Da "Il Resto del Carlino-cronache di Rovigo" dell'11.4.2001: <<Ekoclub esclusa dalla commissione venatoria>>

Il Tar del Veneto ha accettato la richiesta di sospensiva della nomina del rappresentante dell'Associazione denominata «Ekoclub international» in seno alla commissione faunistico venatoria regionale del Veneto. «Ekoclub international» è un'associazione di cacciatori ambientalisti» (che ha avuto il riconoscimento dal ministero dell'Ambiente) affiliata alla Federcaccia ed è stata inserita dalla Giunta reginale del Veneto con il provvedimento di nomina della Cfvr tra le quattro associazioni ambientaliste che hanno diritto, per legge, a farne parte.

Già alla prima riunione della suddetta commissione, da poco insediata sotto la guida dell'assessore Giancarlo Conta, il rappresentante del Wwf Fabio Roccato, d'intesa con i suoi colleghi ambientalisti (per la Lipu Francesco di Grazia e per Italia Nostra Andrea Firpo) che con lui erano a palazzo Balbi, preannunciò l'intenzione delle associazioni ambientaliste di proporre ricorso al Tar per chiedere l'esclusione di Ekoclub, in quanto la sua presenza era in contrasto con la normativa perché spostava ulteriormente gli equlibri della Commissione (già fortemente rappresentata da appartenenti al mondo venatorio) a favore dei seguaci di Diana, arrivando alla paradossale situazione in cui Federcaccia sedeva sulla poltrona dei cacciatori e su quella degli ambientalisti. Seguì una fitta comunicazion epistolare tra le associzioni ambientaliste e l'assessore al quale vennero inviate le sentenze di altri Tar che si erano già espressi sulla materia a favore dei veri ambientalisti, nella speranza che egli, d'ufficio, recedesse dalla sua decisione. Purtroppo fu tutto inutile e venne fatto ricorso al Tar. Ricorso che venne firmato da Fulco Pratesi e curato dagli avvocati Gianluigi e Matteo Ceruti di Rovigo. Il 4 aprile il Tar ha dunque accolto le richieste degli avvocati e azzerato la nomina del rapresentante di Ekoclub.

Una vittoria dunque per gli ambientalisti, poiché sostengono con un comunicato: «è l'ennesimo esempio dell'arroganza di certe associazioni venatorie che, non contente dello strapotere già acquisito nelle varie commissioni previste per legge, hanno indossato i panni ambientalisti per usurpare i posti dei veri ambientalisti al fine di poter fare quello che vogliono senza lasciare spazio alla controparte. Questo succede purtroppo sia nelle commissioni faunistico venatorie provinciali e regionali e negli ambiti territoriali di caccia di tutta Italia. Duole inoltre evidenziare che l'assessore avrebbe potuto risolvere in altro modo la faccenda senza arrivare nelle aule dei tribunali con ulteriore aggravio di spese pr le associazioni ambientaliste, formate da volontari già impegnati in altre onerose battaglie».