cleveland rogers: "robert moses, un
ritratto" (The
Atlantic Monthly, febbraio 1939)
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Premessa
Gustavo Giovannoni, nel suo celebre "decalogo
dell'urbanista" pubblicato nel 1928 sulla rivista l'Ingegnere,
osservava come "non sono gli ingegneri o gli architetti a dar vita ad
un piano regolatore, più o meno ben disegnato, ma le provvidenze
amministrative e le combinazioni finanziarie ne rappresentano il vero
elemento dinamico".
Parole vere in Italia, e verissime negli Stati Uniti dell'età
del jazz, prima della grande crisi economica, dove
"provvidenze amministrative" e soprattutto "combinazioni finanziarie"
la fanno da padrone. Il crollo di Wall Street e gli anni successivi del
New Deal non faranno, a ben vedere, che riorientare il bilancio, dal
primato della finanza privata a quello dell'investimento pubblico a
sostegno dell'occupazione e dello sviluppo. Ma senza cambiare davvero i
termini della questione: la città non la trasformano ingegneri e
architetti, ma "provvidenze" e "combinazioni". Soprattutto in questo
contesto, si colloca il lavoro di Robert Moses a New York, conosciuto
in Italia prevalentemente attraverso le parole dei suoi critici
più
feroci, Lewis Mumford in
testa, ma con una sfortuna critica che
prosegue ininterrotta per lustri, col massimo di visibilità in
tempi a noi abbastanza vicini, col noto lavoro di Marshall Berman a
raccontare la traumatizzante "esperienza della modernità",
imposta agli abitanti di alcuni quartieri tagliati da un'autostrada
urbana voluta da Moses.
Il testo che propongo qui, sullo stesso personaggio, è invece di
tutt'altro segno: contemporaneo al suo momento di massima
popolarità, e agiografico sin quasi ad essere imbarazzante. E
non certo a controbilanciare i giudizi negativi dei suoi critici,
quanto a restituire un profilo emblematico ma non necessariamente
unico, di "urbanista pubblico" a cavallo fra efficientismo,
pragmatismo, e scelte politiche complesse, per quanto evidentemente di
destra.
Rinviando naturalmente, per qualunque nozione in materia degna di tale
nome, alle varie biografie anche di recente pubblicazione disponibili
(anche se non in italiano).
fabrizio bottini
***
Non
molto tempo fa,
l’automobile su cui viaggiava Robert Moses era ferma al semaforo di un
affollato incrocio a Manhattan. Improvvisamente l’autista di un grosso
autocarro si sporge dalla cabina di guida e chiede eccitato: “Lei non
è mica il
Commissario Moses?”. “Certo che sono io”, è la risposta. “Beh,
volevo solo
dirle che sta facendo un gran bel lavoro con quei parchi”, grida
l’uomo. Poi il
semaforo scatta sul verde.
Questa manifestazione spontanea sta a indicare il crescente
apprezzamento, da
parte di milioni di newyorkesi di tutte le classi ed età, per
l’uomo che in
meno di cinque anni ha ricostruito o rimodellato una considerevole
porzione
della metropoli. Commissario ai Parchi col Sindaco la Guardia, è
anche a capo
del magnifico sistema di parchi dello Stato di New York, che ha
concepito e in
gran parte creato. Amministra simultaneamente una rete di agenzie
interconnesse. Le sue responsabilità comprendono un valore di
oltre mezzo
miliardo di dollari in nuovi parchi cittadini, campi da gioco, piscine
e altre
strutture per il tempo libero; la trasformazione di quelle vecchie;
l’acquisto
e attrezzatura di ampie aree a parco in tutto lo Stato; la bonifica di
miglia
di costa di fiumi, laghi o del mare per usi pubblici; la connessione di
tutte
queste zone per il tempo libero e la tutela del paesaggio attraverso un
sistema
di parkways, percorsi e ponti che sono audaci esempi di
abilità
ingegneristica, e stanno risolvendo problemi di traffico nella
più
congestionata zona del mondo.
In un’epoca di straordinaria spesa pubblica Robert Moses emerge come il
più costruttivo
e lungimirante investitore pubblico. Ha dimostrato in modo brillante
che la
democrazia può essere messa all’opera con piglio abile,
risoluto, e che ai
“lavori pubblici” può essere conferita una sorprendente dose di
bellezza.
”Bob” Moses è un funzionario con un aspetto alla Paul Bunyan.
Alto quasi un
metro e novanta, con le spalle larghe del nuotatore allenato, si porta
in giro
con disinvoltura i suoi 85 chili. Si può osservarlo al meglio al
Board of
Estimate, l’ufficio che amministra la città, dove
alternativamente spiega,
persuade, denuncia, scende a compromessi, e di solito vince per
completezza di
preparazione e acuto senso politico. Un combattente per temperamento,
è
spietato con chi cerca solo il proprio interesse, e chi fa
ostruzionismo ai suoi
progetti. Semplicemente, contraddice gli oppositori, dice loro che non
sanno di
cosa stanno parlando, li mette di fronte ai fatti, o li copre di
sarcasmo e
ridicolo. Parla chiaro allo stesso modo col Sindaco, col vice, o con
altri
funzionari e subordinati.
Il fatto che Sindaco e Commissario ai parchi abbiano lavorato insieme
tanto da
vicino per cinque anni, si deve al grande rispetto reciproco, e che il
Sindaco
semplicemente ignora le continue dimissioni offerte da Moses. Non molto
tempo
fa Stanley M. Isaacs, Presidente della municipalità di
Manhattan, aveva
proposto che i bambini potessero entrare gratis almeno una volta alla
Fiera
Mondiale. Moses saltò in piedi e impallinò la proposta.
Era una opposizione
interessata, visto che i primi 2.000.000 di dollari di profitti della
Fiera
devono essere girati a lui, per la riconversione del sito in un parco.
Dalla
surriscaldata discussione che ne seguì, un osservatore avrebbe
potuto
sospettare che i due fossero acerrimi nemici o avversari politici.
