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cleveland rogers: "robert moses, un ritratto" (The Atlantic Monthly, febbraio 1939)
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Premessa
Gustavo Giovannoni, nel suo celebre "decalogo dell'urbanista" pubblicato nel 1928 sulla rivista l'Ingegnere, osservava come "non sono gli ingegneri o gli architetti a dar vita ad un piano regolatore, più o meno ben disegnato, ma le provvidenze amministrative e le combinazioni finanziarie ne rappresentano il vero elemento dinamico".
Parole vere in Italia, e verissime negli Stati Uniti dell'età del jazz, prima della grande crisi economica, dove "provvidenze amministrative" e soprattutto "combinazioni finanziarie" la fanno da padrone. Il crollo di Wall Street e gli anni successivi del New Deal non faranno, a ben vedere, che riorientare il bilancio, dal primato della finanza privata a quello dell'investimento pubblico a sostegno dell'occupazione e dello sviluppo. Ma senza cambiare davvero i termini della questione: la città non la trasformano ingegneri e architetti, ma "provvidenze" e "combinazioni". Soprattutto in questo contesto, si colloca il lavoro di Robert Moses a New York, conosciuto in Italia prevalentemente attraverso le parole dei suoi critici più feroci, 01-mosesLewis Mumford in testa, ma con una sfortuna critica che prosegue ininterrotta per lustri, col massimo di visibilità in tempi a noi abbastanza vicini, col noto lavoro di Marshall Berman a raccontare la traumatizzante "esperienza della modernità", imposta agli abitanti di alcuni quartieri tagliati da un'autostrada urbana voluta da Moses.
Il testo che propongo qui, sullo stesso personaggio, è invece di tutt'altro segno: contemporaneo al suo momento di massima popolarità, e agiografico sin quasi ad essere imbarazzante. E non certo a controbilanciare i giudizi negativi dei suoi critici, quanto a restituire un profilo emblematico ma non necessariamente unico, di "urbanista pubblico" a cavallo fra efficientismo, pragmatismo, e scelte politiche complesse, per quanto evidentemente di destra.
Rinviando naturalmente, per qualunque nozione in materia degna di tale nome, alle varie biografie anche di recente pubblicazione disponibili (anche se non in italiano).

fabrizio bottini

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Non molto tempo fa, l’automobile su cui viaggiava Robert Moses era ferma al semaforo di un affollato incrocio a Manhattan. Improvvisamente l’autista di un grosso autocarro si sporge dalla cabina di guida e chiede eccitato: “Lei non è mica il Commissario Moses?”. “Certo che sono io”, è la risposta. “Beh, volevo solo dirle che sta facendo un gran bel lavoro con quei parchi”, grida l’uomo. Poi il semaforo scatta sul verde.
Questa manifestazione spontanea sta a indicare il crescente apprezzamento, da parte di milioni di newyorkesi di tutte le classi ed età, per l’uomo che in meno di cinque anni ha ricostruito o rimodellato una considerevole porzione della metropoli. Commissario ai Parchi col Sindaco la Guardia, è anche a capo del magnifico sistema di parchi dello Stato di New York, che ha concepito e in gran parte creato. Amministra simultaneamente una rete di agenzie interconnesse. Le sue responsabilità comprendono un valore di oltre mezzo miliardo di dollari in nuovi parchi cittadini, campi da gioco, piscine e altre strutture per il tempo libero; la trasformazione di quelle vecchie; l’acquisto e attrezzatura di ampie aree a parco in tutto lo Stato; la bonifica di miglia di costa di fiumi, laghi o del mare per usi pubblici; la connessione di tutte queste zone per il tempo libero e la tutela del paesaggio attraverso un sistema di parkways, percorsi e ponti che sono audaci esempi di abilità ingegneristica, e stanno risolvendo problemi di traffico nella più congestionata zona del mondo.
In un’epoca di straordinaria spesa pubblica Robert Moses emerge come il più costruttivo e lungimirante investitore pubblico. Ha dimostrato in modo brillante che la democrazia può essere messa all’opera con piglio abile, risoluto, e che ai “lavori pubblici” può essere conferita una sorprendente dose di bellezza.
”Bob” Moses è un funzionario con un aspetto alla Paul Bunyan. Alto quasi un metro e novanta, con le spalle larghe del nuotatore allenato, si porta in giro con disinvoltura i suoi 85 chili. Si può osservarlo al meglio al Board of Estimate, l’ufficio che amministra la città, dove alternativamente spiega, persuade, denuncia, scende a compromessi, e di solito vince per completezza di preparazione e acuto senso politico. Un combattente per temperamento, è spietato con chi cerca solo il proprio interesse, e chi fa ostruzionismo ai suoi progetti. Semplicemente, contraddice gli oppositori, dice loro che non sanno di cosa stanno parlando, li mette di fronte ai fatti, o li copre di sarcasmo e ridicolo. Parla chiaro allo stesso modo col Sindaco, col vice, o con altri funzionari e subordinati.
Il fatto che Sindaco e Commissario ai parchi abbiano lavorato insieme tanto da vicino per cinque anni, si deve al grande rispetto reciproco, e che il Sindaco semplicemente ignora le continue dimissioni offerte da Moses. Non molto tempo fa Stanley M. Isaacs, Presidente della municipalità di Manhattan, aveva proposto che i bambini potessero entrare gratis almeno una volta alla Fiera Mondiale. Moses saltò in piedi e impallinò la proposta. Era una opposizione interessata, visto che i primi 2.000.000 di dollari di profitti della Fiera devono essere girati a lui, per la riconversione del sito in un parco. Dalla surriscaldata discussione che ne seguì, un osservatore avrebbe potuto sospettare che i due fossero acerrimi nemici o avversari politici. Invece, hanno lavorato insieme per venticinque anni. O meglio, come Isaacs ha detto più tardi, “Bob Moses ci fa tutti lavorare per lui, ma la cosa ci piace”.
