Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 9 Ottobre 2002: <<ARIANO. Al fianco di Legambiente nella costituzione di parte civile per l’inquinamento del fiume Po. Anche l'Ente parco si mette contro Milano>>

Il Comitato esecutivo dell'Ente parco regionale Veneto Delta del Po ha deciso di aderire all'iniziativa di Legambiente relativa alla messa in mora e alla costituzione di parte civile contro il Comune di Milano, ritenuto responsabile di inquinare alcuni corsi d'acqua in quanto nel territorio di suo competenza non è in funzione alcun sistema di depurazione.

Il problema non è nuovo. Già la provincia di Lodi, con 16 comuni lombardi, ha deciso la stessa azione legale. Il Parco del Delta è quindi in buona compagnia.

"Sono d'accordo con questa iniziativa - ha detto Vincenzo Melone vicepresidente dell'Ente - perché ritengo, tra l'altro, che sia un modo per far esplodere le contraddizioni relative all'inquinamento, prodotto da Milano e dal suo hinterland, del Po che alla fine del suo percorso, nel Delta, diventa la cloaca della Padania".

"Allora - continua Melone - il ministro Bersani approvò la mia relazione. Oggi , come allora, sostengo che chi produce questo inquinamento deve assumersi tutte le responsabilità con relativi oneri".

La posizione dell'Ente parco, non è quindi cambiata. Anzi viene rafforzata dalle recenti decisioni del Comitato esecutivo che è intenzionato con la sua azione legale a far cessare il degrado delle acque del Po, causato dagli affluenti del grande fiume dove Milano scarica le acque non depurate.

"Il danno dell'ambiente fluviale - ha detto, nel corso della riunione, il presidente del Parco Dimer Manzolli - è particolarmente grave in quanto sono pressoché inutilizzabili a fini pubblici le acque che arrivano fino al Po e che sono inquinate dal Comune di Milano".

Il danno non è soltanto di natura ricreativa ma anche di natura economica in quanto le acque inquinate sono , tra l'altro, necessariamente utilizzate a fini irrigui, riducendo le varietà delle colture possibili e oltre ad influire pesantemente sulla riduzione del pescato a fronte della minor qualità delle acque.

Stefano Danieli, direttore dell'Ente ha riferito che la stessa Comunità Europea ha rilevato tale ritardo , aprendo nei confronti di Milano una procedura di sanzione.

A conclusione della riunione del Comitato esecutivo è stato auspicato che Milano regolarizzi nel più breve tempo possibile la sua posizione con l'entrata in funzione del sistema di depurazione.

Infatti la cosa più importante è arrivare nel più breve tempo possibile ad avere meno inquinamento nel più grande fiume d'Italia.