AI MINISTRI DELLAMBIENTE, DELLA SANITÀ E DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
LINTERROGAZIONE PARLAMENTARE DEGLI ONOREVOLI
REALACCI, VIANELLO, ZANELLA, FRIGATO E STRADIOTTO
Nellarea del Po e del Polesine, compresa nelle provincie di Rovigo, Venezia e Verona, negli uomini sia la mortalità generale che tutte la cause tumorali sono in eccesso significativo rispetto ai valori dellatteso regionale. Questi i risultati dellultimo studio Oms sulle aree a serio rischio ambientale, presentati insieme a Legambiente e al Ministero dellAmbiente.
Data dunque la gravità della situazione sanitaria e ambientale, i parlamentari Realacci, Vianello, Zanella, Frigato e Stradiotto chiedono al governo che posta anche l'esiguità degli stanziamenti in Finaziaria, trovi applicazione il principio del 'chi inquina paga' coinvolgendo direttamente le industrie causa dei danni.
Tra le cause non tumorali riporta lo studio Oms - si registrano eccessi di mortalità significativi per le malattie del sistema circolatorio, per le malattie cerebrovascolari, per le malattie maldefinite e per i traumatismi e gli avvelenamenti. Tra le cause tumorali si osservano eccessi per il tumore al colon, al polmone, e per il morbo di Hodgkin. Nelle donne la mortalità è superiore allatteso regionale. Si registrano eccessi, come negli uomini, per le malattie del sistema circolatorio, per le malattie cerebrovascolari e per le malattie maldefinite, in eccesso anche il diabete.
Larea del Po e del Polesine, a detta dei firmatari dell'interrogazione, a causa della gravità della situazione, dovrebbe da subito comparire in una lista di priorità nazionali dove gli interventi di bonifica debbono partire immediatamente. Accanto a questa lista, i parlamentari chiedono che si favorisca la creazione di nuove figure professionali, che offra anche una opportunità di riqualificazione per gli addetti del settore impiegandoli nei lavori di messa in sicurezza e di risanamento delle aree contaminate.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE:
AI MINISTRI DELLAMBIENTE, DELLA SANITÀ E DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
Per sapere, premesso che:
il giorno 9 gennaio, durante una conferenza stampa, sono stati presentati a Roma, dallOrganizzazione Mondiale della Sanità Centro Europeo Ambiente e Salute e dalla Legambiente, alla presenza del Ministro dellambiente, gli studi Ambiente e stato di salute nella popolazione delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale e "Dalla chimica dei veleni al risanamento ambientale". Lindagine Oms, commissionata dal Ministero dellambiente e della tutela del territorio, ha preso in esame la situazione in 15 aree ad elevato rischio di crisi ambientale nel periodo 1990-1994, ma ha completato unanalisi condotta e già pubblicata, effettuata a partire dal 1981. Le conclusioni dello studio possono essere sintetizzate nella seguente affermazione: tra le popolazioni residenti nelle aree a rischio, è stato rilevato che la mortalità generale nel quinquennio è superiore alla media regionale nella misura di almeno 4167 decessi rispetto allatteso (2639 maschi e 1527 femmine), pari al 2,64 % dei decessi totali, valore corrispondente ad oltre 800 morti in eccesso lanno; anche la ricerca di Legambiente evidenzia una stretta connessione tra produzioni altamente inquinanti e salute;
in considerazione della durata del periodo di incubazione nellorganismo umano delle malattie causa dei decessi aggiuntivi (malattie circolatorie, cerebrovascolari, dellapparato digerente e respiratorio, cirrosi epatica e tumori) e della persistenza nellambiente di molte sostanze inquinanti, è ragionevole concludere che le cifre relative agli eccessi di mortalità nelle aree a rischio siano stabili non solo nel periodo preso in considerazione ma anche negli anni successivi;
gli stanziamenti previsti dallultima legge finanziaria per la bonifica dei siti inquinati sono insufficienti, se si pensa allentità del problema nel nostro paese, ma comunque consistenti e soprattutto molto onerosi per le casse dello Stato poiché la responsabilità del danno e quindi lonere del ripristino dovrebbe ricadere sulle aziende. Lattuazione del principio del chi inquina paga, insomma, dovrebbe diventare, anche in Italia, uno dei vincoli cui far riferimento per avviare finalmente il piano delle bonifiche che, secondo stime della Legambiente, dovrebbe interessare ben 15.000 siti inquinati con limpiego stabile di 5.000 mila nuovi addetti altamente qualificati;
nellarea del Po di Polesine, compresa nelle provincie di Rovigo, Venezia e Verona, secondo lo studio OMS, negli uomini sia la mortalità generale che tutte la cause tumorali sono in eccesso significativo rispetto ai valori dellatteso regionale. Tra le cause non tumorali si registrano eccessi di mortalità significativi per le malattie del sistema circolatorio, per le malattie cerebrovascolari, per le malattie maldefinite e per i traumatismi e gli avvelenamenti. Tra le cause tumorali si osservano eccessi per il tumore al colon, al polmone,e per il morbo di Hodgkin. Nelle donne la mortalità è superiore allatteso regionale. Si registrano eccessi, come negli uomini, per le malattie del sistema circolatorio, per le malattie cerebrovascolari e per le malattie maldefinite, in eccesso anche il diabete;
se non reputino, i Ministri interrogati, opportuno linserimento nel nostro ordinamento, come suggerisce la Legambiente, di una normativa analoga a quella vigente negli Stati Uniti ispirata al Superfund, consistente nei seguenti tre livelli dintervento: il primo, un fund trust, ossia un fondo di sicurezza che vincoli una parte della tassazione di prodotti chimici e petroliferi e di altre sostanze inquinanti alla bonifica dei cosiddetti siti orfani (per i quali non è più possibile riconoscere un proprietario responsabile), il secondo consistente in unattività capillare di analisi sui siti inquinati che consenta di stabilire la loro pericolosità e lurgenza della bonifica, con la definizione di una lista nazionale di priorità, lultimo relativo allobbligo inderogabile per le aziende che gestiscono impianti ancora in attività, una volta accertata leventuale pericolosità della produzione o delle scorie prodotte sia per lambiente che per la salute della popolazione, di disporre immediati interventi di bonifica;
se non si ritiene indispensabile definire una lista di priorità, in cui sia presente larea del Po di Polesine, che fissi i tempi degli interventi di risanamento delle aree a rischio e crei le premesse per limmediata chiusura degli impianti per i quali è ormai accertata la pericolosità sanitaria, la delocalizzazione o la riconversione di quelli che hanno comunque un elevato grado di inquinamento e un pesante impatto ambientale;
se non si ritenga di favorire la creazione di nuove figure professionali, che offra anche una opportunità di riqualificazione per gli addetti del settore impiegandoli nei lavori di messa in sicurezza e di risanamento delle aree contaminate.
REALACCI
FRIGATO
STRADIOTTO
ZANELLA
VIANELLO