Moses offende frequentemente e senza motivo, ma l’idea che lo faccia per cattivo temperamento scompare quando sorride. Con la mascella decisa, un gran naso diritto “decisionista”, ha una bocca generosa e i denti bianche e forti contrastano vivamente con la pelle olivastra, gli occhi scuri e le fitte sopracciglia nere. A volte gli occhi bruni sembrano stanchi, ma l’espressione è più di impazienza che di stanchezza. Le mani larghe e forti, con le dita affusolate, fanno pensare a uno scultore.
Il suo ufficio allo State Building, a Lower Manhattan, sottolinea l’insolito ruolo ufficiale del Commissario cittadino ai parchi. Le pareti hanno appesi disegni di progetti realizzati, e mappe o schizzi di lavoro di progetti in corso. Fisicamente impaziente, Moses lavora per la maggior parte del tempo in piedi, o camminando attorno, sedendosi su tavoli e scrivanie, dettando, litigando, spiegando. Una riunione o incontro di “Autorità” si svolge più o meno nello stesso modo. Ricopre varie cariche, ma ha un solo luogo di lavoro, senza pretese, e usa la telescrivente per mantenere i contatti con il suo competente gruppo, o gruppi, di lavoro: per la maggior parte giovani, la cui capacità è pari solo alla loro lealtà verso “R.M.”, come lo chiamano. Se li fa lavorare duro, li segue ed è capace di mostrare apprezzamento.
Aiuta, a capire le sue attività, sapere che Moses ha steso di persona le bozze delle leggi istitutive dei ruoli che ricopre. Si tratta di leggi scritte e competenze definite allo scopo di conseguire determinati scopi, pure in maggior parte concepiti da lui. Non è mai stato eletto a ruoli rappresentativi e, con l’eccezione di due anni come Segretario di Stato nel 1927-1928, non ha mai ricevuto compensi per servizio pubblico. L’unica attività remunerata che svolge è quella di Commissario ai Parchi, per 13.600 dollari l’anno, che raggruppa il lavoro di quattro responsabili di uffici di parco municipali, il cui salario totale sarebbe di 62.000 dollari. La sua carriera, unica in tanti aspetti, è il migliore esempio di quanto si possa realizzare nel campo dell’azione pubblica, da parte di chi decide per tempo cosa vuol fare, si prepara scrupolosamente per il compito, e possiede carattere, energia e determinazione per andare avanti.

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Emanuel Moses era un ebreo spagnolo (non ortodosso), negoziante di successo a New Haven, dove nacque suo figlio Robert il 18 dicembre 1888. La madre di Robert, Isabella, era la figlia di Bernard Cohen, un facoltoso mercante di New York, membro della Commissione Scuola sotto il sindaco William L. Strong, l’ultimo repubblicano prima della creazione della Grande New York. Alla morte di Bernard Cohen nel 1897, secondo la sua volontà la casa di New York passò alla madre di Robert, e la famiglia ci andò a vivere.
Robert entra a Yale nel 1905. Partecipa alle squadre di atletica e di nuoto per matricole e anni successivi. Sul giornalino studentesco Yale Courant, perora con successo la causa del finanziamento degli sport minori con una quota dei proventi del football. Si guadagna menzioni in latino, matematica, discorsi in pubblico, e si diploma. Oltre a scrivere sul Courant, collabora alla cura di un volume di versi, si cimenta con la poesia, è presidente del Kit Kat Club ed è eletto al Senior Council, che aiuta ad organizzare. Sarebbe stato difficile, per un “esterno”, fare di più a Yale.
Dopo aver deciso di specializzarsi in amministrazione pubblica, Moses dopo aver ottenuto il titolo a Yale nel 1909 si immatricola allo Wadham College di Oxford. Qui diventa capitano delle squadre di nuoto e pallanuoto, e consegue con lode un titolo di Bachelor in giurisprudenza nel 1911, e di Master nel 1913. Da allora non tornerà più all’estero, e anche per le vacanze i suoi viaggi più lunghi non vanno oltre brevi visite invernali a Key West, in Florida.
La sua incredibile schiettezza, che non tiene mai conto delle eventuali conseguenze negative, comincia ad emergere nell’esperienza di Oxford quando è selezionato per rappresentare il suo college a un congresso mondiale sui problemi razziali. Una franchezza che fa infuriare a tal punto i gruppi nazionalisti, da costringerlo in una occasione anche a scappare da  un’uscita sul retro. Uno dei delegati, assistente del vicerè d’Egitto, ne è tanto impressionato da offrire a Moses un posto da Segretario: Moses declina l’invito, ma più tardi insieme a un compagno di corso visiterà l’Egitto per studiare quanto viene fatto sotto Kitchener, e svilupperà una profonda a ammirazione per il sistema coloniale britannico.
Il frutto degli studi su questo argomento, si può leggere nel suo libro The Civil Service of Great Britain, iniziato a Oxford e portato a termine come tesi per il Dottorato in Scienze Politiche, che ottiene alla Columbia nel 1914. Questo lavoro presenta le basi della filosofia politica di Moses riguardo al governo efficiente in un sistema democratico.
