Seminario Italia/USA sulla pianificazione urbana e regionale
Ischia, giugno 1955

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

Note a:
Progetti per oggi e per domani
di Frederick Gutheim
 

(1)  Uno dei più attivi studiosi in questo campo è il prof. Christopher Tunnard dell’Università di Yale.
(2) Robert A. Walker, Funzione della pianificazione nell'amministrazione cittadina, Chicago, 1941, pag. 15.
(3)  La storia della pianificazione negli U.S.A. è piena di magnifiche concezioni progettistiche le quali, come le esortazioni di Robert Owen al Congresso Americano per evitare l'insidia dell'industrialismo, caddero praticamente nel nulla ma esercitarono una forte influenza. Ne è esempio il progetto di Thomas Jefferson, di dividere lo stato della Virginia in centinaia di comunità di 5 o 6 miglia ciascuna con una scuola libera nel centro e di dividere lo Stato in 10 distretti in ciascuno dei quali vi sarebbe dovuto essere un collegio e di provvedere una sola università che servisse l'intero Stato. (Lettera a Joseph Priestley, 27 gennaio 1800). Un altro è il rapporto sulle strade, canali. porti e fiumi di Henry Gallatin, che presenta un piano coordinato di trasporti (brevemente descritto da Frederick Gutheim “Il Potomac”, New York, 1950, pag. 268).
(4)  Il primo libro di Lewis Mumford fu”La storia delle utopie”.
(5)  Questo conflitto esistente fra progettisti, e nella mente di ogni progettista, è stato definito da David Riesman nel suo libro “The lonely crowd”, p. 348 (New York, Doubleday, 1953) nelle seguenti parole: “Gli urbanisti costituiscono forse il più importante gruppo professionale per diventare giustamente stanchi delle definizioni culturali che sono sistematicamente addotte , per razionalizzare le manchevolezze della odierna vita cittadina, per il ricco come per il povero. Con la loro immaginazione e con il loro benefico avvicinamento essi sono diventati, in un certo senso, i custodi della nostra tradizione politica, liberale e progressiva poiché questa è sempre più distaccata dallo Stato e dalla politica nazionale. Nelle loro opere migliori noi vediamo espressa in forma fisica una concezione di vita che non è solo angustamente professionale. È una concezione della vita adatta al riposo e alla comodità non meno che al lavoro. Ma ora il potere dei gruppi locali oppositori, mette anche i più fantasiosi urbanisti nella condizione di dimostrare che essi sono pratici e ostinati, e che c’è poca differenza fra loro e gli ingegneri del traffico.
(6)  I problemi culturali, politici, ecc., presentati da una classe media in ascesa, così acutamente previsti da Gustave Flaubert, stanno per essere nuovamente riscoperti poiché negli Stati Uniti si sta prendendo in considerazione la futura influenza dell’automatismo che promette, almeno ai lavoratori delle fabbriche, un lavoro settimanale ridotto da cinque giorni a forse la metà, poiché la tecnica della produzione si è così estesa da includere più lavoratori.
(7)  John D. Millet, Il processo e l'organizzazione della Pianificazione Governativa (New York, 1947) descrive lo sviluppo della pianificazione intesa come funzione amministrativa. Vedere anche due rapporti presentati dalla commissione governativa: General Management of the executive Branch, e Task Force Report on Departmental Management (Washington, 1949). Herman Miles Somers, Presidential Agency (Cambridge. 1950) p. 230 sg., descrive l'evoluzione degli uffici delle programmazioni nelle agenzie governative durante l'ultima guerra.
(8)  Parallelamente alla più nota pianificazione architettonica di McKim e al disegno paesaggistico di Olmsted, la Chicago World’s Fair del 1893 organizzò i più raffinati tipi di pianificazione.
(9)  Il Capitalismo Americano di John Galbraith, è un’utile e accettata descrizione dell’aspetto positivo della corporazione dei grandi affari, un po’ meno romantica della rivista “Fortune” ma sostanzialmente con lo stesso orientamento. È stato sottolineato che, in termini di produzione economica, la “General Motors” è una organizzazione grande come la Jugoslavia.
(10) Il Rev. Cornelio A. Wood jr. ha studiato i programmi di pianificazione della General Motors, della Standard Oil di N. Y., e la Koppers Co., ed ha constatato che tutte queste corporazioni avevano iniziato attività di pianificazione e progettazione come funzione della direzione superiore.
(11)  Alcuni di questi aspetti sono trattati con speciali enfasi nei loro aspetti etici da Kennet R.E. Boulding “The Organizational Revolution” (New York, 1953). pagg. 208. Mr. Boulding pensa che le grandi organizzazioni economiche sono una risposta all'abilità di organizzare, non solamente una risposta alla richiesta economica.
(12)  Non trovo che sia un paradosso dire che la pianificazione fosse maggiormente valutata dal pubblico durante la guerra quando essa alimentava la speranza e la volontà popolare che dopo la guerra quando essa serviva scopi puramente pratici di ricostruzione.
(13)  La freddezza dei pianificatori americani verso il concetto della “nuova città”, come è stato personalmente riferito da F.J. Osborn, dovuto alla diffidenza verso di esso, è solo un ulteriore sviluppo del sogno statico e futile del singolo urbanista di sfuggire la realtà dell'industrialismo e il vasto complesso urbano.