RIUNIONE DELLA C.F.V.R. DEL 19.12.2000

La prima riunione si è tenuta alle ore 10,30 del 19.12.2000 presso la Sala Travi di Palazzo Balbi a Venezia.

Relazione sulla riunione:

1)Discorso introduttivo dell'assessore Giancarlo Conta:

<<Porgo a tutti gli intervenuti, che vedo numerosi, un saluto cordiale ed un ringraziamento per l'aver voluto essere presenti a questa riunione che vede insediarsi la nuova Commissione faunistico-venatoria regionale.

Non vi nascondo che, in qualità di nuovo Assessore regionale, attendevo con impazienza questa occasione per avviare, con tutti Voi, un proficuo rapporto di reciproca conoscenza.

Questa riunione iniziale assume un rilievo particolare per la contemporanea presenza non solo delle Amministrazioni provinciali e delle Associazioni venatorie, ma anche dei rappresentanti di quelle componenti sociali che guardano alla materia con occhio talvolta critico (mi riferisco alle imprese agricole) o addirittura ostile (il riferimento è a gran parte delle associazioni ambientaliste).

La riattivazione della Commissione, da me fermamente voluta, non risponde tanto all'esigenza di adempiere ad una previsione di legge, quanto alla necessità di avviare un rapporto di interlocuzione fattiva con tutti i soggetti a vario titolo interessati alla gestione faunistico-venatoria del territorio, e ciò in un momento del tutto particolare che ci vede impegnati nella progettazione del futuro di detta fondamentale attività.

Credo non debba sfuggire il significato di tale "affidamento estensivo": dare alla Commissione un ruolo che va al di là di quanto previsto dalla norma, e cioè di mero "osservatorio" di quello che è l'attuazione nel tempo delle previsioni contenute nei documenti di piano, riconoscendo nella medesima i connotati di sede istituzionale qualificata a supporto della Giunta Regionale, la quale non può evidentemente sottrarsi all'ambizioso obiettivo di fare del disegno di legge in corso di elaborazione una proposta che già abbia recepito, per quanto possibile, le istanze delle Province e delle componenti associazionistiche, senza nulla togliere ovviamente ai passaggi successivi che verranno perfezionati in sede consiliare.

Ritengo doveroso questo approccio in quanto sul tappeto (come si suol dire) abbiamo da una parte la proposta di legge regionale formulata dall'Unione regionale delle Province del Veneto, dall'altra abbiamo un progetto di legge in Consiglio regionale (il numero 52), senza dimenticare le sia pur decadute proposte presentate alla fine della trascorsa  considerazione). Siamo di fronte, in altre parole, ad una mole consistente di testi, ognuno caratterizzato da un determinato approccio alla materia.

Avrete notato che la lettera di convocazione non contiene un ordine del giorno in quanto era prevista una riunione di insediamento avente come obiettivo quello di conoscerci vicendevolmente e di proporre un percorso di lavoro e di confronto su quelle che sono le tematiche principali: nuova legge e nuova pianificazione.

Alcune questioni "gestionali" di grande rilievo intervenute recentissimamente (mi riferisco all'Ordinanza del Consiglio di Stato relativa al nostro calendario regionale) non potranno peraltro non formare oggetto di una sia pur preliminare valutazione congiunta. Ma su questo tema tornerò  - non senza preoccupazioni - più avanti, per passare poi la parola a tutti gli intervenuti, i quali potranno evidentemente esprimere ogni proprio parere non solo su quello che mi accingo ad esporre, bensì anche su tutto ciò che si ritiene opportuno evidenziare.

La Giunta Regionale, nell'affidare l'incarico di revisione della legge quadro regionale e del Piano faunistico-venatorio, ha individuato gli obiettivi fondamentali che intende perseguire nonché una prima "griglia", certo non esaustiva, di strumenti che si ritengono necessari per conseguire detti obiettivi.

Ritengo di doverli entrambi richiamare in questa sede: infatti, è in primo luogo su di essi che intendo avviare il rapporto di interlocuzione con tutti Voi.

