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COS'E' PER TE LA FANTASCIENZA?

Ecco le vostre risposte:

"Secondo me la fantascienza è una cosa semplice, o complessa, che dà creazione per via delle proprie fantasie o coincidenze d' esperimenti, a cose per noi assolutamente nuove. Da  tutto ciò che è stato inventato, o lo sarà in futuro prossimo,  si è visto che le idee dell' uomo spesso, oltre che portare genialità, della quale possono beneficiare l'uomo stesso , il pianeta, producono creazioni opposte quali distruzioni e vere proprie catastrofi di immense proporzioni e dalle quali spesso non si può trovare rimedio. Oltre a queste cose negative l' uomo ha portato anche cose positive ." (risposta di Pimpi)

"Per me la fantascienza è una via di mezzo tra reale e surreale,tra scientifico e fantascientifico,dove l'uomo apre le porte alla creatività,al futuro,al piacere di scrivere tutto quello che pensa veramente." (risposta di Valeria Quartarone)

"Dopo aver letto la trilogia di Asimov tutto il mondo della fantascienza è per me una continua diramazione della bibbia asimoviana! Ciò che Asimov ci ha tramandato non è solo un quadro del futuro bensì la rappresentazione del presente come ognuno di noi lo vorrebbe veramente: una fantastica realtà in un mondo i pace e felicità" (risposta di Salvatore Campa) 

"La fantascienza, quella vera, è una metafora di quello che accadrà, nel bene o nel male, una possibilità, ma non sempre così tanto remota." (risposta di Filza)

"Pensare che chi ha scritto il libro che stai leggendo è tornato indietro nel tempo a raccontarci velatamente cosa accadrà nel futuro..." (risposta di Crocetta Lupo)

"La fantascienza siamo noi, viviamo di fantascienza,  ci circonda, è sufficiente ricordare i pensieri di quando eravamo piccoli ed accorgersi che tante cose si sono realizzate ed ora ci appartengono, non dimenticare mai di sperare nel futuro,  la fantascienza è la nostra speranza." (risposta di Sergio Baglio)

"Un sogno nel quale m’intravedo umile scrittore di un piccolo racconto." (risposta di Umberto D'Elia)

"La Fantascienza è la risposta della letteratura alle problematiche proposte dalla scienza." (Risposta di Vincenzo Mariani)

"Per me la fantascienza significa la possibilità di immaginare il futuro, che sappiamo sarà diverso dal presente come questo lo è dal passato, basandosi sugli sviluppi della scienza e della tecnologia, lo spazio ed il tempo lontani dal nostro piccolo pianeta. E' un grande esercizio di libertà e creatività, una delle poche prove che l'homo sapiens, od almeno una parte di esso, sia una specie intelligente." (Risposta di Fabio Calabrese)

"La fantascienza è qualsiasi cosa su cui tu punti il dito ed esclami: è fantascienza!" (Frase di Simmons inviata da Corrado B.)

La fantascienza è l'arte di proiettare il futuro nel presente,immagginare ciò che sarà e vivere come se fosse,precorrendo le emozioni di chi sarà presente agli eventi che noi realizziamo nel nostro immaginario di sogni. (Risposta di Stefano)

Per me la fantascienza è l'arte di raccontare i possibili sogni ed incubi che i maghi della tecnologia possono evocare/progetatre/realizzare. (Risposta di Damidado)

Per me la SF é LIBERTA'. (Risposta di Rosa Mauro)

La fantascienza pùo essere un modo serio per scrutare e conoscere il futuro ; il quale incontrandosi col passato , forma quell' effimero punto di incontro che è il presente . In ultima analisi , la fantascienza , può essere una seria occasione per riflettere e prepararsi in anticipo per vivere meglio il presente , a livello scientifico , sociale , umano , personale e non solo per baloccarsi in immaginarie evasioni dal semplice vivere quotidiano ; infatti per vivere bene il presente bisogna pensare anche al domani . (Risposta di Woobinda)

Secondo me la voglia di futuro fa sì che qualcuno arrivi addirittura ad immaginarselo, a crearselo tutto per sè. E' necessaria la fantascienza in un mondo proiettato in avanti come il nostro. (Risposta di Marco Cavicchioli)