Invece, hanno
lavorato insieme per venticinque anni. O meglio, come Isaacs ha detto
più
tardi, “Bob Moses ci fa tutti lavorare per lui, ma la cosa ci piace”.
Moses offende frequentemente e senza motivo, ma l’idea che lo faccia
per
cattivo temperamento scompare quando sorride. Con la mascella decisa,
un gran
naso diritto “decisionista”, ha una bocca generosa e i denti bianche e
forti
contrastano vivamente con la pelle olivastra, gli occhi scuri e le
fitte
sopracciglia nere. A volte gli occhi bruni sembrano stanchi, ma
l’espressione è
più di impazienza che di stanchezza. Le mani larghe e forti, con
le dita
affusolate, fanno pensare a uno scultore.
Il suo ufficio allo State Building, a Lower Manhattan, sottolinea
l’insolito
ruolo ufficiale del Commissario cittadino ai parchi. Le pareti hanno
appesi
disegni di progetti realizzati, e mappe o schizzi di lavoro di progetti
in
corso. Fisicamente impaziente, Moses lavora per la maggior parte del
tempo in
piedi, o camminando attorno, sedendosi su tavoli e scrivanie, dettando,
litigando,
spiegando. Una riunione o incontro di “Autorità” si svolge
più o meno nello
stesso modo. Ricopre varie cariche, ma ha un solo luogo di lavoro,
senza
pretese, e usa la telescrivente per mantenere i contatti con il suo
competente
gruppo, o gruppi, di lavoro: per la maggior parte giovani, la cui
capacità è
pari solo alla loro lealtà verso “R.M.”, come lo chiamano. Se li
fa lavorare
duro, li segue ed è capace di mostrare apprezzamento.
Aiuta, a capire le sue attività, sapere che Moses ha steso di
persona le bozze
delle leggi istitutive dei ruoli che ricopre. Si tratta di leggi
scritte e
competenze definite allo scopo di conseguire determinati scopi, pure in
maggior
parte concepiti da lui. Non è mai stato eletto a ruoli
rappresentativi e, con
l’eccezione di due anni come Segretario di Stato nel 1927-1928, non ha
mai
ricevuto compensi per servizio pubblico. L’unica attività
remunerata che svolge
è quella di Commissario ai Parchi, per 13.600 dollari l’anno,
che raggruppa il
lavoro di quattro responsabili di uffici di parco municipali, il cui
salario
totale sarebbe di 62.000 dollari. La sua carriera, unica in tanti
aspetti, è il
migliore esempio di quanto si possa realizzare nel campo dell’azione
pubblica,
da parte di chi decide per tempo cosa vuol fare, si prepara
scrupolosamente per
il compito, e possiede carattere, energia e determinazione per andare
avanti.
***
Emanuel
Moses era un ebreo
spagnolo (non ortodosso), negoziante di successo a New Haven, dove
nacque suo
figlio Robert il 18 dicembre 1888. La madre di Robert, Isabella, era la
figlia
di Bernard Cohen, un facoltoso mercante di New York, membro della
Commissione
Scuola sotto il sindaco William L. Strong, l’ultimo repubblicano prima
della
creazione della Grande New York. Alla morte di Bernard Cohen nel 1897,
secondo
la sua volontà la casa di New York passò alla madre di
Robert, e la famiglia ci
andò a vivere.
Robert entra a Yale nel 1905. Partecipa alle squadre di atletica e di
nuoto per
matricole e anni successivi. Sul giornalino studentesco Yale Courant,
perora con successo la causa del finanziamento degli sport minori con
una quota
dei proventi del football. Si guadagna menzioni in latino, matematica,
discorsi
in pubblico, e si diploma. Oltre a scrivere sul Courant,
collabora alla
cura di un volume di versi, si cimenta con la poesia, è
presidente del Kit Kat
Club ed è eletto al Senior Council, che aiuta ad organizzare.
Sarebbe stato
difficile, per un “esterno”, fare di più a Yale.
Dopo aver deciso di specializzarsi in amministrazione pubblica, Moses
dopo aver
ottenuto il titolo a Yale nel 1909 si immatricola allo Wadham College
di
Oxford. Qui diventa capitano delle squadre di nuoto e pallanuoto, e
consegue
con lode un titolo di Bachelor in giurisprudenza nel 1911, e di Master
nel
1913. Da allora non tornerà più all’estero, e anche per
le vacanze i suoi
viaggi più lunghi non vanno oltre brevi visite invernali a Key
West, in
Florida.
La sua incredibile schiettezza, che non tiene mai conto delle eventuali
conseguenze negative, comincia ad emergere nell’esperienza di Oxford
quando è
selezionato per rappresentare il suo college a un congresso mondiale
sui
problemi razziali. Una franchezza che fa infuriare a tal punto i gruppi
nazionalisti, da costringerlo in una occasione anche a scappare da un’uscita sul retro. Uno dei delegati,
assistente del vicerè d’Egitto, ne è tanto impressionato
da offrire a Moses un
posto da Segretario: Moses declina l’invito, ma più tardi
insieme a un compagno
di corso visiterà l’Egitto per studiare quanto viene fatto sotto
Kitchener, e
svilupperà una profonda a ammirazione per il sistema coloniale
britannico.
Il frutto degli studi su questo argomento, si può leggere nel
suo libro The
Civil Service of Great Britain, iniziato a Oxford e portato a
termine come
tesi per il Dottorato in Scienze Politiche, che ottiene alla Columbia
nel 1914.
Questo lavoro presenta le basi della filosofia politica di Moses
riguardo al
governo efficiente in un sistema democratico.
Nel periodo alla Columbia, Moses è attratto dal lavoro del
Bureau of Municipal
Research, e ne diviene un collaboratore volontario. New York, in
rivolta contro
il gruppo del partito democratico di Tammany Hall, elegge sindaco John
Purroy
Mitchell, e Moses lavora sul bilancio municipale e altri problemi
cittadini
fino all’entrata degli Stati Uniti nella guerra mondiale. A questo
punto
diventa sovrintendente alla produzione e assistente direttore della
Emergency
Fleet Corporation. L’insofferenza per le formalità e una aperta
avversione per
l’inefficienza porteranno a un litigio, e alle sue dimissioni.
