Pianificazione delle risorse
nazionali
da parte del Governo Federale
di C. Girard Davidson
I. Necessità di
pianificare le
risorse: la regione come centro di pianificazione
Poche città del mondo sono
sorte
sulla solida base di un buon progetto. Di conseguenza molte
città
sono già state annientate da forze naturali e, ai giorni nostri,
molte altre corrono uguale pericolo. Negli S.U., ad esempio,
Albuquerque
nel Nuovo Messico, sta gradualmente soccombendo sotto pressioni
naturali
decisamente incontrollabili. I depositi di sedimenti recati dal fiume
Rio
Grande hanno fatto alzare il letto del fiume già di parecchi
piedi
al di sopra delle principali Zone industriali e commerciali della
città.
Il sistema di argini diventa sempre meno efficiente. Aumenta il
pericolo
delle piene. Il livello dell’acqua è in aumento e minaccia la
efficienza
del sistema di drenaggio e i terreni irrigui. Il destino di queste
città
dipende non solo dalla pianificazione degli elementi urbani, ma anche
dalla
soluzione dei problemi dell’erosione e del controllo delle piene lungo
il Bacino superiore del fiume, e dalla consapevolezza del rapporto
intimo
esistente fra questi e la vita e la salvezza della città.
La città di Vanport,
nell’Oregon,
fu totalmente distrutta nel 1948 da una piena del fiume Columbia:
50.000
persone rimasero senza tetto, e furono demolite proprietà per un
valore di 100 milioni di dollari. Vanport fu costruita a caso, come
città
di industrie belliche, nonostante i fondatori avessero la
possibilità
di scegliere a località più adatta e di costruirvi una
nuova
città secondo un piano ben definito. È questo un caso in
cui la mancanza di razionalità, e la impossibilità di
controllare
in quel punto le piene del fiume, ebbero effetti disastrosi.
Se si è d’accordo sul fatto
che
lo studio delle basi economiche di una città, cioè della
forza delle sue risorse naturali, è essenziale per un progetto
urbanistico,
appare importante considerare anche la programmazione di tali risorse,
e scoprire come meglio essa può essere realizzata, Risorse
naturali
si possono definire grosso modo i terreni, le acque e le ricchezze
minerarie.
I programmi per il loro sfruttamento devono comprendere la
conservazione
del suolo, il controllo e l’amministrazione del bacino idrico, la
coltivazione
e irrigazione dei terreni agricoli, l’amministrazione delle foreste e
della
pesca, l’allevamento di animali domestici e selvatici, lo sfruttamento
minerario, la navigazione fluviale, il controllo delle piene e delle
tracimazioni,
la provvista di acqua per usi urbani, le misure di ricostituzione, lo
sfruttamento
dei luoghi turistici e così via. L’equilibrio, l’interdipendenza
e l’azione combinata delle risorse naturali sono importanti per
vastità
e intensità. Per far sì che queste risorse servano ai
fini
cui sono destinate, l’uomo deve capirne la naturale connessione e deve
trattarle come una unica entità. Si leve trovare un centro di
amministrazione
e di controllo abbastanza ampio per poter essere efficace, ma non
troppo
ampio da non poter essere a sua volta controllato. Questo centro
è
la regione.
Come si può identificare
una regione?
Certo non si tratta di uno Stato con i suoi arbitrari confini politici,
né di un combinazione di Stati. Nel distribuire le sue risorse,
la natura non ha tenuto in molto conto le comodità degli uomini.
I depositi di carbone delle nostre montagne Appalachiane non sono
delimitati
entro confini artificiali dettati dal Congresso per la Pennsylvania il
West Virginia o l’Ohio. Il fiume Missouri lambisce parzialmente 10
Stati,
ma solo il Nebraska appare contenuto interamente nel suo bacino idrico.
Ciò spiega come la struttura di uno Stato in quanto suddivisione
amministrativa non è adeguata alla pianificazione e allo
sviluppo
delle risorse esistenti nella regione. Né i Consorzi
inter-statali,
nei quali gli Stati sono raggruppati per le funzioni di pianificazione
e amministrazione, si sono dimostrati soddisfacenti per l’azione nel
campo
delle risorse naturali; la necessità di ottenere il consenso di
tutti gli Stati interessati oltre a quello del Congresso, si traduce
sempre
in vincoli così restrittivi da rendere impossibile una
pianificazione
delle più vaste e importanti necessità della regione (1).
Per circoscrivere una regione si
tenta
di individuarne i limiti naturali, entro i quali è compresa una
popolazione che sente di avere interessi comuni, e una superficie i cui
problemi relativi allo sviluppo delle risorse naturali sono simili. Una
regione può essere delimitata dai contorni di un bacino
fluviale,
dalla omogeneità dei caratteri del suolo (area deserta e
pianeggiante)
o dall’isolamento geografico (isola). Talvolta 1’omogeneità
etnica
e la somiglianza delle forme culturali od economiche possono
considerarsi
fattori unificanti.
Le regioni degli Stati Uniti
variano grandemente.
Le caratteristiche principali delle regioni più importanti sono
esposte nell’Appendice A. Esse si differenziano nella topografia, nel
genere
e nella ricchezza delle risorse, nel clima, nel grado di sviluppo,
nella
cultura ecc. Evidentemente, i problemi relativi alla pianificazione
delle
risorse in zone così dissimili sono differenti, e differenti
devono
essere per forza di cose le soluzioni.
II. Criteri per la
pianificazione regionale
Esistono per i piani regionali dei
principi,
dei metodi, dei punti di contatto, che siano egualmente validi per
tutte
le regioni, in ogni parte del mondo, e che possano pertanto servire di
guida generale per tutti i problemi di risorse che ci si presentano ?
