Itinerario nr. 7: la riserva naturale della Batteria (estensione: 370 Ha), la Laguna del Burcio (estensione 145 Ha), il Lago del Panarin, Busa Dritta ed il Po di Tramontana (tempo previsto: un'intera giornata)

Descrizione paesaggistico-naturalistica.

E' uno degli itinerari più belli di tutto il Delta (assieme alla discesa del Po di Maistra ed all'esplorazione del Bonello Bacucco).

Con questo percorso si ha la possibilità di visitare: una ex riserva naturale (che ancora prima era un'azienda faunistico-venatoria, cioè la Batteria), una piccola ma molto interessante laguna (il Burcio), un "lago" circondato da canneti (il Panarin), uno scanno (lo Scanno del Burcio), una garzaia (quella della Batteria), passare davanti al Faro di Punta Maistra (il "Faro di Pila"), transitare per Busa Dritta e per quella di Tramontana.

Si possono, perciò, ammirare l'ambiente del canneto, delle barene, della laguna e dello scanno.

Per quanto riguarda gli uccelli, numerosi sono gli aironi (rossi, cinerini e garzette), i cavalieri d'Italia, le Sterne, tra le quali spiccano i mignattini (il mignattino, Chlidonias niger, è una sterna di circa 24 cm. Ha piumaggio nuziale tutto nerastro, tranne il sottocoda che è bianco. Il dorso e le ali sono grigio lavanda. Il becco è nero e sottile, lungo quasi quanto la testa; le zampe sono bruno-rosse. Vola avanti ed indietro sull'acqua, "picchiando" per raccogliere insetti, ma raramente si tuffa), varie specie di anatre (tra cui le volpoche), ecc.

Uno dei miei avvistamenti più "fortunati", un gruppo di dodici spatole (la spatola, Platalea leucorodia, è un Ciconiforme molto raro in Italia. E' inconfondibile per il piumaggio bianco niveo e per il lungo becco a spatola, di colore nero, con la punta gialla. Anche le zampe sono di colore nero. I gruppi, di solito, volano in fila e si distinguono da tutti gli "Aironi bianchi" perché mantengono il collo teso, leggermente pendente), l'ho fatto proprio nelle zone descritte in questo itinerario: un vero paradiso per gli ornitologi!

Percorso in auto.

Imbarco-sbarco.

Percorso ad anello, quindi con imbarco e sbarco coincidenti.

Lo scivolo si trova sulla riva destra di Busa Dritta, vicino alla Centrale ENEL di Polesine Camerini (vedasi foto nr. 148). Per raggiungerlo, seguite le indicazioni di seguito riportate.

Percorrendo la S.S. 309 (Romea), al km. 61+700, girare a sinistra per Porto Tolle (per chi proviene da Venezia); svoltare invece a destra per chi viene da Ravenna.

Prendete la S.P. 38 che costeggia un canale (sulla destra): lo Scolo Veneto (che segna il confine tra i Comuni di Ariano, al di là dello scolo, e di Taglio di Po).

Lungo il percorso in auto, vi consiglio le brevi deviazioni di seguito indicate, per osservare cose molto interessanti.

Transitando sulla S.P. 38, prima di una curva a sinistra, un ponte alla vostra destra incrocia la suddetta strada provinciale.

Girate a destra, sul ponte, e dopo circa 50 m. ancora sulla destra, fermatevi su un prato confinante con una proprietà privata. Là potete ammirare quella che viene definita "la Torre", una struttura eretta nel 1749, ubicata ora in Comune di Ariano (e precisamente nei pressi dell'abitato di Rivà), facente parte della cosiddetta "Linea dei pilastri", che delimitava il confine tra i possedimenti della Serenissima e del Governo Pontificio. Alla base della Torre, infatti, si vedono gli emblemi dei due diversi Stati (vedasi foto nr. 144).

Riprendete la strada di prima e dopo poco, svoltate a destra per fare ora una tappa all'Idrovora di Cà Vendramin, della quale ho già parlato in precedenza (vedasi foto nr. 145).

Ritornate sulla S.P. 38 e non abbandonatela sino a quando non giungerete al km. 21 (attraverserete, perciò, il ponte sul Po di Gnocca, transiterete per la "tangenziale di Cà Tiepolo", passerete sotto il nuovo ponte sul Po di Venezia, oltrepasserete  l'abitato di Tolle e costeggerete quello di Cà Dolfin), dove dovete girare a destra per "Polesine Camerini".

Appena superato il ponte sul Po di Tolle, svoltate a destra, imboccando la strada sterrata che lo affianca.