Tra gli obiettivi fondamentali abbiamo individuato:

-la promozione di una reale modernizzazione del settore, secondo criteri gestionali basati su conoscenze tecnico-scientifiche

-una maggiore certezza del diritto attraverso approcci equilibrati e rivolti all'innovazione in termini di fattibilità e nel contempo di pieno utilizzo di ogni potestà attribuita alla Regione

-un aumento dei livelli di condivisione degli obiettivi perseguiti presso l'intera comunità dei cittadini, a partire dal mondo agricolo

-la salvaguardia della dignità e del valore culturale dell'attività venatoria, anche attraverso l'eliminazione di inutili orpelli burocratici frutto di un’impostazione delegittimante che non può non ritenersi superata

-la salvaguardia delle consuetudini e tradizioni venatorie locali

-la precostituzione degli strumenti tecnico-gestionali ed amministrativi per il recepimento immediato delle evoluzioni normative che dovranno pur essere conseguite a livello nazionale e comunitario (si pensi alle varie forme di "caccia in deroga", all'aggiornamento degli elenchi comunitari, ecc.) per dare alla gestione faunistico-venatoria respiro europeo

-l'attivazione di una struttura tecnico-scientifica a livello regionale sotto la forma di un Istituto Faunistico Regionale

Tra gli strumenti abbiamo inserito in prima battuta:

-la corretta individuazione dei confini della Zona faunistica delle Alpi

-una individuazione del territorio regionale da sottoporre a pianificazione faunistico-venatoria che sia rapportata alle effettive potenzialità dei singoli ambienti agri-forestali

-il mantenimento degli A.T.C. e dei Comprensori Alpini, sulla base di indirizzi gestionali in grado di aumentare l'efficienza e l'efficacia operativa

-lo snellimento burocratico ed una maggiore accessibilità agli A.T.C. ed ai Comprensori Alpini

-un'adeguata preparazione dei Componenti dei Comitati di Gestione degli A.T.C. e dei Comprensori Alpini

-la gestione "differenziata" del calendario venatorio, che dovrà essere deciso a livello regionale per quanto riguarda la fauna migratoria, al livello di A.T.C. e di Comprensori Alpini per quanto concerne la fauna stanziale

-una razionale mobilità sul territorio regionale ed interregionale per la caccia alla selvaggina migratoria

-la possibilità per la Regione di finanziare direttamente A.T.C. e Comprensori Alpini in relazione a progetti di particolare rilevanza ambientale

-la revisione degli Istituti venatori privatistici

-il superamento delle forme di caccia

-il controllo efficace della densità delle popolazioni di fauna selvatica

-il finanziamento dei contributi per danni da fauna selvatica mediante linee finanziarie differenziate in funzione della cacciabilità o della non cacciabilità della medesima

-l'attivazione di un Istituto Faunistico Regionale, al fine di realizzare ricerche e sperimentazioni in materia, in collegamento con l'INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) ed altri Istituti di Ricerca/Università nazionali ed estere.

Come vedete, abbiamo ritenuto di dovere impostare il lavoro di riscrittura partendo da quello che intendiamo debba essere il futuro dell'attività venatoria nella nostra Regione (obiettivi), e quindi da ciò che intendiamo si debba fare in termini operativi (strumenti); solo successivamente, credo, si può passare ad allocare le funzioni amministrative che realizzano, sotto il profilo tecnico giuridico, il progetto di ammodernamento del settore.

Credo, o almeno mi auguro, che questa impostazione sia stata seguita anche dalle Province nella redazione della loro proposta di legge regionale; in tal modo, infatti, risulterà più agevole e proficuo lo sforzo che ognuno di noi deve mettere in campo per confrontarsi con le altrui opinioni, che possono essere anche divergenti se non addirittura contrapposte, sapendo che siamo comunque mossi da obiettivi strategici sostanzialmente condivisi.

Mi rendo perfettamente conto che l'obiettivo non è di facile conseguimento, e che purtroppo a quest'ultimo si frappongono incomprensioni che provengono dal passato.

Volendo tentare con più convinzione di superare il gioco delle parti (consentitemi il termine) e sperimentare uno scambio di opinioni quanto più possibile slegato da posizioni concettuali consolidate ma non sottoposte a revisione, dobbiamo cercare in questa fase di superare ogni eventuale pregiudizio e di confrontarci sulla progettualità.

