Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 29.12.2000: <<Caccia e pesca. In programma la nascita di un istituto faunistico regionale.La riforma del mondo venatorio prevede la conferma degli ambiti. L’assessore Conta sembra intenzionato ad accogliere la richiesta polesana>>

Anno importante quello che va ad aprirsi per la caccia in Veneto stando alle dichiarazioni dell'assessore regionale Giancarlo Conta.

Davanti all'assemblea del mondo venatorio, agricolo e ambientalista nella prima riunione della commissione faunistico venatoria l'assessore si è espresso per un taglio con il passato che poggi sui presupposti normativi fondamentali dell'attività venatoria. Un input arrivato direttamente dalla giunta veneta che gli ha affidato l'incarico di revisione della legge quadro e del piano faunistico, individuandone gli obiettivi da perseguire e una griglia di strumenti con i quali operare in questa direzione.

Lo stesso Conta li ha elencati in commissione, passando in rassegna quelli che, a suo avviso, dovranno essere gli elementi fondanti del nuovo modo di andare a caccia negli anni futuri.

Modernizzazione del settore innanzitutto, in base a criteri gestionali e conoscenze tecnico scientifiche; certezza del diritto e pieno utilizzo di ogni potestà attribuita dalla Regione; condivisione degli obiettivi con l'intera comunità e, in primis, con il mondo agricolo; salvaguardia della dignità e del valore culturale dell'attività venatoria per abbattere alcuni pesi burocratici e contrastarne la delegittimazione; tutela delle consuetudini e delle tradizioni venatorie tipiche per località; precostituzione di strumenti tecnico gestionali atti a recepire con immediatezza le evoluzioni normative nazionali e comunitarie (cacce in deroga, elenchi comunitari e altro ancora); infine, la nascita di una struttura tecnico-scientifica regionale sotto forma di un istituto faunistico solo veneto.

Come si vede, la riforma aggiorna in modo sostanziale i principi normativi della caccia in regione anche alla luce degli strumenti operativi che ancora Conta ha esposto alla commissione. Strumenti che però, è bene dirlo, accolgono in pieno quanto di valido le legge 50 ha consolidato in questi anni. A cominciare dagli atc per il cui mantenimento e rafforzamento Conta si è già schierato. Importante è anche l'individuazione del territorio regionale da sottoporre a pianificazione faunistico venatoria, in base alle effettive potenzialità dei singoli ambienti agro forestali. Un colpo d'accetta, almeno nelle intenzioni, dovrebbe subire la burocrazia con uno snellimento generale e una più elevata accessibilità agli ambiti di caccia. Si vuole poi far crescere la preparazione di chi andrà a comporre i comitati di gestione degli atc, differenziare la gestione del calendario venatorio (per la fauna migratoria deciderà la Regione, per quella stanziale i rispettivi atc), razionalizzare gli spostamenti dei cacciatori, finanziare i singoli atc su progetti di tutela ambientale, riformare gli istituti venatori privatistici, superare le forme di caccia e controllare le popolazioni di selvatici nonchè concedere contributi per i danni della fauna su linee differenziate in ragione della cacciabilità.

Conta ha auspicato anche scambi di opinioni più franchi sulla materia ma slegati da posizioni pregiudiziali. Ed è forse questo lo scoglio maggiore.