Nel frattempo, il 15 agosto del 1915, si era sposato con Mary Louise
Sims, di
Dodgeville, Wisconsin. Nipote del Reverendo George Sims, un predicatore
itinerante metodista, la signora Moses era cresciuta sotto l’influenza
della
filosofia politica progressista di Robert M. La Follette, e dopo essere
stata
segretaria del Governatore F.E. McGovern, si era unita al Municipal
Research
Bureau di New York. La comunanza di interessi che aveva avvicinato il
signor e
la signora Moses dura ancora, e rende la signora uno dei più
validi consiglieri
del marito. Insieme alle loro due figlie, essi vivono in un
appartamento dello
Upper East Side, affacciato sul fiume, i parchi delle isole e il
Triborough
Bridge. Possiedono anche una vecchia casa rustica nel villaggio di
Babylon, a
Long Island. Le somme ereditate dalla famiglia consentono a Moses di
vivere in
modo confortevole, ma non è ricco come si crede comunemente, e
l’impegno
pubblico comporta numerosi sacrifici familiari.
***
Cinque
giorni prima
dell’armistizio nel 1918, Alfred E. Smith viene eletto Governatore di
New York,
e subito nomina una non-ufficiale e non-partitica Reconstruction
Commission,
per studiare i problemi lasciati dalla guerra. Moses, come capo
esecutivo del
Committee on Retrechment and Reorganization, prepara il suo rapporto.
È
l’inizio di una riforma nel governo statale, ed è anche l’inizio
di una stretta
relazione fra il governatore Democratico e questo giovane e
indipendente
Repubblicano.
Il rapporto Moses raccomanda il consolidamento dei settori statali, un
bilancio
autonomo, e un mandato di quattro anni per il governatore, tutti
elementi della
Costituzione del 1915 respinta dalle urne. La sconfitta di Smith da
parte di
Nathan L. Miller nel 1920 causa l’accantonamento di questo programma,
ma la
campagna continua. Moses diventa segretario e guida attiva della New
York State
Association, una organizzazione apartitica. Il suo Bollettino diviene
un organo
di propaganda per tutte le riforme coltivate durante il primo mandato
del
Governatore Smith, con particolare enfasi sulla riorganizzazione. Smith
si
presenta di nuovo candidato nel 1922, e stavolta è rieletto, a
riprendere la
sua lunga lotta per trasformazioni basilari nella struttura del governo
statale. Moses si trasferisce negli uffici governativi di Albany, al
seguito
del governatore Smith.
”Bob Moses è l’amministratore più efficiente che io abbia
mai incontrato nella
mia vita pubblica”, dichiara l’ex Governatore. “Era il miglior
estensore di
progetti di legge che avevamo mai avuto ad Albany, e scrisse tutti i
documenti
per la riorganizzazione. So che aveva frequentato Yale e Oxford, ma so
anche
che quella mente così acuta non l’aveva presa da nessun college.
Ed era anche
un gran lavoratore. Lavorava sui treni, ovunque e a qualunque ora.
Quando tutti
gli altri erano pronti per andare a letto, lui riprendeva a lavorare”.
L’energia di Moses era pari al suo zelo. Al Smith amava scherzare e non
era
sempre serio come il suo giovane assistente. Una volta, mentre “Bob”
gli stava
esponendo con impegno le sue idee sulla legislazione, il Governatore
ascoltò
senza proferire parola fino a quando Moses non ebbe concluso la sua
fervente
esortazione, poi si lasciò cadere dalla sedia sul pavimento,
fingendo di essere
svenuto. Ma non fece mai mancare il suo sostegno, a quel giovane tanto
capace e
utile.
L’apprendistato di Moses come amministratore di agenzie comincia quando
il
Governatore lo nomina Segretario di Stato nel 1927: un ruolo “jolly”
per gli
uffici in corso di riorganizzazione. Fu un uomo molto occupato per due
anni,
sotto il governatore Smith, a quei tempi attivo candidato per la nomination
presidenziale Democratica del 1928. Roosevelt divenne il candidato
Governatore
lo stesso anno, e fu eletto. L’unica richiesta di Smith al suo
successore, fu
l’appello a confermare Moses come Segretario di Stato, ma Moses fu
l’unico
membro del gabinetto a non essere confermato. Il rapporto fra Moses e
Roosevelt
è uno di quegli intrighi per cui Albany è famosa. Si
crede che Roosevelt abbia
respinto la raccomandazione di Smith, perché Moses aveva
rifiutato a sua volta
di nominare il segretario di Roosevelt, Louis M. Howe, ad una carica di
scarso
impegno nel Council of Parks. Comunque, come Governatore, Roosevelt
consentì la
nomina di Moses a commissario della Moreland, per indagare sul
fallimento della
City Trust Company nel 1929.
L’indagine ebbe come risultato l’arresto del Sovrintendente alle
Banche. Furono
rilevanti, le raccomandazioni di Moses per la riforma delle leggi
bancarie, per
prevenire questi ricorrenti scandali. Si indicavano come urgenti: la
segregazione dei “thrift accounts” nelle banche commerciali;
l’ispezione
ufficiale delle banche private; la regolamentazione delle agenzie di
brokeraggio; il controllo nella emissione di titoli “fino all’ultimo
dettaglio”,
sia nel caso di banche che di altri soggetti; la chiusura delle banche
private,
e l’arresto dei direttori, ritenuti responsabili di azioni criminali
nella
gestione di operazioni finanziarie. Queste raccomandazioni furono
ignorate dal
comitato legislativo congiunto, e le alternative proposte furono
denunciate da
Moses come “puerili”. Egli dichiarò che le parole di quei
rapporti “torneranno
a perseguitare i signori che le hanno scritte”. E non passò
molto tempo prima
che il fallimento della Bank of the United States, con 200 milioni di
dollari
di depositi e 400.000 correntisti, rivelasse mali peggiori di quelli
che Moses
aveva denunciato. Le sue più pungenti profezie avevano trovato
conferma.
