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pagine di fabrizio bottini: l'urbanista
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Da oltre un secolo, ovvero da quando dalle brume della città industriale inizia ad emergere l'idea moderna di urbanistica, ciclicamente qualcuno si chiede anche: "ma chi è, esattamente, questo urbanista?". Molte figure e molti singoli individui si sono da allora proposti come prototipo ideale, e in particolare gli architetti, per buona parte del Novecento, hanno fatto la parte del leone nella disputa.
Qui, voglio tentare di proporre soprattutto testi "eccentrici", ovvero abbastanza diversi da quelli, appunto, focalizzati sul progetto della città, sul ruolo centrale dell'architetto (o ingegnere) urbanista, e soffermarmi su aspetti più problematici, su approcci scientifici alternativi, o se non altro non scontati.
Del resto, a ben vedere, quando si va definendo quello che poi sarà chiamato urbanistica (o town planning, o stadtebau ecc.) abbondano i contributi fondativi di professionalità lontanissime da quelle che il cittadino comune immagina automaticamente quando sente parlare di pianificazione della città e del territorio. Discipline ambientali, amministrative, sanitarie, sociali, e molte motivazioni di carattere "politico": questo, soprattutto, confluisce nella nuova prospettiva con cui si apre il Novecento.
E a ben vedere, oltre la grandissima capacità degli architetti di comunicare, innovare e legittimare nuove idee di spazio, le stesse professionalità e prospettive non smettono mai di giocare un ruolo chiave, per tutto il secolo. I testi proposti qui ne vogliono riassumere alcuni temi.


robert moses
the planning schools
cesare chiodi: 1926













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