Procedete lentamente (a causa delle buche), salite sulla rampa che conduce alla strada arginale della riva sinistra (idrografica) del Po di Tolle e raggiunta quest'ultima, continuate verso monte.

Sulla destra, potete notare una casa tipica ad un piano, con i caratteristici camini esterni (vedasi foto nr. 146). Essa, abitata e ben tenuta, offre un esempio di come le case edificate secondo il vecchio canone stilistico, si inseriscano senz'altro meglio nel paesaggio rispetto a quelle nuove, erette senza criterio alcuno.

Un'altra piccola "deviazione" va fatta poco dopo, sempre sulla destra, cioè scendendo in via Isonzo, per ammirare "Palazzo Camerini", un grande palazzo padronale risalente ai primi dell'800 (vedasi foto nr. 147).

Ritornate sulla strada arginale di prima e percorretela per circa 8 km., sino a giungere allo scivolo, caratterizzato dalla presenza di una montagnola di sabbia (vedasi foto nr. 148).

La strada di cui sopra, rappresenta la continuazione di quella della riva sinistra del Po di Tolle, che, dopo 2 km. circa dal ponte di Polesine Camerini, diventa la strada arginale della riva destra del Po di Pila.

Prima di arrivare all'imbarco, dunque, transitando lungo la suddetta carreggiabile, dovrete prima passare a fianco della Centrale ENEL di Polesine Camerini, superare il ponte che attraversa uno dei suoi canali artificiali, salire su un dosso ed arrivare ad una stretta curva a destra. La discesa che conduce allo scivolo si trova sulla sinistra, subito dopo quest'ultima.

Vi consiglio, prima di fare il giro in canoa, di salire sulla montagnola di sabbia, perché da lassù potrete osservare un bel panorama del Delta.

Percorso in canoa.

Dallo scivolo ( da esso, 72°, cioè E-N-E, è la direzione della foce di Busa Dritta; 3°, cioè N-N-E, è la direzione della Riserva Naturale della Batteria; 270°, cioè W, è la direzione della parte terminale del Po di Pila), dirigetevi verso l'incile del Po di Tramontana (vedasi foto nr. 149).

Avanzate verso la foce tenendovi a ridosso della riva destra.Troverete, alla vostra destra, un primo paradelo non lontano dall'incile (esso è chiuso, senza molta importanza, e potete anche fare a meno di visitarlo).

Proseguite, dunque, per un altro po', sino a quando vedrete, sempre alla vostra destra, l'apertura che conduce alla Riserva Naturale della Batteria (questo passaggio un tempo non esisteva, quando cioè la Batteria, Riserva Naturale dal 1977, ora facente parte del Parco, era completamente recintata da argini; esso si è formato recentemente, a causa dell'erosione dovuta ad una delle ultime alluvioni).

Penetrate, dunque, all'interno della Batteria e fatene il "periplo" costeggiandone tutto l'argine (che dovrete tenere sempre alla vostra sinistra).

Quando giungerete a ridosso dell'argine sinistro di Busa Dritta (una linea elettrica vi favorirà nell'orientamento), vedrete delle vecchie case, semisommerse, che facevano parte dell'ex Azienda Faunistico-Venatoria (vedasi foto nr. 151). Fatevi un giro, curiosando tra i vecchi edifici.

Continuate poi il percorso, tenendo sempre alla vostra sinistra l'argine interno della Batteria, sino a tornare al punto di partenza.

Rientrate in Busa di Tramontana, mantenetevi a destra e proseguite verso la foce, costeggiando la parte esterna dell'argine della Batteria.

Giunti al primo paradelo sulla destra, quello che conduce in Burcio, imboccatelo, inoltrandovi tra i canneti. Alla vostra destra avrete ancora l'argine perimetrale della Batteria.

Fate molta attenzione alla vostra sinistra, perché dovrete imboccare il secondo paradelo che troverete da quel lato. E' un po' sinuoso e difficile da navigare (cercate di non finire di traverso, perché fareste fatica a raddrizzarvi, tra le canne). Esso, comunque, conduce al "Lago del Panarin", uno "slargo" circondato da un fitto canneto.

Fate un giro sino a quando non imboccherete l'altro paradelo di tale specchio acqueo, che percorrerete sino a tornare di nuovo in Po di Tramontana. Raggiungete la foce, ormai vicina, e, tenendo la destra,remate sotto costa.

