Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 10 Gennaio 2002: <<Riconversione a ciclo combinato delle Centrali di Sermide ed Ostiglia. LE REAZIONI>>

La notizia della riconversione a ciclo combinato delle due centrali Enel di Moglia di Sermide e Ostiglia è stata acccolta con enorme soddisfazione da amministratori e soprattutto dagli esponenti di spicco delle associazioni ambientaliste del Destra Secchia e dell'Alto Polesine .

"L'abbattimento degli inquinanti, la decisione di non usare più olio algerino, combustibile cancerogeno è certamente il risultato che ci interessa di più - dice Luigi Lui, docente e direttore del mensile "Sermidiana" - intanto procede a ritmo serrato la vendita, da parte di Enel, della seconda Genco; l'Eurogen". Un pacchetto da 7500 megawatt che frutterà allo Stato, visti i ricavi della prima cessione, circa un miliardo a megawatt. La transazione si concluderà entro la primavera del 2002 e in questo passaggio di proprietà rientrerà anche l'impianto di Sermide che produce circa il 5\% dell'energia elettrica nazionale. "Non si sa chi acquisterà Eurogen - conclude Lui - ma c'è da registrare la fretta con la quale sono stati aperti i cantieri per la trasformazione in ciclo combinato dei due colossali impianti, secondo le linee guida di una direttiva Cee del 1992". A Ostiglia, per riconvertire la centrale, saranno spesi ben 362 milioni di euro. "Si tratta di rifare il cuore della centrale - spiega il direttore dell'impianto Nicola Cinnella - entrata in esercizio tra il 1967 e il 1974 con 4 gruppi. Un impianto che ormai mostrava i segni del tempo ed era destinato a uscire in pochi anni dal parco delle centrali". I portavoce delle 30 associazioni "verdi" del mantovano e della provincia di Rovigo esprimono una soddisfazione più cauta: "Il danno ambientale, causato in quest'area da circa 30 anni di attività degli impianti è colossale".

<<INDUSTRIA E AMBIENTE. Da alcune settimane sono iniziati i lavori per adeguare i grandi impianti di Moglia e Ostiglia. Centrali Enel, taglio all'inquinamento. La riconversione costerà oltre 360 milioni di euro. Tra un anno il problema dei posti di lavori in esubero>>

Un investimento di 362 milioni di euro, 80 imprese, 550 lavoratori, 36 mesi di lavoro: queste le cifre più importanti del progetto che, a Sermide, sta portando la colossale centrale per la produzione di energia elettrica a rendere di più, inquinando meno.

Un sogno? Non si direbbe, visto che i lavori procedono a ritmo serrato, con buona pace degli ambientalisti polesani e mantovani, riuniti dal 1996 in coordinamento permanente contro le due centrali elettriche di Sermide (precisamente Moglia, una località a ridosso del fiume Po e Ostiglia, la città che diede i natali a Cornelio Nepote).

Due colossali e ingombranti impianti "colpevoli" di aver emesso, per più di vent'anni anni, metalli pesanti cancerogeni e polveri. Una polemica rovente che ha unito amministrazioni locali e ambientalisti in nome della salute pubblica e di un ambiente naturale pregevolissimo che si è degradato a causa delle due centrali, costruite, guarda caso, a ridosso del Polesine!.

L'Eurogen, la holding che possiede ora la centrale di Sermide ha appaltato a Enelpower la commessa di 362 milioni di euro per riqualificare a ciclo combinato l'impianto. Il cantiere si è aperto durante l'autunno e proseguirà fino alla fine della primavera del 2004, occupando ben 550 addetti, suddivisi attraverso 80 imprese, di cui diverse locali, cioè quelle che hanno le caratteristiche specifiche per svolgere questo tipo di adeguamenti.

La ristrutturazione riguarderà 3 gruppi di produzione e durerà 8 mesi per l'attività di demolizione dei gruppi preesistenti, 18 mesi per la trasformazione di ogni modulo, con un passo di 5 mesi tra il primo e il terzo modulo. Le tre nuove unità avranno una potenza totale di 1140 mega watt, con un rendimento superiore: dall'attuale 39\%, un parametro ormai fuori mercato, fino a oltre il 59\%.

