Prefazione
(di Thomas Adams)
Nella preparazione di un piano
per una
regione urbana, probabilmente non c’è nessun campo di indagine
più
importante di quello connesso alla scoperta dei metodi migliori di
pianificazione
e progettazione delle aree da costruire. Il carattere sociale e la
qualità
nella realizzazione di quartieri e comunità, è in larga
parte
predeterminato dal modo in cui sin dall’inizio si delineano le strade,
gli isolati e i lotti edificabili, prima che ci venga costruito sopra.
Le condizioni dell’area allo stato naturale; gli usi a cui è
destinata
prima dell’edificazione; le leggi e regolamenti che governano la
trasformazione
da uso primario a scopi edilizi; i metodi impiegati per pianificare e
lottizzare
a scopo di vendita a potenziali costruttori: tutte queste sono
questioni
correlate, di fondamentale importanza e connesse con ogni altro aspetto
della crescita urbana.
Le città diventano alla
lunga bene
o male impostate, in proporzione a quanto sono bene o male pianificate
nei primi stadi di crescita. Proporzionatamente a quanto non si
utilizza
la riflessione preliminare nel pubblico interesse, per fornire il tipo
giusto di pianificazione ab initio, si trasmette un’immensa
eredità
di costi a coloro che, poi, dovranno rimediare a mali che avrebbero
potuto
essere evitati con poco o nessun costo. Molti piani regolatori
consistono
di niente più che un accostamento di lottizzazioni
non-pianificate
da persone il cui interesse principale, se non l’unico, è la
vendita
dei lotti, e nella gran parte dei casi questa non-pianificazione
spezzettata
avviene prima che i terreni vengano annessi all’amministrazione della
grande
città, con il risultato che poi amministrazioni pubbliche che
non
hanno alcuna responsabilità per gli errori iniziali, devono
attivare
costosi rimedi. Il Piano Regionale non entra nei dettagli delle
proposte
per la progettazione di particolari quartieri o lottizzazioni, ma gli
studi
che lo accompagnano contengono idee per migliorare i metodi di
pianificazione
e suddivisione delle aree.
Questo volume presenta i risultati
di
studi compiuti riguardo ai principi, metodi e leggi per la
pianificazione
di lottizzazioni, vicinati, comunità. Contiene tre monografie,
la
prima delle quali è una completa e brillantemente esposta
discussione
di alcuni principi di composizione connessi alla realizzazione di
vicinati,
e di alcuni metodi per creare un nuovo e desiderabile tipo di
unità
di vicinato. In questa monografia, Clarence Arthur Perry indica che la
suddivisione in distretti separati, come risultato della realizzazione
di autostrade come vie di comunicazione veloce per veicoli a motore,
sta
rendendo sempre più probabile che la città si espanda e
divida
in unità di vicinato delimitate da queste arterie. Egli mostra
come
la scuola diventerà sempre più un fattore determinante
nello
stabilire dimensioni e confini di queste unità. Perry presenta
alcune
proposte costruttive per lo sviluppo di unità adatte sia ad aree
con prevalenza di case unifamiliari, sia a zone con edifici
multiappartamento.
Egli ha cercato di esplorare i modi in cui chi cerca casa può
realizzare
alcuni dei normali desideri che, ora, sono frustrati. Non vengono
prescritte
forme tipo di organizzazione comunitaria. Parti importanti del rapporto
sono le analisi dei problemi del tempo libero e delle zone per le
scuole
e i negozi, in relazione alla vita di vicinato. Questa è l’unica
parte dell’indagine a scala regionale che tratta di spazi per scuole e
commercio locale.
Nella preparazione della prima
monografia
sull’Unità di Vicinato, Perry è stato aiutato e
consigliato
da Shelby M. Harrison, Direttore del Department of Surveys and Exhibits
della Russel Sage Foundation, e da Lee F. Hanmer e Charles J. Storey
del
Department of Recreation. Alla American Telephone and Telegraph e a
Ernest
P. Goodrich dobbiamo la possibilità di usare dati demografici di
validi. Perry è stato anche aiutato da Arthur C. Holden &
Associati,
che hanno predisposto un progetto per una unità di case ad
appartamenti
a Manhattan, e ha potuto contare sui consigli di sistemazione di Henry
James e Frederick Law Olmsted.
