Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 3 Giugno 2002: <<Quando ormai sembrava che l'Edison ...>>

Quando ormai sembrava che l'Edison spa avesse la strada spianata per la realizzazione del mega terminal offshore, della capacità di 250mila metri cubi di metano, portato allo stato liquido al largo di Porto Levante con apposite navi metaniere, raggiungendo poi con un gasdotto il campo di Minerbio, presso Bologna, dopo la rigasificazione, ecco che il comitato dei cittadini propone il ricorso al Tribunale amministrativo regionale.

Il Comitato bassopolesano contro il terminal, con portavoce il prof. Luigi Flamini di Porto Viro, tenta così di fermare la realizzazione dell'impianto e del relativo gasdotto. Flamini, a nome del Comitato, ha firmato con l'avvocato Matteo Ceruti di Rovigo, specialista di Diritto ambientale, un ricorso al Tar, che sarà depositato in questi giorni. Si richiede al Tribunale amministrativo regionale, prima una sospensiva e poi l'annullamento del progetto dell'Edison. Progetto che aveva recentemente ottenuto il riconoscimento della pubblica utilità, dopo aver precedentemente incamerato una favorevole Valutazione di impatto ambientale.

Ma su cosa è motivato, più in dettaglio, tale ricorso? "Sulla necessità che sul progetto sia formulata una nuova Valutazione di impatto ambientale, poichè secondo noi, come peraltro abbiamo detto tante volte, non è stata rispettata la normativa del Piano d'area, che per i nostri siti prevede una serie di divieti, soprattutto nelle zone lagunari e vallive, scanni ed argini. Infatti in tale Piano - prosegue il portavoce - si fa espressamente divieto di realizzare qualsiasi opera, che non sia di difesa idraulica o di produzione ittica. E terminal e gasdotto - rileva - non hanno evidentemente questo scopo".

Quindi Flamini eccepisce ancora: "Vi è poi da dire che la prima Via prevedeva la realizzazione del gasdotto fino a Ca' Cappello, in Porto Viro, mentre poi il progetto ha subito una fondamentale modificazione, con il prolungamento fino a Minerbio. Tra l'altro - precisa - noi rileviamo anche una grave incongruenza nell'iter burocratico col quale si è concessa la pubblica utilità, prima ancora che fosse terminato il processo di Valutazione di impatto ambientale. Anche il Comune di Adria - anticipa - farà, dal canto suo, ricorso al Tar, principalmente focalizzato sul gasdotto, mentre il nostro, lo ribadisco, verte sulla necessità che la Via deve essere fatta cumulativamente, in quanto gli effetti delle due sezioni del progetto (terminal e gasdotto) sull'ambiente, non sono addizionali, ma sinergici".