Beni Culturali e il territorio Ionico Etneo

 

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S. Matteo

Descrizione storica e di unità topografica S. Giovanni Montebello si estende a nord ovest di Giarre, lungo il crinale di una collina a 319 m. s.l.m. Il piccolo centro storico dell’abitato gravita intorno alla chiesa di S. Giovanni Battista. Le antiche dimore trovano il loro spazio sia a nord dell’edificio sacro, che immediatamente ad est, ed è possibile ipotizzare un’origine delle abitazioni, alla pari di molte altre borgate del territorio dell’antica contea di Mascali, almeno seicentesca. Il primo nucleo sacro della chiesa di S. Giovanni Battista viene eretto, con ogni probabilità, tra la fine del XVII secolo e gli inizi del XVIII. Si apprende, comunque, che solo agli inizi del 1747 la Curia Arcivescovile di Messina eleva la chiesa “a sacramentale e filiale dell’arcipretura di Mascali”. In realtà dopo che la separazione dell’abitato di Giarre da Mascali, nel 1823, decreta il lento ed inesorabile declino della Contea, anche la chiesa di S. Giovanni assume una funzione assolutamente autonoma, non più di semplice filiale, ma di chiesa arcipretale, avente alle sue dipendenze le vicine chiese di S. Alfio, Puntalazzo e Montargano. Solamente nel settembre del 1903 la Suprema Corte Ecclesiastica di Roma autorizza ufficialmente lo smembramento della Chiesa di S. Giovanni, erigendola arcipretale, assegnandole la chiesa di S. Alfio quale filiale e annullando tutte quelle polemiche sorte immediatamente dopo la dichiarazione di autonomia. Portavoce ardito e coraggioso di questa lotta fu il giovane prete Monsignor Giovanni Musumeci, sepolto oggi all’interno di quella chiesa, che volle ad ogni costo indipendente. L’edificio sacro ancora oggi si erge su quel poggio, in posizione preminente  rispetto al resto dell’abitato, dal quale è possibile vederlo finanche dalla costa. Il suo maestoso campanile illuminato è quasi un faro per le anime che navigano dalla terra al cielo. L’interno della chiesa si articola nelle canoniche tre navate ed abside centrale, nel quale si possono osservare gli affreschi, che celebrano la vita di S. Giovanni Battista. Queste opere pittoriche si estendono fino alle volte del tetto: una creazione artistica di inestimabile valore. L’abitato di S. Giovanni assume la denominazione di “Montebello” solo nel 1942, grazie alla volontà del terzo parroco, in ordine di tempo, del borgo: Monsignor Giovanni Musumeci, omonimo e nipote dell’illustre Giovanni Musumeci senior. Se infatti al nonno spettò la lotta per “l’indipendenza arcipretale”, al nipote il fato riservò i duri anni della Seconda Guerra Mondiale. Il piccolo paese, a meno di un anno dalla denominazione di “Montebello” ebbe a patire le sofferenze dell’occupazione dei tedeschi, che da alleati si trasformarono in nemici privi di scrupoli. Tra luglio ed agosto del 1943, 150 uomini di un reparto tedesco della divisione Goering, incaricato di coprire la ritirata delle forze dell’Asse, si annidò nel piccolo borgo, col fine di sfruttarne la prominente posizione strategica e, di seguito, ostacolare il transito, più a valle, delle truppe Alleate. Il comando provvisorio tedesco si installò all’interno della villa dell’avvocato Venerando Castorina Sanfilippo. Gli uomini, che componevano il reparto, erano prevalentemente guastatori e di conseguenza si premurarono di minare le possibili vie, attraverso le quali sarebbero transitati gli Anglo/Americani. In particolare vennero minate la contrada Croce – Sciara – Piraino – Cava e i fondi Macchia – S. Giovanni – Via Nunziata. La cronistoria parrocchiale del tempo racconta di svariate vittime fra i civili, che incautamente e a loro insaputa incapparono in alcune delle suddette mine. Il comportamento dei tedeschi nei confronti della popolazione locale fu intollerabile: essi depredarono, razziarono e minacciarono ovunque potevano e chi volevano. Allestirono una dura resistenza con appena tre mortai e una tattica, che andò nuovamente a sfavore della popolazione civile: attraverso falsi segnali luminosi simulavano inesistenti sacche di resistenza, al fine di ingannare la controffensiva Alleata, che indirizzava di conseguenza il fuoco proprio in quelle zone. Il principale palcoscenico di siffatti segnali fu la piazzetta antistante la Chiesa Madre; al contrario i mortai sparavano ben al riparo nei pressi della periferia. L’edificio sacro venne colpito duramente: riportarono seri danni il campanile e la canonica. Pesantemente danneggiata fu anche la chiesa del SS. Mo Ritrovato, della quale fu distrutta la porta maggiore. Il rapido avvicinamento delle truppe alleate costrinse i tedeschi ad un’altrettanta veloce ritirata, durante la notte del 12 agosto, non prima però di  aver depredato alcune case e fatto saltare tutti i ponti lungo la via S. Giovanni – Nunziata.

Bibliografia - Fresta S., Le chiese di Giarre, 2000; Ionia, 11 Agosto 1943, comune di Giarre, Società giarrese di storia patria e cultura, 1994;

 

Testi e fotografie: Giuseppe Tropea

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