L’UNITÀ
DI VICINATO. UN PROGRAMMA DI ORGANIZZAZIONE PER LA VITA FAMILIARE DI
COMUNITÀ
Introduzione
(di Shelby M. Harrison) ---------------torna
su
Quanto è conosciuto come
vicinato,
e quanto è comunemente definito regione, hanno almeno una
caratteristica
in comune: possiedono una certa unità, indipendente dai confini
amministrativi. L’area interessata dal Regional Plan di New York, per
esempio,
non ha unità politica, nonostante possieda altre caratteristiche
unificanti di natura fisica, economica e sociale. All’interno di
quest’area
stanno entità politiche definite, come villaggi, contee e
città,
che formano utili suddivisioni per la pianificazione sub-regionale, e
all’interno
di queste unità stanno comunità locali, o di vicinato,
totalmente
prive di limiti amministrativi, e che talvolta si sovrappongono sopra
due
o più aree municipali. Così, nel pianificare qualunque
vasta
area metropolitana, troviamo coinvolti tre tipi di comunità:
1. La
comunità regionale,
che abbraccia parecchie comunità municipali ed è dunque
una
“famiglia di comunità”.
2. La comunità di
villaggio,
di contea o di città.
3. La comunità di
vicinato.
Solo il secondo, di questi gruppi,
ha qualche
struttura di tipo politico, nonostante tutti e tre abbiano influenza
sulla
vita e lo sviluppo politico. Se la comunità di vicinato non ha
struttura
politica, frequentemente però ha una coerenza e unità
maggiore
di quelle che si trovano in un villaggio o città ed è,
quindi,
di fondamentale importanza per la società.
La
grande città e la comunità locale
---------------torna
su
In un certo senso, ogni grande
città
è un conglomerato di piccole comunità. Per esempio,
Manhattan
– la municipalità più antica di New York – contiene
sezioni
come Chelsea, Kip’s Bay, o Yorkville. A Brooklyn troviamo Greenpoint,
Williamsburg,
Bushwick e una dozzina di altri ben conosciuti distretti; ancora in
Bronx,
Queens, Staten Island, molti dei vecchi villaggi che sono stati
raggruppati
per formare queste municipalità mantengono ancora nomi locali e
individualità caratteristica. Per esempio Flushing, a Queens,
non
ha ancora rinunciato alle sue tradizioni di villaggio, e Fordham, nel
Bronx,
è un classico tipo di sobborgo con radicata identità
locale.
Posti come Tottenville, a Staten Island, che sono fisicamente staccati
dalla città compatta da grandi aree di spazio aperto, hanno un
senso
di indipendenza sociale ancora più forte, nonostante
l’assorbimento
politico nella grande municipalità.
Nel cuore della grande
città, si
sviluppa un tipo di comunità molto diverso. Questo si deve al
continuo
spostamento e rilocalizzazione di individui e gruppi come risposta a
considerazioni
economiche, culturali, razziali. Si cerca sempre di stare coi propri
simili,
e allora gradualmente certe zone centrali acquisiscono alcune
caratteristiche
fisiche diverse, e una consapevolezza di gruppo più o meno
distinta.
Così, a New York c’è Greenwich Village, originariamente
una
comunità del primo tipo, ma ora basata sul culto. Harlem,
d’altra
parte, è un raggruppamento razziale, mentre i distretti di Park
Avenue o East Side rappresentano segregazioni economiche. Distretti
come
questi mostrano una certa omogeneità, o parità di stato
sociale,
ma non hanno confini definiti, né un piano di tipo fisico a
tenerli
insieme, e per la gran parte mancano di vera vita comunitaria.
Nel tipo del villaggio, d’altro
canto,
sono molto più evidenti le caratteristiche autentiche della
comunità.
Ciò è specialmente vero nei casi in cui l’assimilazione
da
parte della grande città non ha ancora raggiunto il punto di
distruggere
il senso di separatezza e unità locale. Quando la crescita di
popolazione
riempie gli interstizi fra i villaggi annessi, e distrugge i loro
confini
originari, c’è una graduale attenuazione delle caratteristiche
comunitarie,
ma anche allora esse sono piuttosto lente a scomparire. Per esempio
Brooklyn,
che è l’unione di villaggi olandesi e insediamenti inglesi,
mostra
anche nelle zone di maggior densità tracce dell’originale
spirito
parrocchiale.
Nelle città più
piccole
della Regione questi piccoli distretti comunitari esistono ancora, ma
sono
naturalmente di dimensione inferiore. La città di Yonkers, per
esempio,
è suddivisa in parecchie comunità di vicinato, che godono
di relativa indipendenza sociale ed hanno proprie strutture scolastiche
e per il tempo libero.
Ce n’è abbastanza per
stabilire
il fatto che vicinati e comunità locali sono i costituenti
naturali
delle grandi aggregazioni urbane. Anche se la metropoli tende a
distruggere
le comunità che inghiotte nel corso della sua espansione, ne
crea
di nuove attraverso processi interni.