Dopo poco incontrerete, ancora alla vostra destra, l'accesso al mare della Laguna del Burcio. Passate oltre, puntando verso la scanno successivo (lo Scanno del Burcio).

Fermatevi, visitatelo, tuffatevi in mare, rifocillatevi e riposatevi: mezzo percorso è stato effettuato.

La seconda parte dell'itinerario inizia con la visitazione del Burcio (una laguna di 145 Ha).

Dallo scanno, dunque, penetrate nella bocca a mare del Burcio. Attraversatala e costeggiate il retroscanno, che terrete sempre alla vostra sinistra, sino a trovarvi nel mezzo del Burcio.

Continuate a farne "il periplo", rasentando ora il canneto ed eseguite tutto il giro della laguna, sino ad arrivare ad una radice morta (in alcune lagune gli alberi morti vengono utilizzati come punti di riferimento), nei pressi della quale c'è l'apertura del paradelo che conduce in Busa Dritta, passando nelle vicinanze del Faro di Punta Maistra.

Percorrete, dunque, questo canale: alla vostra destra avrete l'argine della Batteria, alla sinistra il canneto.

Transitate, quindi, vicino al faro (alla vostra sinistra) e, penetrati in Busa Dritta, girate a sinistra e portatevi verso la foce, tenendovi sempre in prossimità della riva sinistra (Busa Dritta convoglia il 36% della portata del Po, ossia la maggior parte dell'intero Grande Fiume; oltre che per la notevole quantità di acqua inalveata, si caratterizza per la notevole larghezza).

Non molto lontano troverete una prima rientranza della sponda, sulla sinistra, non molto accentuata, che merita, comun­que di essere vista da vicino.

Poi, più a valle, una seconda e più ampia (chiamata con il bizzarro toponimo di "Culo di Vacca").

Fate il giro anche di questa, sino ad arrivare proprio alla foce, nella parte sud dello Scanno del Burcio. Sbarcate e riposatevi un altro poco.

Partite, quindi, per fare ritorno; dovrete, però, fare un'esperienza nuova: la visita al "cuore" di una garzaia.

Dirigetevi verso monte tenendovi a ridosso della riva sinistra di Busa Dritta (che ora avrete alla vostra destra; in pratica dovrete rifare il percorso a ritroso).

Invece di imboccare, però, il paradelo che conduce in Burcio, subito dopo il faro, continuate a pagaiare vicino alla riva. Troverete, alla vostra destra, l'imboccatura di un paradelo non tanto pervio: proseguite oltre, perché non è quello che vi interessa.

Proseguite ancora e, sempre alla vostra destra, all'al­tezza degli edifici dell'ex azienda faunistico-venatoria della Batteria (vedasi foto nr. 151), incontrerete un paradelo con un'apertura molto più ampia della precedente; imboccatelo ed inoltratevi sotto i rami degli alberi, che creano una specie di galleria. Percepirete il forte odore di guano della garzaia e lo potete vedere sparso un po' dappertutto tra la vegetazione: è la "cartina di tornasole" del fatto che siete nel centro della garzaia.

Qua e là potrete osservare garzette ed aironi cinerini che si alzeranno in volo al vostro passaggio; alcuni avranno le tipiche "penne arruffate" dei giovani. Attenzione, però, non andate nella garzaia (cioè, letteralmente, nel "luogo dove nidificano gli aironi"), in primavera! Rischiereste di disturbare gli uccelli e di rovinare irreparabilmente le nidiate!

Proseguite lungo il paradelo sino alla fine, dove troverete una vecchia gru, che veniva impiegata per i vari lavori di manutenzione della valle, quando era ancora in attività. Se siete "intraprendenti", sbarcate sul pontone della gru e salite sul suo braccio (non è molto difficile farlo, perché è come arrampicarsi su un traliccio dell'alta tensione), portandovi verso la carrucola superiore.

Dall'alto potrete vedere tutt'intorno buona parte del territorio che avete appena esplorato (il Delta, come più volte ricordato, essendo spesso sotto il livello del mare, può essere visto in lungo ed in largo innalzandosi di soli pochi metri, e questo mezzo meccanico, può servire allo scopo!): è uno spet­tacolo bellissimo! Fate attenzione, però, mentre salite sulla gru,a non mettere il piede in qualche nido di vespe, che colonizzano, spesso, anche vecchi macchinari come quello.

Fatta anche questa "insolita esperienza", tornate indietro, rientrate in Busa Dritta ed attraversatela puntando verso il Basson.

Arrivati sulla riva destra di Busa Dritta, che avrete ora alla vostra sinistra, proseguite verso monte.