Nel periodo alla Columbia, Moses è attratto dal lavoro del Bureau of Municipal Research, e ne diviene un collaboratore volontario. New York, in rivolta contro il gruppo del partito democratico di Tammany Hall, elegge sindaco John Purroy Mitchell, e Moses lavora sul bilancio municipale e altri problemi cittadini fino all’entrata degli Stati Uniti nella guerra mondiale. A questo punto diventa sovrintendente alla produzione e assistente direttore della Emergency Fleet Corporation. L’insofferenza per le formalità e una aperta avversione per l’inefficienza porteranno a un litigio, e alle sue dimissioni.
Nel frattempo, il 15 agosto del 1915, si era sposato con Mary Louise Sims, di Dodgeville, Wisconsin. Nipote del Reverendo George Sims, un predicatore itinerante metodista, la signora Moses era cresciuta sotto l’influenza della filosofia politica progressista di Robert M. La Follette, e dopo essere stata segretaria del Governatore F.E. McGovern, si era unita al Municipal Research Bureau di New York. La comunanza di interessi che aveva avvicinato il signor e la signora Moses dura ancora, e rende la signora uno dei più validi consiglieri del marito. Insieme alle loro due figlie, essi vivono in un appartamento dello Upper East Side, affacciato sul fiume, i parchi delle isole e il Triborough Bridge. Possiedono anche una vecchia casa rustica nel villaggio di Babylon, a Long Island. Le somme ereditate dalla famiglia consentono a Moses di vivere in modo confortevole, ma non è ricco come si crede comunemente, e l’impegno pubblico comporta numerosi sacrifici familiari.

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Cinque giorni prima dell’armistizio nel 1918, Alfred E. Smith viene eletto Governatore di New York, e subito nomina una non-ufficiale e non-partitica Reconstruction Commission, per studiare i problemi lasciati dalla guerra. Moses, come capo esecutivo del Committee on Retrechment and Reorganization, prepara il suo rapporto. È l’inizio di una riforma nel governo statale, ed è anche l’inizio di una stretta relazione fra il governatore Democratico e questo giovane e indipendente Repubblicano.
Il rapporto Moses raccomanda il consolidamento dei settori statali, un bilancio autonomo, e un mandato di quattro anni per il governatore, tutti elementi della Costituzione del 1915 respinta dalle urne. La sconfitta di Smith da parte di Nathan L. Miller nel 1920 causa l’accantonamento di questo programma, ma la campagna continua. Moses diventa segretario e guida attiva della New York State Association, una organizzazione apartitica. Il suo Bollettino diviene un organo di propaganda per tutte le riforme coltivate durante il primo mandato del Governatore Smith, con particolare enfasi sulla riorganizzazione. Smith si presenta di nuovo candidato nel 1922, e stavolta è rieletto, a riprendere la sua lunga lotta per trasformazioni basilari nella struttura del governo statale. Moses si trasferisce negli uffici governativi di Albany, al seguito del governatore Smith.
”Bob Moses è l’amministratore più efficiente che io abbia mai incontrato nella mia vita pubblica”, dichiara l’ex Governatore. “Era il miglior estensore di progetti di legge che avevamo mai avuto ad Albany, e scrisse tutti i documenti per la riorganizzazione. So che aveva frequentato Yale e Oxford, ma so anche che quella mente così acuta non l’aveva presa da nessun college. Ed era anche un gran lavoratore. Lavorava sui treni, ovunque e a qualunque ora. Quando tutti gli altri erano pronti per andare a letto, lui riprendeva a lavorare”.
L’energia di Moses era pari al suo zelo. Al Smith amava scherzare e non era sempre serio come il suo giovane assistente. Una volta, mentre “Bob” gli stava esponendo con impegno le sue idee sulla legislazione, il Governatore ascoltò senza proferire parola fino a quando Moses non ebbe concluso la sua fervente esortazione, poi si lasciò cadere dalla sedia sul pavimento, fingendo di essere svenuto. Ma non fece mai mancare il suo sostegno, a quel giovane tanto capace e utile.
L’apprendistato di Moses come amministratore di agenzie comincia quando il Governatore lo nomina Segretario di Stato nel 1927: un ruolo “jolly” per gli uffici in corso di riorganizzazione. Fu un uomo molto occupato per due anni, sotto il governatore Smith, a quei tempi attivo candidato per la nomination presidenziale Democratica del 1928. Roosevelt divenne il candidato Governatore lo stesso anno, e fu eletto. L’unica richiesta di Smith al suo successore, fu l’appello a confermare Moses come Segretario di Stato, ma Moses fu l’unico membro del gabinetto a non essere confermato. Il rapporto fra Moses e Roosevelt è uno di quegli intrighi per cui Albany è famosa. Si crede che Roosevelt abbia respinto la raccomandazione di Smith, perché Moses aveva rifiutato a sua volta di nominare il segretario di Roosevelt, Louis M. Howe, ad una carica di scarso impegno nel Council of Parks. Comunque, come Governatore, Roosevelt consentì la nomina di Moses a commissario della Moreland, per indagare sul fallimento della City Trust Company nel 1929.
L’indagine ebbe come risultato l’arresto del Sovrintendente alle Banche. Furono rilevanti, le raccomandazioni di Moses per la riforma delle leggi bancarie, per prevenire questi ricorrenti scandali. Si indicavano come urgenti: la segregazione dei “thrift accounts” nelle banche commerciali; l’ispezione ufficiale delle banche private; la regolamentazione delle agenzie di brokeraggio; il controllo nella emissione di titoli “fino all’ultimo dettaglio”, sia nel caso di banche che di altri soggetti; la chiusura delle banche private, e l’arresto dei direttori, ritenuti responsabili di azioni criminali nella gestione di operazioni finanziarie. Queste raccomandazioni furono ignorate dal comitato legislativo congiunto, e le alternative proposte furono denunciate da Moses come “puerili”. Egli dichiarò che le parole di quei rapporti “torneranno a perseguitare i signori che le hanno scritte”. E non passò molto tempo prima che il fallimento della Bank of the United States, con 200 milioni di dollari di depositi e 400.000 correntisti, rivelasse mali peggiori di quelli che Moses aveva denunciato. Le sue più pungenti profezie avevano trovato conferma.