Per essere più chiari, credo debbano essere evitati da una parte ogni atteggiamento volto ad una "liberalizzazione incondizionata" dell'attività venatoria e dall'altra ogni tentativo di vessazione e delegittimazione nei confronti dei cacciatori, così come deve essere a mio avviso superata l'antinomia tra Regione e Province nella rincorsa all'acquisizione di quante più funzioni possibili a prescindere da un progetto concordato, magari mediato con intelligenza.

Certo, il mio non essere cacciatore forse potrà togliere al mio operato un po' di grinta, un po' di passionalità; qualcuno magari ne gioirà, altri ne saranno forse preoccupati.

Che io non sia il massimo esperto in materia faunistico-venatoria credo sia noto a tutti. Ma non crediate che non tenga in massima considerazione questa materia, rispetto alla quale intendo dare ogni mio apporto con spirito di grande partecipazione.

A riguardo, nei primi mesi del mio mandato, credo di aver dimostrato come la Giunta Regionale intenda adempiere con la massima attenzione ai propri compiti, cercando non solo di garantire comunque l'applicazione della legge, bensì anche di trovare soluzioni che mirino a contemperare i vari interessi in loco.

Ricordo tra i principali provvedimenti:

1)la preapertura della stagione venatoria;

2) il compromesso raggiunto sulla caccia nelle canalette lagunari

3)le disposizioni esecutive in materia di risarcimento e prevenzione danni;

4)il consolidamento dell'operatività degli impianti di cattura, in ciò facilitati da pronunciamenti giurisdizionali che hanno sancito la correttezza gestionale dei medesimi e la titolarità in capo alle Province della sottostante funzione amministrativa;

5)il proseguimento in una politica regionale che incentivi le imprese agricole nel creare condizioni favorevoli alla fauna selvatica (mi riferisco evidentemente alla legge regionale 42/97, con i suoi 350 interventi finanziati, ed al Piano di sviluppo delle Zone Rurali);

6)l'approvazione di un nuovo, aggiornato regolamento regionale in materia di tassidermia;

7)l'adozione, da parte della Giunta Regionale, di un disegno di legge a favore delle Associazioni Ornitologiche;

8)l'avvio di un processo di rafforzamento della struttura Amministrativa regionale mediante l'attivazione di un’Unità Complessa che segue specificatamente la materia faunistico-venatoria;

9)l'emanazione di decreti presidenziali di limitazione del prelievo alla stanziale su richiesta delle locali strutture associative, intervento che non rappresenta altro che una sorta di anticipazione di quella che dovrà essere la gestione della fauna stanziale (censimenti; miglioramenti ambientali; piani di abbattimento) sulla base di criteri tecnico-scientifici e di una responsabilizzazione totalmente in capo agli Ambiti Territoriali di Caccia ed ai Comprensori Alpini;

10)l'avvio della fase di riscrittura della futura legge quadro ragionale;

11)la riattivazione della Commissione faunistico venatoria regionale, di fatto mai operante;

12)il consolidamento del rapporto di fattiva collaborazione con Veneto Agricoltura in materia faunistico-venatoria, che coinvolgeremo nel progetto relativo all'Osservatorio Faunistico Regionale e già oggi valorizziamo con il finanziamento di progetti attinenti alla materia.

A questi primi risultati si è purtroppo affiancato recentissimamente, in termini che noi riteniamo negativi, un pronunciamento del Consiglio di Stato sul calendario varato dall'Assessore che mi ha preceduto, pronunciamento che riteniamo in grandissima parte francamente inconcepibile ed, in quanto tale, inaccettabile.

Non intendo soffermarmi sugli aspetti tecnico-giuridici o faunistici, per i quali rimando alla competente Struttura regionale.