***
Prima
del 1924, lo Stato di
New York non aveva un unico sistema di parchi. Sparpagliati in tutto il
territorio c’erano una quarantina di parchi e luoghi di interesse
storico o
scientifico, amministrati da altrettanti uffici responsabili. Nel 1922
Moses
preparò uno schema di Piano Statale dei Parchi, proponendo un
sistema unificato
e una emissione di titoli di 15 milioni di dollari attraverso la quale
espandere, risistemare i parchi, e costruire strade che ci andassero.
La prima
reazione del Governatore non fu molto incoraggiante, ma alla fine
diventò un
entusiasta dei parchi. Fu votata l’emissione dei titoli nell’autunno
del 1923,
e nel 1924 furono create undici commissioni regionali sottoposte a un
Consiglio
dei Parchi, con Moses presidente. Fu nominato, anche, presidente della
Long
Island State Park Commission.
Negli anni immediatamente seguenti, il sistema statale di parchi di New
York
diventa un modello per la nazione. Dai laghi Erie e Ontario, attraverso
gli
Adirondacks, Alleghenies, Catskills, fino alle strisce sabbiose di Long
Island,
si estende una catena di settanta parchi pubblici di varie dimensioni e
caratteristiche. Moses promuove e coordina il lavoro delle varie
commissioni
attraverso tutto lo stato, anche se il suo interesse particolare
è per Long
Island, un’area naturale per il tempo libero rivolta ai milioni di
abitanti
della New York metropolitana.
Long Island si estende per 118 miglia, con una larghezza di 15 per la
maggior
parte della lunghezza. Quattro milioni, sui sette e mezzo degli
abitanti di New
York City, vivono alla sua estremità occidentale, nelle
municipalità di
Brooklyn e Queens. Parecchie centinaia di migliaia di persone abitano
nelle
contee di Nassau e Suffolk, che si sviluppano per cento miglia dal
confine
urbano. Molte di queste persone lavorano a Manhattan, combattendo
quotidianamente per andare su e giù per metropolitane zeppe e
ponti
sovraffollati.
Quando Moses divenne presidente della Long Island State Park
Commission,
l’unico “parco” dell’area era su Fire Island, una striscia di sabbia
raggiungibile solo in barca. Tutto il resto dell’isola, con le sue
bellissime
spiagge, i laghi, le baie e le colline boscose che corrono al centro,
era
territorio esclusivo per chi apprezzava le bellezze naturali, o per
alcuni
interessi immobiliari speculativi. Il primo grosso impegno di Moses, e
per molti
versi il suo risultato più rimarchevole, fu l’adesso famosa
Jones Beach. Questa
distesa di linda e ampia spiaggia sull’oceano, a circa trenta miglia
dal centro
città, era quasi inaccessibile. Solo un uomo dotato di una
lungimiranza
inusuale avrebbe scelto quel posto come possibile luogo di vacanza al
mare per
una vasta popolazione. Gli ingegneri, gli architetti, e tutti gli
esperti
credevano stesse sognando, ma lui riuscì a convincere Al Smith a
visitare la
spiaggia, e si assicurò inizialmente l’acquisizione di uno
stabilimento
balneare. Ora ci sono due miglia di spiaggia oceanica attrezzata,
un’area lungo
un miglio per il nuoto in acque ferme a Zach’s Bay, e un’ampia vasca di
acqua
marina per il nuoto e i bagni dei bambini piccoli. Sono disponibili per
l’espansione
futura quasi otto miglia addizionali di spiaggia.
Dal
punto di vista architettonico, i due immensi edifici dei bagni, con
la
pittoresca torre dell’acquedotto a dominare l’ampia espansione della
spiaggia,
sono impressionanti e piacevoli. Durante l’estate, usano questo parco
fra
quattro e cinque milioni di persone, e nonostante questo non c’è
affollamento.
La domenica, si arriva a 125.000 persone. Si tengono concerti al Music
Shell,
sulla passeggiata a mare, e spettacoli popolari di operetta, opera e
altri
concerti si svolgono sull’acqua a Zach’s Bay. Anche se è
concessa la massima
libertà a tutti, si tratta forse della più pulita e
ordinata spiaggia pubblica.
Robert Moses crede che dare al pubblico il meglio, significhi
sollecitare la
massima cooperazione nel mantenere un alto livello.
Da allora, Moses ha acquisito e attrezzato tredici parchi a Long
Island, per un
totale di oltre 4.000 ettari, che si estendono da Montauk Point fino ai
confini
della città e che, insieme alle parkways di connessione
sono costati più
di 50 milioni di dollari. Ha camminato lungo tutta l’isola, dove
conosce sia
gli agricoltori che i miliardari i cui terreni sono stati attraversati
dalle parkways
o destinati a parco. Ha dovuto superare le più formidabili
opposizioni ad ogni
passo, usando talvolta le maniere forti. Parecchi proprietari di grossi
appezzamenti sulla costa settentrionale si sono opposti alle parkways,
e
i miliardari a Great South Bay hanno combattuto la costituzione di un
parco
vicino al loro club. Politici e funzionari locali hanno messo ostacoli
sul suo
commino. Moses li ha coinvolti tutti in una lotta senza esclusione di
colpi,
dove tutte le regole erano sospese. “So che non è stato un buon
metodo di
governo” dice ora, “ma era l’unico modo per proseguire il programma”.
Un tratto
caratteristico di Moses è il suo disinteresse dei precedenti,
nel far marciare
le cose.