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Prima del 1924, lo Stato di New York non aveva un unico sistema di parchi. Sparpagliati in tutto il territorio c’erano una quarantina di parchi e luoghi di interesse storico o scientifico, amministrati da altrettanti uffici responsabili. Nel 1922 Moses preparò uno schema di Piano Statale dei Parchi, proponendo un sistema unificato e una emissione di titoli di 15 milioni di dollari attraverso la quale espandere, risistemare i parchi, e costruire strade che ci andassero. La prima reazione del Governatore non fu molto incoraggiante, ma alla fine diventò un entusiasta dei parchi. Fu votata l’emissione dei titoli nell’autunno del 1923, e nel 1924 furono create undici commissioni regionali sottoposte a un Consiglio dei Parchi, con Moses presidente. Fu nominato, anche, presidente della Long Island State Park Commission.
Negli anni immediatamente seguenti, il sistema statale di parchi di New York diventa un modello per la nazione. Dai laghi Erie e Ontario, attraverso gli Adirondacks, Alleghenies, Catskills, fino alle strisce sabbiose di Long Island, si estende una catena di settanta parchi pubblici di varie dimensioni e caratteristiche. Moses promuove e coordina il lavoro delle varie commissioni attraverso tutto lo stato, anche se il suo interesse particolare è per Long Island, un’area naturale per il tempo libero rivolta ai milioni di abitanti della New York metropolitana.
Long Island si estende per 118 miglia, con una larghezza di 15 per la maggior parte della lunghezza. Quattro milioni, sui sette e mezzo degli abitanti di New York City, vivono alla sua estremità occidentale, nelle municipalità di Brooklyn e Queens. Parecchie centinaia di migliaia di persone abitano nelle contee di Nassau e Suffolk, che si sviluppano per cento miglia dal confine urbano. Molte di queste persone lavorano a Manhattan, combattendo quotidianamente per andare su e giù per metropolitane zeppe e ponti sovraffollati.
Quando Moses divenne presidente della Long Island State Park Commission, l’unico “parco” dell’area era su Fire Island, una striscia di sabbia raggiungibile solo in barca. Tutto il resto dell’isola, con le sue bellissime spiagge, i laghi, le baie e le colline boscose che corrono al centro, era territorio esclusivo per chi apprezzava le bellezze naturali, o per alcuni interessi immobiliari speculativi. Il primo grosso impegno di Moses, e per molti versi il suo risultato più rimarchevole, fu l’adesso famosa Jones Beach. Questa distesa di linda e ampia spiaggia sull’oceano, a circa trenta miglia dal centro città, era quasi inaccessibile. Solo un uomo dotato di una lungimiranza inusuale avrebbe scelto quel posto come possibile luogo di vacanza al mare per una vasta popolazione. Gli ingegneri, gli architetti, e tutti gli esperti credevano stesse sognando, ma lui riuscì a convincere Al Smith a visitare la spiaggia, e si assicurò inizialmente l’acquisizione di uno stabilimento balneare. Ora ci sono due miglia di spiaggia oceanica attrezzata, un’area lungo un miglio per il nuoto in acque ferme a Zach’s Bay, e un’ampia vasca di acqua marina per il nuoto e i bagni dei bambini piccoli. Sono disponibili per l’espansione futura quasi otto miglia addizionali di spiaggia.

beach

Dal punto di vista architettonico, i due immensi edifici dei bagni, con la pittoresca torre dell’acquedotto a dominare l’ampia espansione della spiaggia, sono impressionanti e piacevoli. Durante l’estate, usano questo parco fra quattro e cinque milioni di persone, e nonostante questo non c’è affollamento. La domenica, si arriva a 125.000 persone. Si tengono concerti al Music Shell, sulla passeggiata a mare, e spettacoli popolari di operetta, opera e altri concerti si svolgono sull’acqua a Zach’s Bay. Anche se è concessa la massima libertà a tutti, si tratta forse della più pulita e ordinata spiaggia pubblica. Robert Moses crede che dare al pubblico il meglio, significhi sollecitare la massima cooperazione nel mantenere un alto livello.
Da allora, Moses ha acquisito e attrezzato tredici parchi a Long Island, per un totale di oltre 4.000 ettari, che si estendono da Montauk Point fino ai confini della città e che, insieme alle parkways di connessione sono costati più di 50 milioni di dollari. Ha camminato lungo tutta l’isola, dove conosce sia gli agricoltori che i miliardari i cui terreni sono stati attraversati dalle parkways o destinati a parco. Ha dovuto superare le più formidabili opposizioni ad ogni passo, usando talvolta le maniere forti. Parecchi proprietari di grossi appezzamenti sulla costa settentrionale si sono opposti alle parkways, e i miliardari a Great South Bay hanno combattuto la costituzione di un parco vicino al loro club. Politici e funzionari locali hanno messo ostacoli sul suo commino. Moses li ha coinvolti tutti in una lotta senza esclusione di colpi, dove tutte le regole erano sospese. “So che non è stato un buon metodo di governo” dice ora, “ma era l’unico modo per proseguire il programma”. Un tratto caratteristico di Moses è il suo disinteresse dei precedenti, nel far marciare le cose.
