CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

SETTIMA LEGISLATURA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

VILLAGGIO TURISTICO NELL'AREA "TENUTA FORTI" DI PORTO TOLLE: UN PROGETTO IN CONTRADDIZIONE CON IL PTRC E IL PIANO D'AREA PER IL DELTA DEL PO

Presentata il 28 febbraio 2001 dal Consigliere Gianfranco Bettin

Premesso che:

desta preoccupazione il progetto di costruzione di un villaggio turistico in area denominata "Tenuta Forti" nel Comune di Porto Tolle, da parte della ditta ISA s.p.a. e Aurora s.p.a.;

tale progetto non è attualmente in corso d'opera perché bloccato dal parere negativo della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Verona che ne ravvisa una incompatibilità con la salvaguardia dell'area, sottoposta per ragioni di importanza ambientale e paesaggistica a vincoli di tutela;

desta preoccupazione, di contro, che altre amministrazioni non abbiamo intravisto tale contraddizione, soprattutto la Regione Veneto, visto che ha da tempo inserito il territorio interessato nel Piano d'Area del Delta del Po, con provvedimento di Giunta n.1000 del 5 ottobre 1994;

saputo che:

l'area in oggetto - località "I Forti" - è inserita nella parte del Delta del Po sottoposta a vincolo con D.M. 1 agosto 1985 che la dichiara esplicitamente "di notevole interesse pubblico" ed è inserita, inoltre, nel Piano d'Area, emanazione del PTRC;

gli scanni e le lagune a sud e ad est dell'argine maestro sono sottoposti a vincolo idrogeologico ai sensi del Titolo I del Regio Decreto n.3267 del 30 dicembre 1923 e della legge regionale n.52 del 13 settembre 1978, art.2 e 3, richiamati all'art.7 - Direttive in materia di difesa del suolo - del PTRC, nel quale tali vincoli sono stabiliti "al fine di salvaguardare la sicurezza di cose e persone e prevenire ogni alterazione della stabilità dell'ambiente fisico e naturale, gli strumenti territoriali e urbanistici prevedono destinazioni d'uso del suolo e ogni altro provvedimento volto a ridurre il rischio e i danni agli insediamenti derivanti dal dissesto.";

il PTRC classifica tutta l'area come zona esondabile, in quanto la quota media del terreno risulta di circa -2,5 metri sul medio mare, rientrando nelle direttive previste dall'art.10 del PTRC e tale aera è interessata, inoltre, da subsidenza ed erosione costiera, per cui i "Piani Territoriali Provinciali e gli strumenti urbanistici debbono considerare le condizioni di sicurezza attuali e future in relazione alla previsione di infrastrutture e insediamenti residenziali, produttivi e turistici" come recita l'art.11 del PTRC;

considerato che:

il Piano d'Area del Delta del Po inserisce quest'area nelle "Aree di interesse paesistico-ambientale" normate dall'art.23, che alla lettera a) al capitolo "Direttive" specifica chiaramente come a questi territori si debba prestare particolare attenzione in termini di salvaguardia e valorizzazione paesaggistica in quanto "ambiti preferenziali per la realizzazione dei parchi territoriali";

al capitolo "Prescrizioni e Vincoli" alla lettera a) dell'art.23 del Piano d'Area sopra detto vengono previsti interventi di carattere turistico ricreativo nell'area di cui in oggetto che non sembrano affatto quelli previsti dal progetto presentato, tanto meno la realizzazione di un impianto a fune nello scanno prospiacente l'area che non risulta tra i siti destinati a "spiagge organizzate" previsti all'art.6 del Piano d'Area;

l'art.13 del Piano d'Area al comma 8 delle Prescrizioni e vincoli chiarisce che "la fascia della profondità di m.300 dal piede esterno degli argini dei rami deltizi - di cui all'art.27 della legge regionale 27 giugno 1985, n.61 - all'esterno dei centri edificati e delle zone edificabili previste dallo strumento urbanistico generale e già dotate delle opere di urbanizzazione, è inedificabile, salvo i maggiori vincoli stabiliti dal T.U. n.523 del 25 luglio 1904; in essa sono ammessi oltre ai manufatti destinati ai servizi idraulici, solamente interventi sugli immobili esistenti, quali manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, ristrutturazione e ampliamento purchè non sopravanzante l'esistente verso il corso del Po, secondo quanto disciplinato dalla legislazione vigente in materia e dalla strumentazione urbanistica ordinaria", chiarendo quindi che per zone edificabili previste dallo strumento urbanistico e già dotate delle opere di urbanizzazione si intende quelle presenti nei PRG al momento dell'entrata in vigore del Piano d'Area;