Nel 1930 inizia a portare le parkways dell’isola dentro la
città. Una parkway
di Moses significa un “parco a nastro”, meravigliosamente attrezzato a
verde,
largo di solito da 140 a 250 metri, attraverso il quale con ampie curve
una
strada fa passare le automobili a 65 chilometri l’ora. Non ci sono
semafori, né
attraversamenti a livello, o uscite verso sinistra. Il traffico
commerciale, le
insegne, i chioschi di hot-dogs e le stazioni di servizio sono
tabù, con
l’eccezione di alcuni distributori di carburante costruiti per
adattarsi al
paesaggio e controllati dalla commissione parchi. Archi di pietra
aumentano il
fascino delle viste che cambiano di continuo. Illuminazione stradale e
basse
recinzioni di legno grezzo si mescolano con gli sfondi. Ogni cosa in
questi
“parchi a nastro” è progettata per comunicare naturalità.
Quando si iniziò a spendere una gran quantità di denaro
pubblico per combattere
la depressione, il commissario Moses era uno dei pochi funzionari del
paese già
pronto con piani ben definiti per mettere gli uomini al lavoro. Nel
1933 il
Governatore Lehmann lo fece presidente della Emergency Public Works
Commission,
a sviluppare un programma per lo stato di New York. I più
importanti progetti
adottati furono la Saratoga Springs Authority, che si è molto
allargata da
allora; la Catskill Bridge Authority, per realizzare un nuovo
attraversamento
del fiume Hudson; la Thousand Islands Bridge Authority, il cui nuovo
ponte
internazionale attraverso le isole verso il Canada è stato
aperto nell’agosto
1938; e il Triborough Bridge, la Jones Beach State Parkway, e le
agenzie di
Bethpage Park. Moses amministra le ultime tre, e insieme la New York
Park Authority.
In più la Commissione statale sostiene Knickerbocker Village,
Hillside e altri
progetti residenziali, e garantisce i finanziamenti per lo Hayden
Planetarium a
New York City.
Una “authority”, così come si è sviluppata a New York,
è un ingegnoso strumento
operativo pensato per fare cose concrete, là dove di solito si
esita fra un
monopolio totalmente pubblico oppure privato. Le authorities
amministrate da Moses, sia finanziate in forma pubblica che privata,
sono
imprese autosufficienti e autoresponsabili, sostenute solo da chi ne
usa i
servizi. Create dalla legge per scopi chiari e definiti, queste
autorità
traggono il loro potere dall’emissione di titoli basati sul reddito
delle
tariffe e servizi offerti.
Dopo la sua elezione nel 1933, il Sindaco La Guardia chiese a Moses di
far
parte dell’amministrazione. L’unica responsabilità che lo
interessava era
quella connessa ai parchi, ma insistette sulla istituzione di un solo,
unificato settore cittadino, con una sola direzione; in più,
chiese gli fosse permesso
di mantenere l’incarico statale, per coordinare l’azione sui parchi, le
parkways,
e le strutture per il tempo libero a scala metropolitana e statale. Non
si
trattava di un’idea nuova. Moses aveva già concepito un progetto
di questo
genere in qualità di organizzatore della Conferenza
Metropolitana sui Parchi
del 1928. Furono emanate apposite leggi per dargli ruolo e poteri
necessari,
come chiedeva, ma Moses scrisse anche di persona, su un pezzo di carta,
un
programma di quattro anni per la città, e lo presentò a
La Guardia prima di
accettare l’incarico. Sviluppato in dettaglio, concerneva 1.700
progetti di
incremento occupazione, e l’impiego di 75.000 persone.
Fu l’inizio di una miracolosa trasformazione del governo cittadino sui
parchi,
che si trovava in deplorevoli condizioni dopo anni di abbandono,
inefficienze,
favoritismi politici o semplice indifferenza. I vecchi parchi furono
riprogettati o restaurati, e costruiti
nuovi parchi e zone da gioco. I campi da gioco sono stati aumentati da
allora,
da 119 a più di 400. Sono state costruite dieci ben progettate
piscine, del
costo ciascuna di oltre un milione di dollari, e raddoppiata la
superficie
cittadina a parco. Allora, il Commissario Moses passò alla
riconquista delle
sponde di New York.
Il “West Side Improvement”, nell’aria da trent’anni, fu realizzato
ricoprendo i
binari ferroviari lungo Riverside Drive e costruendo una magnifica Ringstrasse
che partiva da Westchester County e si collegava all’autostrada veloce
urbana
sulla sponda occidentale meridionale di Manhattan. Ora è
possibile guidare
dalla zona di Wall Street ai confini urbani settentrionali in meno di
trenta
minuti, fermandosi solo per pagare il pedaggio di dieci centesimi al
nuovo
ponte a due livelli Henry Hudson sul fiume Harlem. Sul percorso, sono
stati
realizzati 50 ettari di nuova superficie a parco. Una trattamento
simile lo sta
subendo, ora, la riva orientale, dove le famigerate “Dead Ends” dei
quartieri
popolari degradati sboccheranno dentro ai parchi, o sulla bellissima
East River
Drive. La Harlem River Drive, come previsto, completerà il
percorso ad anello
attorno a Manhattan attraverso autostrade veloci urbane e “parchi a
nastro”.
Altre trasformazioni sull’East River comprendono la trasformazione
delle isole
Randall e Ward in parchi cittadini, aree da gioco e spazi per il tempo
libero.
Entrambe queste vaste isole sono collegate a tre dei distretti
municipali della
città tramite il Triborough Bridge, e sarà aperto un
ponte pedonale tra il
parco di Ward island e il popoloso Upper East Side.
La bonifica delle sponde di Manhattan si ripete in altri distretti. A
Brooklyn
una parkway ad anello segue il percorso della baia esterna fino
a
Narrows, dove piega verso l’interno a nord di Coney Island e Sheepshead
Bay,
per scorrere lungo Jamaica Bay. Si collega con le parkways di
Long
Island, attraversa Queens e segue la costa del Long Island Sound fino
al nuovo
ponte Bronx-Whitestone. Un prolungamento della Hutchinson River Parkway
si
collegherà con le parkways di Westchester e Merrit,
verso il New
England. Il Marine Park Bridge, che unisce Brooklyn alla penisola di
Rockaway,
fu realizzato in meno di un anno per dare alla città il Jacob
Riis Park, sul
modello di quanto già fatto a Jones Beach. Si sta bonificando,
in più, una
striscia di spiaggia sull’oceano di due chilometri e mezzo nelle
Rockaways.
