Biografia
 
   

Ma dov’è la tristezza e la ricerca interiore di cui, come tutti, anche ognuno di noi ha esperienza?Posso solo dire che è segreta.
Ed è nella musica.
E come i Beatles hanno detto prima di noi (prima di dimenticarselo).
Tutto ciò che serve è amore.
 

Thurston Moore, Il caos incalza,

Firenze, 1995.

breve biografia del gruppo


Gli eroma si formano nel 1997. La formazione originale comprende: Federica Gonzato al basso, Ilaria Ellero alla batteria ed alla voce ed io, Massimo Fontana, alla chitarra elettrica ed alla voce. Federica e Massimo erano reduci da altre esperienze musicali in gruppi d’ispirazione wave. Quando, a metà degli anni novanta, mi capita d’ascoltare i Tortoise, comprendo che ci sono cose interessanti da fare ancora con basso, chitarra e batteria (e lo penso ancora, del resto), senza per questo dimenticarsi di Lou Reed, De André e d’altri cantautori italiani.

L’istinto è quello di riappropriarsi della melodia e dei testi in italiano, pur facendo a meno (quasi completamente) del vituperato e spremuto “ritornello”. A chi è attento, ascoltando uno dei molti brani melodici degli eroma, non sarà sfuggito che il testo si sviluppa quasi sempre linearmente, senza ripetersi. L’effetto, voluto, ha a che fare con l’esigenza di presentare degli incastri sonori e degli intrecci magici tra voce e strumenti che, non potendo tornare due volte, debbono essere colti subito o lasciati a se stessi.

 

Per il resto gli eroma non hanno mai tentato d’essere innovativi ed originali ad ogni costo (Dionisio Capuano su Blow Up li ha definiti una casa infestata da fantasmi wave, rock, post, psichedelici da visitare assolutamente).


Il primo album autoprodotto (Blue sound) è registrato nel 1998 a casa di Gi Gasparin, che suona la chitarra in un paio di pezzi, ne canta uno (Otra) e provvede a dare un mixaggio alle scombinate tracce registrate dalla sua rudimentale bobina.

Il secondo lavoro autoprodotto è quello che ci porta maggior consenso dalla critica. L’atomo è quasi vuoto è registrato nel 1999 al Jam Studio di Vicenza e contiene i brani già presenti nel precedente, un paio di improvvisazioni ed un pezzo, Moon Machine, dall’incedere post rock, ma caratteristicamente eroma negli intrecci di chitarre e nell’andamento ipnotico della sezione ritmica.

Gli eroma sono un meccanismo piuttosto fragile nelle melodie, o meglio, che fanno della femminilità (2/3 del gruppo) e della fragilità, uno scudo con cui ripararsi dalla rozzezza fine a se stessa trasformata in musica. Un piccolo fragile meccanismo vivente che ha molto a che fare con l’amore, anche se non riesce nemmeno a pronunciarne il nome, se non invertendolo.

 

Gli eroma, nel 1999, sono premiati al MEI da John Vignola di Rockerilla, come miglior gruppo del Nordest, terzo in Italia, relativamente alle autoproduzioni. Le recensioni sono molto positive, si parla di Opal, Syd Barrett, Sonic Youth (inevitabile), Velvet Undreground (ancor più inevitabile), Yo la Tengo (in effetti…).

 

Sempre del 1999 è la collaborazione con la scultrice Fedra Fo’, che si concretizza in una performance interattiva a Villa Tecchio (VI) intitolata: Il silenzio, la parola, l’urlo.

 

Nel febbraio del 2000, gli eroma sono a Radio Sherwood, raccomandati dall’amico Filippo Perfido (Gamma Pop), per un’intervista ed un concerto in presa diretta, dal vivo (eseguono: Hurricane, Haiku, Sin). A dicembre, al glorioso Centro Stabile di Cultura (VI), suonano con Gatto Ciliegia contro il grande freddo.

 

Il terzo album autoprodotto, registrato e suonato con l’aiuto di Nicola Frigo, s’intitola Baal Zebub, la dicitura ebraica del demonio (il “signore delle mosche”).

 

Qui siamo alla contaminazione con suoni elettronici e sintetizzatori. Compare ancora Gi Gasparin qua e là. Da ricordare il brano Park Villa Napoleon, il resoconto di una visita ad una clinica psichiatrica: tra nebbie materiali e psichiche, campanelli, lenzuola bianche, parchi allucinati e mura umide.

 

Il lavoro è ben accolto dalla critica (ma non come il precedente).

 

Successivamente gli eroma entrano a far parte di un paio di raccolte curate dall’etichetta bolognese Acqued8, con tre brani: Alieno, Silenzi, King (quest’ultimo, un brano, tutto sommato singolare nella produzione eroma. Cantato da Ilaria e vagamente ispirato ai King Crimson di Red).

