I Diaconi, servi di Dio, servi della Chiesa

Attraverso doni e ministeri, il Signore  esprime nella chiesa, (ed attraverso la chiesa), il suo pensiero, le sue parole e le sue opere. (1°Corinti cap. 12 - Efesini cap.4)

 

Nella comunità, un particolare tipo di servizio è quello dei Diaconi.

 

Nel greco del N.T., diacono viene normalmente reso  con servo o servitore (diakonos ).

Quasi tutte le volte però che nel N.T. viene menzionata la parola

"servo", questa viene da doulos - schiavo.

Rom.1:1 "Paolo servo (doulos - schiavo) di Cristo" Fil.2:7 "Cristo annichili' se stesso prendendo forma di servo (doulos - schiavo)"

Lo schiavo di cui si parla nel N.T., comunque, non è quello  dell'immagine mentale dello schiavo dell'America del Sud, ai tempi della guerra di secessione. Lo schiavo era uno che era stato acquistato a prezzo oppure faceva parte del bottino di guerra. Su tali schiavi il padrone aveva diritto di vita o di morte.

Spesso lo schiavo era persona colta e capace tanto da affidargli incarichi di fiducia come accadde ad esempio a Giuseppe.

 

Il servo "diakonos" e' tutt'altro! Servo, e' solo uno dei  significati; il termine traduce anche "ministro ed amministratore". Il verbo corrispondente al sostantivo "diakonos" assume significati di "servire, aiutare, amministrare, essere utile, essere d'aiuto", quindi, il servo "diakonos" e' una persona di fiducia, un aiutante un attendente, un amministratore.

 

Il termine e' composto da "dia" (attraverso, mediante, differente da, separato da) e "konein"  (affrettarsi dal verbo koneo = sollevare la polvere ad esempio correndo di fretta o preparandosi a lottare).

 

La traduzione corretta di diacono e' aiutante, collaboratore, amministratore oppure colui che aiuta prestamente.

Nella scrittura tale figura appare quindi molto prima che in Atti cap.6; gia nel V.T. Prov.22:29 troviamo:

 

"hai tu veduto un uomo spedito nelle sue faccende ..."

 

D'altra parte e' logico che chi debba fornire aiuto deve essere pronto e spedito.

 

Una implicazione immediata e' che i ritardatari cronici non potranno mai essere diaconi ne' in alcun modo collaboratori di Dio.

 

Nella traduzione italiana di Atti 6, il termine diacono non compare nel testo ma solo nel titolo. Viene invece usato il termine relativo all'ufficio che è "diakonia". Il termine diacono, in italiano appare solo in 1°Tim. cap.3 e in Fil. cap.1 .

 

Si legge che le vedove elleniste venivano trascurate nella "diakonia" (amministrazione[Diod], assistenza cotidiana [Luzzi]) e che gli apostoli non ritenevano distrarsi per "diakonein" servire

[Luzzi], ministrare[Diod], attendere[KJ] alle mense, pertanto venne consigliato che venissero scelti sette uomini "pleroi" (ripieni permanentemente nel carattere e nella santità) di Spirito Santo e di "sofia"- sapienza (che viene dallo spirito), che sarebbero stati incaricati o costituiti per tale opera, affinché essi (gli apostoli) potessero continuare a dedicarsi alla preghiera ed alla "diakonia" (ministerio) della parola.

 

Gli apostoli svolgevano un ministerio definito anch'esso dal termine "diakonia"; una "diakonia" quindi per la quale continuita' occorse il supporto di un'altra "diakonia". Il Passaggio di Atti 6, tenendo conto dei termini originali può essere liberamente reso con:

 

I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non è conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per fare da diaconi alle mense.

Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo ufficio (chreia=bisogno, necessità).

Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e alla diaconia della Parola».

Il termine usato per il ministerio degli apostoli e per servizio alle mense è uguale, ossia "diakonia". Deduciamo quindi che il diaconato e' un servizio che supporta sostiene e facilita il Ministerio della Parola sgravando quei ministri da altri servizi; ciò spiega anche perché in 1°Tim 3, i requisiti spirituali richiesti per i vescovi siano uguali a quelli dei diaconi .