Questo progetto è stato reso possibile inglobando le
autorità di parkway
della Henry Hudson e Marine, dentro la New York City Park Authority, ed
emettendo titoli per 18 milioni di dollari in base ai proventi dei
pedaggi e
dei parcheggi a pagamento. Un piano ancora più ambizioso e ampio
contempla la
conversione di 7000 ettari a Jamaica Bay, in gran parte di
proprietà cittadina,
ad usi residenziali e per il tempo libero. Anche Coney Island potrebbe
vedere cambiato
il proprio volto, se le società concessionarie non stanno
attente.
Il progettato tunnel automobilistico Brooklyn-Battery e le vie
d’accesso
completeranno un sistema che comprende più di 150 chilometri di
nuove strade e
parchi. Dentro a questo troveranno posto uno schema di parkways
e
autostrade urbane di cui il Triborough Bridge rappresenta il cuore, con
le tre
principali direttrici e i numerosi viadotti e rampe a connettere
Manhattan,
Queens e il Bronx, attraverso le isole Randall e Ward. Con trentacinque
chilometri di strade di avvicinamento, completamente finanziate
dall’autorità
pubblica, Triborough ora collega le parkways di Long Island, e
gli
“alimentatori” previsti o in corso di costruzione integreranno del
tutto il
sistema. Finanziato originariamente da fondi dell’amministrazione
lavori
pubblici, il Triborough è costato 61 milioni di dollari ed
è stato costruito
tanto economicamente da essere stato rifinanziato da un’emissione
privata di
titoli con un profitto di 1.365.000 dollari per il governo federale.
Questo
sistema di ponti ha una capacità di ottantamila veicoli al
giorno, e il suo
enorme successo ha consentito a Moses di emettere ulteriori 18 milioni
in
titoli, per finanziare il ponte Bronx-Whitestone e le vie d’accesso.
Questa struttura è superata in lunghezza solo da altri tre ponti
al mondo. Le
sue torri aggraziate e il sistema dei cavi sono già parte
integrante del
paesaggio, e il ponte sarà pronto a trasportare gli
automobilisti dal New
England direttamente alla World’s Fair la prossima primavera.
Nonostante il
fatto che i ponti realizzati da Moses siano successi finanziari, non si
tratta
di monopoli. Sono in competizione con altri ponti senza pedaggio, e
sono
semplicemente alternative salvatempo per chi preferisce pagare una
moderata
tariffa e evitare la congestione del traffico su altri percorsi. Una
volta
recuperato il costo di realizzazione, il sistema a pedaggio può
anche essere
abbandonato, o i proventi usati per strutture addizionali. Il programma
cittadino di parkways non è in alcun modo completato, ma
prosegue
regolarmente grazie alla strategia di Moses, di lottare per obiettivi
definiti.
Uno dei più sbalorditivi miracoli del Commissario Moses è
la trasformazione di
una vasta area acquitrinosa e di una piccola montagna di puzzolenti
rifiuti,
nel sito per la New York World’s Fair del 1939. Gli fu affidato il
compito di
predisporre questo poco invitante terreno per la grande esposizione, e
ha speso
più di 50 milioni di dollari per realizzare il cambiamento.
Lavorando 24 ore al
giorno, con l’aiuto di riflettori di notte, è stata livellata
l’enorme
discarica, creati due laghi, e l’intera zona completamente trasformata
in meno
di nove mesi. Moses ha verificato che tutti i progetti per la Fiera
siano
conformi ai piani per l’utilizzazione successiva del sito, col
risultato che
l’esposizione mondiale del 1939 sta sorgendo in quello che sarà
il più grande,
e probabilmente il più bello, dei parchi cittadini. Sono state
combattute molte
battaglie incandescenti su questa grande impresa, con Moses nel ruolo
di
padrone di casa della Fiera, che sta usando i suoi parchi e parkways.
Ha
anche rifiutato a Grover Whalen di guidare la parata preliminare della
Fiera
nell’aprile 1938 sul Triborough Bridge: perché, dice, avrebbe
disturbato i
regolari clienti paganti, e perché considerava la manifestazione
“una sciocca e
dispendiosa buffonata”.
***
Durante
gli ultimi cinque
anni il Commissario Moses ha speso oltre 300 mila dollari in parchi e parkways
a New York City, con l’esclusione di circa 100 milioni in ponti e
relative vie
d’accesso, costruiti a contratto privato. Circa 200 milioni dei soldi
spesi in
parchi e parkways provenivano da fondi federali per il sostegno
all’occupazione. Il fatto di aver realizzato così tanto con
manodopera occupata
in questo contesto – si stima un’efficienza media al 50% circa rispetto
ai
contratti privati – si deve alla sua insistenza nel predisporre piani
in
anticipo, nell’assicurarsi tecnici competenti per sovraintendere ai
progetti, e
nel mantenere il controllo su tutte le operazioni connesse ai parchi.
La sua
politica ha provocato frequenti scontri con gli amministratori
federali, a cui
però ha sempre tenuto testa.
Gli “obitori” dei giornali sono pieni di ritagli sulle controversie di
Moses,
che risalgono ai suoi primi giorni di funzionario pubblico, quando il
giovane
innovatore, scambiato per inglese a causa dell’accento oxfordiano,
scatenava le
ire degli impiegati all’epoca del sindaco Mitchell. Da quel tempo, ha
continuato a lottare per questa o quella cosa, con sommo disprezzo
delle
conseguenze per sé e le sue fortune politiche. Ha sfidato e
attaccato con
identica audacia presidenti, governatori, sindaci, miliardari,
sindacalisti,
amministratori dei lavori pubblici, giudici, legislatori, disoccupati
organizzati, e poveracci senza casa dentro le baracche lungo le fasce
di
rispetto dei suoi progetti. Non ha vinto proprio tutte le sue
battaglie, ma la
maggior parte sì. Nessuno mette in dubbio la sua onestà,
non importa cosa si
possa dire dei suoi metodi, e probabilmente ha più sostenitori
tra i suoi ex
avversari di qualunque altro uomo pubblico.
