2002

Federica Gonzato: basso e voce.

Ilaria Ellero: batteria e voce.
Massimo Fontana: chitarra e voce.

Nicola Frigo: synt.
Registrato al VET MUSIC di Nicola Frigo.


 

L’atomo è quasi vuoto, pur nei suoi tratti acerbi, rimane tra le cose rock più interessanti passate da qui. Baal Zebub è disco ugualmente notturno, di schiatta anch’esso post-psichedelica, più maturo però senza effetto sorpresa. Comunque, a parte alcune cose già note (Luna), un breve pasmod di Moon Machine, cult song del gruppo; poi una versione evoluta di Belzebuth), la band di Massimo Fontana propone interessanti composizioni, districandosi egregiamente tra ethereal dark (Silenzi)) ed energie rock (Alieno), cercando di evitare la mera favola, bensì di sondare le profondità dell’anima. Troppo ossianici per essere post, troppo consapevoli per essere dark wave, trovano proprio nel sincretismo penombrale la porta magica per il futuro. Dionisio pasmod (Blow Up: n.52, settembre 2002).


 

Particolari. Viaggiano in una loro dimensione parallela difficilmente etichettabile. Un post-rock debitore di almeno vent’anni di musica. Si fanno ascoltare, sono bizzarri e sorprendono; nascondono qualcosa, ma non è facile trovargli l’anima. Una certa angoscia veleggia su tutta la proposta. RED/flag.com (www.toastit.com, giugno 2002).


 

Fa piacere osservare come nella laboriosa fucina dell’indie italiana, sia sempre più utilizzato come utensile creativo il binomio suoni e visioni, ed è per questo motivo che se mi si dovesse chiedere un solo termine per sintetizzare il secondo album degli eroma, molto probabilmente lo definirei intimista. Sì perché non è difficile individuare nei testi e nella musica della band una pasmodica ricerca interiore, un’amalgama di vedute cerebrali a volte cupe ed inquietanti a volte ariose e carezzevoli. Baal-Zebub è un album ricco di atmosfere rarefatte che si fondano su un mix tra post-rock e psichedelia con richiami marcati all’elettronica e all’ambient. I brani si snodano attraverso linee melodiche semplici ma ben congegnate, arricchite da chitarre sfregiate e campionamenti ossessivi. Basti pensare a Belzebuth, dove si trovano assonanze con il noise dei primi Marlene Kuntz e ipnotismi che ricordano la corrente trip-hop intrecciati ad un’onirica nenia, a P.V.N, personale ed angosciante rappresentazione di un luogo reale (clinica psichiatrica), alla bellissima King e Sirene (vicina ai C.S.I di Linea  Gotica), a Vollbringen, in cui la sperimentazione sonora e la psichedelia fanno da padroni. Antonio Gatti (www.rockit.it, 17 luglio 2002)

 

Discografia

 

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