Certo, pur non essendo cacciatore capisco che quando si incomincia a mettere in dubbio la caccia a specie quali la beccaccia, il fagiano, la starna o la quaglia, e quando le difficoltà (leggasi pareri INFS e provvedimenti cautelari assunti in sede giurisdizionale) derivano esplicitamente dall'insufficienza di dati tecnico-scientifici che attestino senza ombra di dubbio la correttezza delle nostre scelte, ebbene, le cause non possono che essere le seguenti:

-o si è inteso imboccare la strada della contrapposizione preconcetta che intende disarmare quello che viene ritenuto l'avversario, ed allora è bene che si sappia che il sottoscritto alle sfide non si sottrae;

-o, peggio ancora, la colpa va cercata in casa di quelle Istituzioni (Regione e Province, evidentemente) che della conoscenza aggiornata, puntuale, organizzata debbono fare il proprio principale alleato nello svolgimento delle proprie funzioni amministrative.

Non si tratta di fare, in questa sede, il processo a nessuno.

Certo, siamo sinceri: fino a quando non riusciremo a dare una mano all'INFS attivando noi stessi ricerca applicata in grado di "certificare" la nostra gestione, non potremo lamentarci dell'Istituto, al quale certo chiediamo qualcosa di più di pareri che paventano nelle aziende agri-turistico-venatorie danni perpetrati a danno della quaglia o che paventano l'annegamento nelle botti degli Anatidi.

Quello che è successo in Consiglio di Stato è la prova che oramai non è più procrastinabile l'attivazione di una struttura capace di fare ricerca nel settore faunistico-venatorio, avuto riguardo sia alle specie stanziali che alle migratrici.

Da subito dovremo inoltre valorizzare ciò che già abbiamo in casa, e cioè i dati relativi ai censimenti, agli abbattimenti nonché ai ripopolamenti, facendo magari un po' di ordine e di collegamento nell'attività di raccolta dati ed elaborazione, con l'obiettivo di creare una banca dati regionale che organizzi la mole di dati di cui già disponiamo ma che non riusciamo a valorizzare nel modo dovuto.

L'Unità complessa recentemente costituita dovrà presto dotarsi di un "Ufficio per la gestione faunistica" in grado di dedicarsi a tempo pieno al coordinamento di tutte le attività che concernono l'assestamento e la valorizzazione faunistica del territorio e delle attività che concernono l'assestamento e la valorizzazione faunistica del territorio e delle attività di ricerca connesse. Le Province, a loro volta, dovranno produrre uno sforzo maggiore in questo campo e collegarsi con la Regione in misura più efficace di quello che sino ad oggi hanno fatto.

Credo di avere esaurito il tempo che mi ero prefissato.

E' bene passare la parola ai gentili convenuti, seguendo l'ordine:

-Amministrazioni provinciali

-Associazioni venatorie

-Associazioni agricole

-Associazioni ambientaliste.

Concludo ringraziando i presenti per aver voluto prendere parte a questa riunione di insediamento, precisando, senza voler peraltro anticipare le conclusioni, che si può sin da ora ipotizzare un incontro successivo nel corso della prima metà di febbraio per la presentazione della bozza di disegno di legge delle Giunta regionale.>>

2)Sono intervenuti di tutti gli altri membri della Commissione, nell'ordine indicato dall'Assessore Regionale.

3)Intervento di Fabio Roccato, a nome del W.W.F.:

<<Buon giorno a tutti, mi chiamo Fabio Roccato e rappresento il W.W.F. Chiedo di avere copia del discorso del sig. Assessore (a seguito di questa richiesta, verrà distribuita dalla segretaria della Commissione copia del testo letto dall'Assessore).

Voglio anzitutto dire che, anche se sono ovvie le nostre posizioni in materia di caccia, noi vogliamo lavorare in maniera costruttiva, ricoprendo al meglio il posto che la legge ci riserva nella Commissione, al di là delle nostre convinzioni ambientaliste.

