CRONACA DI UNA GIORNATA DI ORDINARIA ESCURSIONE SUL DELTA

 

21.2.2001, un mercoledì. Un bel sole, come in molte altre giornate di questo splendido febbraio che sembra anticipare la primavera, mi invoglia a fare una escursione sul Delta.

Oggi sono anche a casa dal lavoro, quindi, "carico" moglie e binocoli in auto e via a fare due passi ed un po' di bird-watching.

Mi porto a Cà Cornera e, dalla sommità arginale della riva sinistra del Po di Venezia, inizio la mia gita.

Subito le mie aspettative non sono deluse: la sottostante stupenda golena della Madonnina risulta, infatti, popolata da molte anatre, aironi e limicoli che, approfittando della bassa marea, si nutrono indisturbati.

Proseguo lungo via delle valli.

Faccio tappa sulla sommità arginale della riva sinistra del Po di Maistra, da dove posso ammirare i numerosissimi uccelli che stazionano in Valle Cà Pisani che, in questi giorni, ospita persino dei fenicotteri: un vero spettacolo!

Riparto e giungo in località Scanarello, ad uno dei parcheggi istituiti dal Comune di Porto Viro. Tutto è perfettamente attrezzato; vi sono anche delle tabelle segnaletiche per i turisti (una rarità per il Delta veneto). Salgo sull'argine di Valle Scanarello ed ammiro la macchia nera che, galleggiando lentamente, si allontana da me e si porta verso il centro dello specchio acqueo: trattasi di un centinaio di chiassose e simpatiche folaghe.

Riprendo l'itinerario e raggiungo una torretta per l'avvistamento degli uccelli, ubicata nel parcheggio successivo. Ad accogliermi un altro bel cartello turistico, con la solita scritta <<voi siete qui>>, deturpato, però, dalle altrettanto solite tre parole <<no al parco>>.

Salgo sulla torretta. Mi "danno il benvenuto" due "belle" deiezioni; della carta igienica fa loro da cornice. Sul legno della torretta numerose scritte con il pennarello, tipo <<Antonio è stato qui>>, oppure <<Mario ama Marina>>, ecc.

Riparto verso Porto Levante. Mi concedo, però, un'ultima tappa in Vallona, sull'altra torretta, quella che venne bruciata qualche tempo fa. Salgo. La mia curiosità viene attirata, ancora una volta, dalle scritte di qualche studente in gita. Una delle assi risulta sfondata da un calcio.

Sconsolato, me ne torno a casa. Per strada rifletto sulla stupidità umana, a tutti i livelli ed a tutte le età. Medito sugli sforzi encomiabili del Comune di Porto Viro che, primo e più attivo dei Comuni del Parco del Delta, si è prodigato per offrire al turista una segnaletica adeguata, dei parcheggi e delle torrette per l'avvistamento degli uccelli. Mi domando quali considerazioni farà, però, il turista che viene nel Delta perché gli hanno detto che qui c'è  un Parco ed invece si trova questo schifo. Penso, infine, a quando vado io in altre terre che non siano il mio Delta, anche non protette da parchi, come alcune zone delle Dolomiti. Là sentieri e segnaletica non sono imbrattati, né si trovano carte per terra e gli unici escrementi che vedi sono quelli delle mucche al pascolo. Eppure, posso assicurare, paesaggio ed animali durante la mia escursione sul Delta erano perfetti: belli sia l'uno che gli altri. Dove starà, dunque, la differenza tra Delta e Dolomiti?

Fabio Roccato, Amici del Parco del Delta del Po

(Lettera pubblicata su "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 25.02.2001)

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