L'universo dei possibili ed improbabili futuri costruito dalla fantasia che non ha bisogno di motori per arrivare la dove nessuno è mai giunto prima. (Risposta di Studio Franchi -Settembre 99)

"Per me la sf guarda al futuro scientifico, spaziale. Tocca aspetti politici, etici, esistenziali e immagina come presto potrebbero cambiare. Essa perciò anticipa come sarà la nostra vita, con i suoi vantaggi, ma anche drammi e dilemmi, a seconda delle scelte che faremo o che potremmo aver già fatto. Scenario perfetto in cui tutto ciò prende forma è l'universo. Luogo in cui ogniuno di noi vede, affascinato, l'ignoto. Luogo in cui probabilmente cerchiamo noi stessi o forse, più semplicemente, solo ciò che saremo." (Risposta di Zio Lancio - Settembre 99)

Sogno sfocato, bagliore lontano. Un mondo inventato, o l'intuizione di un mondo che verra'. Forse e' un serio tentativo di poter viaggiare nel tempo e nello spazio, anche se solo con la mente; e' un qualcosa che si espande senza freno, che si allarga vorace a stupire se stessa. Magari, invece, e' solo un gioco, la Fantascienza. (Risposta di Il Muster)

Quello che, all'origine, fu identificato con "Sense of wonder", naturalmente. Questo senso della meraviglia é diffuso in tutta la buona letteratura, in generale; nella FS, in particolare, é l'oggetto stesso del narrare. (Risposta di Alberto Angelini)

La fantascienza è il raccontare, attraverso la scrittura, la musica o le immagini, cose, luoghi, situazioni, che ancora non esistono o esistono al di fuori della nostra possibilità di percezione. Luoghi ed universi dove potremo un giorno vivere grazie al continuo sviluppo tecnologico. Situazioni e sensazioni che potremo un giorno sperimentare grazie alle nuove frontiere della scienza. La fantascienza è un modo per saziare la nostra continua voglia di innovazione, ma soprattutto la voglia di qualcosa di diverso, la voglia di cambiamento. La fantascienza ci permette di sognare che un giorno questi cambiamenti e queste scoperte avverranno. La fantascienza ci permette di prendere parte, almeno mentalmente, a questa evoluzione, alleviando l'amarezza derivata dalla nostra consapevolezza che non potremo farne parte fisicamente. (il mio pensiero. Brambo - Settembre 99)

 

Ed ecco alcune fonti autorevoli: (condivisibili o meno)

"La fantascienza è quel ramo della letteratura che si occupa delle relazioni umane ai cambiamenti scientifici e tecnologici. E poichè la vita umana è sempre stata soggetta a drastici cambiamenti provocati dal progresso scientifico e tecnologico, la fantascienza ha il grande merito di educare la gente ad accettare questi cambiamenti". (Isaac Asimov)

"Fantasciènza s.f. (da fanta [sia] e scienza). Genere di narrativa in cui l'immaginazione dell'autore fa appello soprattutto ai temi del viaggio nel tempo e nello spazio extraterrestre. La f. è un genere strettamente legato alla fede che l'uomo pone negli strumenti della tecnica. Diversi sono i modi in cui gli autori riescono a creare l'evasione in un mondo diverso: lo spostamento nel tempo, con la possibilità di cambiare il presente, l'esistenza di mondi «paralleli», con diverse regole di vita, il tema delle «mutazioni», l'esistenza cioè di «mutanti», esseri con poteri sovrumani come la telepatia o la telechinesia. La f. è entrata anche nella televisione (Star Trek, Godzilla) ma soprattutto nel cinema; esempi divenuti ormai classici sono 2001 Odissea nello spazio (1967) di Stanley Kubrick, Guerre stellari di G. Lucas, Balde Runner (1982) di R. Scott e Terminator 1984 di J. Cameron." (da: Enciclopedia Rizzoli 97)

