L’ATOMO E’ QUASI VUOTO 1999 (autoprodotto)

 

Ilaria Ellero: batteria e voce.

Federica Gonzato: basso e voce.

Massimo Fontana: chitarra e voce.


 

Questo lavoro ci ha favorevolmente colpito, perché, pur nella consapevolezza (nell'ennesima dimostrazione) che il rock è eterno presente dove nulla accade davvero, gli eroma le acque, se non le confondono, perlomeno le agitano un poco. E' vero siamo sempre stretti lì, nelle penombre di un passato che ritorna con l'odore di Barret (Sin)) e chiude i tempi con una cover (Heroin). Ma in mezzo ci sono così tante cose che ci si perde piacevolmente. Spezie e sapori di Pink Floyd, Opal, Velvet, My Bloody Valantine, psichedelia e dark, noise e malinconia, italiano e inglese. Quasi alla fine, poi, lo strumentale Moon Machine, una spirale di chitarra sull'orlo del deliquio post rock. Musica con difetti e peccati originali ma bella come una casa infestata dai fantasmi. Entrateci. Dionisio Capuano (Blow Up: n.19, dicembre 1999).


 

Gli arpeggi degli eroma ci hanno già fatto compagnia in passato: in questo cd, L'atomo è quasi vuoto, si caricano di tinte ancor più crepuscolari ed offrono delle piccole odi elettroacustiche, inquietanti e catartiche. Talvolta i jingle-jangle delle chitarre si dissolvono verso toni più darkoidi ed ossessivi, ma in generale il gruppo di Federica Gonzato (basso e voce), Ilaria Ellero (batteria e voce) e Massimo Fontana (chitarra e voce) tratteggia richiami in nero e punkizzati a band come Opal e simili, senza inchinarsi più di tanto a riferimenti stretti ed approdano su vie quasi psichedelico-minimali. Una tensione verso l'ipnosi elettrica che si merita il terzo posto. Terzo posto al M.E.I di Faenza nel 1999, Brico Sound.


 

E' forte la tentazione, parlando degli eroma, di tirare in ballo il post-rock e di cavarmela con le solite frasi di circostanza sulla circolarità delle melodie e via dicendo. Certo, tutto questo è ben presente in questo lavoro, ma c'è anche molto di più. Anzitutto la voce, maschile e femminile. Poi le influenze, dalla new wave più oscura al noise e alla scena indie americana. Il tutto ben miscelato, in modo da sortire risultati personali e, talvolta, sorprendenti. Si pensi all'iniziale Anatta o, ancora meglio, alla ballata Domenica 23, a mezza via tra i Velvet Underground del terzo disco e i Sonic Youth (e non sono mica nomi da poco…). Il cd prosegue poi alternando efficaci brani strumentali (Strangers, la lunga Moon Machine), crepuscolari momenti di atmosfera (The Hurricane, Sin) e persino inaspettati  squarci ambient (più o meno) elettronica (Ave), per un risultato finale di piacevole ascolto e, soprattutto, di gran lunga superiore alla media. Da ascoltare, quindi, con la dovuta attenzione: la merita tutta. Aurelio Pasini (www.rockit.it, 8 maggio 2001).


 

L'atomo è quasi vuoto è un album dalla scrittura non facile, sebbene la lettura che ne risulta sia perfettamente pacifica. E' musica da cogliere nel piccolo dettaglio, nel frammento, nel gioco chitarristico, nei pattern ritmici. Le partiture si muovono in continuazione sfuggendo a ogni tentativo di catalogazione e al consueto gioco delle citazioni, brutta abitudine di ogni recensore. I pezzi si spostano tra delicati arpeggi dalla vena malinconica e surreale, melodie ora placide ora ossessive, perentori cambi d'umore. Gli eroma ci regalano quasi cinquanta minuti di musica davvero notevole. Combattuta tra atmosfere intimiste e improvvisi scoppi di tensione. Tesi alla ricerca degli elementi fondamentali ed essenziali. Dove non c'è spazio per nessuna concessione all'arrangiamento, per nessun sovraccarico di suono: solo lo stretto essenziale all'economia del pezzo. Una disciplina che impreziosisce i pezzi e che conduce ad una perfetta sinossi tra struttura e sfumatura. Se una salutare vena malinconica (leggi dark) impreziosisce la voce, non posso, per alcune melodie, non scomodare il geniale Barrett. Ma non c'è solo questo. C'è la voglia di esprimersi, di sperimentare con gli strumenti, di scrivere belle canzoni… e se non vi ho convinti ad ascoltarlo, non so che altro dirvi. Andrea Dreini (www.spazio.org, 2000).

 

Discografia

 

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