Secondo
me, esistono:
a) Indipendentemente dal tipo e
dalla
qualità delle risorse locali, tutte le regioni devono essere
trattate
con impostazione unitaria, dando pieno riconoscimento all’equilibrio
naturale
e alle misure per conservarlo.
b) Le risorse della regione in cui
vivono
degli abitanti, devono essere sviluppate non solo a maggior beneficio
degli
abitanti, ma anche con l’aiuto e la partecipazione diretta di questi.
Solo
in questo modo si può essere sicuri di approntare il piano
migliore,
sufficientemente elastico da adattarsi alle mutevoli condizioni di
realizzazione;
solo in questo modo si possono potenziare i valori democratici.
È necessario trovare una
struttura
amministrativa capace di realizzare questi principi, cioè un
ente
capace di coordinare tutte le funzioni relative alla gestione delle
risorse
(perché non si perda mai di vista la foresta per guardare uno
degli
alberi) e capace di decentrare la propria attività così
da
incoraggiare al massimo l’iniziativa e la partecipazione degli abitanti
della zona. A questi criteri di pianificazione regionale si è
strettamente
attenuta una nota iniziativa americana, la Tennesse Valley Authority.
La
creazione della TVA fu un esperimento politico sorto dal clima politico
ed economico esistente durante la crisi del 1930; purtroppo la sua
caratteristica
di iniziativa-pilota non ebbe seguito. Numerosi tentativi furono
infatti
compiuti dopo che il senatore Norris vinse nel 1933 la sua battaglia
per
la TVA, durata 12 anni. Tutti questi tentativi miravano a ottenere che
il Congresso creasse altrove analoghi enti regionali per le risorse:
essi
purtroppo si conclusero tutti con il fallimento (2).
Personalmente ritengo che la TVA
sia un
ente per le risorse molto superiore a qualsiasi altro esistente negli
S.U.
Ciò non vuoi dire che la TVA sia senza difetti, o che non si
possa
realizzare qualcosa di meglio. Se si costituissero in altre regioni
nuovi
enti di questo tipo, sorgerebbero indubbiamente problemi di portata
nazionale
che gli accesi sostenitori della TVA forse mancano di riconoscere. La
TVA
è comunque quanto di meglio abbiamo finora realizzato,
poiché i mezzi offerti
dalla legislazione
per un maggiore sviluppo della pianificazione regionale sono limitati,
è opportuno trovare nuove tecniche amministrative. Il pubblico
funzionario
desidera molte volte che il Congresso gli appresti una efficiente
struttura
amministrativa ancor prima di investirlo della necessaria
autorità
per agire. Indipendentemente dalle sue idee personali circa una buona
pianificazione,
egli è raramente in grado di attendere la soluzione dei problemi
di dettaglio prima di essere obbligato a prendere una decisione.
Consentitemi di parlare d’ora in
poi a
titolo personale della mia esperienza amministrativa in qualità
di Sotto-segretario del maggior ente governativo per la risorse, e
cioè
del Segretariato all’Interno, ente economico del Dipartimento
dell’Interno.
Fu questa la mia prima esperienza di lavoro in un ente centrale. Il mio
primo impiego governativo, durato 4 anni, era stato quello di
Procuratore
della TVA, seguito da quello - di durata maggiore - di Amministratore
Delegato
dell’Ente Idro-Elettrico di Bonneville, anche esso un Ente del
Dipartimento
dell’Interno, con sede a Portland nell’Oregon. Come si vede dai miei
due
precedenti impieghi governativi, la mia esperienza si era sino ad
allora
limitata ai programmi aventi carattere locale; il mio pensiero e il mio
orientamento si erano formati nell’ambito dell’esperienza regionale.
Quando
entrai al Segretariato agli Interni, constatai con rammarico che mentre
sul piano regionale uomini intelligenti e tenaci si sforzavano di
realizzare
cospicue opere, l’oligarchia burocratica di Washington non ne conosceva
i fini, le aspirazioni e i metodi, ed era così invischiata nella
pania della burocrazia da non riuscire a prendere che decisioni errate
o tardive.
Il Ministro degli Interni, che
entrò
in carica nel 1946 e poco dopo sollecitò la mia nomina a
Sotto-Segretario,
fu il primo pubblico funzionario di carriera assurto al rango di Capo
del
Dipartimento. Egli portò con sé nella sua nuova carica la
sua competenza di cose della Pubblica Amministrazione Centrale, di
programmi
di sviluppo delle risorse regionali, e di Pubblica Amministrazione
locale.
Poco dopo la mia presa di possesso della nuova carica venne istituita
una
Direzione per la Pianificazione, che fu una vera innovazione al
Dipartimento
degli Interni (3).
Nel corso della loro lunga
esistenza (in
alcuni casi più di un secolo) gli uffici della Pubblica
Amministrazione
si sono formalizzati in un rigido sistema di controllo centrale,
nell’ambito
del quale gli stessi funzionari sono tanto ostacolati da non riuscire
più
ad esercitare un minimo di talento e di sforzo di riorganizzazione.
Tipico
esempio da noi era la raccolta e la conservazione dei dati, gelosamente
tenuti segreti dalle singole Amministrazioni che si riservavano il
diritto
esclusivo di usarli o meno a seconda delle occasioni. Noi scoprimmo
presto
che i vari uffici del Dipartimento dell’Interno, in perenne lotta tra
loro
per fare approvare i rispettivi programmi, mancavano spesso di
inoltrare
al Ministro dati che avrebbero potuto risolvere a loro sfavore la
controversia.
Noi comprendemmo presto che era impossibile adottare decisioni sensate
senza disporre di tutti i dati necessari, e che era indispensabile un
immediato
intervento sul piano amministrativo e regolamentare per risolvere
conflitti
fondamentali tra uffici e programmi. La Direzione per la Pianificazione
ebbe tra l’altro il compito di fornire al Ministro tutti i dati
fondamentali;
e la scrupolosa osservanza di tale compito gettò subito lo
scompiglio
e il terrore nei vari uffici.