Nel 1930 inizia a portare le parkways dell’isola dentro la città. Una parkway di Moses significa un “parco a nastro”, meravigliosamente attrezzato a verde, largo di solito da 140 a 250 metri, attraverso il quale con ampie curve una strada fa passare le automobili a 65 chilometri l’ora. Non ci sono semafori, né attraversamenti a livello, o uscite verso sinistra. Il traffico commerciale, le insegne, i chioschi di hot-dogs e le stazioni di servizio sono tabù, con l’eccezione di alcuni distributori di carburante costruiti per adattarsi al paesaggio e controllati dalla commissione parchi. Archi di pietra aumentano il fascino delle viste che cambiano di continuo. Illuminazione stradale e basse recinzioni di legno grezzo si mescolano con gli sfondi. Ogni cosa in questi “parchi a nastro” è progettata per comunicare naturalità.
Quando si iniziò a spendere una gran quantità di denaro pubblico per combattere la depressione, il commissario Moses era uno dei pochi funzionari del paese già pronto con piani ben definiti per mettere gli uomini al lavoro. Nel 1933 il Governatore Lehmann lo fece presidente della Emergency Public Works Commission, a sviluppare un programma per lo stato di New York. I più importanti progetti adottati furono la Saratoga Springs Authority, che si è molto allargata da allora; la Catskill Bridge Authority, per realizzare un nuovo attraversamento del fiume Hudson; la Thousand Islands Bridge Authority, il cui nuovo ponte internazionale attraverso le isole verso il Canada è stato aperto nell’agosto 1938; e il Triborough Bridge, la Jones Beach State Parkway, e le agenzie di Bethpage Park. Moses amministra le ultime tre, e insieme la New York Park Authority. In più la Commissione statale sostiene Knickerbocker Village, Hillside e altri progetti residenziali, e garantisce i finanziamenti per lo Hayden Planetarium a New York City.
Una “authority”, così come si è sviluppata a New York, è un ingegnoso strumento operativo pensato per fare cose concrete, là dove di solito si esita fra un monopolio totalmente pubblico oppure privato. Le authorities amministrate da Moses, sia finanziate in forma pubblica che privata, sono imprese autosufficienti e autoresponsabili, sostenute solo da chi ne usa i servizi. Create dalla legge per scopi chiari e definiti, queste autorità traggono il loro potere dall’emissione di titoli basati sul reddito delle tariffe e servizi offerti.
Dopo la sua elezione nel 1933, il Sindaco La Guardia chiese a Moses di far parte dell’amministrazione. L’unica responsabilità che lo interessava era quella connessa ai parchi, ma insistette sulla istituzione di un solo, unificato settore cittadino, con una sola direzione; in più, chiese gli fosse permesso di mantenere l’incarico statale, per coordinare l’azione sui parchi, le parkways, e le strutture per il tempo libero a scala metropolitana e statale. Non si trattava di un’idea nuova. Moses aveva già concepito un progetto di questo genere in qualità di organizzatore della Conferenza Metropolitana sui Parchi del 1928. Furono emanate apposite leggi per dargli ruolo e poteri necessari, come chiedeva, ma Moses scrisse anche di persona, su un pezzo di carta, un programma di quattro anni per la città, e lo presentò a La Guardia prima di accettare l’incarico. Sviluppato in dettaglio, concerneva 1.700 progetti di incremento occupazione, e l’impiego di 75.000 persone.
Fu l’inizio di una miracolosa trasformazione del governo cittadino sui parchi, che si trovava in deplorevoli condizioni dopo anni di abbandono, inefficienze, favoritismi politici o semplice indifferenza. I vecchi parchi furono riprogettati  o restaurati, e costruiti nuovi parchi e zone da gioco. I campi da gioco sono stati aumentati da allora, da 119 a più di 400. Sono state costruite dieci ben progettate piscine, del costo ciascuna di oltre un milione di dollari, e raddoppiata la superficie cittadina a parco. Allora, il Commissario Moses passò alla riconquista delle sponde di New York.
Il “West Side Improvement”, nell’aria da trent’anni, fu realizzato ricoprendo i binari ferroviari lungo Riverside Drive e costruendo una magnifica Ringstrasse che partiva da Westchester County e si collegava all’autostrada veloce urbana sulla sponda occidentale meridionale di Manhattan. Ora è possibile guidare dalla zona di Wall Street ai confini urbani settentrionali in meno di trenta minuti, fermandosi solo per pagare il pedaggio di dieci centesimi al nuovo ponte a due livelli Henry Hudson sul fiume Harlem. Sul percorso, sono stati realizzati 50 ettari di nuova superficie a parco. Una trattamento simile lo sta subendo, ora, la riva orientale, dove le famigerate “Dead Ends” dei quartieri popolari degradati sboccheranno dentro ai parchi, o sulla bellissima East River Drive. La Harlem River Drive, come previsto, completerà il percorso ad anello attorno a Manhattan attraverso autostrade veloci urbane e “parchi a nastro”. Altre trasformazioni sull’East River comprendono la trasformazione delle isole Randall e Ward in parchi cittadini, aree da gioco e spazi per il tempo libero. Entrambe queste vaste isole sono collegate a tre dei distretti municipali della città tramite il Triborough Bridge, e sarà aperto un ponte pedonale tra il parco di Ward island e il popoloso Upper East Side.