visto che:

in contraddizione con quanto sinora esposto, il progetto in oggetto prevede la costruzione di tre terrazzamenti di altezza variabile fra 3,5 metri (il primo terrazzamento a ridosso dell'argine) e 0,5 metri e, sopra di questi, la costruzione di strutture fra cui una sorta di "seggiovia" per il traghettamento dei turisti da un'argine all'altro;

a tale scopo la variante al PRG adottata dal Comune e approvata dalla Regione Veneto con deliberazione 3 agosto 1999 n.2785 risulta in pieno contrasto con quanto previsto dal Piano d'Area in quanto l'edificazione avverrebbe nella fascia considerata di rispetto di 300 mt. dall'argine;

il terrazzamento previsto dal progetto in oggetto verrebbe fatto mediante il conferimento di circa 2 milioni di tonnellate di "rifiuti riutilizzabili" composti da scorie di acciaieria, fanghi di perforazione e trivellazione, calci di defecazione, conglomerato bituminoso;

in ragione di quanto esposto si ritiene che il progetto di costruzione di un villaggio turistico in area denominata "Tenuta Forti" nel Comune di Porto Tolle sia incompatibile con quanto previsto sia dal PTRC che dal Piano d'Area per il Delta del Po; rappresenti un pericolo concreto e forte di inquinamento dell'ambiente e per la salute delle popolazioni e per questi motivi,

si interroga la Giunta

per sapere:

se non intenda riconsiderare l'intera documentazione in ragione anche del parere negativo della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Verona e verificare l'operato dei propri tecnici che hanno dato parere favorevole in presenza di contraddizioni palesi, al fine di tutelare l'integrità del territorio in esame.

Gianfranco Bettin

Venezia 28 febbraio 2001

 

COMUNICATO STAMPA:GIU' LE MANI DAL DELTA DEL PO

Presentata un'interrogazione dal consigliere regionale dei Verdi Gianfranco Bettin per fermare lo scempio del progetto di villaggio turistico in "Tenuta Forti" nel Comune di Porto Tolle

Terrazzamenti e discarica, ricettacolo di circa 2.000.000 di tonnellate di rifiuti, spacciato per intervento di promozione turistica in totale spregio con quanto previsto dal Piano d'Area del Delta del Po approvato in Regione.

Chi sono e quali agganci hanno i titolari del progetto di costruzione di un villaggio turistico in "Tenuta Forti" nel Comune di Porto Tolle, per riuscire ad ottenere, a più livelli, parere favorevole pur in palese contraddizione con gli strumenti di pianificazione, tutela e controllo regionali e d'area?

E' quanto si chiede il consigliere Bettin, forte del parere negativo della Soprintendenza per i Beni Ambientali di Verona, unico organo ad avere bloccato l'iter del progetto in quanto ne ravvisa una incompatibilità con la salvaguardia dell'area, sottoposta a vincoli di tutela per il suo valore ambientale e paesaggistico.

Il progetto prevede la costruzione di tre terrazzamenti di altezza variabile - da 3,5 m. a 05, m - sopra i quali verrebbero costruite le strutture abitative e una "seggiovia" per il trasporto dei turisti da una riva all'altra. Il terrazzamento verrebbe fatto con rifiuti, nell'ordine di 2.000.000 di tonnellate in tre anni, costituite da fanghi di perforazione e trivellazione, calci di defecazione (si parla dei residui di defecazione dell'Eridania di Porto Viro), conglomerato bituminoso, scorie di acciaierie ecc.

Tutto questo verrebbe costruito a ridosso degli argini, in pieno contrasto con quanto prevede il Piano d'Area che definisce come fascia di rispetto il terreno posto sino a 300 m. dall'argine stesso.

La Regione Veneto ha approvato una variante al PRG comunale che risulta in contrasto con queste previsioni del Piano d'Area. Forse non si sono accorti di nulla i dirigenti regionali preposti all'analisi della documentazione? Bettin chiede espressamente che si indaghi e ci si dica su come è avvenuta l'analisi e come si è potuti giungere ad un parere favorevole in contrasto con quanto previsto dal Piano d'Area.