Incontrerete anzitutto, alla vostra sinistra, l'incile di Busa di Scirocco, voi passate oltre; poi quello di uno dei canali della Centrale ENEL, ed anche in questo caso tirate innanzi.

Poco dopo, alla vostra sinistra, giungere allo sbarco.

Ecco di seguito i punti bussola utili all'orientamento. Dalla radice morta collocata all'imboccatura del paradelo che dal Burcio conduce in Busa Dritta: 313°(W-N-W) direzione albero morto che indica l'imboccatura del paradelo che da Busa di Tramontana conduce in Burcio, 43°(N-N-E) direzione fronte nord dello Scanno del Burcio. Dall'albero morto ubicato all'entrata del paradelo che dal Burcio conduce in Busa di Tramontana: 331° (N-N-W) entrata del paradelo stesso (se lo volete percorrere, portatevi a ridosso dell'argine della Batteria, altrimenti correreste il rischio di finire in secca; vi sono, comunque, dei rametti piantati sul fondo della laguna con lo scopo da facilitare la rotta da tenere), 143° (S-S-E) direzione faro, 133° (E-S-E) direzione radice morta, 75° (E-N-E) spazio navigabile tra le barene del Burcio per raggiungere la sua bocca a mare (nella zona vicina all'albero morto, infatti, vi è poca profondità ed è molto facile finire in secca; è quindi importante sapere qual'è la traiettoria migliore dove poter pagaiare senza eccessivi rischi).

Superato il passaggio tra le due barene, se si vuole andare in mare, bisogna puntare verso 12° (N-N-E).

Quando si volesse imboccare, invece, il paradelo che da Busa Dritta conduce in Burcio, si sappia che, dopo averlo percorso, invece di dirigersi subito dritto ed a destra verso la radice morta, si può procedere a sinistra, navigando in un altro paradelo (che è in pratica la continuazione del primo), situato tra l'argine della Batteria (a sinistra) ed il canneto (a destra).

Solcatolo tutto, si ha ancora la vista dell'intera Laguna del Burcio. Se da tale posizione si volesse individuare l'albero morto che indica l'entrata del paradelo che dal Burcio conduce in Busa di Tramontana, guardate in direzione 325° (N-N-W).

Infine, per orientarvi nella zona detta "Culo di Vacca", sappiate che la parte più profonda della sua concavità si trova in direzione 17° (N-N-E), mentre la parte opposta, che riporta in Busa Dritta, è a 197°(S-S-W).

visualizza foto foto nr. 144. Itinerario nr. 7: Batteria, Burcio, Panarin e Po di Tramontana. "La Torre"

 

visualizza foto

foto nr. 145. Itinerario nr. 7: Batteria, Burcio, Panarin e Po di Tramontana. L'idrovora di Cà Vendramin (sede del Museo della Bonifica)

 

visualizza foto

foto nr. 146. Itinerario nr. 7: Batteria, Burcio, Panarin e Po di Tramontana. Polesine Camerini, tipica casa bassopolesana

 

visualizza foto

foto nr. 147. Itinerario nr. 7:Batteria, Burcio, Panarin e Po di Tramontana. Polesine Camerini, Palazzo Camerini

 

visualizza foto foto nr. 148. Itinerario nr. 7:Batteria, Burcio, Panarin e Po di Tramontana.Lo scivolo

 

visualizza foto

foto nr. 149. Itinerario nr. 7:Batteria, Burcio, Panarin e Po di Tramontana.L'incile del Po di Tramontana

 

visualizza foto

foto nr. 150. Itinerario nr. 7: Batteria, Burcio, Panarin e Po di Tramontana.La riva sinistra di Busa Dritta e la sua foce

 

visualizza foto

foto nr. 151. Itinerario nr. 7: Batteria, Burcio, Panarin e Po di Tramontana.La Batteria, vecchie case e linea elettrica

 

visualizza foto

foto nr. 152. Itinerario nr. 7: Batteria, Burcio, Panarin e Po di Tramontana.La Batteria, foto del paesaggio in una tappa di avvicinamento allo sbarco

 

visualizza foto

foto nr. 153. Itinerario nr. 7: Batteria, Burcio, Panarin e Po di Tramontana.La Batteria, al centro della foto si nota il braccio della gru abbandonata

 

visualizza foto

foto nr. 154. Itinerario nr. 7: Batteria, Burcio, Panarin e Po di Tramontana.La Batteria, ultimo tratto prima dell'incile del Po di Tramontana

visualizza cartina

Torna al piano dell'opera