentro, una cosa che non ho mai sentito... ma non voglio impazzire per gli uomini, soprattutto per uno che odia le donne... e che forse per mettermi alla prova si burla di me e viene a tentarmi con un discorso nuovo... mi favorisce un altro poco di Borgogna?

- Cav: ehilà, attenta, non esagerate...

- Mi: si versa il vino nel bicchiere ehi, cavaliere, cin cin... che vivano i buoni amici...

- Cav: evviva!

- Mi: ora, signor cavaliere, con sua licenza...

- Cav: fermatevi! prendetene ancora un goccio...

- Mi: e va bene... faccio un brindisi che mi ha insegnato mia nonna e me ne vado:

viva Bacco e viva Amore

l'uno e l'altro ci consola,

uno passa per la gola,

l'altro va dagli occhi al cuore.

Bevo il vin, cogli occhi poi...

faccio quel che fate voi... si allontana di corsa

- Cav: bravissima, venite qui, sentite... ah malandrina! Se n'è fuggita e mi ha lasciato cento diavoli in corpo che mi tormentano!

 

entra il cameriere

- F: comanda la frutta, cavaliere?

- Cav: va al diavolo anche tu... ah maledetta, mi vuoi abbattere? Ma lo fa con tanta grazia e sa insinuarsi così bene... Me ne andrò, non la voglio più vedere... e che non mi venga più tra i piedi... Maledettissime donne!.... Cameriere, cameriere!

- F: eccomi signore...

- Cav: dì alla tua padrona di prepararmi il conto che me ne voglio andare!

- F: così presto, signore?

- Cav: vai, non impicciarti...

- F: la prego di ricordarsi del cameriere...

- Cav: sbrigati, so io che fare...

- F: glielo porterò in camera sua...

- Cav: lo voglio qui, e subito!

il Cavalier Bellezza resta solo

- Cav: sono tutti invaghiti di Mirandolina e anch'io mi sento accendere... ma ho deciso, me ne andrò via, devo vincere quest'angoscia... ma che vedo? Mirandolina è già qui col conto?

- Mi: mestamente signore...

- Cav: che c'è, Mirandolina?

- Mi: ha domandato il conto e l'ho servita... si asciuga gli occhi con il grembiule

- Cav: che avete? piangete!

- Mi: niente, signore, mi è andato del fumo negli occhi

- Cav: del fumo? non me la raccontate giusta! quanto fa il mio conto? venti dollari? In quattro giorni solo venti dollari! perché un trattamento così generoso?

- Mi: quello è il suo conto

- Cav: e i piatti speciali? gli intingoletti?

- Mi: perdoni, quel che io dono non lo metto in conto...

- Cav: me li avete regalati?

- Mi: mi perdoni la libertà, li gradisca... si copre, mostrando di piangere

- Cav: ma che avete?

- Mi: gliel'ho detto, il fumo...

- Cav: non vorrei che aveste patito per cucinarmi quelle preziose vivande...

- Mi: se fosse per questo, ne soffrirei volentieri mostra di trattenersi dal piangere

- Cav: ecco... vi prego... qui vi sono duecento dollari... prendeteli e spendeteli in mio nome...

- Mi: senza parlare cade svenuta sopra una sedia

- Cav: Mirandolina, ahimè! Mirandolina... è svenuta... che sia davvero innamorata di me... così presto!... del resto anch'io lo sono...

Cara Mirandolina... Perbacco, io cara ad una donna?

E' svenuta per me... Oh come sei bella... se sapessi come farla rinvenire... io non son pratico... C'è qualcuno di là? va avanti e indietro poverina... che tu sia benedetta! va di là in cerca d'aiuto

 

- Mi: levandosi a sedere le armi per vincere gli uomini sono tante, ma quando sono ostinati, il colpo di riserva sicurissimo, è uno svenimento!... uh, eccolo che torna! si rimette giù

- Cav: torna con dell'acqua in un vaso e gliela spruzza sul viso non è ancora rinvenuta... sicuramente mi ama... la spruzza ancora e lei si muove animo, animo, son qui cara... non parto più, Mirandolina, te lo prometto... per ora...

entrano l'avvocato e l'onorevole

- On: amico! cosa state facendo?!