Tutta la chiesa, corpo di Cristo, vive e si muove, grazie ad una mutua "diakonia" delle diverse parti, a vari livelli.

Dal testo si attribuisce al termine diacono il significato di ministro, assistente (aiutante) o attendente; l'etimologia del termine conferma il significato del testo in quanto "mediante" i diaconi fu offerto un servizio "differenziato" da quello degli apostoli ed "al posto, in surroga" degli apostoli.

Il servizio da rendere non era da svolgere fiaccamente ma in fretta cioè di buona lena, con forza partecipazione ed interesse.

Chi desidera  partecipare al servizio cristiano deve essere fra i premurosi, fra coloro che non abbandonano la comune adunanza, fra coloro che non sono svogliati.

 

Ger.48:10 "maledetto chi compie l'opera dell'eterno fiaccamente"

 

Nel testo sfuggono le parole "che noi incaricheremo[Luzzi], costituiremo[Diod])" . Risulta evidente che i diacono operavano per "mandato degli apostoli".

 

Non è importante cioè che facevano in quella particolare occasione i sette ma importante e' che per ricevere quell’incarico dovevano essere uomini di buona testimonianza, pieni di spirito e di sapienza.

Servire alla mensa era solo il risvolto  di una ben determinata esigenza contingente che avrebbe potuto essere di qualunque altro genere.

 

Appena dopo, negli Atti, apprendiamo che Stefano era un dottore della parola e che Filippo era un evangelista particolarmente sensibile alla guida dello Spirito. Cioè non significa assolutamente però che tutti i diaconi debbano essere dotati di un ministerio di parola o di pensiero o che il diaconato sia  un apprendistato per il ministerio ma semplicemente  che quei diaconi erano uomini sicuramente attendibili .

 

Sempre! Qualunque fosse stato il loro incarico!

 

Uomini, che dal Dispensatore destinati al ministerio, non disdegnarono svolgere servizi "... minori"

 

Nella chiesa, nella comunità locale, i credenti possono svolgere il servizio di diacono, se approvati  e accertati atti a tale ufficio dal collegio degli Anziani  e contestualmente riconosciuti  tali dalla chiesa.

 

Alcune  abilità , anch'esse provenienti dallo Spirito Santo, dette impropriamente "Ministeri Minori", sono i doni di governo (od organizzazione secondo alcune traduzioni in Lingua Corrente) e le assistenze (o aiuto dei sofferenti secondo alcune traduzioni in Lingua Corrente), ossia, dotati di capacità "speciali" di consolare e sostenere o soccorrere con abnegazione non umana ).

 

1°Cor. 12:28 E Dio ha costituito nella Chiesa primieramente degli apostoli; in secondo luogo dei profeti; in terzo luogo de’ dottori; poi, i miracoli; poi i doni di guarigione, le assistenze, i doni di governo [o doni di organizzazione], la diversità delle lingue.

 

Tali doni sembrano attagliarsi  in modo particolare ai servizi che oggi chiamiamo di Diaconato. Certi uffici particolari, anche se riguardano la parte organizzativa, non potranno essere svolti se non per mezzo dell'esercizio di un dono specifico.

 

Nel contesto di Atti 6 e 1°Cor.12 ci vengano  passati i termini azzardati di:

 

Diacono degli Apostoli (o degli Anziani)

e

Diaconi dello Spirito .

 

Indubbiamente Nehemia, anche se uomo del V.T., era dotato di un accentuato dono di organizzazione, mentre Dorkas (ossia Gazzella meglio conosciuta come Tabita Atti 9:36-41) doveva sicuramente essere dotata di uno straordinario dono di assistenza.

 

Che dire di Besaleel ed Hoholia artisti impegnati nella costruzione del Tabernacolo; che dire di Hiram e di tutti i sorveglianti nella costruzione del tempio di Gerusalemme? Che dire dei sacerdoti musici del tempio consacrati esclusivamente a tale lavoro? Che dire dei portinai? Che dire di tutti coloro che svolgono premurosamente e diligentemente i lavori più umili nella Vigna del Signore?

 

Credo che tali uomini avranno l'onore di essere chiamati più che altri:

 

Buono e Fedele Servitore!

 

 

Appendice:

Qualità, caratteristiche e servizio dei diaconi (1°Tm.3)