Con l’avvento dell’automobile, si
è
affermato un nuovo fattore determinante nella costruzione dei vicinati
residenziali. Esso agisce attraverso la nuova, crescente
necessità
di grandi strade di comunicazione e di percorsi ad alta velocità
sulla superficie delle aree urbane. Municipalità come Detroit
stanno
per essere tagliate artificialmente in grandi unità triangolari
che poi saranno obbligate a funzionare in larga misura
indipendentemente
l’una dall’altra. Queste super-strade, con o senza linee di
comunicazione
veloce operanti lungo il percorso, saranno troppo larghe o troppo
occupate
da veicoli in corsa per consentire – in gran parte della giornata – un
attraversamento sicuro in qualunque punto salvo i ponti o tunnel
previsti
a intervalli di mezzo miglio. Queste strutture di attraversamento non
sono
vicine abbastanza l’una all’altra per unire i due lati della strada
come
parti di uno stesso vicinato. In altre parole, la super-strada non
è
come la vecchia strada principale del villaggio, che funge da centro
commerciale
unico su due fronti. Piuttosto, deve essere considerata come una
ferrovia,
una linea di separazione netta, un nuovo elemento fisico che agisce
suddividendo
la città secondo nuovi vicinati, modellati sui distretti
scolastici
e localizzati nelle aree interposte fra le strade di grande
comunicazione.
Nonostante la grande città,
nel
processo di crescita, assorba le vecchie comunità e abbia al suo
interno le forze per crearne di nuove, non deve essere dato per
scontato
che, nell’insieme, essa contenga molte aree residenziali con le
caratteristiche
desiderabili di vita comunitaria. Il villaggio assorbito poteva essere
originariamente un ambiente ideale in cui vivere e far crescere una
famiglia,
ma dopo l’assorbimento il sua carattere è cambiato in modo
sostanziale.
La nuova popolazione può essere inassimilabile e in alcuni casi
molte delle vecchie relazioni sociali ne sono distrutte. La vecchia
cornice
e struttura comunitaria è gradualmente fatta a pezzi dalla nuova
umanità che si riversa dentro ad essa.
Le nuove comunità omogenee,
d’altra
parte, sono di frequente troppo grandi per consentire qualunque vita
sociale
ben organizzata. Quando sono basate sulla distinzione razziale o di
classe,
questo può significare divisione della popolazione per gruppi
segregati,
che precedentemente erano meglio mescolati e integrati. Quando sono
basate
sul culto, questo può significare l’accostamento in un gruppo
che
non fornisce alcun sostegno ad una naturale e completa vita familiare.
Lo
scopo di questo studio ---------------torna
su
Emerson, nel suo Essay on
History,
dice che la differenza fra gli uomini è il loro principio di
associazione.
Sembra essere egualmente vero, che le differenze fra le comunità
consistono essenzialmente nel tipo e quantità di associazione
fra
i residenti. Lo scopo per cui è stato intrapreso questo studio
sull’unità
di vicinato e la sua vita, è stato quello di scoprire la base
fisica
del tipo di associazione faccia-a-faccia che caratterizza la vecchia
comunità
di villaggio, e che la grande città trova così difficile
da ricreare. Dopo molti anni dedicati allo studio degli sforzi
formativi
e organizzativi per sviluppare la vita di comunità, Perry ha
avuto
in questa indagine l’opportunità di esaminare i tipi di terreno
in cui essa fiorisce più naturalmente. Invece di confrontarsi
ancora
a lungo e soprattutto con il sostegno sul quale sta appoggiata la vite,
egli ora scava nel profondo delle radici di vita comunitaria, che si
trovano
nella struttura fisica della città; e le sue conclusioni, dato
che
coinvolgono elementi di quella struttura, si collocano naturalmente nel
campo della pianificazione urbana.
L’osservazione dei caratteri
più
superficiali mostra che i materiali con cui si opera l’urbanista –
strade,
parchi, viali, accessi, vie d’acqua, terminali di traffico, zone
omogenee
– influenzano tutti la comunità locale in modo vitale. In un
caso,
l’allargamento di una strada può significare la suddivisione, e
dunque la fine di un vecchio insediamento; in un altro, può
creare
involontariamente una nuova identità locale semplicemente
fissando
dei confini, e fornendo definizione a una zona di qualità
residenziale
omogenea. Quindi, se l’urbanistica, che si confronta tra l’altro con
questioni
di traffico e di affari, ha di solito effetti incidentali sulla vita e
gli interessi della comunità, appare chiaro che gli strumenti
della
pianificazione urbana possono essere diretti consapevolmente ed
efficacemente,
da un lato a prevenire la distruzione dei valori di vicinato
consolidati,
e dall’altro alla creazione e mantenimento di questi interessi.