- Avv: cavaliere... che avete combinato?

- Cav: (maledetti) l'ho fatta rinvenire... non si vede?

- Avv: e questo sarebbe il bravo signore che non può veder le donne...

- On: ci siete cascato eh?

- Cav: andate al diavolo, maledetti! getta il vaso ai piedi dei due, il vaso va in pezzi e il cavaliere se ne va via infuriato

- Avv: è diventato pazzo...

- Mi: ( il gioco è fatto, il suo cuore è di fuoco. Era tanto nemico delle donne? Se volessi, potrei fargli fare qualsiasi bestialità...Ora mi resta solo di rendere pubblica la cosa e mettere in ridicolo questi uomini presuntuosi... a onor del nostro sesso...)

 

 

FINE DEL TERZO ATTO

 

 

ATTO QUARTO

 

Mirandolina si prepara a stirare l'abito che indosser… la sera stessa per lo spettacolo.

- Mi: il divertimento è finito, ora devo badare a me stessa... stasera voglio strabiliare tutti... indosserò questo prende l'abito e lo rigira mostrandolo, poi chiama Fabrizio: Ehi Fabrizio, vieni un po' qua!

- F: signora...

- Mi: portami per cortesia il ferro caldo, e scusami se ne approfitto...

- F: di niente, padrona, finché io mangio il vostro pane, sono obbligato a servirvi fa per andare

- Mi: fermati, non sei obbligato a servirmi in queste cose, ma so che me lo fai volentieri ed io...

- F: per me vi porterei l'acqua con le orecchie, ma è tutto vano...

- Mi: perché vano?

- F: a voi piace la nobiltà, i poveretti non li considerate...

- Mi: povero pazzo... se ti potessi dire tutto... su via, va' a prendermi il ferro

- F: ma se ho visto io con i miei occhi...

- Mi andiamo, meno ciarle e va' a prendermi il ferro parla fra sé, ma con l'intento di farsi sentire a questi uomini, più si vuol bene peggio si fa...

- F: si gira, con tenerezza che cosa avete detto?

- Mi: su, su, presto, mi serve il ferro!

Fabrizio va di là

entra il servitore del cavalier Bellezza con una boccetta d'oro per Mirandolina

- Serv: signora Mirandolina!

- Mi: che c'è?

- Serv: il mio padrone la riverisce e mi manda a vedere come sta. Dice di bere un poco di questo spirito di melissa... le dà la boccetta d'oro

- Mi: in una boccetta d'oro! E perché non me lo ha dato quando m'è venuto lo svenimento?

- Serv: glielo dirò in confidenza... questa boccetta l'ha comprata ora... ha fatto venire apposta un orefice e gliel'ha pagata cinquemila dollari, ho visto io... poi mi ha mandato dallo speziale a comperare la melissa...

- Mi: ah ah ah .... mi manda il medicamento dopo che son guarita...

- Serv: sarà buono per un'altra volta le consegna la boccetta

- Mi: ne berrò un goccio per preservarmi da altri mali...beve grazie, tenete... restituisce la boccetta

- Serv: la boccetta è vostra, il mio padrone l'ha comprata apposta per voi...

- Mi: apposta per me?!... portategli la sua boccetta e ditegli che lo ringrazio...

- Serv: lo prenderà come un affronto

- Mi: vi dico di riportargliela, non la voglio!

- Serv: su via...

- Mi: meno ciarle.... fate il vostro dovere!

- Serv: come comanda... vado ( oh che donna!)

entra Fabrizio

- F: ecco il ferro, signora...

- Mi è ben caldo?

- F: sì, è caldo con tristezza

- Mi: cosa c'è di nuovo?

