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S. Isidoro Agricola

la chiesa Sant'Isidoro Agricola rappresenta il nucleo del centro storico di Giarre. La sua imponente mole  nei secoli ha condizionato l'assetto urbanistico dell'abitato prossimo all'edificio sacro. L'impianto originario della chiesa risale alla seconda metà del XVII secolo. In quel tempo Giarre era solo una piccola contrada della contea di Mascali. Probabilmente la necessità del rilancio agricolo del territorio indusse l'arcivescovo di Catania, nonché conte di Mascali, Monsignor Michelangelo Bonadies alla costruzione di una chiesa rurale, attorno alla quale venne a costituirsi nell'immediato una piccola borgata, che, per il carattere dell'abitato, si ritiene fosse insediata prevalentemente da contadini. Si dedicò la chiesetta, non a caso, al culto di Sant'Agata e Sant'Isidoro. Il piccolo edificio svolse le sue sacre funzioni fino al 1818, anno in cui venne aperto al culto l'attuale duomo. La progressiva espansione della borgata, fenomeno legato a motivi strettamente economici, rivelò l'assoluta esigenza di ingrandire il principale edificio di culto. I lavori ebbero inizio nel 1794, nelle immediate vicinanze della chiesa seicentesca, la quale venne abbattuta solo 22 anni dopo, al fine di garantire lo spazio necessario all'esecuzione del grande progetto. Si consideri che il completamento del grande corpo di fabbrica fu piuttosto travagliato, se ancora nel 1879 non era ultimato il progetto, eseguito dall'ing. Pietro Valente, dell'attuale prospetto. Nel 1887 si operarono delle modifiche al disegno del Valente per opera di un famoso architetto dell'epoca, Carlo Sada. L'attuale edificio presenta una pianta a croce latina, tre ampie navate ed un maestoso transetto, nella cui intersezione con la navata centrale si erge la grande cupola, ancora simbolo della Giarre contemporanea. Al suo interno la chiesa custodisce alcune opere d'arte di inestimabile valore, già studiate, durante il 1937, dal prof. E. Maganuco. Si ricordino un dipinto raffigurante la Maria Vergine in compagnia di alcuni santi, tra i quali S.Isidoro e Sant'Agata, databile al secondo settecento e attribuibile con certezza alla mano del pittore acese Paolo Vasta. Ancora un altro dipinto degno di memoria trova posto presso la cappella di S. Lucia: si tratta di un dipinto ad olio ove vi è rappresentato il martirio di S. Agata. La tela si data al 1849 e si attribuisce ai fratelli Vaccaro, illustri esponenti della scuola di ceramisti e pittori di Caltagirone. Infine, posto presso il lato destro del coro, trova luogo un quadro con S. Filippo Neri in atto di preghiera. Si tratta di una bella opera riconducibile al tardo seicento della Sicilia centrale ed occidentale.

Bibliografia - Fresta S., Le Chiese di Giarre, Giarre 2000;

 

Testi e fotografie: Giuseppe Tropea

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