Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 8 Febbraio 2003: <<L’INCHIESTA. L’Ente nazionale ha costituito una propria commissione per accertare se sussistono reali pericoli di subsidenza. Eni pronta a interrompere le estrazioni. Ieri mattina l’avvocato Stella ha incontrato il pm Fasolato: "Massimo impegno sull’ambiente">>

Il professor Federico Stella, legale dell'Eni, ieri mattina ha incontrato il pubblico ministero Manuela Fasolato. Il colloquio è durato un'ora e mezza e si è svolto al secondo piano del palazzo di Giustizia dove l'avvocato, accompagnato dal collega Franco Palmiro Tosini, è arrivato alle undici e mezza, proveniente da Milano. Il legale ha confermato la costituzione di una commissione interna per verificare le problematiche sulla subsidenza ed ha consegnato al magistrato le conclusioni dell'indagine sugli episodi di pirateria dei quali l'Ente è stato vittima proprio nei giorni in cui il pm Fasolato stava per eseguire il sequestro di dati informatici. Il professor Stella è uscito dall'ufficio del sostituto procuratore intorno all'una ed ha voluto rilasciare pochissime dichiarazioni. «L'impegno ambientale dell'Eni è assoluto», si è limitato a dire il legale.

L’INCHIESTA. Il legale dell'Ente ha incontrato il pm Fasolato dopo il sequestro della piattaforma."Eni, massimo impegno sull'ambiente". Il professor Stella ha consegnato al magistrato le conclusioni dell’indagine sugli hacker

Il professor Federico Stella, legale dell'Eni, ieri mattina ha incontrato il pubblico ministero Manuela Fasolato. Il colloquio è durato un'ora e mezza e si è svolto al secondo piano del palazzo di Giustizia dove l'avvocato, accompagnato dal collega Franco Palmiro Tosini, è arrivato alle undici e mezza, proveniente da Milano. Il legale ha confermato la costituzione di una commissione interna per verificare le problematiche sulla subsidenza ed ha consegnato al magistrato le conclusioni dell'indagine sugli episodi di pirateria dei quali l'Ente è stato vittima proprio nei giorni in cui il pm Fasolato stava per eseguire il sequestro di dati informatici.

Il professor Stella è uscito dall'ufficio del sostituto procuratore intorno all'una ed ha voluto rilasciare pochissime dichiarazioni. «L'impegno ambientale dell'Eni è assoluto», si è limitato a dire il legale. Che poi, salendo in ascensore, ha aggiunto: «Avete visto come è finita a Venezia», con un chiaro riferimento al processo sul petrolchimico.

L'avvocato avrebbe ripetuto al pm Fasolato quanto già detto dall'amministratore delegato Vittorio Mincato: se effettivamente sussiste il pericolo di subsidenza, sarà l'Eni stessa ad interrompere le estrazioni. Per bloccarle al momento ci è voluta la sentenza della Cassazione, alla quale il colosso energetico aveva ricorso appellandosi alla decisione del Tribunale del Riesame che aveva dato ragione alla Procura. «È comunque stata una mezza vittoria e una mezza sconfitta», ha commentato il professor Stella. Di fatto, è vero in parte: per quanto riguarda il giacimento Irma-Carola, la Cassazione non ha fatto altro che prendere atto della rinuncia da parte dell'Eni a compiere le estrazioni.

L'indagine della magistratura, iniziata due anni fa, va comunque avanti. Anche per quanto riguarda la sparizione dei dati dal sistema informatico dell'Eni. Ieri il legale milanese ha consegnato al pm Fasolato le conclusioni dell'inchiesta interna, ricostruendo quel che è avvenuto dal punto di vista tecnico. Ciò non potrà ovviamente soddisfare il magistrato, che oltre a sapere il come, vuole conoscere anche il chi e il perché di quanto è avvenuto. Su questo aspetto della vicenda, la Procura rodigina ha aperto un fascicolo a parte, allo stato attuale contro ignoti.

Da mercoledì la piattaforma Naomi-Pandora è sequestrata. Sono stati i carabinieri del Noe di Venezia a porre i sigilli alle valvole di presa e trasferimento del gas. L'attività è già sospesa in toto, visto che l'Eni già da sabato, appena saputo della sentenza della Cassazione, aveva avviato le lunghe procedure di chiusura del giacimento.