Senza essere
documentaristica, e neppure romanzesca, lopera Youll
never walk alone di Elisabetta Benassi, mette al
centro di se stessa tutta la vita e la poesia di Pier
Paolo Pasolini, cioè lartista più scandaloso dopo
Francesco dAssisi e Caravaggio. Il video si carica
di un dramma evitando la retorica; ritrae un diverso, un
martire, senza fini morali. Per questo ricorda quei testi
meravigliosi che sono i capitoli della Leggenda Aurea,
e in un certo senso anche i Fioretti di San Francesco.
Avvicinandosi a Pasolini, lartista, ha colto
appieno la sua lezione poetica, stilistica, la natura
provocatoria di quel
messaggio. In pochi
minuti viviamo una serie di emozioni fortissime, squarci
di spensieratezza, quella spensieratezza di quando si
gioca al calcio bambini, ma anche di angoscia e dolore:
la folle corsa di notte, la vita violenta, il sacrificio.
Cè tutto Pasolini, e quindi riassunta cè
tutta la nostra storia italiana. Dalla passione per il
pallone, alla crocifissione: dal Vangelo a Uccellacci, da
Alì a Petrolio. Pietà e nostalgia. Cronaca e poesia.
Eppure dal dramma di Pasolini e dalla commedia italiana lopera
si distacca. Allultimo, con un sorriso, lartista
svela lintenzione, lillusione, la finzione.
Il realismo, il linguaggio della realtà, è in realtà
un pretesto. Allartista serve per dire altro, per
essere altro, per mettersi in gioco giocando. Della realtà
interessa il fatto di poterla usare per uscirne
attraverso larte, o meglio di poterla attraversare
per mettere in scena una realtà diversa che porti con sé
la realtà storica e la trasfiguri. Dellesistenza e
dellarte di Pasolini- interessano i contenuti,
tutti, il fatto che siano integrali, radicali, totalmenti
immersi nella vita, e che come la vita e la realtà siano
un precipitato di storia, di cultura, di basso e alto, di
passione e ideologia, di bellezza e crudeltà, di grazia
e disperazione. Del gioco e del teatro, interessa linizio
e la fine, svelare il linguaggio e il suo doppio. Lartista
sale su una motocicletta accompagnata da Pasolini: scena
reale, ma irrealistica. Il sosia rende reale ciò che può
essere solo un sogno, un desiderio. Girare per Roma con
Pasolini, giocare con lui una partita di calcio, essere
una campionissima, un idolo delle folle come Batigol.
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"Bisogna bruciare
per arrivare
Consumati allultimo fuoco"Pier Paolo Pasolini,
Bestemmia
"Su questimmagine,
animata da un lieve, antico e inenarrabile vento, scoppia
la musica del motivo da cui essa trae, subito, un senso
sconvolgente una ripetizione, un ritorno- unimmobilità
originale nel muoversi vano del tempo- la misteriosa
musica del tempo infantile- il canto damore
profetico- che è prima e dopo il destino- la fonte di
ogni cosa."
Pier Paolo Pasolini,
Edipo Re
Larte sembra
dirci lartista è un desiderio e una forma di
risarcimento. Desiderio di felicità. Risarcimento di un
debito, di una colpa. Ecco da una parte il lato crudele
del video: la ferita mai rimarginata dellomicidio
Pasolini, la sua morte annunciata, ricercata. Ferita che
ancora sanguina a livello collettivo e personale. Per una
generazione rimasta orfana dellultimo intellettuale,
senza la guida dellartista, del regista, lamico
di borgata. Ferita che piomba nel video e sembra
scuoterlo: è limmagine del Cristo pasoliniano che
grida sulla croce. Laltro lato é dolce,
tenerissimo, intriso di una forma di pietas tutta lirica.
Lopera sembra voler restituire a Pasolini un po
di gioia, un momento di felicità: vederlo girovagare in
moto, tirare calci al pallone.
Elisabetta Benassi
dunque ama mettere in scena i vincenti e i perdenti, gli
eroi e i martiri. Confermata la storia, presa a prestito
la realtà, lartista vuole contraddirla, lasciando
che sia il doppio, il contrario a riempire la scena, a
prendersi gioco del destino, in modo da aprire un nuovo
corso, da fare varco e andare oltre, con legggerezza e
ironia trasformando il lato drammatico in opera buffa.
Pier Paolo Pasolini può tornare fra noi, ci mancava: la
sua stessa giacca di pelle nera, il modo di starci dentro,
di camminare. Ma doveva ritornare accompagnato da questa
ironia. Lopera sembra rappresentare una propria
segreta ambizione, un nostro comune desiderio. Quanti
film, documentari, colloqui su Pasolini, ad ogni
evocazione, Pier Paolo Pasolini è stato di nuovo
crocifisso. Cera da tanto tempo una gran voglia di
vederlo correre, di incontrarlo, daverlo ancora per
qualche attimo tra di noi, spensierato e allegro come i
fraticelli di Uccellacci. Questa volta Pasolini è
tornato: bastava farlo rientrare in gioco.
Ma forse attraverso
Pasolini intravediamo ben altro. Fa parte del gioco. La
misteriosa ragione "che è la fonte di ogni cosa".
Qualcosa che lascia un sapore di gioia mista a malinconia.
Quando il video comprime così tanto materiale in una
serie brevissima di sequenze possiede quella forza
riassuntiva che per secoli è stata della pittura. Quando
sceglie di raccontare il destino di un uomo esemplare è
tragedia. Se fa entrambe le cose con leggerezza è arte,
arte di questi tempi.
Sergio Risaliti
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