- F: ci si mette pure il cavaliere, adesso... vi manda i regali... le boccette d'oro... il servitore me l'ha detto...

- Mi: signor sì, mi ha mandato una boccetta d'oro ed io gliel'ho rimandata indietro...

- F: gliel'avete rimandata? stupito e perché?

- Mi: perché... Fabrizio... con dolcezza non ti fa piacere?... non farmi parlare... su, va'... va' a prepararmi un altro ferro per favore...

- F: sì, vado... credetemi, se parlo è perché...

- Mi: dai dai... non farmi arrabbiare... con dolcezza

 

 

 

 

entra il cavalier Bellezza

- Cav: Mirandolina?

- Mi: oh cavaliere, che sorpresa... stira

- Cav: come state?

- Mi: benissimo continua a stirare senza guardarlo

- Cav: perché avete rifiutato la boccettina che vi ho mandato?

- Mi: non sono soggetta a svenimenti... continua sempre a stirare quello che è accaduto oggi non mi accadrà mai più...

- Cav: non vorrei esserne stato io la causa...

- Mi: essì, ho proprio paura di sì... sempre stirando

- Cav: oh, davvero Mirandolina? con passione

- Mi: mi ha fatto bere quel maledetto vino di Borgogna... sola con lei non ci resto più...

- Cav: e invece io v'aspetto ancora... non ve ne ne pentirete...

poi con passione vi prego, tenete questa boccetta...

- Mi: questo ferro è poco caldo... chiama ad alta voce ehi, Fabrizio, portami un altro ferro caldo! poi rivolta al cavaliere, continuando a stirare in verità, io di regali non ne prendo...

- Cav: ma dall'avvocato...

- Mi: l'ho fatto per non disgustarlo...

- Cav: e a me, invece, volete fare questo affronto...

- Mi: a lei che importa, le donne non le può vedere...

- Cav: ora non posso più dire così... con trasporto Mirandolina, la vostra grazia... la vostra bellezza...

- Mi: ah ah ah perché mi burla? continua a stirare

- Cav: ah furbetta!... son io che vi burlo, eh? su via, prendete questa boccetta...

- Mi: grazie no... stirando

- Cav: mi farete andare in collera...

- Mi: Fabrizio! il ferro!

- Cav: lo prendete o non lo prendete...

- Mi: Uffa! prende la boccetta e la getta con disprezzo nel cesto della biancheria

- Cav: la gettate così?

- Mi: Fabrizioooo!! ... ti ho chiesto il ferro!!!

entra Fabrizio

- F: son qua, padrona... vedendo il cavaliere si ingelosisce

- Mi: è caldo bene? poi vedendolo turbato, amorevole, con tenerezza che hai, mi sembri turbato?

- F: con aria triste niente padrona, niente... datemi l'altro ferro che lo metto sul fuoco...

- Mi: avvicinandosi con dolcezza in verità, ho paura che non stia bene...

- Cav: su su, dategli il ferro e che se ne vada...

- Mi: gli voglio bene, sa? è il mio cavaliere fidato... con tenerezza gli passa una mano sui capelli e lo accarezza tenete, caro, scaldatelo...

il cavaliere smania

- F: signora padrona gioioso, con tenerezza

- Mi: via, via, presto! lo scaccia

- Cav: quante attenzioni per quel suo cameriere... si vede che ne siete invaghita...

- Mi: io innamorata di un cameriere! non sono di così cattivo gusto... continuando a stirare

- Cav: voi meritereste l'amore di un re... poi risentito non potreste per un momento tralasciar di stirare?

- Mi: oh, mi perdoni... mi preme preparare questa biancheria e l'abito per stasera... fa cadere un manicotto a terra

- Cav: vi preme più di me? raccoglie da terra il manicotto e lo porge a Mirandolina

- Mi: sicuro... prendendo il manicotto e continuando a stirare vede signore, da questa biancheria ci devo cavar da vivere, mentre da lei non posso far conto proprio di nulla...