La bonifica delle sponde di Manhattan si ripete in altri distretti. A Brooklyn una parkway ad anello segue il percorso della baia esterna fino a Narrows, dove piega verso l’interno a nord di Coney Island e Sheepshead Bay, per scorrere lungo Jamaica Bay. Si collega con le parkways di Long Island, attraversa Queens e segue la costa del Long Island Sound fino al nuovo ponte Bronx-Whitestone. Un prolungamento della Hutchinson River Parkway si collegherà con le parkways di Westchester e Merrit, verso il New England. Il Marine Park Bridge, che unisce Brooklyn alla penisola di Rockaway, fu realizzato in meno di un anno per dare alla città il Jacob Riis Park, sul modello di quanto già fatto a Jones Beach. Si sta bonificando, in più, una striscia di spiaggia sull’oceano di due chilometri e mezzo nelle Rockaways. Questo progetto è stato reso possibile inglobando le autorità di parkway della Henry Hudson e Marine, dentro la New York City Park Authority, ed emettendo titoli per 18 milioni di dollari in base ai proventi dei pedaggi e dei parcheggi a pagamento. Un piano ancora più ambizioso e ampio contempla la conversione di 7000 ettari a Jamaica Bay, in gran parte di proprietà cittadina, ad usi residenziali e per il tempo libero. Anche Coney Island potrebbe vedere cambiato il proprio volto, se le società concessionarie non stanno attente.
Il progettato tunnel automobilistico Brooklyn-Battery e le vie d’accesso completeranno un sistema che comprende più di 150 chilometri di nuove strade e parchi. Dentro a questo troveranno posto uno schema di parkways e autostrade urbane di cui il Triborough Bridge rappresenta il cuore, con le tre principali direttrici e i numerosi viadotti e rampe a connettere Manhattan, Queens e il Bronx, attraverso le isole Randall e Ward. Con trentacinque chilometri di strade di avvicinamento, completamente finanziate dall’autorità pubblica, Triborough ora collega le parkways di Long Island, e gli “alimentatori” previsti o in corso di costruzione integreranno del tutto il sistema. Finanziato originariamente da fondi dell’amministrazione lavori pubblici, il Triborough è costato 61 milioni di dollari ed è stato costruito tanto economicamente da essere stato rifinanziato da un’emissione privata di titoli con un profitto di 1.365.000 dollari per il governo federale. Questo sistema di ponti ha una capacità di ottantamila veicoli al giorno, e il suo enorme successo ha consentito a Moses di emettere ulteriori 18 milioni in titoli, per finanziare il ponte Bronx-Whitestone e le vie d’accesso.
Questa struttura è superata in lunghezza solo da altri tre ponti al mondo. Le sue torri aggraziate e il sistema dei cavi sono già parte integrante del paesaggio, e il ponte sarà pronto a trasportare gli automobilisti dal New England direttamente alla World’s Fair la prossima primavera. Nonostante il fatto che i ponti realizzati da Moses siano successi finanziari, non si tratta di monopoli. Sono in competizione con altri ponti senza pedaggio, e sono semplicemente alternative salvatempo per chi preferisce pagare una moderata tariffa e evitare la congestione del traffico su altri percorsi. Una volta recuperato il costo di realizzazione, il sistema a pedaggio può anche essere abbandonato, o i proventi usati per strutture addizionali. Il programma cittadino di parkways non è in alcun modo completato, ma prosegue regolarmente grazie alla strategia di Moses, di lottare per obiettivi definiti.
Uno dei più sbalorditivi miracoli del Commissario Moses è la trasformazione di una vasta area acquitrinosa e di una piccola montagna di puzzolenti rifiuti, nel sito per la New York World’s Fair del 1939. Gli fu affidato il compito di predisporre questo poco invitante terreno per la grande esposizione, e ha speso più di 50 milioni di dollari per realizzare il cambiamento. Lavorando 24 ore al giorno, con l’aiuto di riflettori di notte, è stata livellata l’enorme discarica, creati due laghi, e l’intera zona completamente trasformata in meno di nove mesi. Moses ha verificato che tutti i progetti per la Fiera siano conformi ai piani per l’utilizzazione successiva del sito, col risultato che l’esposizione mondiale del 1939 sta sorgendo in quello che sarà il più grande, e probabilmente il più bello, dei parchi cittadini. Sono state combattute molte battaglie incandescenti su questa grande impresa, con Moses nel ruolo di padrone di casa della Fiera, che sta usando i suoi parchi e parkways. Ha anche rifiutato a Grover Whalen di guidare la parata preliminare della Fiera nell’aprile 1938 sul Triborough Bridge: perché, dice, avrebbe disturbato i regolari clienti paganti, e perché considerava la manifestazione “una sciocca e dispendiosa buffonata”.

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Durante gli ultimi cinque anni il Commissario Moses ha speso oltre 300 mila dollari in parchi e parkways a New York City, con l’esclusione di circa 100 milioni in ponti e relative vie d’accesso, costruiti a contratto privato. Circa 200 milioni dei soldi spesi in parchi e parkways provenivano da fondi federali per il sostegno all’occupazione. Il fatto di aver realizzato così tanto con manodopera occupata in questo contesto – si stima un’efficienza media al 50% circa rispetto ai contratti privati – si deve alla sua insistenza nel predisporre piani in anticipo, nell’assicurarsi tecnici competenti per sovraintendere ai progetti, e nel mantenere il controllo su tutte le operazioni connesse ai parchi. La sua politica ha provocato frequenti scontri con gli amministratori federali, a cui però ha sempre tenuto testa.
Gli “obitori” dei giornali sono pieni di ritagli sulle controversie di Moses, che risalgono ai suoi primi giorni di funzionario pubblico, quando il giovane innovatore, scambiato per inglese a causa dell’accento oxfordiano, scatenava le ire degli impiegati all’epoca del sindaco Mitchell. Da quel tempo, ha continuato a lottare per questa o quella cosa, con sommo disprezzo delle conseguenze per sé e le sue fortune politiche. Ha sfidato e attaccato con identica audacia presidenti, governatori, sindaci, miliardari, sindacalisti, amministratori dei lavori pubblici, giudici, legislatori, disoccupati organizzati, e poveracci senza casa dentro le baracche lungo le fasce di rispetto dei suoi progetti. Non ha vinto proprio tutte le sue battaglie, ma la maggior parte sì. Nessuno mette in dubbio la sua onestà, non importa cosa si possa dire dei suoi metodi, e probabilmente ha più sostenitori tra i suoi ex avversari di qualunque altro uomo pubblico.