Strade e parchi in area
metropolitana di New York alla cui realizzazione Robert Moses ha
colaborato con
ruolo determinante, dal 1924 al 1968
1)
Brooklyn-Battery
Tunnel; 2) Brooklyn-Queens Expressway; 3) Henry Hudson Parkway; 4)
Harlem River
Drive; 5) Major Deegan Expressway; 6) Cross-Bronx Expressway; 7)
Bruckner
Expressway; 8) Saw Mill River Parkway; 9) Sprain Brook Parkway; 10)
Bronx River
Parkway; 11) Hutchinson River Parkway; 12) New England Thruway; 13)
Cross
Island Parkway; 14) Van Wick Expressway; 15) Marine Parkway e ponte;
16) Belt
Parkway; 17) Atlantic Avenue; 18) Grand Central Parkway; 19) Clearview
Expressway; 20) Long Island Expressway; 21) Northern State Parkway; 22)
Southern State Parkway; 23) Meadowbrook State Parkway; 24) Wantagh
State
Parkway; 25) Seaford-Oyster Bay Expressway; 26) Bethpage State Parkway;
27)
Sagtikos State Parkway; 28) Sunken Meadow State Parkway; 29) Ocean
Parkway; 30)
Robert Moses Causeway; 31) Orient Beach State Park; 32) Montauk Point
State
Park; 33) Hither Hills State Park; 34) Wikwood State Park; 35)
Connetquot State
Park; 36) Heckscher State Park; 37) Captree State Park; 38) Robert
Moses State
Park; 39) Gilgo State Park; 40) Jones Beach State Park; 41) Belmont
Lake State
Park; 42) Bethpage State Park; 43) Sunken Meadow State Park; 44)
Hampstead Lake
State Park; 45) Valley Stream State Park; 46) Caumsett State Park; 47)
Massapequa
State Park; 48) Throgs Neck Bridge; 49) Bronx-Whitestone Bridge; 50)
Triborough
Bridge; 51) Verrazano Narrows Bridge; 52) Throgs Neck Expressway
Molte
delle sue controversie si risolvono in ragionevoli compromessi.
Ha
combattuto duramente alla Constitutional Convention per un
provvedimento sugli
incroci a livello che mettesse a carico dello stato i costi per queste
attrezzature. Sconfitto alla convenzione, ha sbuffato, si è
dimesso da membro
del comitato del sindaco La Guardia, e rilasciato roventi
dichiarazioni. Alla
fine, ha ritirato le dimissioni, accettato un compromesso, e iniziato a
lavorare per farlo adottare.
Nelle dispute, solitamente, ha ragione, ma gli piace mettere le cose
ben in
chiaro da subito. Il fatto di avere così tanta pubblicità
favorevole si piega
in parte con la cura che dedica ad informare direttamente giornalisti e
direttori, anziché rivolgersi agli uffici stampaI suoi frequenti
litigi e
“dimissioni”, che non sono mai accettate, possono aver creato in
qualcuno
l’impressione di una persona dal carattere difficile. A dire il vero il
suo
sorriso, pronto a trasformarsi in una robusta risata, supera di gran
lunga gli
effetti della sua lingua affilata. Trova molto divertente il suo
lavoro, e ci
gioca. L’ostinato rifiuto del pesce azzurro di South Bay, di cooperare
alla
riuscita di una grigliata serale in spiaggia, scatena la sua ira
profonda,
esattamente come la maggior parte degli scontri nel regno delle
polemiche.
La New York Art Commission, composta di distinti artisti ed esperti, si
lamenta
del fatto che frequentemente Moses porta at termine e dedica i suoi
parchi e
altre strutture prima di proporre i progetti alla propria approvazione,
ma non
ha altro che lodi per i lavori terminati. Usa i migliori ingegneri e
architetti
disponibili sul mercato. L’edificio permanente della
municipalità alla World’s
Fair, realizzato da Moses, è una bella e adatta struttura,
così come lo sono i
suoi altri nuovi edifici nei parchi. Molti dei suoi ponti hanno avuto
riconoscimenti nazionali. Parecchi dei parchi minori, come Conservatory
Gardens
al Central Park, e Bryant Park, sono perle di giardinaggio e
progettazione. Al
parco di Fort Tryon, sull’Hudson nella parte settentrionale di
Manhattan, ha
trovato una bellissima collocazione per The Cloisters, esempio unico
tra i
musei d’arte americani.
Il contributo di Moses all’urbanistica non può in nessun modo
essere limitato
alla creazione di bei parchi e parkways. Insiste per
proteggerli
attraverso un drastico “zoning” delle aree adiacenti. Le sue parkways
a
andamento curvilineo sostituiscono il monotono sistema a griglia su
vaste aree
della città, e si forniscono particolari parchi e zone per il
gioco ai nuovi
quartieri di edilizia residenziale pubblica. È stato membro del
comitato di
redazione dell’emendamento alla legge sulla casa alla nuova State
Constitution,
e ha già presentato proposte per un gigantesco progetto di slum-clearance
per 245 milioni di dollari, che ha già sollevato una tempesta di
critiche dagli
esperti. Il sindaco La Guardia gli dà molti incarichi extra, che
vanno dal
grosso problema di rimozione dei residui passaggi a livello ferroviari
in
città, alla creazione di un centro artistico e operistico.
