Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 5 Febbraio 2003: <<L’INCHIESTA. I carabinieri del Noe raggiungeranno l’impianto con un’imbarcazione. Oggi il sequestro della piattaforma Eni I Verdi: "I nodi vengono a galla">>

Questa mattina (tempo permettendo) i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Venezia con una imbarcazione raggiungeranno la piattaforma dell'Eni per eseguire il provvedimento di sequestro.

Sul caso, sono intervenuti Paolo De marchi e Gianfranco Bettin della Federazione regionale dei Verdi. "Stanno venendo a galla i tanti nodi ambientali non risolti in un'area delicatissima come quella che va dal Delta del Po alla Laguna di Venezia - si legge nella nota -. La sentenza della Cassazione che ingiunge il sequestro dei "campi estrattivi" di idrocarburi "Naomi-Pandorā" ENI al largo del Delta del Po, č motivo di ulteriore soddisfazione, dopo l'ordine del giorno al Senato che ha stoppato la riconversione ad orimulsion della centrale termoelettrica di Porto Tolle. Dirigenti ENI, AGIP e dell'Ufficio V.I.A. nazionale sono inquisiti per gravi reati ambientali nella vicenda delle estrazioni di gas in Alto Adriatico. Sono inquisiti per altri reati, sempre di natura ambientale, anche dirigenti della centrale ENEL di Porto Tolle. Sorge il "legittimo sospetto" che questi enti siano, quantomeno, inaffidabili sul piano del rispetto della tutela ambientale. E' vero che nessuno ancora č stato riconosciuto colpevole e, quindi, rimane il beneficio del dubbio sulle responsabilitā individuali ma l'inquinamento su mare, coste ed aria č stato accertato in molti studi, rilevazioni, piani e ricerche anche se poi, stranamente, nessuno agisce di conseguenza. Da tempo - prosegue la nota - i Verdi ribadiscono che il Delta del Po come la Laguna veneziana devono essere tutelati in forma ben diversa da quella attuale. Tutto l'Alto Adriatico dovrebbe essere ricondotto a tutele fra loro collegate che ne riconoscano il valore ambientale, la delicatezza degli equilibri ecologici, la necessitā di normare e rendere compatibili le attivitā produttive al loro interno. Per quanto riguarda il Delta del Po, come tutti i delta europei tutelati a parco nazionale, si deve andare oltre a quella burla che č l'attuale parco regionale, comprendendo finalmente anche Porto Tolle in questo vincolo. Un parco interregionale se non nazionale riconsiderando il destino sia delle produzioni nocive giā presenti, sia di quelle previste o ipotizzate".