I nostri primi sforzi furono
diretti a
creare i principi fondamentali della pianificazione regionale, e
cioè
l’uniformità e l’autonomia dell’azione locale. Noi speravamo di
poter conseguire questo fine senza essere costretti a mutare la
struttura
fondamentale del Dipartimento dell’Interno. Eravamo consapevoli del
fatto
che i dirigenti dei vari enti per lo sfruttamento delle risorse
dovevano
comprendere, dato che non la comprendevano, interdipendenza tra le
attività
di tutti gli uffici e la necessità che il Dipartimento
coordinasse
i programmi dei diversi enti alle sue dipendenze. A tale scopo fu
istituito
un Comitato di Pianificazione, formato dai capi di tutti gli enti per
le
risorse dipendenti dal Dipartimento.
I nuovi membri di questo Comitato,
cioè
i vecchi capi dei vari enti, furono notevolmente contrariati da questo
provvedimento unificatore e presero a combatterlo di nascosto inviando
alle sedute del Comitato dipendenti di rango inferiore non qualificati,
e continuando a non fornire alla nuova Direzione i dati e le
informazioni
indispensabili. I nostri sforzi per unificare e decentrare
l’Amministrazione
incontrarono una resistenza così accanita da parte dei
capi-ufficio,
che presto fummo costretti ad ammettere che era impossibile realizzare
progressi senza eliminare qualche alto funzionario, e in molti casi
anche
i suoi assistenti e parte del suo personale.
Scopo del decentramento, e mezzo
migliore
per realizzarlo, era quello di conferire l’autorità esecutiva
alla
regione, sottraendola al Dipartimento dell’Interno. Per far questo
scegliemmo
elementi che avevano dimostrato talento e perizia nelle loro
destinazioni
periferiche. Lottammo per il decentramento incoraggiando, o persino
ordinando
ai vari enti del Dipartimento di fissare confini regionali alla propria
autorità giurisdizionale (alcuni enti operavano, e alcuni
operano
anche oggi, facendo coincidere la loro sfera giurisdizionale con quella
dei singoli Stati dell’Unione). Insistemmo perché gli uffici
regionali
di questi enti fossero istituiti tutti nella stessa città (4).
Un sincero sforzo fu compiuto per
studiare
e realizzare la delega dell’autorità da parte dell’ente centrale
ai capi dei nuovi uffici regionali. Tale delega doveva consentire agli
uffici regionali la massima autonomia di manovra nell’ambito delle
rispettive
giurisdizioni, ma consentire anche una notevole uguaglianza di
autorità
ai capi degli uffici regionali nella trattazione dei problemi di
sfruttamento
delle risorse. Il decentramento degli uffici fu reso ancor più
difficile
e defatigatorio dalle restrizioni legislative e finanziarie infittitesi
negli ultimi decenni (ad es. la determinazione legislativa dei salari
da
corrispondersi al personale degli uffici). Molto spesso poi accadde che
all’atto del trasferimento in periferia di funzioni prima esercitate a
Washington, i senatori e i deputati del Congresso amici del capo
dell’ufficio
trasferito protestassero clamorosamente adducendo che “i cambiamenti si
stavano effettuando senza l’autorizzazione del Congresso”.
Gli uffici regionali dei vari enti
del
Dipartimento furono incoraggiati a lavorare in stretta collaborazione
con
i gruppi economici, sindacali e civici delle comunità comprese
nella
regione. Uno degli esempi più notevoli di tale collaborazione
è
offerto dal Consiglio Consultivo dell’Ente Idrico di Bonneville, che
è
composto dai capi delle comunità degli Stati Nord-Occidentali
compresi
nella regione. Anche l’Ente per l’Amministrazione Demaniale, dipendente
dal Dipartimento dell’Interno, si vale presso i suoi uffici regionali
di
comitati consultivi formati da elementi locali.
Ma il decentramento degli uffici
non fu
il solo risultato della nuova impostazione regionale della
pianificazione
delle risorse. In periferia furono presto istituiti Comitati formati
dai
rappresentanti dei vari enti regionali del Dipartimento; loro obiettivo
era quello di realizzare il coordinamento dell’attività dei vari
enti sul piano regionale; la presidenza dei Comitati spettava a turno
ai
vari capi degli uffici regionali. I Comitati da temporanei divennero
presto
permanenti, e poterono così provvedersi di adeguato
personale (5).
I Presidenti dei nuovi Comitati
Regionali
divennero i rappresentanti del Ministero nelle rispettive regioni, ed
ebbero
a disposizione adeguato personale per la raccolta dei dati occorrenti
ad
appoggiare l’attuazione di vasti programmi unitari contro 1’assalto dei
programmi presentati individualmente dai singoli enti centrali (6).
Di notevole interesse è il
fatto
che alcune Amministrazioni Federali seguirono ben presto l’esempio del
Dipartimento dell’Interno. Così il Dipartimento
dell’Agricoltura,
che istituì un analogo Comitato Regionale nella medesima regione
del Pacifico Nord-Occidentale; tale Comitato ebbe una giurisdizione
regionale
analoga a quella del Comitato istituito dal Dipartimento dell’Interno,
e i suoi uffici furono sistemati nella stessa città.
Fu presto avvertita l’esigenza di
creare
Comitati Regionali formati da rappresentanti dei Comitati Regionali di
ciascun Dipartimento. Tali Comitati ebbero il compito di scambiarsi
dati
e notizie e di coordinare le rispettive attività e i propri
rapporti
con gli Stati delle rispettive regioni. In alcuni di tali Comitati
figurarono
ben presto rappresentanti dei Dipartimenti dell’Interno,
dell’Agricoltura,
del Commercio e della Difesa, oltre che rappresentanti della
Commissione
Federale per l’Energia e dell’Ente Federale per la Sicurezza. La
Presidenza
dei Comitati veniva assunta annualmente a turno dal rappresentante di
un
Dipartimento, e i Comitati non avevano personale proprio ad eccezione
di
quello fornito dai vari Dipartimenti (7).