Strade e parchi in area metropolitana di New York alla cui realizzazione Robert Moses ha colaborato con ruolo determinante, dal 1924 al 1968
moses map
1) Brooklyn-Battery Tunnel; 2) Brooklyn-Queens Expressway; 3) Henry Hudson Parkway; 4) Harlem River Drive; 5) Major Deegan Expressway; 6) Cross-Bronx Expressway; 7) Bruckner Expressway; 8) Saw Mill River Parkway; 9) Sprain Brook Parkway; 10) Bronx River Parkway; 11) Hutchinson River Parkway; 12) New England Thruway; 13) Cross Island Parkway; 14) Van Wick Expressway; 15) Marine Parkway e ponte; 16) Belt Parkway; 17) Atlantic Avenue; 18) Grand Central Parkway; 19) Clearview Expressway; 20) Long Island Expressway; 21) Northern State Parkway; 22) Southern State Parkway; 23) Meadowbrook State Parkway; 24) Wantagh State Parkway; 25) Seaford-Oyster Bay Expressway; 26) Bethpage State Parkway; 27) Sagtikos State Parkway; 28) Sunken Meadow State Parkway; 29) Ocean Parkway; 30) Robert Moses Causeway; 31) Orient Beach State Park; 32) Montauk Point State Park; 33) Hither Hills State Park; 34) Wikwood State Park; 35) Connetquot State Park; 36) Heckscher State Park; 37) Captree State Park; 38) Robert Moses State Park; 39) Gilgo State Park; 40) Jones Beach State Park; 41) Belmont Lake State Park; 42) Bethpage State Park; 43) Sunken Meadow State Park; 44) Hampstead Lake State Park; 45) Valley Stream State Park; 46) Caumsett State Park; 47) Massapequa State Park; 48) Throgs Neck Bridge; 49) Bronx-Whitestone Bridge; 50) Triborough Bridge; 51) Verrazano Narrows Bridge; 52) Throgs Neck Expressway

Molte delle sue controversie si risolvono in ragionevoli compromessi. Ha combattuto duramente alla Constitutional Convention per un provvedimento sugli incroci a livello che mettesse a carico dello stato i costi per queste attrezzature. Sconfitto alla convenzione, ha sbuffato, si è dimesso da membro del comitato del sindaco La Guardia, e rilasciato roventi dichiarazioni. Alla fine, ha ritirato le dimissioni, accettato un compromesso, e iniziato a lavorare per farlo adottare.
Nelle dispute, solitamente, ha ragione, ma gli piace mettere le cose ben in chiaro da subito. Il fatto di avere così tanta pubblicità favorevole si piega in parte con la cura che dedica ad informare direttamente giornalisti e direttori, anziché rivolgersi agli uffici stampaI suoi frequenti litigi e “dimissioni”, che non sono mai accettate, possono aver creato in qualcuno l’impressione di una persona dal carattere difficile. A dire il vero il suo sorriso, pronto a trasformarsi in una robusta risata, supera di gran lunga gli effetti della sua lingua affilata. Trova molto divertente il suo lavoro, e ci gioca. L’ostinato rifiuto del pesce azzurro di South Bay, di cooperare alla riuscita di una grigliata serale in spiaggia, scatena la sua ira profonda, esattamente come la maggior parte degli scontri nel regno delle polemiche.
La New York Art Commission, composta di distinti artisti ed esperti, si lamenta del fatto che frequentemente Moses porta at termine e dedica i suoi parchi e altre strutture prima di proporre i progetti alla propria approvazione, ma non ha altro che lodi per i lavori terminati. Usa i migliori ingegneri e architetti disponibili sul mercato. L’edificio permanente della municipalità alla World’s Fair, realizzato da Moses, è una bella e adatta struttura, così come lo sono i suoi altri nuovi edifici nei parchi. Molti dei suoi ponti hanno avuto riconoscimenti nazionali. Parecchi dei parchi minori, come Conservatory Gardens al Central Park, e Bryant Park, sono perle di giardinaggio e progettazione. Al parco di Fort Tryon, sull’Hudson nella parte settentrionale di Manhattan, ha trovato una bellissima collocazione per The Cloisters, esempio unico tra i musei d’arte americani.
Il contributo di Moses all’urbanistica non può in nessun modo essere limitato alla creazione di bei parchi e parkways. Insiste per proteggerli attraverso un drastico “zoning” delle aree adiacenti. Le sue parkways a andamento curvilineo sostituiscono il monotono sistema a griglia su vaste aree della città, e si forniscono particolari parchi e zone per il gioco ai nuovi quartieri di edilizia residenziale pubblica. È stato membro del comitato di redazione dell’emendamento alla legge sulla casa alla nuova State Constitution, e ha già presentato proposte per un gigantesco progetto di slum-clearance per 245 milioni di dollari, che ha già sollevato una tempesta di critiche dagli esperti. Il sindaco La Guardia gli dà molti incarichi extra, che vanno dal grosso problema di rimozione dei residui passaggi a livello ferroviari in città, alla creazione di un centro artistico e operistico.
