Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" dell'11 Febbraio 2003: <<AMBIENTE. A larga maggioranza il Consiglio provinciale ha approvato il Piano che ora passa al vaglio della Regione. Nessun inceneritore in Polesine. L’assessore Valentini ha ribadito che "per farlo funzionare dovremmo importare 90 mila tonnellate di rifiuti">>
In Polesine non verrà realizzato alcun termovalorizzatore o inceneritore di rifiuti. Il piano dei rifiuti approvato ieri sera dal Consiglio provinciale non lo prevede. «Noi produciamo 30 mila tonnellate di combustibile da rifiuto, il Cdr, - ha detto l'assessore Pierluigi Valentini - il piano della giunta regionale prevede impianti da 120 mila tonnellate. Così dovremmo importare 90 mila tonnellate di rifiuti. Non si ipotizza, quindi, vista la quantità di rifiuti prodotti la localizzazione nel territorio di un termovalorizzatore».

Il piano rifiuti è stato approvato con 12 voti favorevoli e 8 astenuti. Ora, per l'adozione, la parola passa alla Regione.

La discussione è durata tre ore ed è stata aperta dalla presenza di alcune persone che hanno distribuito volantini ed affisso cartelli e striscioni (a firma di fantomatici Comitati Polesani per la liberazione dal centro-sinistra) che poi sono stati rimossi immediatamente.

L’INTERVENTO. Manzolli: «Il Delta è il salotto del Polesine da conservare»

Inceneritore, termodistruttore, termovalorizzatore. Tre parole per dire la stessa cosa: un distruttore di rifiuti. Inceneritore fa venire in mente l'Icmesa di Seveso, quella che emetteva diossina; termodistruttore è un sinonimo (distruzione mediante il calore), ma il sostantivo non piace, dà un impatto negativo sull'opinione pubblica, allora i suoi sostenitori l'hanno ribattezzato termovalorizzatore. Non cambia nulla, ma suona meglio. E chissà che nell'immaginario collettivo, la valorizzazione passi meglio della distruzione. «A Rovigo non vogliono il termovalorizzatore - dice Antonio Dimer Manzolli, presidente dell'Ente Parco - l'ha detto il sindaco Paolo Avezzù. L'ha detto anche l'assessore all'ambiente Luigi Paulon. Meglio, nella sintesi delle loro dichiarazioni, realizzarlo a Porto Tolle, visto che il comune si è autocandidato per ospitare questo tipo di impianto. Non desidero entrare in polemica. Ognuno ha le proprie idee e il diritto di portarle avanti come crede, nel rispetto degli altri. E le mie, sull'ambiente, sono note da sempre. In questo caso non si tratta di essere favorevoli o contrari al termovalorizzatore nell'estremo Delta. Allo stato attuale delle cose si tratta di fare un semplice ragionamento sul futuro del Polesine. Si è detto da più parti che la provincia quasi per "vocazione", è divisa in tre comprensori ognuno dei quali deputato a un tipo di sviluppo: si è parlato del distretto degli spettacoli viaggianti, della giostra, in Alto Polesine; si è insistito sul Medio e Rovigo per ulteriore processi di industrializzazione e servizi. E si è pensato al Basso come polo di sviluppo turistico e per iniziative ecocompatibili. Il Parco, le spiagge esistono e sono richiamo per il turismo. Invece di pensare alla realizzazione di un termovalorizzatore che altro non è che "un inceneritore di rifiuti in grado di produrre energia", cosa migliore sarebbe quella di lavorare in direzione della salvaguardia del Delta che garantirebbe non indifferenti ritorni economici. Come presidente dell'Ente dico che non abbiamo bisogno di un impianto di questo tipo. È un problema che tocca tutti: perché il Delta non è patrimonio dei soli bassopolesani, ma se non è un'esagerazione, dell'umanità. Il Delta è il salotto verde del Polesine e così dobbiamo conservarlo. E qualsiasi iniziativa che possa compromettere questa immagine va respinta. Anche se viene dalla mia stessa parte politica».

«L'incongruenza di un inceneritore nel parco del Delta», di LUIGI PIZZO

Leggo sulla stampa locale che l'interesse per Portotolle è sempre al centro dei dibattiti e delle polemiche tra i partiti anche al di fuori del nostro territorio.

Mi riferisco all'ultima "buttade" del sindaco di rovigo Avezzù.

Egli dice:per mantenere i costi dello smaltimento dei rifiuti serve un inceneritore, visto che Portotolle si è candidato nel marzo 2001,facciamolo lì.

Mi permetto alcune osservazioni:

1)la giunta che ha approvato quella delibera (ospitare un termovalorizzatore in un terreno privato) è caduta anzitempo (per fortuna).

2)La Provincia ha dimostrato in più occasioni che un bruciatore nel nostro territorio sarebbe antieconomico e antiproduttivo.

3)Proporre la collocazione di un bruciatore (se mai fosse accettato) a Porto Tolle significa non aver mai guardato una cartina geografica del polesine!

Cerco di spiegarmi: per quanto concerne il primo punto, caro sig. sindaco, Lei e il suo assessore Paulon potrete anche non gioire come il sottoscritto, ma che la caduta Broggio è un fatto innegabile, tant'è che stiamo andando alle elezioni anticipate; e sono curioso di leggere i programmi delle varie liste per verificare chi si prenderà l'onere di riconfermare quella scelta, visto che il PRG (piano regolatore generale) prevede quell'area agricola.

Secondo punto: i dati della provincia indicano una produzione giornaliera attorno alle 130 tonellate di rifiuti da versare in discarica o in bruciatoreOra, è assodato che un impianto tecnologicamente avanzato per essere produttivo ed economicamente giustificabile deve essere in grado di produrre energia per 3/400MW Il quale necessita non meno di 300/500 tonellate giornaliere; se noi ne produciamo al massimo 1/3 il rimanente lo prendiamo da Padova, da Verona, da Venezia?

O è invece un modo per dire alla Regione vostra amica che qui ci possono fare tutti i bruciatori che vogliono?!

Ma non eravate voi i paladini ambientalisti che avevano rifiutato l'ambientalizzazione della centrale Enel perché nel Parco del Delta?

Signori se voi siete il nuovo che avanza, il partito tutto efficienza e privatizzazioni, e questi sono gli effetti, non invidio i cittadini di Rovigo. Se a Porto Tolle F.I. si presenta con queste premesse sono certo che i portotollesi sapranno valutarne le giuste considerazioni.

*P.R.C. Portotolle

Rovigo