Molti Comitati Regionali esistono
oggi
in varie regioni degli S.U., e la loro attività è intensa
e proficua. Come si vede, il Comitato Regionale è un meccanismo
pianificatore assai diverso dalla TVA, costituita invece sotto forma di
Società per Azioni (“Corporation”) governativa, e per alcuni
aspetti
meno efficiente della TVA. Non bisogna tuttavia dimenticare che il
Comitato
realizza scopi relativamente limitati, anche se molto utili, e che in
pratica
ha spesso ottenuto un risultato di unanime consenso nella attuazione di
programmi assai soddisfacenti (8).
In seguito fu confortante vedere
diminuire
sempre più il disaccordo tra i capi-ufficio, vederli accettare e
divenire poi entusiasti dell’impostazione regionale di grandi programmi
di sviluppo. Dopo avere assimilato quello che mi piace definire lo
“spirito
regionale”, molti divennero strenui combattenti nella battaglia diretta
alla approvazione dei programmi unitari, contro le concezioni
più
ristrette dei capi-ufficio di Washington.
Naturalmente noi siamo convinti
che il
tipo di ente sopra descritto è ben lungi dall’essere perfetto.
Esso
lascia insoluti ancora molti problemi seri e difficili, la cui
soluzione
spetta ancora in ultima analisi ai membri del Congresso, o a singoli
deputati
o al Presidente. La nuova struttura è però, a mio modo di
vedere, un mezzo per conseguire gli obiettivi finali.
La pianificazione delle risorse
regionali
consentirà la piena utilizzazione delle nostre risorse non
ancora
sfruttate, a maggior beneficio delle popolazioni. Ma l’opera
potrà
dirsi compiuta solo quando gli abitanti delle regioni ne comprenderanno
l’importanza e vi parteciperanno attivamente, fornendo dirigenti locali
capaci di attuare programmi intesi a soddisfare le esigenze locali.
Solo
quando questa consapevolezza sarà tradotta in azione,
potrà
sorgere un organismo locale capace di affrontare e risolvere i problemi
dell’utilizzazione delle risorse su base squisitamente regionale.
APPENDICI
A. Descrizione delle principali
regioni
degli Stati Uniti.
B. Ostacoli ad una
pianificazione unitaria:
l) Struttura della Pubblica
Amministrazione;
2) Frazionamento della
responsabilità
in seno al Congresso;
3) Pressioni contrarie.
APPENDICE A: Descrizione
delle principali
regioni degli Stati Uniti
I paragrafi che seguono
descrivono le caratteristiche
generali di alcune delle più importanti regioni degli S.U., e
indicano
in breve alcuni dei principali problemi economici di ciascuna di esse.
1. Pacifico Nord-Occidentale.
La vallata del superbo fiume
Columbia
è una delle regioni più ricche di risorse naturali del
mondo.
È un paese dalle gigantesche montagne e dai rapidi corsi
d’acqua,
che oggi rappresenta non solo la maggiore fonte di energia elettrica a
basso costo ma anche, potenzialmente, la regione maggior produttrice di
energia elettrica del mondo. Il Nord-Ovest occupa il primo posto nella
produzione nazionale di legname, con le sue foreste di abeti Douglas,
di
alberi di Cicuta Occidentale, e di pini Ponderosa. La zona contiene le
superstiti foreste vergini degli S.U., le ultime riserve di legname da
compensati, le sole grandi fonti di legname per lavorazioni pesanti. La
zona ha ricche riserve minerarie, un’agricoltura sviluppata, varia e
abbondante,
e una vantaggiosa industria della pesca. La regione è
però
ancora poco sfruttata, e l’abbondanza delle sue risorse risulta
minacciata
da vari fattori. Le risorse di energia sono fino ad oggi utilizzate
solo
per il 20%. I tre quarti dei terreni agricoli sono gravemente erosi. La
depauperazione annua del legname è doppia della crescita annua.
La maggiore produzione della regione è rappresentata dai
prodotti
agricoli, dal legname e dai prodotti minerari semilavorati, spediti
altrove
per la trasformazione finale. Tariffe discriminatorie ostacolano lo
sviluppo
della zona. Solo il 3% della popolazione degli Stati Uniti vive qui sul
9% della superficie nazionale. La popolazione però è in
aumento
(39% dal 1940 ad oggi) e ciò ha causato un aumento della
disoccupazione
cui non fa riscontro una energica azione per costituire nuove industrie
e nuove possibilità di lavoro.
2) Bacino del Rio Grande del
Sud-Ovest.