- Cav: voi potete disporre di tutto ciò che è mio...

- Mi: ma se non può veder le donne! stira con frenesia

- Cav: non mi tormentate... vi siete vendicata abbastanza... stimo voi e le donne come voi se ve ne sono... vi stimo e vi amo...

- Mi: ah ah ah ride divertita

- Cav: ridete!

- Mi: rido perché mi burla...

- Cav: Mirandolina... io non posso più...

- MI: si sente male?

- Cav: sì, mi sento mancare...

- Mi: prenda il suo spirito di melissa glielo getta con disprezzo

- Cav: non mi trattate con tanta asprezza... credetemi... io vi amo, ve lo giuro... fa per prenderle la mano, ma lei lo respinge col ferro da stiro e gli scotta la mano Ahiiii!

- Mi: mi perdoni, non l'ho fatto apposta...

- Cav: questo è niente, mi avete fatto una scottatura più grossa...

- Mi: dove, signore?

- Cav: nel cuore...

- Mi: ridendo chiama Fabrizio Fabrizioooo!

- Cav: per carità, non chiamatelo...

- Mi: ma se ho bisogno dell'altro ferro...

- Cav: se viene, giuro che gli spacco la testa...

- Mi: oh, questa è bella, non posso servirmi del mio servitore?

- Cav: chiamerò il mio, costui non lo posso vedere...

- Mi: mi pare che lei pretenda un po' troppo, cavaliere... si mette a passeggiare per la stanza con il ferro in mano

- Cav: sono fuori di me... compatitemi! le va dietro per la stanza

- Mi: me ne andrò in cucina... contento?

- Cav: no, cara... fermatevi...

- Mi: non posso chiamare chi voglio?

- Cav: lo confesso... ho gelosia del vostro cameriere... è la prima volta che provo cosa sia l'amore...

- Mi: nessuno mi ha mai comandato...

- Cav: io non intendo comandarvi...

- Mi: che cosa vuole da me?

- Cav: amore e compassione...

- Mi: un uomo che fino a stamattina non poteva vedere le donne, oggi chiede amore e pietà... non può essere... non gli credo! (crepa, schiatta, impara a disprezzar le donne!) posa il ferro da stiro sul tavolo, poi prende il paniere con la biancheria e se ne va lasciando solo il cavalier Bellezza.

 

- Cav: tra sé maledetto il giorno in cui l'ho conosciuta... son caduto nel laccio e non vi è più rimedio...

entra l'avvocato

- Avv: cavaliere, voi mi avete insultato e io voglio soddisfazione!

- Cav: vi chiedo scusa, ma il vaso non vi ha neppure sfiorato...

- Avv: il vostro gesto è stato comunque irriguardoso, voglio soddisfazione!

- Cav: quando un cavaliere vi chiede scusa, che volete di più? se però volete soddisfazione, io son qui, non ho paura di voi...

- Avv: allora, se non l'avete fatto apposta, lasciamo perdere... del resto non è colpa vostra, so di che male siete malato...

- Cav: sono fatti miei, io non m'impiccio dei vostri!

- Avv: signor nemico delle donne, ci siete cascato, eh?

- Cav: io, come sarebbe...

- Avv: siete innamorato, che c'è di male...

- Cav: che il diavolo vi porti...

- Avv: credetemi, non serve a nulla nascondersi...

- Cav: lasciatemi stare o giuro che ve ne farò pentire... va via e lascia l'avvocato solo

- Avv: è innamorato e non vuole che si sappia... forse teme di dichiararsi mio rivale, essì... ha paura di me!

entra l'onorevole

- Avv: che ne dite, onorevole, della bella novità?

- On: di quale novità?

- Avv: del cavaliere, del disprezzatore di donne... è innamorato di Mirandolina...

- On: lo vedete? io non mi invaghisco di chi non merita... e costui vorrebbe mettersi in competizione con me... dovrà penare e crepare per la sua impertinenza...

- Avv: Mirandolina, però, lo ricambia con mille gentilezze...