Gli è stata offerta la nomination a candidato sindaco di
New York nel
1933, ma ha declinato l’invito per l’opposizione di Samuel Seabury, che
aveva
messo in luce la corruzione del regime di Tammany Hall e temeva i
rapporti
amichevoli di Moses con Smith. Moses ha dato il suo primo voto
presidenziale a
Theodore Roosevelt nel 1912, e da allora sostenuto il Partito
Repubblicano
nelle elezioni nazionali, eccetto nel 1928 quando ha votato per Smith.
Ha
sempre fatto una netta distinzione fra Smith e la dirigenza democratica
di
Tammany Hall.
Il più grosso errore politico di Moses fu quello di accettare la
nomination
Repubblicana per la carica di Governatore contro Robert Lehman nel
1934. La sua
candidatura era senza speranza dall’inizio. Sia Roosevelt che Smith
appoggiavano Lehman, e l’entusiasmo per il New Deal era alle stelle.
Moses si
era preparato per un acceso dibattito con Lehman. Trovandosi attaccato
come
candidato della “vecchia guardia” reazionaria del Grand Old Party, e
collegato
implicitamente ai potenti interessi finanziari dello stato, Moses
esplicitò
chiaramente i legami del Governatore Lehman con la banca Lehman
Brothers.
Incidentalmente, le case dei Lehman e dei Moses erano nello stesso
isolato di
New York, e le famiglie erano cresciute assieme. E la Lehman Brothers
curerà la
vendita dei titoli New York City Park Authority per conto di Moses, nel
1938.
Visto che il Governatore Lehman non voleva farsi trascinare nella
discussione,
Moses perse la testa e si lanciò in violenti attacchi personali
al Governatore.
La sua accusa, che Lehman era un “bugiardo”, provocata da una
dichiarazione
sulla controversia per il latte, e i successivi forsennati attacchi,
contrastavano con i modi equilibrati e dignitosi della campagna di
Lehman, e
crearono una impressione sfavorevole. Moses disorientò
ulteriormente i suoi
consiglieri e organizzatori, sposando la causa di una tassa statale
sulle
vendite, e altre misure impopolari; era difficile farlo posare per i
fotografi,
e quando un importante banchiere gli fece visita, in un momento in cui
c’era
urgente bisogno di contributi per la campagne elettorale, lui si
limitò a
stringergli la mano e a chiedere “Come sta sua moglie?”.
Prima della fine della campagna, Moses probabilmente aveva capito i
suoi
errori. Nell’ultima parte diventò più calmo, e
recuperò il suo senso
dell’umorismo. Apprese le brutte notizie sui risultati la sera presto,
mandò a
Lehman le sue congratulazioni, e uscì per un grande ricevimento
dei
collaboratori del suo staff elettorale, da Sardi. La mattina dopo era
di nuovo
al lavoro sui parchi, pronto a dimenticare quella strana parentesi.
Alcuni dei suoi oppositori però non erano altrettanto pronti a
dimenticare.
Furono esercitate forti pressioni su Lehman perché Moses fosse
rimosso dal suo
incarico ai parchi. Ci si sforzò anche di persuadere il sindaco
La Guardia a
escluderlo dalla Triborough Bridge Authority. A questo seguì la
famosa
Ordinanza n. 129 del Sottosegretario Ickes, che decretava l’esclusione
dai
finanziamenti federali per chi occupasse posizioni di
nell’amministrazione
municipale. Moses ricadeva in questa categoria e l’ordinanza, se
applicata,
significava che avrebbe dovuto dimettersi sia dalla commissione parchi,
sia dall’impegno
sui ponti. Il modo con cui la stampa e l’opinione pubblica sostennero
Moses in
questa controversia, è il riconoscimento più importante
che abbia mai ricevuto.
I new dealers e amici del Presidente avvertivano che era stato
fatto un
grosso sbaglio. Il Presidente arrivò con evidenza alle medesime
conclusioni,
perché l’Ordinanza n. 129 fu ritirata e sia il Presidente che il
Sottosegretario Ickes intervennero all’inaugurazione del Triborough
Bridge, che
fu terminato secondo la tabella di marcia nel 1936.
Moses fu nominato delegato alla convenzione repubblicana di Cleveland
del 1936,
ma rifiutò di partecipare per scarsa affinità con Charles
D. Hilles, del
comitato nazionale. Durante la recente Constitutional Convention, a cui
era
delegato, Moses fu esplicito nelle critiche alla leadership
Repubblicana, e su
parecchie questioni si schierò a fianco del suo vecchio mico,
l’ex governatore
Smith, delegato Democratico.
Il credo politico di Moses è cambiato di poco negli anni. Crede
che il ceto
medio sia “sostanzialmente, fondamentalmente, incurabilmente
conservatore”, e
lui è critico verso chi oppone resistenza al cambiamento.
D’accordo con alcuni
obiettivi basilari del New Deal, spara decisamente contro politiche che
ritiene
inattuabili per carenza di intelligenza amministrativa e personale
competente.
La diagnosi di Moses sui problemi attuali dell’America, e su quelli
generali
del mondo, ne trova causa nell’estremo “nazionalismo” politico ed
economico in
voga a partire dalla guerra. “Non so perché non ho apprezzato
Woodrow Wilson
quando era vivo” afferma Moses. “Pensavo fosse solo un professore
universitario. Ora capisco che era un grand’uomo. La Lega delle Nazioni
non
poteva funzionare quando fu istituita la prima volta, ma l’idea che
questo o
quel paese possa, per qualunque periodo, seguire una politica di
isolazionismo,
è ridicola”. Considera Cordell Hull una stella particolarmente
brillante
nell’amministrazione Roosevelt e approva caldamente gli sforzi del
Segretario
di Stato per promuovere relazioni amichevoli e scambi reciproci.
Nel frattempo, Moses ha il suo lavoro da fare, e per quanto si
può capire da
cosa i suoi obiettivi limitati hanno significato sinora, i cittadini
dello
Stato di New York raccoglieranno una brillante eredità.
la versione originale di questo testo
è disponibile su The Atlantic Monthly, digital
edition, http://www.theatlantic.com
traduzione di Fabrizio Bottini
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