Il Bacino del Rio Grande, che
comprende
il Nuovo Messico e il Texas, è in stupefacente contrasto con il
ricco Pacifico Nord-Occidentale. È una zona assai povera di
risorse
naturali e soprattutto di acqua, e i programmi di miglioramento trovano
molte limitazioni; si prevede difficile persino il mantenimento delle
posizioni
attuali. La regione è in maggioranza arida e quasi allo stato di
deserto, con corsi d’acqua che forniscono quantità d’acqua
limitate
in confronto alle necessità dell’irrigazione, del rifornimento
urbano
e di altri fini. L’economia del Bacino si fonda sull’agricoltura e
sull’estrazione
di minerali. Non vi sono sviluppate, ne vi è possibilità
che lo siano, risorse notevoli di energia elettrica e di legname. Per
quanto
le installazioni difensive create durante e dopo la guerra abbiano
potenziato
l’economia del Nuovo Messico, le possibilità di sviluppo
industriale
su larga scala sono limitate. Le industrie fondate sulla lavorazione
dei
minerali e dei prodotti agricoli della regione lamentano penuria di
energia
a basso costo e di rifornimenti idrici, e sono danneggiate dalle forti
distanze che le separano dai grandi mercati. Le riserve minerali della
zona vanno esaurendosi. L’espansione dell’agricoltura e
dell’allevamento
è pure fortemente limitata dalla scarsa disponibilità di
specchi d’acqua e di acqua nel sottosuolo. Anche l’attuale livello di
attività,
in tali zone, è in pericolo a causa delle erosioni e
dell’accumularsi
di sedimenti. È perfino da chiedersi per quanto tempo
l’irrigazione
e il rifornimento idrico dei centri urbani potranno continuare ad
alimentarsi
con le acque del sottosuolo, che ora vengono pompate in quantità
maggiore di quella consentita dai depositi alluvionali. Le erosioni
corrodono
i confini delle falde e degli spartiacque, la cui estensione è
già
assai bassa in confronto a quelle di altre regioni. L’accumulo di
sedimenti
dei fiumi, causato dalla erosione, fa alzare il letto dei fiumi, e la
conseguente
infiltrazione dell’acqua rende incoltivabili i terreni rivieraschi. Il
fenomeno provoca anche un rinnovato problema di difesa urbana dalle
inondazioni.
Occorre il massimo acume per prevenire disastri simili a quelli che
già
distrussero intere civiltà antiche.
3. Nuova Inghilterra.
La Nuova Inghilterra differisce
dalle
regioni poco sviluppate dell’Ovest in quanto essa ha omogeneità,
forte tradizione culturale e forte economia, e nello scorso secolo
è
stata di guida alla nazione nell’industria manifatturiera, nella
navigazione
e nella finanza. La regione ha una popolazione assai densa ed un numero
di industrie che supera quello di tutte le altre zone del Paese. La
Nuova
Inghilterra è una regione composta di piccoli Stati intramezzati
da corsi d’acqua. È una zona circondata da antiche montagne e da
bei paesaggi boschivi. Pur non essendo così riccamente dotata di
risorse naturali come molte delle regioni occidentali, ha tuttavia
ugualmente
dei grandi vantaggi. Una grande parte delle sue vaste risorse di
produzione
e urbanistiche è ancora da utilizzare. Essa ha una riserva di
intelligenti
operai pratici nei diversi tipi di attività industriale. Nei
suoi
corsi d’acqua essa ha un potenziale idro-elettrico ancora non
utilizzato,
che è pari all’attuale produzione complessiva di energia della
regione.
L’uso di questa energia può rendere economica la produzione e la
lavorazione dei minerali locali quali il manganese. Le bellezze
naturali
della regione la rendono punto di attrazione nazionale e zona di svago,
e già l’attività principale in alcuni Stati è q
nella
delle attività turistiche. Le risorse della pesca e delle
foreste
alimentano vantaggiose industrie ed offrono una reale promessa di
maggior
lavoro e di paghe migliori attraverso uno sviluppo più
intensivo.
Lo sviluppo delle risorse naturali della regione iniziò anni fa,
e, sotto molti aspetti, si basa su sistemi ora superati (centrale
elettrica
presso ciascun stabilimento). I maggiori problemi delle risorse della
regione
vertono intorno ai fiumi. Tremende alluvioni si ripetono quasi
annualmente.
Il declino della pesca è dovuto in gran parte all’inquinamento
dei
fiumi. In tempi recenti l’economia regionale è andata declinando
in rapporto a quella nazionale. Durante gli ultimi 10 anni il reddito
della
Nuova Inghilterra è passato da 1,26 a 1,06 dollari per ogni
dollaro
di reddito individuale negli Stati Uniti. La quota nazionale della sua
popolazione è diminuita del 2%, l’edilizia del 6%, gli operai
del
13% ed i depositi bancari de 23%.
Il capitale ha abbandonato la
regione,
e così han fatto pure molti giovani, e le nuove industrie stanno
passando dalla Nuova Inghilterra ad altre zone. Le cause di tutto
ciò
sono: primo, la bassa produttività dovuta ad impianti e
macchinari
inefficienti ed antiquati; secondo, l’alto costo dell’energia che
impedisce
alla regione di sostenere la concorrenza. Il prezzo
dell’elettricità
della regione è il più alto della nazione. Ad esempio la
differenza dei costi dell’energia fra Nuova Inghilterra e il Sud grava
sugli industriali della Nuova Inghilterra causando loro una perdita
annua
(1953) di circa 60 milioni di dollari.
4. Bacino del Missouri.
Il bacino, che copre un sesto
della superficie
degli Stati Uniti, è caratterizzato da opposti estremi fisici e
climatici, ed ha attraversato paradossali peripezie come l’inondazione
devastatrice durante il periodo di siccità del 1930. La regione
è strutturalmente divisa in tre zone, ciascuna con condizioni
naturali
distinte e distinti problemi di risorse. La parte orientale del bacino
è, in genere, un delta piatto caratterizzato da agglomerati poco
densi, da una agricoltura abbastanza stabile e variata, e da una vita
cittadina
sempre più importante basata per lo più sulla produzione
e distribuzione di beni utilizzati o prodotti in altre zone del Bacino.
Nella zona occidentale - Montana, Wyoming e Colorado - gli agglomerati
urbani sono pochi e molto distanti. Questi gruppi di città,
sorti
dove si incrociano le linee di comunicazione, vivono principalmente su
industrie minerarie ed agricole e, in minor parte, sul commercio del
legname,
sull’industria del bestiame e su fabbriche assai modeste di articoli
minuti.
A separare queste isole di popolazione stanno disseminate le zone
montagnose,
alcune a foresta, altre formate da altopiani semi-aridi, in gran parte
di proprietà pubblica e generalmente non adatti ad essere
coltivati.
