Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 13.11.2000: <<La polemica. Il Wwf replica."Non abbiamo segnalato noi il cacciatore">>

La stizzita, scomposta, inopportuna reazione di Federcaccia riportata sui quotidiani locali in data 10 novembre necessita di una immediata replica non fosse altro che per riportare i fatti alla loro effettiva tangibilità e per mettere in condizione l'opinione pubblica di non farsi un'idea distorta di quanto accaduto. Dunque, dal momento che qualcuno non ha capito o ha fatto finta di non capire, ribadiamo il concetto (repetita juvant dicevano i latini).

Per chi non ha seguito la querelle, il caso cui si fa riferimento riguarda un processo celebrato la settimana scorsa ad Adria, nella sede distaccata del tribunale di Rovigo, contro un cacciatore denunciato per caccia illegale nel Parco del Delta, cacciatore che è stato assolto in quanto nel corso del dibattimento è riuscito a dimostrare che il giorno della denuncia era occupato in ben altre faccende.

Federcaccia accusa pubblicamente il Wwf di aver denunciato il cacciatore assolto. Questa accusa non corrisponde ai fatti in quanto il Wwf non ha (lo ribadiamo) denunciato il cacciatore medesimo. Il Wwf si è limitato a sporgere denuncia contro ignoti per caccia nel Parco e a coadiuvare il sequestro di alcuni stampi e di un piccolo natante presenti nell'appostamento abusivo di caccia esistente nel Parco del Delta repentinamente abbandonato dai bracconieri al sopraggiungere dei vigili del Wwf. Del resto come potevano i volontari del Wwf denunciare un tizio se non lo avevano neppure visto in faccia? Saremo anche degli sprovveduti, ma certo non fino a questo punto.

E infatti gli eventi non si sono sviluppati in questo senso. È stato lo stesso cacciatore, recatosi al comando di polizia di Porto Tolle per denunciare il furto della barca che ha fatto scattare le indagini da parte degli organi di polizia, la conseguente denuncia e il relativo processo (una sorta di harakiri insomma). Perché Federcaccia ci imputi "leggerezza nel denunciare il cacciatore" nonché "malafede" e per ultimo "faccia tosta" è mistero che solo la stessa Federcaccia è in grado di dipanare. Facciamo comunque osservare che tali affermazioni, infondate e destituite di ogni fondamento, certamente non giovano al buon nome della nostra onorata associazione, cosa questa che ci infastidisce non poco.

Per mera benevolenza soprassediamo sulle altre accuse (gravi e del tutto infondate) mosseci nell'intervento riportato sulla stampa. Facciamo comunque rispettosamente osservare ai vertici di Federcaccia che le motivazioni per le quali il Wwf si è costituito parte civile nei processi per caccia abusiva nel Parco del Delta sono sicuramente legittime, almeno tanto quanto le aspirazioni dei seguaci di Diana di continuare a esercitare la loro pur arcaica passione. Tanto è vero che le nostre richieste di costituzione di parte civile sono state accolte dal giudice, con buona pace per le sarcastiche, semplicistiche, ironie di qualcuno.

Wwf di Rovigo

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