- On: non è possibile, con tutto quello che ho fatto per lei...

- Avv: e io più di voi... è un'ingrata! dedica al cavaliere mille attenzioni, cose che né‚ a me né a voi si è mai sognata di fare... Le donne! Si burlano di chi le adora, e corrono dietro a chi le disprezza...

- On: non può essere... vorrebbe paragonare il cavaliere a me...

- Avv: non l'avete vista? Si è perfino seduta al suo tavolo, sui suoi ginocchi! lo ha mai fatto con noi? A lui riserva la biancheria più fine... a tavola lo serve prima di tutti... i piatti glieli prepara con le sue mani, pietanze e intingoletti...

- On: come!? a lui intingoletti saporiti e a me cornaccia di bue e minestra di riso lungo... è un'offesa al mio grado e alla mia condizione...

- Avv: I servitori vedono e parlano... anche quel povero Fabrizio freme di gelosia.... E lo svenimento?... vero o falso che sia, non è forse un segno che è innamorata?

- On: e io che l'ho sempre tenuta in protezione, le ho regalato persino un fazzoletto!

- Avv: se è per questo, anche il cavaliere...

- On: ah sì? che cosa...

- Avv: una boccetta d'oro con lo spirito di melissa, me lo ha detto il servitore...

- On: non è possibile...

- Avv: è un'ingrata, voglio assolutamente andarmene da questa locanda indegna!

- On: fate bene, andate...

- Avv: e voi che siete un uomo di tanta reputazione dovreste venir via con me...

- On: ma... dove dovrei andare...

- Avv: vi troverò io un alloggio, lasciate pensare a me...

- On: ma io qui... in questo alloggio...

- Avv: andremo in casa d'un mio paesano, non spenderemo nulla...

- On: ah, bene, mi siete tanto amico che non posso dirvi di no...

- Avv: allora andiamocene al più presto...

- On: vi dirò, onorevole, c'è un fatto, ma che non si sappia in giro... il mio fattore, talvolta, mi ritarda i pagamenti...

- Avv: dovete forse qualcosa alla locanda?

- On: purtroppo sì, almeno duecento dollari...

- Avv: devono essere settimane che non pagate...

- On: è così... non posso partire senza pagare... se voi mi favoriste...

- Avv: vi dò quel che volete...

- On: ve li renderò quanto prima...

- Avv : con vostro comodo, a me i denari non mancano, per vendicarmi di costei li spenderei anche tutti...

- On: trattarci così...

- Avv: voglio rovinare la sua locanda... ho fatto andar via anche le due commedianti Ortensia e Dejanira...

- On: come, non sono dame?

- Avv: sono due comiche, me lo ha confessato in segreto Dejanira... in un momento d'intimità, sapete...

- On: ed ora dove sono?

- Avv: sono arrivati i loro compagni e la favola è terminata... sono alloggiate in una casa vicino al teatro...

- On: andiamocene... voglio vendicarmi... e col cavaliere che ha saputo fingere così bene per portarmi via Mirandolina, me la vedrò pi tardi!

Entra all'improvviso il cavalier Bellezza: è infuriato e gira per la stanza brontolando fra sé parole incomprensibili.

- On: che diamine avrà?

- Avv: non lo vedete? è innamorato di Mirandolina...

- Cav: che avete da borbottare voi due?

- Avv: so io da cosa provengono le vostre smanie...

- Cav: che intendete dire il suo amico? rivolto all'onorevole

- Avv: che un cuore fragile come il vostro non può vantarsi di odiar le donne...

- Cav: spiegatevi meglio o mi arrabbio davvero!

- Avv: caro cavaliere, col pretesto di non poter soffrir le donne, voi, proprio voi, avete tentato di portarmi via il cuore di Mirandolina che modestamente era già mio...

- Cav: io?

- Avv: volete forse negarlo?

- Cav: voi farneticate, rivolto all'onorevole: quello è un visionario e un mentitore...

