Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 12 Gennaio 2002: <<AMBIENTE & SALUTE. Per la gravità della situazione sanitaria e ambientale del Polesine. Impianti a rischio di chiusura. Quattro parlamentari chiedono l’applicazione del principio del "chi inquina paga">>

Cresce l'allarme per il rischio ambientale dell'area del Po e del Polesine. Nella nostra area negli uomini sia la mortalità generale che tutte le cause tumorali sono in eccesso significativo rispetto ai valori dell'atteso regionale. Tra le cause non tumorali si registrano eccessi di mortalità significativi per malattie del sistema circolatorio, per malattie cerebrovascolari, per malattie maldefinite e per i traumatismi e gli avvelenamenti.

Tra le cause tumorali si osservano eccessi per il tumore al colon, al polmone, al seno e per il morbo Hodkin.

Data la gravità della situazione sanitaria e ambientale, i parlamentari Realacci Vianello, Zanella, Frigato e Stradiotto chiedono al governo Berlusconi che, posta l'esiguità degli stanziamenti in Finanziaria, trovi applicazione il principio del "chi inquina paga", coinvolgendo direttamente le industrie causa dei danni. Viene anche chiesta la chiusura immediata degli impianti polesani per i quali è ormai accertata la pericolosità sanitaria, e la delocalizzazione o la riconversione di quelli che hanno comunque un elevato grado di inquinamento e un pesante impatto ambientale.

I parlamentari sollecitano i ministri dell'ambiente Altero Matteoli, della sanità Girolamo Sirchia e delle attività produttive Antonio Marzano ad inserire subito l'area del Po e del Polesine in una lista di priorità nazionali e l'immediata partenza degli interventi di bonifica. Viene auspicata, come suggerisce Legambiente, l'introduzione nel nostro ordinamento di una normativa analoga quella vigente negli Usa ispirata al "Superfund" e creato un "fund trust", ossia un fondo di sicurezza che vincoli una parte della tassazione di prodotti chimici e petroliferi e di altre sostanze inquinanti alla bonifica dei cosidetti siti "orfani", per i quali cioè non è più possibile riconoscere un proprietario responsabile.

Infine i parlamentari auspicano la creazione di nuove figure professionali, che offra anche una opportunità di riqualificazione per gli addetti del settore impiegandoli nei lavori di messa in sicurezza e di risanamento delle aree contaminate.