Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del12 Novembre 2001:<<LA POLEMICA. Ma sono in pericolo anche passeri e fringuelli>>

E' all'ordine del giorno del consiglio regionale di oggi la legge per le cacce in deroga che dovrebbe consentire lo sparo su quantitativi prestabiliti di specie considerate in sovrannumero e in ragione dei danni che provocano all'agricoltura. Tra queste figurano i passeri, gli storni e i fringuelli. Proprio su questo minuscolo uccellino migratore di pochi grammi di peso si sta concentrando la campagna di salvaguardia e tutela promossa dalla Lega per l'abolizione della caccia. L'eventuale concessione di sparo sul fringuello viene infatti portata ad esempio, a parere del fronte anticaccia, dell'aberrazione delle legge sulle cacce in deroga che autorizzerebbe l'abbattimento di un volatile dalle caratteristiche di assoluta innocuità. «Il fringuello è protetto in tutt'Europa - ha commentato la Lac - e considerato in tutti i paesi del Nord come Germania, Inghilterra, Olanda e nella penisola scandinava un gradito e simpatico ospite dei giardini di tutte le abitazioni. Ai 60mila cacciatori veneti non bastavano le 40 specie già cacciabili. In Regione si è pensato di regalare loro anche altre sei specie come passeri, passeri mattugia, storni, peppole, tortore dal collare orientale e appunto i fringuelli». La Lac ha già annunciato di avere pronto un ricorso contro questa legge davanti al commissario di governo nel Veneto, per chiederne la totale bocciatura. Confortanti in questo senso, a detta dei protezionisti, sono stati infatti gli esiti della bocciatura del Governo il 17 ottobre scorso su un analogo provvedimento della Regione Toscana.

AMBIENTE. I titolari degli allevamenti ittici potranno sparare ai volatili che insediano le loro proprietà. "Fauna selvatica a rischio". Ricorso al Tar degli ambientalisti contro la delibera della giunta regionale.

«Quella delibera non elenca le specie alle quali sparare e dà carta bianca agli allevatori ittici anche senza licenza di caccia».

Il mondo ambientalista insorge ancora una volta contro i provvedimenti che tendono a liberalizzare attività venatorie e abbattimenti di fauna selvatica prima protetta.

In prima linea è sempre la Lega per l'abolizione della caccia che ha annunciato di aver depositato insieme a un gruppo di associazioni ambientaliste un riscorso al Tar veneto contro la delibera della giunta Galan con la quale è concesso ai proprietari e gestori di allevamenti ittici di sparare ai volatili che insidiano le loro proprietà. A detta della Lac la delibera avrebbe omesso di citare quali specie sarebbero abbattibili mettendo sullo stesso piano specie ittiofaghe come i gabbiani e i cormorani che svernano nel Delta del Po e in altre lagune venete, con uccelli superprotetti come gli aironi, o i rarissimi falchi di palude, i falchi pescatore e i martagoni col ciuffo.

La polemica non è nuova e a scontrarsi sono gli interessi economici dei produttori ittici che vedono le zone lagunari e vallive sulle quali esercitano la loro attività, ricevute in concessione o sulle quali sono titolari di un diritto reale, minacciate dalle specie che si nutrono di pesci. I danni provocati dai cormorani - che nei loro trasferimenti migratori eleggono a dormitori e aree dove nutrirsi proprio le zone deltizie - sono ormai noti e impongono un cospicuo esborso di denaro dalle casse regionali per far fronte alle richieste di danni degli allevatori.

Il rischio è però anche di altra natura, secondo la valutazione che ne fanno gli ambientalisti.«In realtà - spiega la Lac - la delibera autorizza l'abbattimento in ore notturne nei dormitori in periodo riproduttivo. Si autorizzano la distruzione delle uova e dei nidi. Come si potranno distinguere e salvare dalla distruzione specie rare come il Cavaliere d'Italia e l'avoccetta?»

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