- On: io non so niente! (le cose si mettono male...)

- Avv: io mentitore? me ne renderete conto...

- Cav: sì, vi renderò conto, e non vi temo...

- On: su, quietatevi tutti e due... e a voi, avvocato, che ve ne importa se il cavaliere ama Mirandolina...

- Cav: io amo Mirandolina? non è vero niente, chi osa dirlo che gli spacco la testa! prende il ferro da stiro e lo agita in aria davanti al volto dell'onorevole

- On: io non ho detto nulla, io non c'entro...

- Cav: e chi allora?

- Avv: io lo dico! solleva una sedie e minaccia il cavaliere fatevi avanti e sistemiamo la faccenda una volta per tutte...

- Cav: rivolto all'onorevole col ferro da stiro in aria non ne posso più, ora lo schiaccio...

- On: tirandosi indietro state esagerando tutti e due!

Attirati dal trambusto entrano Mirandolina e Fabrizio.

- Fabrizio: calma, padroni, calma!

- Mir: fermatevi signori, per favore...

- Cav: ( maledetta!)

- Mir: povera me, si stanno azzuffando...

- On: avete visto... per causa vostra...

- Mir: come? per causa mia!

- Avv: eccolo lì il vostro cavaliere, innamorato cotto di voi...

- Cav: io innamorato! rivolto all'onorevole io gli spacco la testa...

- Mir: il signor cavaliere innamorato di me? oh no, signor avvocato, lei s'inganna, posso assicurarla, s'inganna proprio...

- Avv: e voi, cara, siete d'accordo con lui...

- On: si sa, si vede...

- Cav: rivolto all'onorevole col ferro in mano: cosa si sa, cosa si vede?!

- On: dico che quando è, si sa... quando non è, non si vede...

- Mir: signori miei, io sono una donna schietta e sincera... ho tentato, è vero, d'innamorare il cavaliere, ma non ce l'ho fatta... un uomo che non può soffrir le donne, che le disprezza, non si lascia tentare così facilmente...

- Cav: ( maledetta, perché non posso parlare!)

- Avv: a Mirandolina vedete, si confonde perfino...

- On: non ha il coraggio di negare... a Mirandolina

- Cav: all'onorevole brandendo il ferro da stiro: voi non sapete quel che dite...

- On: con timidezza ma voi l'avete sempre con me!?

- Mir: signori miei, il cavaliere non s'innamora... conosce l'arte e la furberia delle donne: non crede alle parole e non si fida delle lacrime... degli svenimenti poi, se ne ride...

- Cav: come? era tutta una finzione?

- Mir: ah, ora finge anche di non saperlo?

- Cav: una tal commedia meriterebbe una stilettata al cuore!

- Mir: non si scaldi cavaliere, o questi signori diranno ch'è innamorato davvero...

- Avv: sì, è innamorato, non lo può nascondere...

- On: si vede negli occhi...

- Cav: rivolto sempre all'onorevole col ferro in mano vi ho detto che non lo sono!

- On: e dai che se la prende con me...

- Mir: no, signori, non è innamorato... lo dico, lo sostengo e son pronta a provarlo...

- Cav: non ve n'è bisogno... depone il ferro sul tavolo e inavvertitamente lo posa sulla mano dell'onorevole che vi si era appoggiato

- On: Ahi! ... insomma! ce l'avete proprio con me!

- Cav: rivolto all'onorevole: e in quanto all'avvocato, ce la vedremo un'altra volta...

- On: tenendosi la mano sotto un'ascella: mi avete spezzato le dita!

- Avv: v'aspetto mio bel cavaliere... quando vorrete...

- Cav: sempre rivolto all'onorevole maledetto, io lo polverizzo!

- On: urla bastaaaaa!

- Mir: signori, finitela di litigare e ascoltatemi!

- Cav: (ed ora che vuole ancora? io me ne vado) fa per andarsene

- Mir: si trattenga un momento, signore...

- Cav: rivolto all'onorevole io la strozzo!

