Note a:
Progetti per oggi e per domani
di Frederick Gutheim
(1)
Uno dei più attivi studiosi in questo campo è il prof. Christopher
Tunnard dell’Università di Yale.
(2)
Robert A. Walker, Funzione della pianificazione nell'amministrazione cittadina,
Chicago, 1941, pag. 15.
(3)
La storia della pianificazione negli U.S.A. è piena di magnifiche
concezioni progettistiche le quali, come le esortazioni di Robert Owen
al Congresso Americano per evitare l'insidia dell'industrialismo, caddero
praticamente nel nulla ma esercitarono una forte influenza. Ne è
esempio il progetto di Thomas Jefferson, di dividere lo stato della Virginia
in centinaia di comunità di 5 o 6 miglia ciascuna con una scuola
libera nel centro e di dividere lo Stato in 10 distretti in ciascuno dei
quali vi sarebbe dovuto essere un collegio e di provvedere una sola università
che servisse l'intero Stato. (Lettera a Joseph Priestley, 27 gennaio 1800).
Un altro è il rapporto sulle strade, canali. porti e fiumi di Henry
Gallatin, che presenta un piano coordinato di trasporti (brevemente descritto
da Frederick Gutheim “Il Potomac”, New York, 1950, pag. 268).
(4)
Il primo libro di Lewis Mumford fu”La storia delle utopie”.
(5)
Questo conflitto esistente fra progettisti, e nella mente di ogni progettista,
è stato definito da David Riesman nel suo libro “The lonely crowd”,
p. 348 (New York, Doubleday, 1953) nelle seguenti parole: “Gli urbanisti
costituiscono forse il più importante gruppo professionale per diventare
giustamente stanchi delle definizioni culturali che sono sistematicamente
addotte , per razionalizzare le manchevolezze della odierna vita cittadina,
per il ricco come per il povero. Con la loro immaginazione e con il loro
benefico avvicinamento essi sono diventati, in un certo senso, i custodi
della nostra tradizione politica, liberale e progressiva poiché
questa è sempre più distaccata dallo Stato e dalla politica
nazionale. Nelle loro opere migliori noi vediamo espressa in forma fisica
una concezione di vita che non è solo angustamente professionale.
È una concezione della vita adatta al riposo e alla comodità
non meno che al lavoro. Ma ora il potere dei gruppi locali oppositori,
mette anche i più fantasiosi urbanisti nella condizione di dimostrare
che essi sono pratici e ostinati, e che c’è poca differenza fra
loro e gli ingegneri del traffico.
(6)
I problemi culturali, politici, ecc., presentati da una classe media in
ascesa, così acutamente previsti da Gustave Flaubert, stanno per
essere nuovamente riscoperti poiché negli Stati Uniti si sta prendendo
in considerazione la futura influenza dell’automatismo che promette, almeno
ai lavoratori delle fabbriche, un lavoro settimanale ridotto da cinque
giorni a forse la metà, poiché la tecnica della produzione
si è così estesa da includere più lavoratori.
(7)
John D. Millet, Il processo e l'organizzazione della Pianificazione Governativa
(New York, 1947) descrive lo sviluppo della pianificazione intesa come
funzione amministrativa. Vedere anche due rapporti presentati dalla commissione
governativa: General Management of the executive Branch, e Task Force Report
on Departmental Management (Washington, 1949). Herman Miles Somers, Presidential
Agency (Cambridge. 1950) p. 230 sg., descrive l'evoluzione degli uffici
delle programmazioni nelle agenzie governative durante l'ultima guerra.
(8)
Parallelamente alla più nota pianificazione architettonica di McKim
e al disegno paesaggistico di Olmsted, la Chicago World’s Fair del 1893
organizzò i più raffinati tipi di pianificazione.
(9)
Il Capitalismo Americano di John Galbraith, è un’utile e accettata
descrizione dell’aspetto positivo della corporazione dei grandi affari,
un po’ meno romantica della rivista “Fortune” ma sostanzialmente con lo
stesso orientamento. È stato sottolineato che, in termini di produzione
economica, la “General Motors” è una organizzazione grande come
la Jugoslavia.
(10)
Il Rev. Cornelio A. Wood jr. ha studiato i programmi di pianificazione
della General Motors, della Standard Oil di N. Y., e la Koppers Co., ed
ha constatato che tutte queste corporazioni avevano iniziato attività
di pianificazione e progettazione come funzione della direzione superiore.
(11)
Alcuni di questi aspetti sono trattati con speciali enfasi nei loro aspetti
etici da Kennet R.E. Boulding “The Organizational Revolution” (New York,
1953). pagg. 208. Mr. Boulding pensa che le grandi organizzazioni economiche
sono una risposta all'abilità di organizzare, non solamente una
risposta alla richiesta economica.
(12)
Non trovo che sia un paradosso dire che la pianificazione fosse maggiormente
valutata dal pubblico durante la guerra quando essa alimentava la speranza
e la volontà popolare che dopo la guerra quando essa serviva scopi
puramente pratici di ricostruzione.
(13)
La freddezza dei pianificatori americani verso il concetto della “nuova
città”, come è stato personalmente riferito da F.J. Osborn,
dovuto alla diffidenza verso di esso, è solo un ulteriore sviluppo
del sogno statico e futile del singolo urbanista di sfuggire la realtà
dell'industrialismo e il vasto complesso urbano.