Con il termine fantascienza si è soliti tradurre l'espressione inglese science fiction per indicare un genere letterario (e in seguito cinematografico) basato su una narrazione scientifica, cioè che costruisce una storia che ha come argomento la scienza. Il genere moderno, che vanta tradizioni antichissime (dai Greci a Swift, dall'Ariosto a Poe e Stevenson), viene fatto nascere nel 1926 quando Hugo Gernsback fondò negli USA la rivista «Amazing Stories». Inizialmente la fantascienza si presentò come strumento di illustrazione e di discussione dei possibili sviluppi e applicazioni della scienza e della tecnologia, e solo successivamente venne rifiutata l'utopia tecnologica (soprattutto grazie all'opera di H.G. Wells), mettendo invece in luce i pericoli di un processo di innovazione non accompagnato da un'adeguata coscienza etica. Ancora più tardi, con J.W. Campbell, la fantascienza si aprì all'immaginazione e alla fantasia. Questa apertura al mondo fantastico permise al genere di conquistare anche il cinema e il fumetto, avvicinandosi a volte al genere fantasy e a volte alle saghe spaziali. Negli anni '50 la fantascienza iniziò a ritagliarsi uno spazio sempre maggiore all'interno del panorama letterario generale, uscendo in qualche modo dal "ghetto" iniziale, anche grazie ad autori come Isaac Asimov, Kurt Vonnegut, Ray Bradbury e James Ballard. Il genere fantascientifico è oggi suddiviso in diversi sottogeneri, ognuno dei quali tratta il rapporto con la scienza in un ambito particolare: esistono così una fantascienza sociologica, una religiosa, una filosofica e la fantapolitica (campo in cui primeggia P.K. Dick). Gli sviluppi più recenti si orientano verso un avvicinamento alla cybercultura, con autori come W. Gibson e B. Sterling. Ai diversi generi appartengono anche le sempre più numerose opere cinematografiche, tra le quali spiccano, non solo per l'enorme successo di pubblico, Fahrenheit 451 (1966) di F. Truffaut, Solaris (1972) di A. Tarkovskij, la saga di Guerre stellari (1977-99) di G. Lucas, 2001:Odissea nello spazio (1968) di S. Kubrick, Alien (1979) e Blade Runner (1982) di R. Scott, E.T. (1982) di S. Spielberg e la serie televisiva di Star Trek (1980). (Definizione tratta da Linkopedia di Piazzadante - Gruppo UTET)

Fantascienza (letteratura) Genere letterario in cui sono rappresentati in chiave fantastica gli effetti dello sviluppo scientifico e tecnologico sul futuro della Terra e più in generale dell’universo. Le costanti del genere fantascientifico sono intrecci costruiti su scoperte o ipotesi scientifiche; l'ambientazione nel futuro o in mondi diversi con viaggi nel tempo e nello spazio; minacce atomiche; guerre interplanetarie; prefigurazione di possibili scenari creati con l'impiego di sistemi tecnologici già esistenti o immaginari; aperture sulla fine del mondo (già presenti dall'Ottocento).
Affondando le radici nella dimensione fantastica della letteratura, la fantascienza esprime il mutare dell'atteggiamento dell’uomo nei confronti del tempo e dello spazio: Dedalo e il mito del volo; la Storia vera di Luciano (II secolo d.C.), che narra di viaggi sulla luna e battaglie extraterrestri; le fantasie di Ariosto (Astolfo sulla luna); le avventure lunari di Keplero, di Godwin e di Cyrano de Bergerac. Altra tenue radice è quella della tradizione utopica da Platone a Thomas More (Utopia, 1516). Ci sono poi I viaggi di Gulliver (1726) di Swift, che anticipano i satelliti di Marte, e i romanzi filosofici avveniristici di Voltaire.
Il romanzo scientifico, nato nell'Ottocento, presuppone la rivoluzione industriale e gli sviluppi della scienza e della tecnologia. I testi che anticipano la fantascienza sono quelli di Mary Shelley e di Edgar Allan Poe. Quando Mary Shelley scrisse Frankenstein, nel 1817, introducendo la fortunata figura dello scienziato pazzo, la fantascienza non aveva ancora un nome e quindi nemmeno lo status di genere letterario. Poe combinò nei suoi racconti scienza e nozioni che, travalicandola, si spingono in una dimensione metafisica.

