Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 12 Febbraio 2003: <<ENERGIA. Dismissione nel futuro della Centrale. L’on. Bellotti mette in difficoltà il Governo con un emendamento poi neutralizzato>>
La centrale di Porto Tolle resterà in funzione, ma è destinata a chiudere una volta esaurita la nuova fase di produzione dopo l'ambientalizzazione, essendo inserita in un'area di pregio ambientale. Il percorso del decreto salvacentrali in discussione alla Camera sembrava assodato. Accogliendo le proposte dei deputati polesani Franco Grotto (Sdi-Ulivo) e Gabriele Frigato (Margherita-Ulivo), si era infatti raggiunto un accordo "trasversale" che inseriva nel decreto di proroga del funionamento per un biennio con gli attuali combustibili altamente inquinanti, il principio della futura dismissione dell'impianto con l'Enel partner delle Istituzioni (Stato, Regione, Provincia e Comuni) per i lavori di ripristino delle caratteristiche ambientali origiìnali del territorio del Delta. Una strada in discesa vista l'impostazione data dalla commissione, ancor più dopo il voto positivo dell'apposito emendamento in aula a Montecitorio. Senonchè l'intervento del deputato polesano di Alleanza Nazionale Luca Bellotti ha rimescolato le carte. Bellotti ha infatti presentato un nuovo emendamento in cui colloca le centrali di Porto Tolle, di Brindisi Nord e di San Filippo del Mela (Messina) nella riserva strategica e definiva un piano di utilizzo che preveda il ricorso ad esse solo in casi eccezionali per evitare soluzioni di continuità nella copertura del fabbisogno energetico: a sorpresa, per una manciata di voti (221 voti a favore e 211 contrari) è stato approvato l'emendamento che di fatto avrebbe portato all'inutilizzazione dell'impianto di Polesine Camerini, se non in casi eccezionali. Altra conseguenza "pesante" sarebbe stata l'inutilità di qualsiasi investimento per l'ambientalizzazione. Il relatore Basilio Germanà (FI) aveva chiesto il ritiro dell'emendamento con grande irritazione nella maggioranza per la fronda fatta da An. Bruno Tabacci (Udc), presidente della commissione Attività produttive ha negato che si sia trattato di un incidente di percorso, ma di «un modo sbagliato di operare politicamente: valuti il Governo cosa fare». Ermete Realacci (Margherita) aveva invitato l'aula a non sottovalutare l'approvazione di questo emendamento che cambia profondamente il testo. «Valuteremo attentamente l'emendamento Bellotti - ha detto il sottosegretario alle Attività produttive Dell'Elce - per ora è fondamentale proseguire nell'esame del testo». Poco più tardi, il Governo ha predisposto un nuovo emendamento in cui svuotava completamente la proposta Bellotti, considerando "i casi eccezionali di riserva strategica definiti dal ministro dell'industria mediante l'amazione di un proprio decreto amministrativo". Il nuovo emendamento è passato a larga maggioranza ripristinando l'impostazione originaria che dovrà essere rivagliata al Senato.