La vasta zona centrale è una sterminata pianura con scarse
attrattive
economiche. Si tratta della famosa “Coppa di polvere” del 1930, ed
ancora
oggi è minacciata da gravi siccità. In conclusione
è
una zona ad instabilità cronica, con violenti cambiamenti
economici
e flussi e riflussi di una popolazione alquanto sparpagliata. Gli
sforzi
fatti per occupare e sfruttare la zona centrale hanno interessato
principalmente
l’agricoltura, e spesso hanno dato come risultato la rovina del terreno
e la bancarotta. Attraverso queste tre differenti zone corre un unico
sistema
fluviale che ha sul bacino un certo effetto unificatore.
Inevitabilmente
le tre zone sono unite dalla necessità di sfruttare il fiume per
la navigazione, per il controllo del suo flusso, la produzione di
energia,
l’irrigazione e i rifornimenti d’acqua. Nessuna delle tre zone
può
fare da sola. Uno dei principali problemi delle risorse del Bacino del
Missouri è quello della stabilizzazione e della diversificazione
dell’agricoltura, che consenta la conservazione del suolo e nello
stesso
tempo garantisca al contadino un reddito fisso. Sono necessarie nuove
industrie
manifatturiere e nuove possibilità di lavoro per frenare la
tendenza
verso la diminuzione della popolazione e per rialzare il livello del
reddito
individuale, in genere molto basso, meno che per i prezzi dei prodotti
agricoli, alti durante la guerra e negli anni del dopo-guerra. Nel
bacino
vi sono minerali quali bitumi e fosfati che possono essere associati
all’energia
elettrica per incoraggiare nuove industrie. Dal fiume si può
ottenere
energia, ma le maggiori possibilità risiedono nella costruzione
di centrali termiche che sfruttino le risorse di lignite e di carboni
bituminosi.
Un altro bacino fluviale va qui infine ricordato: quello dell’Ohio, che
scorre attraverso una delle più ricche zone industriali;
è
probabilmente il migliore esempio di sviluppo locale. La navigazione fu
il primo obiettivo, egli apprestamenti che vi furono costruiti servono
assai poco a controllare le inondazioni distruttrici di quella regione
o per provvedere alle sue esigenze di energia elettrica.
L’inquinamento,
industriale e urbano, è serio, e l’erosione del suolo,
particolarmente
dalla parte del Kentucky, si aggiunge al problema dell’inquinamento.
Questa
perdita di terreno costituisce inoltre un problema più grande:
quello
della distruzione del patrimonio agrario. Attività di sviluppo
regionale
su scala più o meno grande si è avuta nel bacino
dell’Arkansas
White-Ouchita, nella Central Valley della California, e nel bacino del
Colorado. Vi sono altre zone negli Stati Uniti, quali quelle degli
Stati
raggruppati intorno ai Grandi Laghi, e alcuni Stati del Sud, che non
sono
state ancora incluse in alcun progetto di pianificazione regionale. La
Valle del Tennessee è la sola regione degli Stati Uniti che
è
stata assoggettata ad un vasto sviluppo delle risorse.
Poiché almeno una delle
relazioni
presentate al Convegno tratta dettagliatamente i problemi di questa
regione,
non credo necessario fornire ulteriori particolari.
APPENDICE B: Ostacoli ad una
pianificazione
unitaria
l. Struttura della Pubblica
Amministrazione
La responsabilità
governativa dello
sfruttamento delle risorse naturali negli Stati Uniti è divisa,
in maniera illogica, fra un certo numero di Ministeri esecutivi e di
Enti
autonomi. Quasi tutte le Amministrazioni federali furono istituite,
mediante
atti legislativi distinti, per scopi specifici e limitati. Alcuni dei
programmi
di questi Enti sono vecchi quanto lo stesso Governo federale (vedi ad
esempio
quello della navigazione fluviale). Non appena il Congresso decideva
che
era necessario un nuovo programma, esso creava un Ente per trattare il
problema specifico. Solo nel 1908 l’unità fondamentale delle
risorse
naturali trovò il suo pubblico riconoscimento. In quell’anno il
Presidente Teodoro Roosevelt espresse l’allora nuovo concetto
dell’unitarietà
dell’intervento protettivo; egli disse: “Ogni sistema fluviale, dalla
sua
sorgente nella foresta fino alla sua foce sulla costa, è una
singola
unità e deve essere trattata come tale”.
Ma a quel tempo le esistenti
Amministrazioni
governative avevano già delimitato i rispettivi domini: nel 1951
i vari Enti erano gelosamente trincerati in sé stessi. Non
furono
fatti seri sforzi per unificare i vari enti sorti separatamente e
fortuitamente.
In quello stesso anno, la Commissione istituita da Hoover per la
riorganizzazione
dell’Esecutivo affermava: “I terreni demaniali e le risorse di acqua
della
nazione furono unite insieme dalla natura, e solo il Governo si ostina
a trattarle separatamente”.
Gli Enti creati per specifici e
singoli
scopi si erano allargati, e perseguivano con sicurezza i loro intenti.
Si sviluppò lo spirito di corpo in ogni singolo Ente, ed ognuno
era geloso delle proprie prerogative. Così fra le
Amministrazioni
vi era più concorrenza che collaborazione. Il meccanismo
burocratico
federale non solo è rudimentale, e incapace di tener testa ai
problemi
che deve trattare, ma rende anche virtualmente impossibile ogni
sviluppo
coordinato delle risorse anche quando le intenzioni dei funzionari sono
le migliori. Ne risulta spesso la totale o parziale dimenticanza di
alcuni
importanti aspetti del potenziamento delle risorse, oppure un loro uso
non equilibrato. Ambiziosi progetti, come quelli per la costruzione di
grandi dighe, vengono artificialmente gonfiati a scapito di iniziative
meno appariscenti ma ugualmente utili come le ricerche minerarie, il
trattamento
del suolo e la raccolta di dati fisici fondamentali.