Fatta questa premessa "politica", però, voglio subito mettere "i puntini sulle i", dissociandomi dalla nomina della "pseudo-associazione" ambientalista detta "Ekoclub" in seno a questa Commissione. Faccio presente che, visto che dagli interventi di chi mi ha preceduto è emerso il comune desiderio di iniziare a lavorare al più presto, non vorrei essere proprio io a mettere i bastoni tra le ruote, ma la presenza di "Ekoclub" è per noi motivo di ostacolo alla legittimità del decreto di costituzione della stessa Commissione, perché abbiamo intenzione di fare ricorso al T.A.R. se "Ekoclub" non verrà esclusa, bloccando da subito i lavori. Già nella nostra Regione abbiamo avuto un caso analogo di un'associazione "venatorio-ambientalista" prima nominata in una Commissione e poi allontanata subito dopo grazie alle giuste proteste dei veri ambientalisti. Mi riferisco al caso di "Kronos", che fa capo a Cacciatori Veneti, in un primo tempo inserita dal Presidente della Provincia di Rovigo nella Commissione Faunistico Venatoria Provinciale. Ho qui con me anche copia di un ricorso (perso) fatto al T.A.R. della Toscana da "Ekoclub", che era stata esclusa dal direttivo di un A.T.C. di quella Regione. Nella motivazione del provvedimento è detto chiaramente perché "Ekoclub" non può ricoprire tali cariche, anche se è stata riconosciuta come associazione dal Ministero dell'Ambiente. Se vogliamo iniziare con il piede giusto, noi chiediamo, quindi, l'estromissione di "Ekoclub" dalla Commissione.

Due parole sulle leggi regionali in discussione.

Mi sono trovato ad esaminare, recentemente, ben cinque proposte di nuove leggi regionali sulla caccia. Onestamente, non capisco il motivo di tanto "zelo legislativo", visto che trovo valida la legge attuale e non comprendo la necessità di volerla mandare in pensione. Una volta tanto mi tocca dare ragione al sig. Pisetti della Federcaccia, che mi ha preceduto nel suo intervento, e che ha sostenuto la stessa cosa, unitamente al responsabile dell'Enalcaccia. Concordo con entrambi sulla mancata necessità di cambiare la legge 50/93, ma nel caso in cui la Giunta Regionale decidesse diversamente, spero non passi quel disegno di legge aberrante che prevede l'azzeramento degli Ambiti Territoriali di Caccia e favorisca il tristemente noto fenomeno del nomadismo venatorio.

Tra tutti gli Assessori Provinciali che mi hanno preceduto nei  loro brevi interventi, ho trovato molto incisivo e condivisibile quello dell'Assessore di Belluno.

Ho concluso e chiedo scusa se posso essere sembrato poco diplomatico.

4)Gli interventi degli altri due amici ambientalisti sono stati più brevi. Essi si sono associati nel non volere la presenza di "Ekoclub" nella Commissione.

5)L'intervento del rappresentante di "Ekoclub" ha chiuso la presentazione di tutti i partecipanti alla prima riunione. Ovviamente si è difeso dagli attacchi degli altri ambientalisti, sostenendo che la loro associazione è riconosciuta dal Consiglio nazionale per l'ambiente e per questo sono pienamente legittimati ad essere presenti in Commissione.

6)Ha ripreso la parola l'Assessore regionale. Ha rinviato i lavori a metà febbraio del prossimo anno ed ha chiesto se era possibile fare una riunione ristretta dei vari componenti la Commissione, rappresentativi comunque dell'intero organismo, in modo da poter lavorare con più celerità.

7)La Commissione non ha obiettato. Ovvio che gli ambientalisti non tollererebbero che a rappresentarli fosse il delegato di "Ekoclub" (e pensiamo, ovviamente, valga anche l'esatto contrario), per cui si pone già il problema di incompatibilità tra ambientalisti stessi. Abbiamo scritto, a tal proposito, una lettera all'Assessore.

AL SIG. ASSESSORE REGIONALE ALLA CACCIA GIANCARLO CONTA

Oggetto: richiesta di esclusione di "Ekoclub" dalla C.F.V.R. a favore di altra "associazione ambientalista non venatoria".

 

Adria, 27.12.2000

 

Egr. sig. Assessore, come precisato nei nostri interventi in sede di riunione di insediamento della nuova C.F.V.R., non è nostra intenzione "creare problemi", perché vogliamo lavorare assieme agli altri componenti con spirito costruttivo (anche se, ovviamente, partendo da posizioni totalmente differenti).