- On: eddai che se la prende con me...

- Mir: signori, il più sicuro segno d'amore è la gelosia... chi non prova gelosia, certamente non ama... se il nostro signor cavaliere mi amasse, non potrebbe sopportare ch'io sia di un altro... ma egli lo sopporterà, e tutti vedranno...

- Cav: e di chi vorreste essere?

- Mir: di colui al quale m'ha promesso mio padre...

- Fabr: Mirandolina, parlate forse di me?

- Mir: sì, mio caro Fabrizio, e a voi, in presenza di questi uomini, dichiaro il mio amore...

- Cav: oimé, con lui! non posso soffrirlo...

- Avv: sì. sì. sposatevi e vi prometto diecimila dollari!

- On: meglio una gallina oggi che un uovo domani... sposatevi ora e vi prometto duecento dollari subito subito...

- Avv: sottovoce, avvicinandosi all'onorevole: ma ve li ho appena prestati...

- Mir: Grazie, signori, non ho bisogno di dote. Sono una povera donna senza grazia, senza brio, incapace d'innamorare persone di merito. Fabrizio mi vuol bene, e in questo momento, alla loro presenza, lo sposo...

- Avv: io vi sarò sempre amico...

- On: ed io vi serberò la mia protezione...

- Cav: ( meriteresti un pugnale nel cuore... maledette le tue lusinghe, le tue lacrime, le tue finzioni!)

Entrano Ortensia e Dejanira.

- O: siamo venute a ritirare i nostri bagagli...

- D: che succede, forse non è il momento...

- Mir: accomodatevi mie carissime dame, fatemi questo onore, unitevi a noi... e voi, Fabrizio, venite, datemi la mano...

- Fabr: padrona, voi vi dilettate con tutti gli uomini, come potete pensare che io voglia sposarvi?

- Mir: eh via, pazzo, dammi la mano...

- Fabr: vorrei che prima facessimo un patto!

- Mir: il patto è questo: o mi dai la mano, o vattene al tuo paese!

- Fabr: vi darò la mano, ma poi?

- Mir: poi sarò tutta tua, non dubitare di me, ti amerò sempre, sarai l'anima mia...

- Fabr: oh padrona... Mirandolina... ecco la mia mano...

- Mir: e anche questa è fatta!

- Avv: Mirandolina, voi siete una gran donna, avete l'abilità di condurre gli uomini dove volete...

- On: dobbiamo brindare... cameriere, va' in camera mia e prendi una bottiglia di Borgogna...

- Cav: all'onorevole brindare un corno!

- Mir: ah no, signori, d'ora in poi Fabrizio lo comando io, soltanto io... Questa sera... questa sera brinderemo e faremo festa insieme... offrirà Mirandolina... anzi, offriranno Mirandolina e Fabrizio... ma poi, vi prego, signori, siate cortesi, da domani vogliate lasciare la locanda... voglio cambiar vita, e non voglio più regali e protezione... di quel che è accaduto fate esperienza e tesoro... qualora vi trovaste in occasione di cedere o cadere, o di dubitare... ricordatevi della vostra locandiera... vieni Lorenz, cantiamo:

Entra Lorenz con la chitarra e attacca un bleus: Mirandolina canta...

L'onorevole esce e ritorna accompagnato dal servitore del cavaliere che tiene una bottiglia di Borgogna in mano.

Fabrizio prende i bicchieri dalla dispensa e li riempie.

L'avvocato brinda con Ortensia, Dejanira col servitore del cavaliere.

Il cavaliere, invece, sta col bicchiere in mano e non beve: protesta e si infervora con l'onorevole perché ha preso la bottiglia di Borgogna ch'era in camera sua.

L'onorevole si mette la mani alle orecchie perché non vuole sentire.

Fabrizio porge un bicchiere a Mirandolina: quando lei finisce di cantare, lanciano i bicchieri in aria e si baciano.

SIPARIO

FINE DELLA COMMEDIA

 

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