Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 26 Ottobre 2001: <<CACCIA & PESCA. DEROGA PER I PASSERI ENTRO FINE STAGIONE>>.

"Nessuno stop alla legge sulle cacce in deroga".

A dirlo è la consigliere regionale Elena Donazzan, prima firmataria, tra gli altri, di un progetto di legge che dovrebbe riformare l'intero palinsesto della legge regionale sulle attività venatorie, e anche di uno dei quattro testi che dovrebbero modificare il divieto di sparo ad alcune specie protette come passeri, storni, fringuelli, passeri mattugia, peppola e tortora dal collare, considerate dannose in ragione della loro sovrabbondanza. Dopo la diatriba apertasi nella maggioranza di palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale, intorno alla mancata discussione del provvedimento che lunedì e martedì scorso era stato messo in agenda - il capogruppo della Lega Nord Flavio Tosi aveva vivacemente protestato per la venuta meno del numero legale dei consiglieri a causa, a suo dire, dell'assenza di alcuni consiglieri di maggioranza - arriva ora la spiegazione della Donazzan che precisa come si sia in attesa dell'entrata in vigore della modifica al titolo quinto della Costituzione, provvedimento adottato dal governo Amato a primavera e oggetto del recente referendum confermativo del 7 ottobre."La modifica costituzionale - ha sottolineato Donazzan - abrogando il ruolo del commissario di governo che verificava la conformità dei provvedimenti legislativi regionali con le norme dello Stato, darà modo alle leggi emanante dalla Regione di essere attive senza un controllo preventivo che di fatto sospendeva la sovranità dell'assemblea veneta". Il 17 ottobre infatti un identico provvedimento per la cacce in deroga della Lombardia è stato bocciato dal commissario di governo. "Dalla pubblicazione della modifica al titolo quinto della Costituzione, avvenuta in queste ore, devono decorrere quindici giorni di vacatio legis. Approvare la legge sulle cacce in deroga, trascorso tale periodo, diventa perciò più agevole".Ma se sul fronte venatorio si vogliono superare con il calcolo dei tempi i problemi procedurali di approvazione della norma, ben diverso è il clima che si respira nel campo anticaccia. Gli ambientalisti invitano a una mobilitazione di massa per fermare un provvedimento che non appare tra i più graditi all'opinione pubblica generale.

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