L'area "Tenuta Forti" è sottoposta a vincolo dal Decreto Ministeriale del 1 agosto 1985; il PTRC classifica l'area come zona esondabile ed interessata da subsidenza ed erosione costiera al punto da dichiarare che i Piani Territoriali Provinciali e gli strumenti urbanistici debbono considerare attentamente questi fattori e a tal fine indica quali interventi infrastrutturali e residenziali produttivi e turistici vi possono essere fatti. Tra questi non risulta essere previsto un terrazzamento con discarica qual è questo.

Il Piano d'Area definisce questa parte di territorio "Area di interesse paesaggistico-ambientale", cioè "ambito preferenziale per la realizzazione dei parchi territoriali"; prevede prescrizioni e vincoli precisi che negano la possibilità di "seggiovie" e limita all'osso l'edificazione.

Bettin chiede alla Giunta Regionale di riconsidera la documentazione e di modificare il parere positivo espresso, in coerenza con i propri strumenti di pianificazione - PTRC e Piano d'Area -. Oppure, come sta avvenendo per il Terminal Gasifero, per la richiesta di utilizzo del combustibile altamente inquinante Orimulsion nella Centrale termoelettrica di Porto Tolle e tante altre piccole ma non meno gravi iniziative speculative nel Delta del Po, sia in area parco che nelle aree limitrofe, siamo in presenza di lobby locali con agganci trasversali ai partiti dell'arco costituzionale che vedono il Delta come una nuova "terra vergine" da sfruttare sino alla sua distruzione.

I Verdi sono con coloro che si oppongono a questa logica, con le associazioni ambientaliste, i comitati, gli amici del Parco per dare a questo territorio lo sviluppo sostenibile che merita per il valore ambientale, storico e socio-culturale che rappresenta nella provincia di Rovigo, nel Veneto e in Italia.

Gianfranco Bettin

Consigliere Regionale Verdi del Veneto

Venezia 1 marzo 2001

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 2.3.2001: <<PORTO TOLLE. Interrogazione del verde Gianfranco Bettin. La tenuta Forti è vincolata. No al villaggio turistico. Un’area paesaggistica da salvaguardare>>

Il villaggio turistico di Forti, è finito nel mirino del consigliere regionale dei Verdi Gianfranco Bettin. In un'interrogazione alla Giunta regionale, Bettin chiede infatti di riconsiderare l'intera documentazione e, sulla scorta del parere negativo della Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici di Verona, verificare come mai, pur in presenza di vistose contraddizioni con gli strumenti di pianificazione, il progetto abbia fin qui trovato la strada spianata.

Tutto parte dal terrazzamento, realizzato con circa due milioni di tonnellate di rifiuti (fanghi di perforazione e trivellazione, calci di defecazione, conglomerato bituminoso, scorie di acciaieria ed altro) da completare nell'arco di tre anni, su cui verrebbero costruite le strutture abitative ed una seggiovia per il trasporto dei turisti da una riva all'altra. A parere di Bettin, se il comune ha presentato una variate al Prg in contrasto con il Piano d'Area, la Regione non avrebbe rilevato questa incongruenza. L'intervento avverrebbe infatti a ridosso degli argini quando, invece, è prevista una fascia di rispetto fino a 300 metri dagli stessi.

L'area "Tenuta Forti", poi, è sottoposta a vincolo ministeriale e il Ptrc la classifica come esondabile ed interessata da subsidenza ed erosione costiera. La possibilità di realizzare interventi infrastrutturali e residenziali produttivi e turistici è perciò espressamente elencata e non prevede un terrazzamento. Di più. Per il Piano d'Area si tratta di un'area di interesse paesaggistico-ambientale che tra le prescrizioni ed i precisi vincoli nega la possibilità di realizzare seggiovie e limita all'osso l'edificazione. "In coerenza con i propri strumenti di pianificazione - spiega Bettin - la Giunta Regionale deve riconsiderare la documentazione e modificare il parere positivo espresso perchè altrimenti, come sta avvenendo con il Terminal gasiero, la richiesta di utilizzare l'Orimulsion nella centrale di Polesine Camerini e tante altre cose dentro e fuori il Parco, vorrebbe dire che siamo in presenza di lobby locali con agganci trasversali ai partiti dell'arco costituzionale che vedono nel Delta come una nuova "terra vergine" da sfruttare sino alla sua distruzione".

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