Già, però, Le abbiamo "sollevato il caso" della presenza di "Ekoclub", un’associazione "ambientalista-venatoria", della Federcaccia, che ha tolto il posto ad altre associazioni, veramente ambientaliste, che dovrebbero essere in Commissione a pieno titolo (per esempio Legambiente, L.A.V., E.N.P.A., ecc.).

Per inquadrarLe al meglio il problema Le facciamo un piccolo

excursus
(tutto ciò lo potrà trovare anche su Internet all'indirizzo: http://space.tin.it/associazioni/faroccat/cfvphome.html):

Le leggi sulla caccia (la nazionale e la regionale) prevedono che in seno alle varie commissioni faunistico venatorie (quella nazionale, denominata "Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale", quelle provinciali, quella regionale ed il direttivo degli Ambiti territoriali di caccia) vi siano membri in rappresentanza delle associazioni di protezione ambientale. Normalmente, in questi vari organismi, "fisiologicamente" i cacciatori si trovano in maggioranza, sia perché sono più numerose le associazioni venatorie titolate a farne parte, sia perché i rappresentanti degli organi amministrativi (province o regioni) sono preposti a sovrintendere la materia in questione (la caccia, la pesca e l'agricoltura), per cui non possono non tenere in debita considerazione le aspettative di chi tali attività esercita (non è un mistero che la "lobby" dei cacciatori abbia consensi "trasversali" nel mondo politico, da destra a sinistra).

Come se non bastasse questo "strapotere" del mondo venatorio ai danni di quello ambientalista, nelle suddette commissioni, qualche appartenente ai seguaci di Diana ha avuto la brillante idea (della serie: fatta la legge, trovato l'inganno!), di inventarsi, ex novo, "pseudo-associazioni" ambientaliste, favorevoli alla caccia, che potessero, così, "soffiare il posto" ai veri ambientalisti, in modo tale che la gestione della materia venatoria diventasse "cosa loro" (si tenga bene presente, invece, che il titolo della legge quadro sulla caccia recita: "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio". Questo significa che, in primo luogo, tale normativa si dovrebbe occupare di aspetti protezionistici; ambito, quindi, di stretta pertinenza degli Ambientalisti!), senza l'intrusione di scomodi antagonisti.

Sono nate, perciò, nuove associazioni, come "Ekoclub", formata da iscritti alla Federcaccia (alcuni non sanno nemmeno di esserlo) o "Kronos", composta da appartenenti all'associazione venatoria Cacciatori Veneti.

Il bello, o meglio il brutto, di tutta questa faccenda, è che tali "ambientalisti" sono stati riconosciuti dal Ministero dell'Ambiente e sono presenti nel Consiglio nazionale per l'ambiente. Ma c'è di peggio: nonostante non abbiano mai dimostrato di quali iniziative ambientaliste siano capaci (mai una manifestazione, mai una protesta, mai una raccolta firme in favore della difesa degli animali, degli ecosistemi, ecc.,) a causa dell'alto numero dei loro iscritti (praticamente tutti gli associati alla Federcaccia, nel caso, per esempio, di Ekoclub), notevolmente superiore ad associazioni pure importanti come il W.W.F. e Legambiente, hanno "soffiato" il posto in alcune commissioni (complici funzionari provinciali o regionali un po' "distratti"), ai veri Ambientalisti!

Tutto ciò è semplicemente scandaloso!

(fine excursus)

Già casi analoghi di "incompatibilità" sono nati, in altre commissioni venatorie, e si sono risolti secondo le nostre legittime aspettative (con l'esclusione dei "pseudo-ambientalisti"); a tal proposito Le alleghiamo alcuni documenti, relativi a:

-decreto di nomina dei rappresentanti della Commissione Faunistico Venatoria della Provincia di Rovigo (che vedeva la presenza di un membro di "Kronos"-associazione facente capo a Cacciatori Veneti), lettera di protesta delle associazioni ambientaliste polesane, lettera di risposta del Presidente della Provincia di Rovigo, decreto di sospensione della nomina dei membri della C.F.V.P., decreto definitivo di nomina della C.F.V.P. (con esclusione di "Kronos" a favore di "Italia Nostra")

-sentenza nr. 307/2000 del T.A.R della Toscana che ha rigettato il ricorso di Ekoclub, esclusa da un A.T.C. di quella Regione (in tale sentenza è precisato bene il motivo giuridico per cui "Ekoclub" deve essere esclusa).