Oltre a questo notevole vantaggio produttivo la trasformazione della centrale di Moglia di Sermide comporterà soprattutto l'abbattimento degli inquinanti. L'impianto brucerà gas metano che arriva direttamente con il metanodotto già esistente, con conseguente riduzione della potenza termica dissipata e del biossido di azoto, dunque maggior rendimento dell'impianto e minor impatto ambientale.

Quindi dai tre nuovi camini (quello esistente non verrà riutilizzato) alti circa 130 metri, verrà emessa nell'aria prevalentemente anidride carbonica, notevolmente ridotta rispetto alle emissioni attuali, e vapore acqueo. Con grande sollievo della popolazione altopolesana e del Destra Secchia non si vedranno più uscire dal camino quelle fumate dal colore giallo che si tingeva di nero.

Un vera e propria boccata di ossigeno per tutto il territorio dalla provincia di Modena alle valli grandi veronesi. Contemporaneamente, anche la grande centrale di Ostiglia viene ambientalizzata in questi stessi mesi. Da non sottovalutare infatti che l'apertura dei due cantieri, a Sermide e Ostiglia, ha portato occupazione e investimenti per l'intera area. La giusta preoccupazione degli attuali dipendenti rimane uno degli interrogativi dell'intera vicenda.

La centrale a ciclo combinato, quando sarà a pieno regime, avrà bisogno di meno manodopera. "Meno inquinanti, ma più disoccupati", "Con il combinato personale dimezzato" si leggeva sui cartelli dei dipendenti in una recente manifestazione davanti all'impianto di Sermide. Ma è un problema che si porrà nel 2003, visto che per quest'anno è già stata garantita la protezione dei posti di lavoro.

Un investimento di 362 milioni di euro, 80 imprese, 550 lavoratori, 36 mesi di lavoro: queste le cifre più importanti del progetto che, a Sermide, sta portando la colossale centrale per la produzione di energia elettrica a rendere di più, inquinando meno.

Un sogno? Non si direbbe, visto che i lavori procedono a ritmo serrato, con buona pace degli ambientalisti polesani e mantovani, riuniti dal 1996 in coordinamento permanente contro le due centrali elettriche di Sermide (precisamente Moglia, una località a ridosso del fiume Po e Ostiglia, la città che diede i natali a Cornelio Nepote).

Due colossali e ingombranti impianti "colpevoli" di aver emesso, per più di vent'anni anni, metalli pesanti cancerogeni e polveri. Una polemica rovente che ha unito amministrazioni locali e ambientalisti in nome della salute pubblica e di un ambiente naturale pregevolissimo che si è degradato a causa delle due centrali, costruite, guarda caso, a ridosso del Polesine!.

L'Eurogen, la holding che possiede ora la centrale di Sermide ha appaltato a Enelpower la commessa di 362 milioni di euro per riqualificare a ciclo combinato l'impianto. Il cantiere si è aperto durante l'autunno e proseguirà fino alla fine della primavera del 2004, occupando ben 550 addetti, suddivisi attraverso 80 imprese, di cui diverse locali, cioè quelle che hanno le caratteristiche specifiche per svolgere questo tipo di adeguamenti.

La ristrutturazione riguarderà 3 gruppi di produzione e durerà 8 mesi per l'attività di demolizione dei gruppi preesistenti, 18 mesi per la trasformazione di ogni modulo, con un passo di 5 mesi tra il primo e il terzo modulo. Le tre nuove unità avranno una potenza totale di 1140 mega watt, con un rendimento superiore: dall'attuale 39\%, un parametro ormai fuori mercato, fino a oltre il 59\%.

Oltre a questo notevole vantaggio produttivo la trasformazione della centrale di Moglia di Sermide comporterà soprattutto l'abbattimento degli inquinanti. L'impianto brucerà gas metano che arriva direttamente con il metanodotto già esistente, con conseguente riduzione della potenza termica dissipata e del biossido di azoto, dunque maggior rendimento dell'impianto e minor impatto ambientale.