 

Nel 2003 Mirko Spino della Wallace Records propone agli eroma una produzione che farà parte dell’operazione PO BOX 52.4. La grafica della copertina sarà curata dallo stesso Mirko ed il montaggio e la selezione dei brani dall’ex Afterhours Xabier Iriondo. Gli eroma pubblicano dunque 5 nuovi brani. Si tratta di pezzi nati dal nulla, durante improvvisazioni in studio, e in un secondo momento modellati. C’è ancora la collaborazione con Nicola Frigo, ed entra a far parte del gruppo anche Giulio Pastorello (che lascerà un’impronta decisiva a quei brani, suonando: batteria, basso, chitarra e, persino, voce in 18 Kurt).


Successivamente gli eroma intraprendono un piccolo tour di presentazione del nuovo lavoro ed iniziano la collaborazione video con Fabio Ferrando che culmina, nel 2005, con il lavoro dedicato ad Arthur Rimbaud. C’è anche un’apparizione a Diradio (PD) con relativa intervista e live radiofonico. Dal vivo gli eroma eseguono anche le cover: New Down Fades (Joy Division) e Tokyo Eye (Sonic Youth).

Nel 2004, dopo sette anni d’esperienze e musica assieme, abbandona il gruppo Ilaria, batterista, ma anche voce (in alcuni brani), degli eroma. La sua mancanza si fa sentire subito e dà al gruppo una direzione ed una fisionomia diversa.
 

Restano Federica (basso e voce), Giulio (chitarra elettrica, batteria, Korg Electribe) e Massimo (chitarra elettrica). Il suono si fa ancora più abissale e liquido senza le percussioni di Ilaria, i rari cantati sono affidati alla voce di Federica e l'ispirazione di Giulio diviene fondamentale.

 

Gli eroma vengono invitati dal mensile Blow Up a partecipare ad un evento multimediale dedicato, appunto, a Rimbaud, da tenersi al castello di Rivara (TO) nel maggio del 2005 e denominato: Blog on Rimbaud.

 

Per l’occasione, gli eroma collaborano con gli artisti: Manuel Baldini e Fabio Ferrando. Ne esce un nuovo brano di 42’ supportato da immagini: Le soleil quitte ces bords.

 

La performance, a Vicenza, è proposta dal vivo a novembre, al Capannus; ed a presentarla è il critico letterario Marco Cavalli. Esiste, a testimonianza dell’evento, un DVD a tiratura limitata, grazie al quale è possibile vedere ed ascoltare il brano (una mutazione inquieta tra psicadelia, post rock, noise e space rock). L’ultima esibizione live risale al 3 dicembre 2005, nuovamente al CSC, a fianco di Enfance Rouge.

 

Questo resta, ad oggi, l’ultimo sviluppo della storia del gruppo.

 

Qual è stata la cifra stilistica ed umana di un gruppo come gli eroma dal 1997 sino ad oggi?

 

Certamente, come ricordavo prima, è qualcosa che ha a che fare con il nome stesso del nostro gruppo, letto al contrario. Abbiamo difeso a nostro modo quella parola, con il timore di pronunciarla per il verso giusto. Eludendo (spero) sentimentalismi a buon mercato.

 

Per salvare la nostra pelle da cinici giochetti post moderni sui sentimenti abbiamo permesso che si travisasse sul nostro amore; siamo stati duri ed impenetrabili, per non scoprire a tutti un po' della nostra fragilità (ma qualcuno, nell’ultima recensione dedicata agli eroma su Blow Up, l’ha colta in pieno); ed è proprio allo stesso scopo che mettiamo a testa in giù la parola amore, solamente per proteggerla da facili sarcasmi, altrimenti non sopravvivrebbe. Meglio camuffarla in tempi come questi, che vederla affondare; meglio rovesciarla e dare adito a fraintendimenti, che mortificarla con troppe virgolette.

 

Sarà sufficiente un semplice giochetto da bambino ed il piccolo arcano sarà svelato: amore, per chi vuole saperlo.

 

Ci sarà spazio anche per chi se n’accorgerà e farà finta di nulla.

 

Infine, e per questo, direi che portiamo ancora in giro noi stessi e ci mettiamo là in cima, su un palco, con le nostre esitazioni ed una distorsione di chitarra per difenderle. “L’elettricità viene da altri pianeti”, disse Lou Reed.
 


"Amore, parola la più abusata e squalificata insieme l'unica nuova,

sferzante, continuamente reinventata" 

                                                                                                                            Giovanni Lindo Ferretti

Collaborano:

NICOLA  FRIGO - chitarre

GI GASPARIN - chitarra

MANUEL BALDINI - Immagini

Fabio Ferrando - Video

ARMIDA ARPEGARO - c'è!

ANNA FONTANA - musa

FEDRA FO - questo sito ed altro...

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