L’essenza del rapporto di Perry,
che presenta
i risultati del suo studio, è uno schema, o principio di
sistemazione,
degli elementi fisici di un distretto residenziale che egli chiama
“l’unità
di vicinato” e che conduce a relazione armoniosa i vari elementi che,
come
è stato osservato, favoriscono una vita comunitaria sicura e
soddisfacente.
Può essere concretizzato fisicamente dall’urbanista in una
varietà
di schemi adatti alle zone a case unifamiliari o ad appartamenti
multipli,
e adattato a diversi livelli di reddito per ciascun tipo di residenza.
La questione di quali schemi siano più adatti a quali zone della
regione di New York è un problema a sé stante, di cui
questo
studio non si è particolarmente occupato.
Non c’è niente di
rivoluzionario,
nello schema dell’unità di vicinato. Piuttosto, esso rivolge
attenzione
ad alcune tendenze urbanistiche già emerse in questa nazione e
all’estero,
e le conduce sotto l’influenza di un obiettivo sociale definito. Nel
tentativo
di scoprire quale tipo di planimetria favorisce la vita di vicinato,
l’autore
ha potuto seguire un sentiero già segnato dall’iniziativa
privata,
commerciale e filantropica. C’erano, a portata di mano, parecchi
insediamenti
dove intenzionalmente si era provveduto a strutture per il tempo libero
o per attività comunitarie, e i risultati di queste
realizzazioni
sono stati studiati e valutati. Un esempio da cui sono state ricavate
molte
idee è l’intervento conosciuto come Forest Hill Gardens, situato
nella municipalità di Queens, di cui è disponibile una
dettagliata
descrizione inclusa nel rapporto.
Dall’epoca della prima
formulazione dello
schema di Unità da parte dell’autore, nel gennaio del 1924,
è
stato portato a termine uno altro notevole insediamento da cui emergono
nuovi spunti a sostegno delle sue idee. È la comunità
suburbana
di Sunnyside Gardens, a Long Island, realizzata dalla City Housing
Corporation.
Tenendo conto delle limitazioni imposte dalla mappa ufficiale della
città,
i progettisti non hanno avuto la libertà che desideravano nel
formare
lo schema stradale. Essi hanno, comunque, mostrato vari modi in cui
è
possibile organizzare lo spazio aperto, e ottenere ambienti piacevoli
attraverso
la pianificazione integrale di un distretto residenziale. In generale,
questo quartiere è un eccellente esempio dei vantaggi economici
e sociali che possono derivare da una comunità pianificata. La
City
Housing Corporation sta ora mettendo a profitto l’esperienza di
Sunnyside
Gardens nella progettazione e costruzione di una città
industriale
modello a Radburn, New Jersey. Nello schema planimetrico, i progettisti
hanno utilizzato il distretto scolastico come principio di
pianificazione,
e hanno deliberatamente sistemato gli inusualmente generosi spazi
aperti
in modo da promuovere un comodo e sicuro uso di essi da parte dei
residenti.
A Radburn c’è ogni motivo per ritenere che la vita comunitaria
sarà
fiorente.
Da quanto detto sopra, non si deve
dedurre
che Perry sostenga un ritorno all’arbitraria socialità del
vicinato
di antica tradizione Americana. Le pagine che seguono esprimono un
punto
di vista completamente moderno. Esse mostrano, semplicemente, che nella
città di oggi ci sono alcuni obiettivi altamente desiderabili
che
i residenti possono conseguire solo mettendo in comune le strutture.
Nel
processo di questa utilizzazione comune, le famiglie naturalmente fanno
nuove conoscenze, e più tardi alcune di esse si sviluppano in
più
strette relazioni sociali, per mutua attrazione. La situazione non
è
tale, comunque, da obbligare a indesiderati scambi di cortesie;
semplicemente
amplia l’opportunità di instaurare nuovi legami in circoli
congeniali
e attraenti. In questo modo, il quartiere pianificato porta normalmente
ad un tessuto sociale più fitto, ma il suo schema non è
tale
ad essere rigido e quasi minaccioso. È probabile, che
brillerà
di tutto il colore e calore che la vita comunitaria solitamente mostra
quando rende possibile – e deliberatamente stimola – la libera
espressione
in campo artistico, sociale e civile da parte di tutti i suoi
membri.
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su