Quindi dai tre nuovi camini (quello esistente non verrà riutilizzato) alti circa 130 metri, verrà emessa nell'aria prevalentemente anidride carbonica, notevolmente ridotta rispetto alle emissioni attuali, e vapore acqueo. Con grande sollievo della popolazione altopolesana e del Destra Secchia non si vedranno più uscire dal camino quelle fumate dal colore giallo che si tingeva di nero.

Un vera e propria boccata di ossigeno per tutto il territorio dalla provincia di Modena alle valli grandi veronesi. Contemporaneamente, anche la grande centrale di Ostiglia viene ambientalizzata in questi stessi mesi. Da non sottovalutare infatti che l'apertura dei due cantieri, a Sermide e Ostiglia, ha portato occupazione e investimenti per l'intera area. La giusta preoccupazione degli attuali dipendenti rimane uno degli interrogativi dell'intera vicenda.

La centrale a ciclo combinato, quando sarà a pieno regime, avrà bisogno di meno manodopera. "Meno inquinanti, ma più disoccupati", "Con il combinato personale dimezzato" si leggeva sui cartelli dei dipendenti in una recente manifestazione davanti all'impianto di Sermide. Ma è un problema che si porrà nel 2003, visto che per quest'anno è già stata garantita la protezione dei posti di lavoro.

<<LA LUNGA BATTAGLIA. Protagonisti amministratori e società civile>>

Tu dove sei? Dove abiti? Quali sono i rischi per la tua salute? Era questo l'incipit del più efficace e allarmante volantino distribuito da Mirandola a Legnago, da Ostiglia a Occhiobello, da Castelmassa a Bondeno dal coordinamento permanente delle associazioni ambientaliste delle province di Mantova e Rovigo per sensibilizzare la popolazione sull'impatto ambientale causato dalle centrali Enel di Moglia di Sermide e Ostiglia.

In circa 20 anni d'esercizio, a esempio, l'impianto di Sermide ha prodotto 5 miliardi di chilowatt all'anno, bruciando milioni di tonnellate di olio combustibile e di conseguenza emettendo una quantità enorme di inquinanti che hanno minato la salute della popolazione, oltraggiando coltivazioni cerealicole, frutteti, piantagioni di verdure, allevamenti di bestiame.

Ogni giorno, dai camini delle due centrali Enel di Moglia e Ostiglia, dopo la combustione quotidiana di olio combustibile denso, proveniente dall'Algeria, uscivano 895 quintali di Anidride solforosa, 390 quintali di ossidi di azoto, 200 chilogrammi al giorno di metalli pesanti come nichel e vanadio.

Ora, la trasformazione a ciclo combinato, e quindi l'impiego di metano per produrre energia elettrica comporterà soprattutto l'abbattimento quasi completo dei maggiori inquinanti: nessuna emissione di percolato, nessuna emissione di ceneri e scorie, riduzione dei fanghi e residui oleosi.

Una situazione drammatica, quella vissuta fino ad alcuni mesi fa, che ha sollevato le coscienze e la grinta di circa 30 associazioni verdi, le amministrazioni comunali, la stampa e l'opinione pubblica: in questi ultimi anni si sono susseguiti dibattiti, conferenze, convegni, manifestazioni popolari, proteste, lancio di volantini, discussioni e tavole rotonde. A dimostrazione che l'associazionismo e il volontariato sono una risorsa preziosa in ogni ambito.

In questa vicenda, sono certamente da ricordare tre uomini che in diversa misura si sono impegnati per ottenere la riconversione delle due centrali elettriche: Luigi Porta, sindaco di Sermide e dirigente dell'Enel stessa, figura di onesto amministratore di recente scomparso ma che seppe mediare tra l'azienda nella quale era impiegato e le necessità dei lavoratori e della popolazione, Andrea Boschini, chimico e docente massese che ha saputo, con l'esattezza di dati e delle ricerche spiegare con correttezza alla gente l'effetto delle emissioni sulla vita e la salute della popolazione, e infine il medico di famiglia, residente a Carbonara di Po, Paolo Papazzoni, che tra i primi denunciò la crescita dei casi di neoplasie, di dermati, di malattie broncopolmonari tra la popolazione del Destra Secchia.