Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 12 Settembre 2002: <<PROCURA. I dirigenti dell’Eni hanno chiesto di essere ricevuti per primi dal pubblico ministero Fasolato. Estrazioni, iniziano gli interrogatori. Saranno sentiti Mincato, amministratore delegato, e Cao, direttore generale>>

Saranno Vittorio Mincato e Stefano Cao, rispettivamente amministratore delegato e direttore generale dell'Eni, i primi a comparire davanti al pubblico ministero Manuela Fasolato, che sta indagando sulle estrazioni di gas-metano nell'Alto Adriatico. Si presenteranno al secondo piano del palazzo di giustizia di Rovigo nei primi giorni del mese prossimo. Sono stati loro stessi a chiedere di essere subito interrogati per confermare la massima disponibilità da parte del colosso dell'energia e degli idrocarburi a collaborare.

Vittorio Mincato e Stefano Cao sono indagati assieme ad altre dieci persone. Tra i reati ipotizzati, disastro doloso, inondazione, danneggiamento, deturpamento di bellezze ambientali e paesaggistiche. Successivamente, il sostituto procuratore Fasolato ha contestato a responsabili di enti pubblici e dipendenti dei ministeri dell'Ambiente e dell'Industria, sospettati di avere favorito gli interessi dell'Eni, anche l'abuso d'ufficio.

Secondo la pubblica accusa, l'Ente nazionale idrocarburi sfruttando i giacimenti a largo del Polesine, l'Irma-Carola e il Naomi-Pandora, avrebbe messo a rischio la sicurezza del territorio, facendo innescare il fenomeno della subsidenza.

Dopo aver aperto l'inchiesta, il pm Fasolato aveva chiesto il sequestro dei due giacimenti. L'Eni aveva presentato ricorso ma il Tribunale della libertà aveva invece dato ragione al sostituto procuratore. Successivamente, lo stesso ente aveva rinunciato a sfruttare il giacimento.

L'inchiesta è stata poi allargata a tutti i giacimenti e a tutte le piattaforme nell'Alto Adriatico, da Venezia a Ravenna e nel corso delle indagini sono state eseguite decine di perquisizioni in tutta Italia.