Gran parte degli Enti di
sfruttamento
delle risorse fanno capo al Ministero degli Interni. L’Ufficio delle
Bonifiche
costruisce dighe, compie lavori di irrigazione e produce energia
elettrica,
nel quadro della bonifica di terre aride; l’Ufficio Governativo delle
Miniere
è presente nello sviluppo dei giacimenti minerari; l’Ufficio
Geologico
esegue sondaggi minerari e raccoglie i dati topografici, geologici ed
idrologici,
l’Ufficio dell’ Amministrazione del Suolo amministra i 412.000.000 di
acri
di terreni demaniali degli Stati Uniti, protegge le falde egli
spartiacque
e salvaguarda i giacimenti contenuti nel sottosuolo. Il Servizio della
Pesca e della Selvaggina ha le responsabilità implicite nel suo
nome, e opera per la protezione degli animali selvatici. Il Servizio
Parchi
Nazionali protegge i nostri paesaggi, le testimonianze storiche e le
zone
vergini; il Segretario agli Interni vende l’energia elettrica prodotta
da tutte le centrali governative (eccetto quelle della TV A), anche se
tali centrali sono state costruite da Enti regionali come l’Ente
idroelettrico
di Bonneville, quello Sud-Occidentale, quello Sud-Orientale, ecc. Il
Ministero
dell’Agricoltura tutela anche esso le risorse agricole di base; il suo
Servizio per la Protezione del Suolo amministra anche i bacini idrici e
favorisce la conservazione del suolo. Il Servizio Forestale amministra
le foreste nazionali e coopera con gli Stati nell’amministrazione di
altre
risorse forestali.
In ogni regione è presente
una
ventina di Enti federali incaricati della pianificazione delle risorse.
Vi sono Enti creati per uno specifico scopo, che cercano di assumere
funzioni
direttive in molteplici settori. È inevitabile perciò che
sorgano dei conflitti. Il Corpo del Genio e l’Ufficio delle Bonifiche,
entrambi responsabili dei lavori per il controllo fluviale, si sono
spesso
sovrapposti l’uno all’altro, venendo a conflitto quando autorizzati dal
Congresso ad effettuare gli stessi lavori allo stesso tempo e negli
stessi
posti. Ad es., entrambi furono autorizzati a costruire la diga del Pine
Flat sul fiume King in California. Non essendoci nell’ambito regionale
alcun meccanismo per la soluzione della controversia questa fu
scaricata
su Washington. Durante le interminabili more della questione, gli
abitanti
della regione furono privati degli attesi benefici del progetto sul
fiume.
La responsabilità è
frazionata
per gli impianti idroelettrici : dighe e centrali elettriche sono
costruite
dall’Ufficio Bonifiche e dal Corpo del Genio, ma la vendita
dell’energia
nel Pacifico Nord-Occidentale è di competenza dell’Ente
idroelettrico
di Bonneville, il quale deve rifondere all’erario, con i proventi della
energia elettrica, il costo di esercizio delle dighe. Esso è
responsabile
del soddisfacimento delle necessità di energia della regione, ma
altri Enti stabiliscono quando ed in quale ordine le centrali
elettriche
devono essere costruite. La continua penuria di energia nel Pacifico
nord-occidentale
è, in certo qual modo, il risultato di questa situazione. Una
diga
può bloccare la emigrazione dei pesci anadromi verso il loro
luogo
di riproduzione, e così distruggere una parte del flusso dei
pesci;
le migrazioni dei lucci nel fiume Connecticut furono danneggiate dalla
diga Enflied. La costruzione di una diga può sommergere terre
che
appartengono agli Indiani in virtù di antichi diritti sanzionati
da trattati: la diga Garrison nel bacino del Missouri ha costretto al
trasloco
più di mille indiani. Una diga può distruggere importanti
valori turistici nazionali: Mammouth Cave è ora minacciata dal
progetto
di una diga sul Green River nel Kentucky. La costruzione di una diga
può
allagare notevoli depositi minerari: il lago artificiale del Buggs
Island
sul Fiume Roanoke nella Virginia, nel suo maggior stadio di
straripamento,
avrebbe danneggiato i depositi di tungsteno se la protesta pubblica non
avesse imposto la costruzione di argini di protezione. Poiché un
Ente è responsabile per la costruzione di una diga, e un altro
Ente
è responsabile della protezione delle risorse eventualmente
minacciate,
raramente è possibile conciliare questi interessi in conflitto
fra
di loro.
Anche le responsabilità per
la
gestione del suolo è frazionata. Un adeguato programma di
controllo
delle inondazioni, per es., comprende non solo serbatoi e dighe ma
anche
le misure per controllare lo straripamento a monte del bacino idrico.
La
costruzione dei serbatoi e delle dighe è eseguita dal Genio
laddove
il Dipartimento dell’Agricoltura, e in misura minore il Dipartimento
degli
Interni, sono responsabili dell’amministrazione del bacino fluviale a
monte.
Per il Bacino del Missouri la parte del piano per il controllo delle
inondazioni
assegnata al Genio fu approvata dal Congresso nel 1944, laddove la
parte
del piano assegnata al Dipartimento dell’Agricoltura fu proposta solo
nel
1949, quando erano già in costruzione molte opere del Genio. Vi
sono molti problemi connessi con l’uso del terreno; i regolamenti che
governano
i pascoli nelle foreste nazionali amministrate dal Servizio Forestale
del
Dipartimento dell’Agricoltura sono completamente diversi da quelli
dell’Ufficio
per l’Amministrazione del Suolo del Dipartimento dell’Intemo. II
bestiame
vaga da un pascolo all’altro senza sapere che deve mangiare più
o meno erba a seconda della giurisdizione in cui si trova!