Non vorremmo iniziare con Lei con il "piede sbagliato" (creandoLe subito un problema), certi che la nomina di "Ekoclub" sia stata fatta in buona fede; però, onde evitare di perdere ulteriore tempo in ricorsi al T.A.R. (che comunque stiamo già preparando) che inficerebbero da subito (vedasi, per esempio quello che è successo nella C.F.V.P. di Rovigo) l'inizio dei lavori auspicato sin da subito dai tutti i partecipanti alla prima riunione del 19.12.2000, Le chiediamo di escludere da subito il rappresentante di "Ekoclub", a favore di un membro di altra associazione ambientalista non venatoria.

Non vogliamo che la nostra possa sembrare una "minaccia", perché non lo è affatto! Trattasi solo di una giusta aspettativa, necessaria affinché la Commissione da Lei fortemente voluta, possa nascere con i crismi della legalità e del rispetto reciproco tra le diverse "anime" che ne fanno parte. Esse sono deputate a "recitare" ciascuna la propria parte (ad un certo punto del Suo intervento è stato proprio Lei a parlare di giuoco delle parti e da quella frase abbiamo preso spunto), che deriva da ideologie diverse: evitiamo, quindi, di permettere che qualche "attore" usurpi la scena di altri solo perché "indossa panni non suoi"! La rappresentazione sortirebbe solo i fischi degli spettatori!

Al termine della prima riunione della Commissione, quella del 19.12.2000, Lei ha chiesto che la successiva venga fatta da una sorta di "Comitato Ristretto", che condensi tutte le entità della Commissione stessa e che possa lavorare più celermente, vista la mole di provvedimenti da discutere.

"Nulla questio" da parte nostra: W.W.F., L.I.P.U. ed Italia Nostra sono abituate a lavorare assieme da anni, senza rivalità. Ovvio, però, che lo stesso non possa dirsi per "Ekoclub", da noi visto come fumo negli occhi, e che non potrebbe certo essere rappresentato da noi, né potremmo noi  considerarci rappresentati da loro in sede di "Comitato Ristretto".

Ci sarebbe, quindi, già un grosso ostacolo, per quanto ci riguarda, nel poter dare corso alla Sua legittima proposta, a causa del problema di fondo, motivo di questa nostra nota.

La preghiamo, quindi, di risolvere al più presto la questione, al fine di poter mantenere la fiducia che noi abbiamo riposto in Lei.

In attesa di buone nuove, Le porgiamo cordiali saluti.

In allegato:

-decreto di nomina dei rappresentanti della Commissione Faunistico Venatoria della Provincia di Rovigo (che vedeva la presenza di un membro di "Kronos"-associazione facente capo a Cacciatori Veneti), lettera di protesta delle associazioni ambientaliste polesane, lettera di risposta del Presidente della Provincia di Rovigo, decreto di sospensione della nomina dei membri della C.F.V.P., decreto definitivo di nomina della C.F.V.P. (con esclusione del rappresentante di "Kronos" a favore di quello di "Italia Nostra")

-sentenza nr. 307/2000 del T.A.R della Toscana che ha rigettato il ricorso di Ekoclub, esclusa da un A.T.C. di quella Regione.

I membri ambientalisti della C.F.V.R.

Fabio Roccato W.W.F.

Andrea Firpo Italia Nostra

Francesco di Grazia L.I.P.U.

8)La risposta dell'Assessore Conta alla nostra lettera

GIUNTA REGIONALE DEL VENETO

Assessorato alle politiche per l'agricoltura,

l'artigianato e il commercio

 

Prot. n. 292/48.17                                           Venezia 17 GEN 2001

 

OGGETTO:

Richiesta di esclusione di "Ekoclub" dalla C.F.V.R. a favore di altra "associazione ambientalista non venatoria".

