Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" dell'1 Dicembre 2001: <<PORTO VIRO. Il portavoce del comitato antiterminal replica alle promesse dell’azienda. "L'Edison fa solo pubblicità". Flamini: "Propaganda per non rispondere ad un vero contraddittorio">>

Botta e risposta. Il portavoce del Comitato bassopolesano antiterminal di Porto Viro, Luigi Flamini, contesta duramente le recenti affermazioni dei dirigenti dell'Edison, che magnificano i vantaggi che deriverebbero agli abitanti, non solo del Bassopolesine, ma di tutta l'Italia del Nord, se l'insediamento del terminal gasiero marino venisse accettato.

«L'essere ricorsi alla pubblicità per promuovere il suo insediamento - stigmatizza Flamini - testimonia l'incapacità dell'Edison di dimostrare tutta la verità sull'impianto di fronte ad un serio contradditorio. Dei sei punti che l'Edison elenca per magnificare il suo terminal - continua - solo il primo può essere accettabile, e cioè quello relativo al trasporto via nave del gas metano liquido». Ma il portavoce del Comitato contesta severamente tutti gli altri argomenti: «Già il secondo punto è facilmente attaccabile perchè il terminal non sarà solo un punto all'orizzonte, in mezzo al grande mare, ma una presenza incombente sia per il turismo nautico, che per la svalutazione che esso produrrà su immobili e località balneari, con conseguente calo anche del flusso turistico che interessa le nostre spiagge. Quando poi l'Edison parla di sicurezza del suo impianto, dobbiamo rispondere che noi siamo molto più sicuri senza questa struttura, perchè così non rischiamo in alcun caso nè esplosioni causate da attacchi, nè quelle provocate da errori umani».

Il portavoce del Comitato affronta poi il "problema inquinamento": «Da questo punto di vista, invece, devo dire che l'impianto gasiero costituirà una grave turbativa durante la fase della sua costruzione. Continuerà poi a provocare, con l'immissione in mare di acqua fredda ed ipoclorito di sodio, un'alterazione dell'habitat marino le cui conseguenze non sono al momento valutabili». E prosegue: «Si sostiene anche che il trasporto navale di gas metano farà diminuire il passaggio di petroliere nel mare Adriatico: a noi, però, non risulta che saranno chiuse, per questo, delle raffinerie tra quelle in funzione».

Flamini affronta infine il problema costituito dall'asserzione dell'Edison secondo la quale, grazie al terminal, si incentiverà lo sviluppo delle imprese venete e di quelle del Nordest. «È straordinaria la tesi che, dal terminal, si origini sviluppo per le imprese. Non crediamo - continua il portavoce - che ne usufruiranno le imprese polesane, mentre la ricaduta occupazionale sarà per noi insignificante e la manodopera che potrà specializzarsi in fase di costruzione del terminal, continuerà a doversi trasferire altrove, come già sta accadendo. Anzi, l'impatto negativo del terminal sull'economia locale, creerà molto più probabilmente una caduta dell'interesse turistico per il nostro territorio, con la conseguente chiusura di attività e la diminuizione dei posti di lavoro».