Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 4 Novembre 2002: <<ADRIA. Ambientalisti convinti che il problema non sia la disputa sul combustibile, se orimulsion o metano. «La centrale Enel va chiusa». Sabato 16 ci sarà un’assemblea con esperti al museo della Bonifica di Ca’ Vendramin>>

La scelta del luogo non è casuale, l'ex idrovora di Ca' Vendramin, museo della bonifica. Gli ambientalisti, anzi il coordinamento provinciale dei comitati per la difesa dell'ambiente torna a farsi sentire, stanco di questo "teatrino" che ha come tema la centrale di Polesine Camerini e il dibattito sul combustibile con il quale andrà a funzionare nel prossimo futuro.

Ecco allora la presa di posizione netta, ma anche l'annuncio di un'assemblea pubblica che è stato organizzato per sabato 16, sul tema "Contro lo sviluppo tossico: un altro Polesine è possibile", appunto all'ex idrovora. Sarà il professor Luigino Mottaran, portavoce del coordinamento, a presentare l'incontro, mentre il professor Virginio Bettini, docente di analisi e valutazione di impatto ambientale all'istituto di architettura dell' Università di Venezia, terrà la relazione sul tema. Il punto del dissenso è assai semplice. «In queste ultime settimane abbiamo assistito a una intensificazione dello scontro tra i sostenitori dell'orimulsion e quelli del metano. A noi pare che questo scontro riproduca la vecchia e paradossale teoria morotea delle convergenze parallele. Infatti, gli attuali contendenti divergono aspramente sulla scelta dell'alimentazione della centrale di Polesine Camerini, ma convergono sul mantenimento per altri due, tre decenni dell'impianto, pur riconoscendo entrambi che è obsoleto e arcaico, e che continuerà a inquinare sia che funzioni a orimulsion sia che funzioni a metano. Noi crediamo che molti cittadini polesani ormai si siano resi conto che i sostenitori delle due opzioni parallele sono dei pasticcioni e che tali opzioni rappresentano un falso problema che occulta la questione fondamentale, la realizzazione del Parco e la programmazione di attività economiche ed imprenditoriali compatibili».

Quindi, dicono quelli del coordinamento provinciale, «questa è la prospettiva che guarda al futuro del nostro territorio, dei suoi 75mila abitanti, e in questa prospettiva non c'è posto per la centrale Enel, né per altre centrali magari a turbogas, né per il terminal gasiero della Edison, né per termovalorizzatori e inceneritori, tantomeno per villaggi turistici costruiti su terrazzamenti di rifiuti che inaugurano un nuovo genere di turismo masochistico».

Insomma, un no netto, assoluto per quel Polesine che essi temono si stia disegnando all'orizzonte e senza ombra di dubbio anche un deciso no alla centrale, anche se in versione metano, poiché si teme che in tal modo essa continui a esistere ancora per decenni.