 

Egr. Sig.ri Componenti della Commissione

Faunistico-Venatoria Regionale

 

Fabio Roccato - WWf

Via Turati 8

45011 ADRIA RO

 

Andrea Firpo - Italia Nostra

Via A. Costa 37

30174 MESTRE VE

 

Francesco di Grazia - LIPU

Via del Capitel 11

37131 VERONA

 

Egregi Signori Componenti della Commissione Faunistico-Venatoria Regionale,

nel riscontrare la Vs. nota pari oggetto del 27.12.2000, pervenutami in data 10.01.2001, mi corre l'obbligo, nello spirito di interlocuzione serena avviato con tutte le componenti sociali a vario titolo interessate alla materia faunistico-venatoria, formulare alcune brevi considerazioni sulla questione che mi viene proposta.

In primo luogo consentitemi di non condividere la tesi che postula un'insanabile contrapposizione tra cultura ambientalista e cultura venatoria. Una cosa è sostenere che sono le Associazioni ambientaliste cosiddette "anti-caccia" a dover dare voce - nelle sedi istituzionali - agli interessi collettivi di segno contrario in materia venatoria, altra cosa è sostenere che solo quelle possono utilmente rappresentare gli interessi dell'ambiente e della fauna.

Non intendo dibattere sul "diritto/dovere di rappresentanza" in materia, perché l'argomento ci porterebbe molto lontano.

Dico solo che è proprio la Legge n. 157/92, con la sua corretta impostazione prioritariamente rivolta ai problemi della protezione ambientale, a doverci condurre al di fuori dalle secche rappresentate da una superata contrapposizione tra "caccia si" e "caccia no" per impegnarci tutti in un progetto (certo, partendo da posizioni culturalmente anche contrapposte) di attività venatoria sostenibile.

Ecco, allora, che le pregiudiziali di rappresentanza dovrebbero, a mio avviso, affievolirsi di molto, a meno di volersi arrogare (ma ciò credo non sia nello stile di Associazioni aperte al confronto quali sono quelle autorevolmente rappresentate dalle SS.VV.) competenze esclusive in materia di gestione dell'ambiente (non è forse vero che l'art. 1 comma quarto affida la gestione delle oasi non solo alle Associazioni di protezione ambientale ma anche, in alternativa, a quelle venatorie?).

Tale posizione pregiudiziale mi appare ancor meno condivisibile se penso che nel caso di cui stiamo disquisendo non è in gioco la rappresentanza in un Comitato Direttivo di A.T.C. (qui, trattandosi di un organismo gestionale dove vengono assunte delle decisioni, si possono anche in parte condividere le riserve formulate), bensì la presenza in un Comitato avente mere funzioni consultive (alle quali, sia ben chiaro, il sottoscritto annette grande importanza) nell'ambito del quale le posizioni "contrarie alla caccia" sono peraltro ampiamente assicurate.

Voglio essere sincero, proprio per onorare l'"apertura di credito" che mi avete voluto concedere: parlare di "lobby" dei cacciatori, rivolgendosi ad un rappresentante delle Istituzioni chiamato ad applicare la legge in materia di caccia, ecco, francamente non mi pare una presentazione particolarmente felice ed in grado di farci fare molta strada in termini di dibattito sereno. Con pari forza respingo l'allusione ad una mancanza di correttezza da parte dell'Amministrazione: i miei funzionari, tutt'altro che "complici" o "distratti", hanno provveduto a richiedere la designazione anche ad altre Associazioni ambientaliste (Federnatura, Associazione Regionale Protezione Animali, Lega per l'Ambiente Veneto), senza peraltro ricevere risposta alcuna.

Tutto ciò premesso, poiché intendo procedere nella gestione della materia affidatami con il massimo rispetto dell'ordinamento giuridico, ho dato disposizioni agli Uffici regionali, competenti sotto i profili tecnici e giuridici, affinché i medesimi valutino con attenzione tutti gli aspetti che mi avete gentilmente esposto e mi relazionino approfonditamente al fine di assumere quanto prima le opportune decisioni.

Ricambio volentieri cordiali saluti

L'ASSESSORE REGIONALE

-Arch. Giancarlo Conta

 

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