Veri e propri padri della fantascienza sono Jules Verne e Herbert George Wells. Verne creò una narrativa poco problematica ma ottimisticamente ricca di invenzioni, e la sua fortuna accompagnò la fiducia nel progresso (Ventimila leghe sotto i mari, 1870; Viaggio al centro della terra, 1864). Più impegnativi, oltre che inquieti, sono i romanzi di Wells (La macchina del tempo, 1895; I primi uomini sulla luna, 1901). Altri importanti autori sul finire del secolo sono lo statunitense Edward Bellamy (Guardando indietro: 2000-1887, 1888), interessato all'evoluzione sociale, Samuel Butler (Erewhon, 1872), Robert Louis Stevenson (Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Hyde, 1886), Henry Rider Haggard (She, 1886).
Il termine inglese science fiction (tradotto con "fantascienza") venne impiegato negli Stati Uniti attorno al 1910 per indicare la narrativa di evasione, modellata su Bellamy, Wells, Verne e adattata ai modi del feuilleton ottocentesco, col proliferare di riviste popolari su temi avveniristici.
La narrativa fantascientifica nacque a pieno titolo nel 1926, quando lo statunitense Hugo Gernsback fondò la rivista specializzata "Amazing Stories" ("Storie sorprendenti"). I primi decenni del Novecento, in cui il genere fantascientifico si afferma anche in campo cinematografico, registrano in campo letterario opere molto riuscite, come Abisso lunare (1918) di Abraham Merritt, R.U.R. (1919, di Karel Èapek, l'inventore della parola "robot") o come i romanzi che ipotizzano fantastici scenari politico-sociali, di cui due esempi celebri sono Il mondo nuovo (1932) di Aldous Huxley e 1984 (1947) di George Orwell.
Il periodo aureo della fantascienza si sviluppò a partire dagli anni Quaranta con opere destinate a diventare grandi "classici": Le verdi colline della terra (1951) e Straniero in terra straniera (1961) di Robert Heinlein, Io, robot (1950) e il ciclo della Fondazione (1951-1953) del prolifico (200 titoli) Isaac Asimov, Cronache marziane (1946) e Fahrenheit 451 (1953; famoso anche il film che ne trasse François Truffaut nel 1966) di Ray Bradbury, il fortunatissimo Non-A (1945) di Alfred Van Vogt, La sentinella (1951; divenne anche un classico del cinema di fantascienza con la trasposizione di Stanley Kubrick 2001: Odissea nello spazio, 1968) dell'astronomo inglese Arthur C. Clarke, e poi La svastica sul sole (1963) e Ubik (1969) di Philip K. Dick e I reietti dell'altro pianeta (1974) di Ursula Le Guin. Un posto a sé occupa Kurt Vonnegut (Le sirene di Titano, 1959; Cronosisma, 1997), nella cui opera l’elemento fantascientifico si mescola con un’aspra vena satirica, per svolgere un’amara critica della società americana e del mito del progresso che segna la storia dell’Occidente.
Nel secondo dopoguerra, il genere fantascientifico ebbe importanti interpreti anche fra gli scrittori sovietici, sorretti in genere da solida cultura scientifica, come Aleksander Belaev, Ivan Efremov (La nebulosa di Andromeda, 1958), Arkadij e Boris Strugackij. Un maestro di questo "genere" è il polacco Stanislaw Lem (Solaris, 1961; celebre la versione cinematografica di Andrej Tarkovskij). In Italia, attenzione alla fantascienza mostrarono grandi scrittori come Italo Calvino e Tommaso Landolfi.
Due eventi di portata mondiale hanno dato credibilità agli scenari ipotizzati dalla letteratura fantascientifica: l'esplosione della bomba atomica nel 1945 e lo sbarco sulla luna del 20 luglio 1969. A questo si aggiunsero nel 1976 l'atterraggio su Marte della prima navicella spaziale, capace di trasmettere sulla Terra fotografie di quel pianeta, e nel 1980 la missione del Voyager 1 che ci ha fornito immagini di Saturno. Oggi, con la diffusione del computer e del World Wide Web, sono altre le suggestioni che giungono dalla fantascienza, in particolare da quella statunitense: autori come William Gibson, Bruce Sterling e Neal Stephenson narrano il mondo della realtà virtuale e delle possibili connessioni uomo-macchina. (Definizione tratta da Enciclopedia Encarta 2000)

 

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