Gli è stata offerta la nomination a candidato sindaco di New York nel 1933, ma ha declinato l’invito per l’opposizione di Samuel Seabury, che aveva messo in luce la corruzione del regime di Tammany Hall e temeva i rapporti amichevoli di Moses con Smith. Moses ha dato il suo primo voto presidenziale a Theodore Roosevelt nel 1912, e da allora sostenuto il Partito Repubblicano nelle elezioni nazionali, eccetto nel 1928 quando ha votato per Smith. Ha sempre fatto una netta distinzione fra Smith e la dirigenza democratica di Tammany Hall.
Il più grosso errore politico di Moses fu quello di accettare la nomination Repubblicana per la carica di Governatore contro Robert Lehman nel 1934. La sua candidatura era senza speranza dall’inizio. Sia Roosevelt che Smith appoggiavano Lehman, e l’entusiasmo per il New Deal era alle stelle. Moses si era preparato per un acceso dibattito con Lehman. Trovandosi attaccato come candidato della “vecchia guardia” reazionaria del Grand Old Party, e collegato implicitamente ai potenti interessi finanziari dello stato, Moses esplicitò chiaramente i legami del Governatore Lehman con la banca Lehman Brothers. Incidentalmente, le case dei Lehman e dei Moses erano nello stesso isolato di New York, e le famiglie erano cresciute assieme. E la Lehman Brothers curerà la vendita dei titoli New York City Park Authority per conto di Moses, nel 1938.
Visto che il Governatore Lehman non voleva farsi trascinare nella discussione, Moses perse la testa e si lanciò in violenti attacchi personali al Governatore. La sua accusa, che Lehman era un “bugiardo”, provocata da una dichiarazione sulla controversia per il latte, e i successivi forsennati attacchi, contrastavano con i modi equilibrati e dignitosi della campagna di Lehman, e crearono una impressione sfavorevole. Moses disorientò ulteriormente i suoi consiglieri e organizzatori, sposando la causa di una tassa statale sulle vendite, e altre misure impopolari; era difficile farlo posare per i fotografi, e quando un importante banchiere gli fece visita, in un momento in cui c’era urgente bisogno di contributi per la campagne elettorale, lui si limitò a stringergli la mano e a chiedere “Come sta sua moglie?”.
Prima della fine della campagna, Moses probabilmente aveva capito i suoi errori. Nell’ultima parte diventò più calmo, e recuperò il suo senso dell’umorismo. Apprese le brutte notizie sui risultati la sera presto, mandò a Lehman le sue congratulazioni, e uscì per un grande ricevimento dei collaboratori del suo staff elettorale, da Sardi. La mattina dopo era di nuovo al lavoro sui parchi, pronto a dimenticare quella strana parentesi.
Alcuni dei suoi oppositori però non erano altrettanto pronti a dimenticare. Furono esercitate forti pressioni su Lehman perché Moses fosse rimosso dal suo incarico ai parchi. Ci si sforzò anche di persuadere il sindaco La Guardia a escluderlo dalla Triborough Bridge Authority. A questo seguì la famosa Ordinanza n. 129 del Sottosegretario Ickes, che decretava l’esclusione dai finanziamenti federali per chi occupasse posizioni di nell’amministrazione municipale. Moses ricadeva in questa categoria e l’ordinanza, se applicata, significava che avrebbe dovuto dimettersi sia dalla commissione parchi, sia dall’impegno sui ponti. Il modo con cui la stampa e l’opinione pubblica sostennero Moses in questa controversia, è il riconoscimento più importante che abbia mai ricevuto. I new dealers e amici del Presidente avvertivano che era stato fatto un grosso sbaglio. Il Presidente arrivò con evidenza alle medesime conclusioni, perché l’Ordinanza n. 129 fu ritirata e sia il Presidente che il Sottosegretario Ickes intervennero all’inaugurazione del Triborough Bridge, che fu terminato secondo la tabella di marcia nel 1936.
Moses fu nominato delegato alla convenzione repubblicana di Cleveland del 1936, ma rifiutò di partecipare per scarsa affinità con Charles D. Hilles, del comitato nazionale. Durante la recente Constitutional Convention, a cui era delegato, Moses fu esplicito nelle critiche alla leadership Repubblicana, e su parecchie questioni si schierò a fianco del suo vecchio mico, l’ex governatore Smith, delegato Democratico.
Il credo politico di Moses è cambiato di poco negli anni. Crede che il ceto medio sia “sostanzialmente, fondamentalmente, incurabilmente conservatore”, e lui è critico verso chi oppone resistenza al cambiamento. D’accordo con alcuni obiettivi basilari del New Deal, spara decisamente contro politiche che ritiene inattuabili per carenza di intelligenza amministrativa e personale competente.
La diagnosi di Moses sui problemi attuali dell’America, e su quelli generali del mondo, ne trova causa nell’estremo “nazionalismo” politico ed economico in voga a partire dalla guerra. “Non so perché non ho apprezzato Woodrow Wilson quando era vivo” afferma Moses. “Pensavo fosse solo un professore universitario. Ora capisco che era un grand’uomo. La Lega delle Nazioni non poteva funzionare quando fu istituita la prima volta, ma l’idea che questo o quel paese possa, per qualunque periodo, seguire una politica di isolazionismo, è ridicola”. Considera Cordell Hull una stella particolarmente brillante nell’amministrazione Roosevelt e approva caldamente gli sforzi del Segretario di Stato per promuovere relazioni amichevoli e scambi reciproci.
Nel frattempo, Moses ha il suo lavoro da fare, e per quanto si può capire da cosa i suoi obiettivi limitati hanno significato sinora, i cittadini dello Stato di New York raccoglieranno una brillante eredità.

la versione originale di questo testo è disponibile su The Atlantic Monthly, digital edition, http://www.theatlantic.com
traduzione di Fabrizio Bottini

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