Altro esempio di mancanza di
omogeneità
nello sfruttamento della terra è la situazione attuale nel
Pacifico
Nord-occidentale. Lo Ufficio governativo delle Bonifiche vi sta
spendendo
500 dollari l’acro per trasformare un milione di acri di arido deserto
in terreno coltivabile mediante l’uso della irrigazione. In un altra
zona
dove il problema dell’erosione è critico, stiamo per perdere un
milione di acri di terreno coltivabile perché non si vuol
spendere,
per la conservazione del suolo, 6 dollari per acro. Ovviamente si
guadagna
ben poco a conquistare un milione di acri di nuova terra e a lasciar
allagare
un milione di acri già sfruttati da tempo. Un altro risultato di
questa confusione amministrativa è l’inadeguata raccolta di
dati.
Piani per progetti specifici sono stati approntati ed inviati al
Congresso
sulla base di dati idrologici e geologici inadeguati, semplicemente
perché
molti dati non esistevano. Per il Bacino del Missouri, ad esempio,
quando
il programma dell’Ufficio Bonifiche e del Corpo del Genio fu
autorizzato
nel 1944, fu detto apertamente che i dati topografici, geologici ed
idrologici
disponibili erano “molto inadeguati” per una pianificazione
dettagliata,
per la costruzione e per le operazioni inerenti a lavori di cosi vasto
sviluppo. I dati-base sono raccolti in gran parte dall’Ufficio
Geologico,
e questo umile e poco spettacolare Ente ha dovuto sempre lottare per
100
anni per completare una collezione di mappe veramente aggiornate.
Grandi
zone del Paese non sono mai state incluse nelle mappe. Altra fonte di
conflitti
sono le prassi finanziarie in uso. Impianti analoghi costruiti da Enti
diversi richiedono metodi completamente diversi di stanziamento e
pagamento
dei fondi. I beneficiari delle opere per la navigazione interna e per
il
controllo delle inondazioni non pagano niente per questi servizi, che
vengono
addebitati come servizio pubblico. I benefici ari delle opere per
l’energia
e l’irrigazione, invece, devono pagare per questi servizi, e l’erario
ricupera
l’intero costo delle spese. Cosi l’immissione di acqua nei terreni
mediante
l’irrigazione deve essere pagato da chi usa l’acqua, laddove il
drenaggio
del terreno ai fini del controllo delle inondazioni costa poco o niente
a chi ne beneficia. A causa di queste diverse prassi finanziarie gli
Stati
e gli enti locali hanno la possibilità di contrattare con
diversi
Enti, per scoprire quale può dar loro maggiori vantaggi.
L’Ufficio
Bonifiche e il Genio sono stati messi in concorrenza nel progetto per
la
Valle Centrale della California, e stanno ora per essere messi nella
stessa
situazione dalla municipalità del Texas interessata a ottenere
una
maggiore fornitura d’acqua. Questi problemi hanno destato l’attenzione
dell’Esecutivo, e costanti progressi si stanno facendo per conciliare
questi
conflitti. L’Ufficio Esecutivo del Presidente è uno strumento
efficace
per eliminare i conflitti più manifesti. Inoltre, in sede di
esame
del bilancio di ciascun Ente prima della presentazione al Congresso,
l’Ufficio
ha ampia facoltà di decidere a quale Ente affidare un
particolare
programma. Di tanto in tanto vengono create delle Commissioni per
studiare
tali problemi e per raccomandare delle soluzioni: cosi la Commissione
Presidenziale
per le risorse idriche (1951) diede un considerevole impulso al
concetto
della pianificazione regionale nella sua proposta relativa ai diritti
erariali
sui bacini fluviali (9).
2. Responsabilità
frazionata
in seno al Congresso.
La legislazione in materia di
opere per
il controllo delle inondazioni e la navigazione, di competenza del
Genio,
spetta a una Commissione in ciascuna Camera del Congresso; la
legislazione
per le opere di irrigazione (Ufficio Bonifiche) va ad un altra
Commissione,
e la legislazione sulla tutela degli spartiacque (Dipartimento dell’
Agricoltura)
va ad una terza commissione. Anche le richieste di stanziamenti per
queste
diverse opere affluiscono a diverse Commissioni di ciascuna Camera.
È
difficile, perciò, per il Congresso avere un panorama completo
della
pianificazione delle risorse per una specifica regione o per un bacino
fluviale. Il coordinamento dei piani e della assegnazione delle opere,
in queste circostanze, è assai raro anche quando i diversi Enti
interessati sono d’accordo sui piani e sui programmi.
3. Pressioni contrarie.
La legislazione speciale diretta a
potenziare
le attività di pianificazione delle risorse invade la sfera di
competenza
e di influenza dei Presidenti delle Commissioni del Congresso, ed
è
quindi assai sgradita agli ambienti parlamentari. Vi è spesso
resistenza
alla pianificazione federale da parte dei governi degli Stati, i quali
temono pericoli reali o immaginari ai “diritti di Stato”. Altre forze
si
oppongono inoltre all’unificazione degli sforzi sul piano regionale:
funzionari
di potenti Uffici creati per uno specifico scopo si uniscono contro
ogni
minaccia che possa sorgere contro la loro sfera di giurisdizione
(l’Ufficio
Bonifiche e il Corpo del Genio sono gli Enti più potenti per
quanto
riguarda i bacini fluviali). Dietro ad ogni Ufficio Governativo creato
per un determinato scopo, vi sono i groppi privati uniti da speciali
interessi,
pronti a proteggere il loro Ente favorito. Preminenti fra tutti questi
gruppi sono quelli delle aziende elettriche private, i fornitori delle
Forze Armate, i titolari di contratti di costruzione, le società
di navigazione fluviale, e cosi via.