LE SOLEIL QUITTE CES BORDS
2005
(DVD)
Federica
Gonzato: basso e voce
Giulio Pastorello: chitarra elettrica e Korg Electribe.
Fabio Ferrando: montaggio video e immagini.
Manuel Baldini: immagini.
Massimo Fontana: chitarra elettrica.
Nicola Frigo: registrazione e mixaggio audio.
EROMA
La maschera mancina.
Nascosti come un burattinaio dove i fili sono le corde degli strumenti.
Eroma, anche il nome è travisato, quasi il pudore di leggerlo dalla
parte giusta. Nel 1997 Federica Gonzato, Ilaria Ellero e Massimo
Fontana, nella tipica formazione basso batteria chitarra elettrica,
spengono La Macchina Di Werther, un mezzo ormai obsoleto, per avviare
Eroma. Una ricerca anomala la loro, come camminare a lato della strada
dove l’asfalto finisce. Quindi brani con una linea melodica definita, ma
privi di ritornello: in questa maniera c’è la possibilità di incastri
sonori e intrecci fra voce e strumenti che non tornano mai due volte,
quindi afferrati subito o lasciati cadere. Una ricerca anomala e tutt’altro
che appariscente. Laddove la posa atteggiante, l’ostentazione di
testosterone, lo sfoggio di strumentazione firmata fa parte del bagaglio
del rocker, gli Eroma imprimono al loro cammino il passo discreto della
donna. Il materiale è lo stesso, un tappeto sonoro granitico, tuttavia
reso fragile dalle melodie e dalle voci che non emergono mai sopra le
onde dei brani, ma sono esse stesse onde. Aggiungiamoci una propensione
all’arte e un certo gusto per la letteratura decadente, il risultato è
di gran lunga diverso dalla giocosa cattiveria adolescente, è il rock
stesso. Giusto per incorniciarli, immaginiamo che i Velvet Underground
invitano nel salotto di Andy Warhol i Joy Division mentre alla tivù sta
scorrendo un film di fantascienza interpretato dai Sonic Youth. Con
queste coordinate sviluppano i tre primi albums autoprodotti, “Blue
Sound”, “L’ Atomo è Quasi Vuoto” e “Baal Zebub”. L’etichetta bolognese
Acqued8 inserisce tre loro brani in due differenti raccolte di gruppi
emergenti, infine nel 2003 entrano con cinque brani nel vol. 4 delle
famose raccolte PO BOX 52, curate dalla Wallace Records di Mirko Spino,
un faro per il movimento sotterraneo italiano. Xabier Iriondo (ex
Afterhours) il produttore. Il gruppo si avvale di collaborazioni
occasionali, una sorta di progetto aperto, ecco allora Gi Gasparin,
Nicola Frigo, Giulio Pastorello. Quest’ultimo, con il suo chitarrismo
liquido ed abissale, darà vita alla seconda fase Eroma. 2004, Ilaria
lascia il gruppo e con lei se ne va la batteria. Contemporaneamente, gli
Eroma iniziano la collaborazione con Fabio Ferrando e Manuel Baldini,
manipolatori e creatori di immagini. La stampa specializzata a
differenza di quella locale coccola gli Eroma. Il mensile Blow Up li
invita nel maggio 2005 ad un evento multimediale dedicato ad Arthur
Rimbaud presso il castello di Rivara (To).
Nasce “Le soleil quitte ces bords”.
E questo è presente. Un dvd in edizione limitata (e ti sfido… confezione
in stoffa cucita a mano) che tralascia l’opera letteraria concentrandosi
sulla fuga del poeta maledetto seguendo i suoi deliri umani alla ricerca
disperata di un qualcosa che alla fine, amputato nel corpo e nell’anima,
troverà dentro di sé: una parola non pronunciabile. Le immagini sgranate
e la tensione che cresce nei 42 minuti che guidano le sei situazioni di
viaggio dell’artista, accompagnate da una mutazione sonora tra
psichedelia, post rock, noise e space rock, con la definitiva scomparsa
dei musicisti, ci conducono ad un concetto di arte che esula dalla mera
esecuzione materiale. Tre strumenti a corda, sempre più fili per il
burattinaio che li muove in una direzione ben precisa. Riuscire a
pronunciare una parola con una mente mancina. Ci si maschera per gioco.
A volte per pudore. Altre volte per essere migliori. O, più
semplicemente, per essere noi stessi. Eroma. Amore. Corrado Randon,
Kyos, febbraio 2006, numero 52
Gli eroma
sono stati tra gli audaci che hanno aderito a Blog on Rimbaud,
evento di passioni dissestate, contrattempi, contraddizioni e bellezza
(…) C’erano anche gli eroma, dunque eccovi altro nettare
all’assenzio. Torniamo sul luogo del delitto con un DVD d’impressionante
bellezza che sposa la nostra idea, risponde a quanto già noi ci siamo
chiesto qui e là e sempre abbiamo pensato di Rimbaud. Lucida
l’analisi di Massimo Fontana. C’è dunque ancora traccia
dell’inquietudine del giovane Arthur? Si direbbe di no; o, almeno,
questa deve essersi smarrita da qualche parte là, nelle buie notti
africane. Dal deserto, dall’allontanamento, dal silenzio del poeta (ri)partono
gli eroma insieme a Fabio Ferrando e Manuel Baldini
che hanno curato la parte “immagine”. Ed è suono-immagine centripeta.
Psichedelia lenta, sfibrata, iterativa nei suoi tratti più rock (Velvet
Underground, Pink Floyd e Windsor For the Derby) e ciò che
vedete incanta e inquieta. Riprese di riprese. Sembianze in bianco e
nero fino alla solarizzazione cromatografia, immagini di fluidi
(vulcano?) tra il coagularsi di sangue malato e il fluidificarsi,
fondersi degli acrilici di Richter. Primissimi piani di volti.
Un’inversione dei colori e i lapilli d’un’eruzione notturna diventano
neri insetti guizzanti in un lattice bianco-giallognolo. Al principio un
ectoplasma catodico, una nave, appare sullo schermo. Si parte. Il poeta
aveva già fatto silenzio. Se quello è il principio, gli eroma
proseguono oltre la fine. Scriveva “Rimbaud”: Il sole diserta queste
sponde e l’acqua di queste onde ghiacciate scuote il cervello,
portandovi buio. Non salvarmi Isabelle, lasciami marcire. La mia nave
sta partendo. Sono i primi tre quarti d’ora di quel viaggio.
Eternità fittizia. (voto: 8)
Blow Up, aprile 2006, Dionisio Capuano.