Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 26.2.2000: <<Ambiente. W.W.F.: molte ombre, qualche speranza. Nel Delta continua la strage dei volatili>>.

Molte ombre con anche qualche spiraglio di cambiamento che, se proprio non allieta, fa perlomeno sperare.

Il W.W.F. polesano traccia un bilancio della stagione venatoria appena conclusa e le tinte fosche si sprecano: "Quaranta, cinquantamila pennuti morti ammazzati (solo una media in base ai tesserini regionali rilasciati e ai registri vallivi - spiega Massimo Benà, responsabile della Sezione rodigina ambientalista - ai quali si devono aggiungere alcune migliaia di allodole, pavoncelle, cesene, merli (uccelli cacciabili, nota degli Amici del Parco), storni in Polesine, e oche e volpoche nel Delta (queste ultime specie, invece, protette, nota degli Amici del Parco), compresi superprotetti rapaci qua e là (è di queste ore un airone cinerino impallinato, ndr). Questo il quadro e non c'era da aspettarsi di meglio".

"Però - sostiene Benà - qualcosa cambia. Sono spariti finalmente gli appostamenti dentro al Parco, anche se è stata la Capitaneria di Porto di Chioggia a fare la  voce grossa con la Provincia. Comunque a quest'ultima va dato atto che con la nomina del nuovo assessore all'attività venatoria ha, per così dire, cambiato approccio sul problema della vigilanza. Nessun entusiasmo, sia chiaro, ma Roberto Zanetti, lasciando un po' più libero lo sparuto nucleo di guardie provinciali, ha fatto si che i risultati fossero più evidenti. Quest'anno le sanzioni e le denunce penali hanno superato la trentina nel solo Delta del Po. E fa riflettere che nelle passate stagioni si fossero quasi incredibilmente azzerate!".

Secondo il W.W.F., vista la varietà dei reati perseguiti, si tratta di una prova che gli appelli degli ambientalisti sulle violazioni in materia venatoria in Polesine erano tutt'altro che campati in aria: "Purtroppo - continua Benà - la caccia nel Delta resta sinonimo di illegalità. Se i controlli vengono fatti con un minimo di serietà, le sanzioni fioccano e non può essere altrimenti per la diffusa tendenza dei cacciatori a non rispettare le leggi che li riguardano. Dall'altro lato però ci pare eccessivo l'ottimismo di Zanetti. I problemi sono troppi, a cominciare dall'esiguo numero dei vigili. Il corpo è stato smembrato e ridimensionato dalle precedenti amministrazioni ed è inutile sperare anche in sostegni esterni. I due controlli effettuati da polizia e corpo forestale sotto l'impulso delle interrogazioni parlamentari sulle violazioni alla caccia, non hanno portato alcunché di positivo".

Per il W.W.F. serve una decisa sterzata in tema di vigilanza: nuove assunzioni, adeguamenti tecnologici, maggior dignità a un servizio di protezione della natura che va costantemente in prima linea. "Visto che resta irrealizzabile un cambiamento di cultura, abitudini e mentalità nella stragrande maggioranza dei cacciatori - sottolinea Benà - non resta che il deterrente della vigilanza ma lancia un allarme - Molti vigili provinciali cominciano ad essere impiegati in mansioni diverse dal controllo sulla caccia e il bracconaggio per esempio il conteggio dei cormorani e nutrie. Non è che i "lamenti" ei cacciatori del Delta hanno fatto breccia nel cuore dell'assessore che, non va dimenticato, è loro concittadino?"

Torna all'home page